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Autore: kleines licht    21/06/2012    1 recensioni
Tutto inizia con un respiro che si mozza...uno sguardo...è un po' come guardarsi allo specchio, solo che infondo risulta tutto deformato.
Un inizio di qualcosa...che forse nemmeno inizierà davvero. Un esperimento, meglio definirlo così ;)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Elena/Katherine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Matt. Era bastato nominarlo o solo pensarci per riportarmi alla mente quanto fosse tutto cambiato. Quanto…tutto quello che ora era quotidianità due anni prima mi sarebbe sembrato assurdo. Sarei scoppiata a ridere se mi avessero parlato di vampiri, streghe, ibridi o della morte di tutte quelle persone…non mi sembrava possibile nemmeno ora, che c’ero dentro fino al collo! Ecco forse era meglio non pensarci, meglio archiviare tutto e tralasciare tutto quello che avrei dovuto provare a dimenticare molto prima…sarebbe stato meglio ma non significava che fosse facile!
Matt era stato il fidanzato che ogni perfetta cheerleader o anche ogni ragazza avrebbe potuto desiderare: era atletico, era circondato da ragazze e amici a dir poco attraenti ma nonostante tutto era sempre dolce e gentile con tutti. Uno di quelli che chiunque avrebbe voluto avere e che io non ero riuscita ad appreare. Mi sembrava passato un secolo e nello stesso tempo un solo giorno da quando discutevo con mia madre dell’amore che non riuscivo ad esternare. Era lì, lei era sicuro che fosse vero amore, eppure non ero mai riuscita ad ammetterlo, un po’ per colpa mia e un po’ con la collaborazione del destino. Dopo aver perso i miei genitori non avevo più osato riaprire le parentesi che avevo lasciato in sospeso così era rimasto tutto lì, senza una fine precisa, tutto sospeso nel vuoto. E quel vuoto non aveva mai davvero trovato una fine. Era rimasto lì, lentamente sepolto da cose più urgenti, o forse solo dalla voglia di dimenticare tutto. Come se dimenticare Matt mi potesse aiutare a reagire meglio al lutto! Ero stata egoista e me ne pentivo parecchio ma in quel momento non sarei riuscita a fare diversamente. Non stavo provando a giustificarmi, non lo avrei mai fatto: avevo sbagliato e anche parecchio, eppure ancora non ero riuscita a trovare un vero motivo per accusarmi. Erano morti i miei genitori, significava che qualcosa avrebbe dovuto cambiare…e per cambiare bisogna chiudere, in un modo o nell’altro, con il passato. Alle volte non ci sono segnali chiari e forti, non c’è un vero e proprio passaggio da un periodo preciso a un altro. Si cambia e basta, improvvisamente si sente il bisogno di voltare pagine. Ci sono invece volte in cui il cambimento è segnato da eventi distruttivi, talmente forti da radere al suolo tutto quel in cui credevi e costringerti così a ricominciare. A me ero successo quello: la morte dei miei genitori aveva implicato eliminare totalmente qualunque cosa mi riportasse a loro a tutto quel che me li ricordava era alla fine la mia vita prima di quella dannata notte. Ma serve tempo, di solito, per cambiare totalmente una vita o, in alternativa, un po’ di aiuto. Il mio aiuto era stato Stefan. Con lui sarebbe stato impossibile rimanere la solita Elena, anche volendolo, e per quanti pericoli avesse portato a Mystic Falls dovevo tutto a lui se ora era la ragazza che ero riuscita a diventare. L’amore alla fine era arrivato davvero, insieme al cambiamento, e avevo capito che quello per Matt non era da definire tale: l’amore vero non ha bisogno di domande, di cercare certezze perché l’amore vero è certezza. E Stefan era la mia certezza fino a poco prima. Non avevo mai avuto il coraggio di ragionarci seriamente, dopo quel che era successo, ma cominciavo lentamente a credere che quello fosse l’ennesimo segno di un cambio di rotta: un po’ come quando erano morti i miei genitori tutte le mie certezze stavano lentamente cedendo. Prima Isobel, poi John, poi Jenna ora Stefan: tutto quello in cui avevo creduto spariva o cambiava così tanto da essere irriconoscibile. Era ovvio che il mio amore per Stefan fosse sempre lì, immutato, ma dubitavo che sarebbe sempre rimasto per sempre così. Se lui stava cambiando allora anche quello che ci legava sarebbe cambiato e sarei cambiata anche io…e avevo paura. Paura davvero, questa volta, perché di quel cambiamento non sapevo niente. Dopo l’incidente era stato tutto così veloce che non avevo avuto modo o tempo di realizzare seriamente quel che stava accadendo, ero cambiata e basta. Ma questa volta avevo la possibilità di osservare tutto quasi dall’esterno, di vedere come le cose stessero cambiando e dove sembravano voler arrivare. E di tutto quello non mi piaceva niente. Non che mi aspettassi che ogni cambiamento da affrontare