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Autore: TheAmazingLeevock    22/06/2012    0 recensioni
Ecco la storia di coloro che sono destinati ad amarsi, ma non a vivere insieme.
Chiunque abbia inventato il "per sempre felici e contenti", merita di essere preso a calci in culo
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 "Mio caro diario. Vuoi tu essere il mio leggittimo Canzoniere ed io la tua Petrarca finché costipazione letteraria non ci separi?"

Ed eccomi in un momento che, per la mia età, definirei alquanto anacronistico. Il mio psicanalista mi aveva consigliato di ricorrere ad un diario. Non avevo idea del perché. Sono così indaffarata. Devo anche mettermi a scrivere? Come se non fosse già la mia mansione primaria. Ricordo ancora di quando sostenevo di voler diventare psichiatra, del volere aiutare gli altri con le mie doti di grandi consigliera. Mi sentivo Confucio, anzi, meglio mi sentivo come un biscotto della fortuna. Ma col passare del tempo realizzai che si è più bravi a dare consigli a terzi che a se stessi. Non ero mai stata in grado di prendere una decisione definitiva e qualunque cosa facessi mi si rivoltava contro. Chiamatela energia negativa, iella, Dio sedano (sono vegetariana).. la sfiga mi perseguitava. Era come una seconda pelle, un qualcosa che si era connaturato in me. Una sorta di patto indissolubile, di amicizia forzata.  Tutto quello in cui credevo si era dissolto. Ero certa sarei tornata in America, che avrei vissuto in una bella casa al centro di Los Angeles dove avrei appeso la mia laurea in medicina. Tuttavia il Fato mi riservò un destino completamente opposto a quello che mi ero prefissata. D'altra parte la vita è quella cosa che ti accade mentre tu sei intenta a fare altro. Esattamente come molti anni addietro. Non vivevo a Los Angeles, non avevo la mia casa in centro e neanche la mia tanto agognata laurea in medicina. Vivevo in un monolocale nella periferia romana con una laurea in giornalismo che neanche appesi al muro. Odiavo quella visione. Speravo fosse soltanto un incubo. E invece era come essere intrappolata in un eterno limbo. Il mio compito era recensire film. La critica era sempre stato il mio cavallo di battaglia. Quella sorta di tugurio pulllava di CD, DVD di film ed il mio PC era sul punto di scoppiare per la quantità di film scaricati. 

In quel momento ero sdraiata sul divano e rimurginavo sul passato con una rivista in mano. Fissai la copertina senza proferire parola. Mi sforzavo persino di piangere per convincere me stessa di provare ancora emozioni, ma quella vita così piena di sballottamenti e di continui no mi aveva trasformata in un osso duro. Una sola lacrima non uscì dai miei occhi. Il mio vano tentativo fu interrotto dallo squillo del mio cellulare. Avrei voluto un telefono fisso, ma in quell'inferno non c'era la copertura rete. 
Vidi il numero. Era la direttrice del giornale. 

-"Ma che cazzo vorrà da me quella troia a quest'ora?!. Se pretende l'articolo su quel dannatissimo film, la massacrerò". Per un attimo pensai di non rispondere, ma poi capii che se non l'avessi fatto, il mio stipendio light sarebbe diventato inesistente. Presi il cellulare e premetti il pulsantino verde. Continuavo a guardare quello rosso, ma sapevo che avrei dovuto fingere non esistesse

-"Buongiorno direttrice. Ho visto il suo numero sullo schermo del cellulare. C'è per caso qualche problema?" 

-"Certo che c'è tesoro mio. Ti avevo chiesto una recensione per The Amazing Spider Man circa una settimana fa e non è ancora arrivata sulla mia scrivania. Siamo  l'unica rivista di cinema senza una recensione su quel fottuto film"


Ecco. Sapevo che tetteliposuzionate avrebbe chiamato per quel maledetto film. Forse avrei dovuto ascoltare il mio subconoscio e riagganciare subito oppure ovviare l'argomento con una classica domanda clichè oppure.. non avevo la minima idea di quello che stessi dicendo. Dirle la verità? Dirle che ero una fallita incapace di convivere con il passato? No e poi no. Avevo una dignità da difendere e lei non aveva diritto di tirare il sipario. 



"Mi scusi direttrice. So che avrei dovuto scriverla in tempo, ma ho avuto dei problemi. Le prometto di consegnarla in settimana"

"IN SETTIMANA?!, IN SETTIMANA?!. Sono stata fin troppo affabile con te. Se entro domani non avrò quella cazzo di recensione, sei licenziata. Buona giornata signorina Collins"


Non ebbi nemmeno il tempo di replicare al nefasto saluto che quella riattaccò
Il mio istinto mi aveva consigliato di rifiutare la chiamata. Forse avrei dovuto assecondarlo.
La mia mente era bloccata in una coltre di disperazione.
Sapevo che se la recensione non fosse stata soddisfacente, sarei stata sbattuta fuori.
Fingermi morta forse era l'unica soluzione.
Benvenuta costipazione.


  
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