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Autore: Emily27    21/06/2012    2 recensioni
Tre settimane prima era giunta la notizia. La sede FBI di Los Angeles aveva offerto ad Emily un posto di capo unità presso una delle loro squadre. Aaron aveva avuto fin da subito il sentore che lei avrebbe accettato.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Emily Prentiss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amarsi

 

 

 

Every night you cry yourself to sleep
Thinking: “Why does this happen to me?
Why does every moment have to be so hard?”
Hard to believe that

It’s not over tonight
Just give me one more chance to make it right
I may not make it through the night
I won’t go home without you

 

La luce della luna filtrava attraverso la tapparella abbassata per metà e rischiarava la stanza spezzando il buio e proiettando ombre sul soffitto. Hotch le osservava disteso supino sul letto, le braccia incrociate dietro la testa e il corpo coperto soltanto da un paio di boxer che anelava un po' di frescura, troppo poca quella che arrivava dalla finestra lasciata aperta. Non riusciva a prendere sonno e il motivo non era rappresentato dal caldo che faceva nella camera, ma dal freddo che sentiva dentro. Pensava a lei, al suo sorriso, al volto di cui amava ogni espressione, alle mani calde che erano il suo appiglio, alle sue parole che sapevano toccargli il cuore. Pensava a se stesso, assetato d'amore ma troppo chiuso per lasciarsi amare, inaridito dalla vita e impaurito da essa, da ciò che poteva essere bello e speciale. Nessuno aveva saputo della sua relazione con Emily, aveva sempre cercato di tenerla nascosta alla squadra, sebbene lei non avrebbe desiderato altro che urlare al mondo il suo amore per lui. Rivelarlo agli altri avrebbe significato concretizzare il loro rapporto e Aaron era stato troppo spaventato per farlo, aveva temuto quella felicità che poteva andare in frantumi, così tanto da non permettergli di vivere quella storia lasciandosi andare ai sentimenti, preso da inutili paure che avevano lentamente logorato quello che poteva essere un amore. Aveva fatto soffrire Emily, lo aveva visto ogni giorno nei suoi sguardi, nei suoi sorrisi che avevano perso la luce e di questo non avrebbe mai smesso di rimproverarsi.
Tre settimane prima era giunta la notizia. La sede FBI di Los Angeles aveva offerto ad Emily un posto di capo unità presso una delle loro squadre. Aaron aveva avuto fin da subito il sentore che lei avrebbe accettato, per gli stessi motivi che Emily gli aveva poi spiegato. Non riusciva più a sostenere il peso di un rapporto che sembrava non avere sbocchi, reso sempre più difficile dalle paure e dalle insicurezze di lui, che non permettevano di volare al loro amore, se così si poteva definire visto che Aaron non le aveva mai detto di amarla. Emily lo aveva fatto.
Hotch aveva accettato la sua decisione passivamente, senza opporsi, confermandole col suo comportamento che stava facendo la scelta giusta.
In quel momento Aaron si chiese perchè non avesse almeno tentato di farle cambiare idea, in quel momento in cui il desiderio di averla accanto e stringerla tra le braccia si fece talmente forte da fargli male, ora che avrebbe voluto dirle quanto l'amava e quanto l'aveva sempre amata, che tutto quello che voleva era stare con lei, vivere la loro storia ed essere felice, ma ormai era troppo tardi.
Voltò la testa verso il comodino dove la radiosveglia segnava le dieci e trentacinque, tra meno di due ore il volo che avrebbe portato Emily a Los Angeles sarebbe partito. Fissò i numeri verdi mentre un pensiero si faceva largo nella sua mente, facendogli accelerare i battiti del cuore. Forse non era troppo tardi.
Balzò giù dal letto e prese dall'armadio dei jeans e una polo, i primi indumenti che gli capitarono sotto mano, li indossò velocemente e uscì in corridoio dove calzò un paio di scarpe da tennis, per poi fiondarsi in salotto a prendere i documenti e le chiavi del suv. Lasciò l'appartamento precipitandosi in strada dove il suv era parcheggiato nei pressi del suo palazzo, vi salì e partì a razzo dirigendosi verso l'aeroporto.

 

 
The taste of your breath, I’ll never get over
The noises that you made kept me awake
The weight of things that remaind unspoken
Built up so much it crushed us everyday


 

