«Ehi teme!» la voce allegra del nuovo Hokage, che di sicuro NON era stato eletto grazie a lui, interruppe il flusso dei pensieri (che erano davvero tanti) dell’altrettanto nuovo capitano della squadra speciale.
Certo, era ironico che la persona più spesso colpita da istinti omicidi nei confronti del capo del villaggio fosse addetta alla sua protezione, ma tant’é… A Konoha gli abitanti amano il rischio.
E il loro capo più di tutti.
Perché nessuno, nemmeno l’Hokage in persona, poteva permettersi di disturbare il capitano della squadra speciale. O almeno, non in quei giorni.
Ma niente, a quel baka non entrava in testa.
 
«Mpf ?»  fu l’unica risposta che giunse dalla scrivania.
«Ohi, teme, pensavo che il reinserimento avesse fatto bene alle tue capacità sociali… E poi pensavo che la compagnia di Sakura-chan…» l’Hokage si pietrificò alla vista dell’amico (come amava definirlo).
Dopo un momento di gelo, sfortunatamente troppo breve, la voce del capo-villaggio risuonò nuovamente: «Bé, teme, era da un po’ che non vedevo lo Sharingan ipnotico, ma non sarai stato troppo cattivo con il tuo buon vecchio amico?»
 
Silenzio.
 
Poi una voce profonda e terribilmente affascinante si levò: << No, usuratonkichi. Anzi, credo di averti fatto un favore. E ora sparisci, ho da fare. »
«Ehi ehi ehi… Stai parlando con l’Hokage, ricordi? Un po’ di rispetto…»
«Usuratonkichi, se vai avanti così l’unico rispetto che avrai sarà quello dovuto ai morti.»
«Ma come siamo acidi stamattina! Che c’è, Sakura-chan…»
Altro bagliore rosso negli occhi del capitano.
«Dobe, stai zitto.»
«Ooooh… Credo di aver capito…»
«No, dobe, non credo.»
«Ma sì, invece! Sakura-chan ti ha…»
«Smettila di tirarla in ballo!»
L’uomo alla scrivania si alzò sbattendo le mani sul piano.
L’Hokage lo guardò sconvolto: non era da Sasuke Uchiha arrabbiarsi in quel modo. Chissà cosa aveva combinato Sakura-chan…
 
Non ebbe modo di chiederlo, visto che la porta dell’ufficio si spalancò rivelando una figura femminile dai corti capelli rosa. Sakura-chan, appunto.
«Sasuke!» gridò assordando i due uomini presenti nella stanza e saltando al collo del più alto (e bello) dei due, stritolandolo.
«Sa… Ku… Ra… Sto… Soffocando…» rantolò l’uomo, cercando di liberarsi dalla stretta della sua fidanzata.
«Oh, scusami… Eheh…» gli disse lei, staccandosi e regalandogli un bacio leggero per farsi perdonare. Poi gli scompigliò i capelli neri e solo allora l’Hokage notò un luccichio alla mano della donna.
«Ehi, Sakura-chan… Cos’è quello?» domandò, alquanto ingenuamente.
«È un anello, dobe. Cosa ti sembra?» domandò in risposta Sasuke, scostandosi da Sakura. Il look Uchiha da “bello e dannato” non doveva essere intaccato.
«Quello l’avevo capito, teme… Ma perché Sakura-chan ha un anello alla mano sinistra?» rispose seccato l’altro.
«Me l’ha dato Sasuke ieri sera…» cominciò Sakura, arrossendo un po’.
«Bé, teme, è un bel regalo ma… Sakura-chan ha già compiuto gli anni» la interruppe l’Hokage.
«Baka…» iniziò Sasuke, ma la donna lo bloccò.
 
«Naruto… É un anello di fidanzamento. Ci sposiamo tra due mesi.»
 
La mascella di Naruto si schiantò sul pavimento.
«Dobe, fammi il piacere… Non voglio bava sul mio pavimento.» lo redarguì l’Uchiha con un’espressione, nei limiti dell’impassibilità made in Uchiha, schifata.
«Sasuke! Non essere cattivo con lui!» lo riprese Sakura tirandogli una gomitata nel basso ventre, per poi rivolgersi più dolcemente al biondo: «Naruto… Tutto okay?»
Nessuna risposta.
«Voi… Voi… Vi… Sposate…» balbettò dopo una pausa, recuperando la mascella e, purtroppo, anche l’uso della parola.
«Sì, qualche problema, dobe?»domandò il moro con gli occhi che “amichevolmente” suggerivano di non averne.
«No… Ma… Perché non l’avete detto a nessuno?» si riprese completamente Naruto.
I due arrossirono (o meglio, Sasuke assunse una lieve sfumatura rosa, mentre Sakura tendeva al bordeaux), poi Sakura con aria colpevole rispose: «Bé, aspettavamo oggi pomeriggio, visto che dobbiamo andare dai miei per informarli.» Naruto aveva un enorme punto interrogativo in faccia. «Dobe, aspettiamo di vedere se mi fanno fuori o no. Mi domando come tu abbia fatto a diventare Hokage…» chiarì Sasuke, scuotendo la testa.
«Aaah! Ho capito perché eri così depresso stamattina! Cioè, più del solito, intendo… Bé, buona fortuna teme, sono sicuro che ce la farai! I signori Haruno sono davvero simpatici!»
«Finché sei un amico certamente… Ma non credo mi accoglieranno a braccia aperte se entro e gli dico che voglio sposare la loro unica figlia. Senza dimenticare che, oh, sì, sono un ninja traditore e assassino.»
«Teme, quando fai del sarcasmo sei spaventoso…» gli fece notare Naruto, eclissandosi poi con un sorriso.
 
«Bene, caro il mio ninja traditore e assassino… Sei pronto?» domandò Sakura alzando lo sguardo sul viso perfetto del fidanzato.
«Più che altro rassegnato… Hai ottime doti persuasive, sai?» replicò lui depositandole un bacio sulla testolina rosa e uscendo dall’ufficio.
 
 
 
 
DUE MESI DOPO
 
«Congratulazioni, teme! Mi raccomando, rendi felice la mia Sakura-chan e soprattutto non…»
«E-Ehm… N-Naruto-kun? N-Non ti stanno ascoltando…» lo interruppe Hinata accennando a Sasuke, ancora più affascinante in smoking e Sakura, splendida in abito bianco (un piccolo regalo di suo padre, che era stato stranamente entusiasta della notizia), che sembravano incollati tra loro. Sorridendo, l’Hokage si allontanò con la piccola Hyuga.
 
«E respirate, ogni tanto!»