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Autore: Black Wolf    06/01/2007    0 recensioni
Ma continuo a rimnere ferma, mentre il tono violaceo del crepuscolo svanice, io, la vampira incantatrice, regina dei cimiteri e della città di Venezia, sono scomparsa.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi presento... sono Galatea, la vampira illusionista, regina dei cimiteri.
Questa era la mia casa... Venezia! La malinconica e antica città, dai profili disegnati nella nebbia e le gondole vellutate che scivolano sull'acqua.
Ho tantissimi ricordi di quel magico luogo, della mia corte degli spettri e dalla sua principale festa: il Carnevale.
Dormivo in una gondola del più pregiato velluto, in un canale dalle nere acque e mi svegliavo solo per stupirmi di come le impronte delle persone rimanevano impressionate nella candida neve, appena caduta.
Avevo smesso da tempo di rammendare i miei abiti, intessuti di ricordi, e dipingevo, allegramente, le maschere dei condannati che passavano dal Ponte dei Sospiri.
Giocavo a nascondermi dietro maschere d'ebano pregiato e abiti sfarzosi, incantando gli astanti, sino a portarli oltre l'orlo della pazzia...
"Cait Sith l'Angelo!" cantavano in coro la mia corte di spettri, avvolti in vetusti sudari.
'Angelo o demone?' domandavo sempre ai miei spasimanti veneziani, e loro, ammaliati, rispondevano, con occhi sognanti:
"Una soave apparizione, dalla voce simile a musica e dai meravigliosi occhi di lupo... un angelo di certo!"
Ho sempre amato i complimenti, ed era tutto divertente, ma io... sono un vampiro e quando ho fame devo uccidere... quindi tutti gli uomini che mi hanno avvicinata sono morti.
In quei momenti mi sentivo brutta...
La cosa che ho sempre desiderato provare è il modo in cui le donne raggiungono il massimo della bellezza. Ma chiunque mi si avvicinava moriva.
Così continuai a correre cantanto tra le tombe la 'Ballata in fa diesi minore', seguita dalla mia meravigliosa corte bianca, come coro.
Poi incontrai lui... Alexander, un vampiro conte, che durante la tanto attesa festa di Carnevale aveva ricevuto l'onore di vestire i panni del famoso Casanova.
Egli mi colpì il cuore, mi fece innamorare di tutto il suo meraviglioso mondo... ma dopo un anno sparì senza lasciare traccia.
Ed in quel momento iniziai a odiare il Carnevale e tutti i vampiri, nonostante io fossi una di essi.
***
Febbraio è ora alle porte e il Carnevale porterà vita, nella città sull'acqua, e come ogni anno Alexander non si farà vedere.
Rimango ferma per giorni, come un bianca apparizione angelica, al centro del cimitero di S. Michele, tra le sbiadite lapidi marmoree.
Vedo passre, in strada, uomini e donne agghindati in sfavillanti abiti, con meravigliose maschere.
Avrei gioito anch'io, se il mio cuore non fosse stato così greve... avrei messo l'abito di velluto bordeaux e il diadema, spolverato la mia maschera di porcellana e sarei scesa in strada a danzare.
"Tutti sorridono, sia i morti in sogno sia i vivi in strada... ma come posso, io, illustre regina, rallegrarmi in tale funesta data?"
La mia corte di funerei spettri si sono fatti attorno a me, cercando di alleviare il mio dolore.
"Cait Sith... Cait Sith..." invocano, ora, con le loro incorporee voci lamentose.
Ma continuo a rimnere ferma, mentre il tono violaceo del crepuscolo svanice, io, la vampira incantatrice, regina dei cimiteri e della città di Venezia, sono scomparsa.
Gli spettri iniziarono a lamentarsi, tra gli angeli sorridenti, nella danza dei corvi, al suono di violini feriti:
"Cait Sith... Cait Sith... Buon Compleanno..."

  
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