 
Il traffico a quell'ora era abbastanza scorrevole ma ad Aaron parve comunque troppo lento rispetto alla sua fretta, doveva raggiungere Emily a qualunque costo prima che salisse su quell'aereo. Premette sull'acceleratore e superò un'auto in un tratto in cui non era consentito, ma in quel momento il codice della strada era l'ultimo dei suoi pensieri, tanto era vero che, dopo essersi accertato che non ci fosse nessuno, ad un incrocio passò con il rosso.
Non poteva lasciarla andare via, non voleva che uscisse dalla sua vita così, era troppo importante per lui, si disse dandosi dello stupido per aver permesso che la loro storia arrivasse a quel punto. Non poteva immaginare la sua vita senza Emily, che lo faceva sorridere, che dopo aver fatto l'amore si addormentava con la testa sulla sua spalla e lui le accarezzava piano il viso per non svegliarla, che si arrabbiava se lui le finiva la cioccolata, colei che sentiva sempre vicino, anche quando erano lontani, la donna che lo amava incondizionatamente.
Dopo un tempo che gli era parso infinito Aaron finalmente raggiunse l'aeroporto, dove non si preoccupò di cercare parcheggio, ma lasciò il suv in doppia fila per affrettarsi dentro e andare a controllare il monitor delle partenze. Dopo aver guardato il numero del cancello d'imbarco del volo per Los Angeles vi si diresse, incontrando però l'ostacolo della linea dei controlli, senza il biglietto non lo avrebbero fatto andare oltre. Aaron estrasse però dalla tasca dei jeans il suo personale lasciapassare: il distintivo. Lo mostrò all'addetto in uniforme e questi lo fece immediatamente passare. Non gli restava che correre da Emily.

 

 
Of all the things I felt but never really shown
Perhaps the worst is that I ever let you go
I should not ever let you go

 

 
Emily era seduta in una poltroncina nell'ampia sala d'attesa della zona imbarchi, aspettando che chiamassero il suo volo. Tra poco avrebbe lasciato Washington per iniziare una nuova vita a Los Angeles. Sapeva che non sarebbe stato semplice, come non lo era stato abbandonare il suo lavoro alla BAU, la squadra e soprattutto Aaron. Era per allontanarsi da lui che aveva accettato l'incarico a Los Angeles, non sarebbe servito a dimenticarlo, non ci sarebbe mai riuscita, ma almeno avrebbe smesso di soffrire per un rapporto che stava diventando sempre più difficile e troncarlo non avrebbe significato smettere di amare Aaron, ogni giorno trascorso accanto a lui si sarebbe soltanto fatta del male, la soluzione era andarsene. Emily aveva dato tutto alla loro storia, ma non era servito a superare i dubbi e le insicurezze di chi non riusciva ad aprirsi ai sentimenti.
Aveva preso la decisione più giusta, ma i suoi occhi si riempirono ugualmente di lacrime nel ricordare i momenti belli trascorsi con Aaron, perchè ce n'erano stati, tanti. Amava il modo in cui la guardava, la sua dolcezza, la sua passione, la sua espressione seria e i suoi sorrisi, quando la faceva innervosire e quando la circondava nel suo caldo abbraccio, amava tutto di lui.
Chiamarono il suo volo, Emily si asciugò una lacrima e si alzò senza fretta per andare a mettersi in fila con gli altri passeggeri. Poco dopo arrivò una hostess, la quale iniziò le procedure d'imbarco facendo smaltire rapidamente la coda.
“Emily!”
Qualcuno stava chiamando il suo nome e le parve di riconoscere quella voce, o forse era soltanto frutto della sua immaginazione. Si voltò nella direzione da cui proveniva e non credette ai suoi occhi. Aaron stava correndo verso di lei.
“Emily!”
La raggiunse, aveva il respiro affannato e una luce particolare negli occhi.
“Aaron...” mormorò lei totalmente sorpresa di vederlo. Si erano salutati quel pomeriggio perchè un addio in aeroporto sarebbe stato forse più doloroso per entrambi, invece ora lui si era presentato lì.
La fila per l'imbarco stava procedendo, ma Emily restò ferma lasciandosi superare dalle persone che le stavano dietro.
Aaron le prese entrambe le mani nelle sue con il cuore che gli batteva forte non più per la corsa, ma per la gioia di essere riuscito a raggiungere Emily e poterle esprimere ciò che provava per lei.
“Ti amo tanto e tutto quello che desidero è stare con te.”
Gli occhi di Emily si fecero nuovamente lucidi. Aaron non era venuto fino a lì per dirle addio.
“Voglio vivere insieme a te e tutti devono sapere...che ti amo da impazzire” disse ancora lui sull'onda dell'emozione. “Ti chiedo perdono per averti fatto stare male, ma non andartene, ho bisogno di te...”
Quelle erano le parole che Emily aveva a lungo atteso di poter udire e che le provocarono brividi di una felicità tanto grande quanto inattesa.
“Non andrò da nessuna parte...”
Gli prese il volto fra le mani e lo baciò. Aaron si lasciò andare alla sua dolcezza facendosi trasportare dalle emozioni, senza più remore o timori.
Si staccarono soltanto un istante perchè i loro sguardi si incontrassero, poi, incuranti delle persone che curiose stavano assistendo alla scena, fecero tornare le loro labbra ad unirsi.

 
L'aereo diretto a Los Angeles aveva ormai preso il volo quando Emily e Aaron uscirono dall'aeroporto tenendosi per mano, nella notte stellata che sembrava sorridere loro mentre andavano incontro al futuro. Una nuova pagina della loro vita stava per essere scritta e lo avrebbero fatto insieme, forti del loro amore.

 

 
It’s not over tonight
Just give me one more chance to make it right
I may not make it through the night
I won’t go home without you

 
I won’t go home without you

 

 

  
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