dovesse piacermi ma qualunque cosa c’entrasse con il nuovo Stefan mi terrorizzava parecchio. Semplicemente perché era imprevedibile e la razza umana odia le cose imprevedibili. In ogni invenzione gli uomini hanno sempre voluto avere il controllo della situazione, anzi si può quasi affermare con certezza che ogni invenzione sia stata creata con l’obbiettivo di controllare qualcosa: lo spazio, la stessa razza umana, i suoi cambiamenti. Nel momento in cui si viene a contatto con qualcosa di incontrollabile allora interviene la paura. Non sapevo come reagire, come comportarmi, cosa aspettarmi. E l’idea di un futuro così fuori controllo mi spaventava a morte. La sensazione che saremmo arrivati lì, prima o poi, non faceva che peggiorare le cose.
Era abbastanza ovvio, in ogni caso, che non potessi mostrare nemmeno un briciolo di quella paura. Se lo avessi fatto avrei solo preoccupato e ferito le persone che mi stavano accanto e non potevo dare una cosa del genere! Una serata simile poteva anche essere stupida e inutile ma era l’unico modo che avessi per stare a contatto con delle persone e finchè ero con loro cedere o andare nel panico era praticamente impossibile. Era qualcosa di cui mi ero accorta non troppo tempo prima: raramente riuscivo a piangere se ero circondata da troppe persone. Un conto era un momento di particolare debolezza o avere accanto Stefan e Damon –non chiedetemi perché quest’ultimo fosse capace di darmi tanta sicurezza perché non avevo ancora avuto la forza per ragionarci sopra!- ma con troppe persone vicine era difficile cedere. Il pubblico mi faceva quell’effetto, anche se erano solo Caroline e Bonnie. E per quanto non fosse forse un segnale positivo a me andava bene così: meno pensavo e meglio era.
Per evitare di pensare ancora all’argomento “Stefan” preferii di gran lunga concentrarmi sulle parole di Caroline, Bonnie e Tyler. Bonnie sembrava aver trovato qualcosa di interessante nella cattedra di Alaric ma la parte più riflessiva di lei aveva preferito lasciar perdere e mettere tutto in ordine. Era cambiata parecchio anche lei e forse me ne rendevo conto davvero solo in quel momento: la Bonnie riservata e timida di qualche mese prima stava lentamente cedendo il passo a una ragazza più decisa e quasi ribelle anche se infondo una parte di lei era rimasta invariata. Caroline invece era assolutamente cambiata, da quando era diventato un vampiro: se prima era una ragazza al quanto superficiale ora era diventata una vera…donna, sì si poteva definire così. Prendeva le sue scelte, stando ben attenta alle conseguenze e non avrebbe fatto niente che potesse anche solo lontanamente ferire qualcuno che le stava a cuore. Per quanto riguardava Tyler beh non ero diventata così cieca da non notare l’attrazione che i due dovevano provare l’uno per l’altra e per quanto poco mi piacesse l’idea di andarmene in giro per la scuola a quell’ora, era giusto stessero da soli. Bonnie era una strega se la sarebbe sempre cavata e l’importante era che loro stessero bene.
Anzi stavo decisamente diventando paranoica! Cosa poteva mai succederci! Eravamo a scuola, la notte degli scherzi ma non era certo la prima volta. Se anche le cose erano cambiate tanto non dovevano per forza andare sempre male no?
L’idea delle puntine non era malvagia, tralasciando la mia angoscia insensata. Ok non era il massimo la stanza della cancelleria, soprattutto visto che quel di solito ci facevano, e avrei dovuto fare un giro decisamente lungo per recuperare le chiavi nel quadro dei bidelli ma avevo bisogno di calmarmi e non c’era modo migliore se non controllare da sola che non c’era nessun pericolo. Anche perché se doveva succedere qualcosa sarebbe già successo no? Bonnie mi aveva lanciato un’occhiata che diceva tutto ma alla fine non ero così tanto preoccupata. Non dovevo esserlo. Vivere nella paura avrebbe peggiorato le cose e basta.
Ok beh sarà meglio che mi sbrighi o la colla asciugherà e addio scherzo no?!
Domandai provando a raccattare un po’ di entusiasmo, giusto quel che bastava per assecondare Caroline. Almeno quella notte potevamo concederle di organizzare tutto quel che voleva, e poi che cambiava? Era una distrazione non da poco e anzi forse avrei dovuto ringraziarla per averci concesso quell’occasione: passare un po’ di tempo con loro, lontana dalle altre questione, mi stava facendo solo bene



Angolo dell'autrice.

Dunque mi sto decidendo se pubblicare o meno una storiella su Vampire Diaries... ancora non ho le idee chiarissime ma questa prova sarà decisiva: in base a come andrà penso che deciderò se portare avanti il progetto oppure no XD Ho quindi bisogno dei vostri consigli più spietati U.U XD Spero vi sia piaciuta ;)
baci e abbracci <3
   
 
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