Mi presento... sono Galatea, la vampira illusionista,
regina dei cimiteri.
Questa era la mia casa... Venezia! La malinconica e
antica città, dai profili disegnati nella nebbia e le gondole vellutate che
scivolano sull'acqua.
Ho tantissimi ricordi di quel magico luogo, della mia
corte degli spettri e dalla sua principale festa: il Carnevale.
Dormivo in
una gondola del più pregiato velluto, in un canale dalle nere acque e mi
svegliavo solo per stupirmi di come le impronte delle persone rimanevano
impressionate nella candida neve, appena caduta.
Avevo smesso da tempo di
rammendare i miei abiti, intessuti di ricordi, e dipingevo, allegramente, le
maschere dei condannati che passavano dal Ponte dei Sospiri.
Giocavo a
nascondermi dietro maschere d'ebano pregiato e abiti sfarzosi, incantando gli
astanti, sino a portarli oltre l'orlo della pazzia...
"Cait Sith l'Angelo!"
cantavano in coro la mia corte di spettri, avvolti in vetusti sudari.
'Angelo
o demone?' domandavo sempre ai miei spasimanti veneziani, e loro, ammaliati,
rispondevano, con occhi sognanti:
"Una soave apparizione, dalla voce simile a
musica e dai meravigliosi occhi di lupo... un angelo di certo!"
Ho sempre
amato i complimenti, ed era tutto divertente, ma io... sono un vampiro e quando
ho fame devo uccidere... quindi tutti gli uomini che mi hanno avvicinata sono
morti.
In quei momenti mi sentivo brutta...
La cosa che ho sempre
desiderato provare è il modo in cui le donne raggiungono il massimo della
bellezza. Ma chiunque mi si avvicinava moriva.
Così continuai a correre
cantanto tra le tombe la 'Ballata in fa diesi minore', seguita dalla mia
meravigliosa corte bianca, come coro.
Poi incontrai lui... Alexander, un
vampiro conte, che durante la tanto attesa festa di Carnevale aveva ricevuto
l'onore di vestire i panni del famoso Casanova.
Egli mi colpì il cuore, mi
fece innamorare di tutto il suo meraviglioso mondo... ma dopo un anno sparì
senza lasciare traccia.
Ed in quel momento iniziai a odiare il Carnevale e
tutti i vampiri, nonostante io fossi una di essi.
***
Febbraio è ora alle
porte e il Carnevale porterà vita, nella città sull'acqua, e come ogni anno
Alexander non si farà vedere.
Rimango ferma per giorni, come un bianca
apparizione angelica, al centro del cimitero di S. Michele, tra le sbiadite
lapidi marmoree.
Vedo passre, in strada, uomini e donne agghindati in
sfavillanti abiti, con meravigliose maschere.
Avrei gioito anch'io, se il mio
cuore non fosse stato così greve... avrei messo l'abito di velluto bordeaux e il
diadema, spolverato la mia maschera di porcellana e sarei scesa in strada a
danzare.
"Tutti sorridono, sia i morti in sogno sia i vivi in strada... ma
come posso, io, illustre regina, rallegrarmi in tale funesta data?"
La mia
corte di funerei spettri si sono fatti attorno a me, cercando di alleviare il
mio dolore.
"Cait Sith... Cait Sith..." invocano, ora, con le loro incorporee
voci lamentose.
Ma continuo a rimnere ferma, mentre il tono violaceo del
crepuscolo svanice, io, la vampira incantatrice, regina dei cimiteri e della
città di Venezia, sono scomparsa.
Gli spettri iniziarono a lamentarsi, tra
gli angeli sorridenti, nella danza dei corvi, al suono di violini
feriti:
"Cait Sith... Cait Sith... Buon Compleanno..."