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Autore: AliceL    22/06/2012    1 recensioni
Ormai erano mesi che non uccideva nessuno e, ultimamente, aveva anche smesso di nutrirsi direttamente degli uomini, accontentandosi semplicemente di striminzite sacche che trafugava da varie banche del sangue.
E tutto questo perché? Anzi, per
chi? Di certo non per quel caso perso di Stefan...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Il Fratello Cattivo
Fandom
 : The Vampire Diaries
Personaggi
 : Damon Salvatore, Elena Gilbert
Rating
 : Verde
Avvertimenti
 : One-shot, leggermente OOC (Damon che si sente in colpa? OMG), Spoiler (sono presenti alcuni riferimenti alla terza stagione, anche se ha cominciato ad uscire anche in Italia non si sa mai...)
Storia Scritta per il "Pasticcino Fast" per la "V Notte Bianca" di "maridichallange"

Wordcount: 872

Il Fratello Cattivo

 

Damon sapeva che la situazione gli era completamente sfuggita di mano.
C’era stato un periodo, neanche tanto tempo prima -quanto tempo era passato? Sei mesi? Un anno?-, in cui sarebbe saltato alla gola del primo malcapitato che avesse incontrato per strada (e, in effetti, questo era accaduto più di una volta) solo per il gusto di fare uno “spuntino”.
Adesso, ripensando a quei lunghi anni della sua vita immortale, non poteva far altro che provare un misto di ribrezzo e nostalgia. Provava ribrezzo per tutte le azioni orribili che aveva compiuto, per tutte le morti violente che aveva causato. Ma provava anche nostalgia di quel tempo in cui era riuscito a premere quel famoso pulsante nella sua mente, e tutte le sue emozioni erano andate a farsi fottere. Era sicuro che, per cento anni e più, non avesse provato alcun sentimento neanche nei confronti di suo fratello, amore o odio che fosse. Spesso in sua presenza l’aveva deriso, per fargli credere che lo detestasse. In realtà continuava a non provare assolutamente niente. Non sapeva neanche esattamente perché l’avesse fatto: magari per dimostrargli che era rimasto ancora qualcosa di umano in lui, per quanto negativo. Perché poi? Anche adesso, ripensandoci, non capiva ancora che cosa l’avesse spinto a compiere molte delle sue azioni passate. Magari per il semplice gusto della trasgressione, o forse solo per fame, non ne era sicuro.  Era come se la sua mente, in tutto quel tempo, fosse stata appannata da una fitta nebbia, che si era diradata solo in quell’ultimo anno, da quando era tornato a Mystic Falls.
Ormai erano mesi che non uccideva nessuno e, ultimamente, aveva anche smesso di nutrirsi direttamente degli uomini, accontentandosi semplicemente di striminzite sacche che trafugava da varie banche del sangue.
E tutto questo perché? Anzi, per chi? Di certo non per quel caso perso di Stefan –che tra l’altro amava recitarla, quella parte-, il quale non sembrava fare altro tutto il tempo se non trovare nuovi modi per mettersi in situazioni assurde, che sembravano essere fatte apposta per suscitare la compassione degli altri; come se avesse scritto in fronte “SONO UN POVERO DEFICIENTE, AIUTATEMI!”. Non era un caso che Lexi avesse passato metà della sua esistenza a corrergli dietro per salvarlo da questo o quel casino. E se lo diceva Damon, che portava ormai la nomea fissa del “fratello cattivo”, la cosa era grave. Ma adesso Laxi non c’era più, e Stefan stava sprofondando sempre più velocemente nell’abisso… Ma non voleva pensare a lui adesso.
Comunque, no, per quanto ormai avesse dovuto ammettere a se stesse che provava qualcosa per lui, non sarebbe mai cambiato così radicalmente per il suo fratellino. Non gli avrebbe mai dato questa soddisfazione.
No, il motivo era ben altro. E, attualmente, quel motivo sedeva accanto a lui, intenta a spulciare tra i vecchi diari di Jonathan Gilbert, alla ricerca di neanche-lei-sapeva-bene-cosa. Probabilmente, pensò Damon, per Elena era anche un modo per allontanare lo stress. Per avere l’impressione di stare facendo qualcosa che avrebbe potuto migliorare l’assurda situazione in cui erano precipitati. Per non essere impotente.
Damon non l’avrebbe mai ammesso con lei -ma, diciamoci la verità, non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, nemmeno a se stesso!- ma anche lui si sentiva impotente. E in un modo ancora peggiore di quanto avrebbe mai potuto esserlo Elena. Lei, almeno, aveva dalla sua la scusante di essere umana. Ma lui, no. Lui era il vampiro, la creatura sovrannaturale, il mostro, in certi casi. Era lui che avrebbe dovuto avere il compito, nonché le capacità, di risolvere faccende del genere.
E invece si stava facendo trasportare dagli eventi, non sapendo come fermarli, né, almeno, come evitare di affogarci dentro. Aveva finito per permettere a Elena di immischiarsi in uno dei più grandi casini in cui un’adolescente innamorata di un vampiro –che già di per sé, non era esattamente quella che si potesse definire una relazione serena e tranquilla- si potesse immischiare.
Fantasmi di streghe morte da secoli, ibridi tra vampiri e licantropi, i vampiri Originali, Klaus… Era certo che non fossero proprio la tipica vita quotidiana di una liceale.
Ciononostante, capì mentre formulava quei pensieri, non era del tutto dispiaciuto che lei fosse finita con lui e suo fratello in tutto quello.
Se Elena non fosse mai entrata nella vita di Stefan e non si fosse mai innamorata di lui, probabilmente non si sarebbero mai conosciuti. Oppure, se mai si fossero incontrati, Damon l’avrebbe sempre e solo vista come la doppelganger di Katherine, senza mai riconoscerla come nient’altro, senza mai permettere a se stesso di conoscerla davvero. Si chiese quanto sarebbe potuta essere vuota la sua vita senza quell’incontro.
Si rese conto che avrebbe dovuto sentirsi in colpa per tutto quello: non solo non era dispiaciuto che la ragazza di suo fratello (che tra l’altro amava anche lui) fosse stata coinvolta nel terribile piano di conquista di un ibrido millenario assetato di sangue; ma, in quel momento, mentre avrebbe dovuto preoccuparsi di suo fratello che si stava praticamente avviando sulle proprie gambe alla dannazione –magari saltellando allegramente come un bambino al luna park-, riusciva solo a pensare a quando fosse felice di essere seduto lì, a pochi centimetri da Elena.
Ma, alla fine, cosa importava? Lui era il fratello cattivo, infondo.


 



Sapete quel momento orribile in cui vi iscrivete a un contest pieni di entusiasmo e pieni di idee per la testa e poi aprite il documento word e l'ispirazione parte a razzo in groppa una Nimbus 2000 per non tornare mai più? Spero per voi di no, comunque sappiate che queste sono le condizioni in cui ho scritto questa fanfiction. La mia prima fanficion *tono poco entusiasta*, o almeno la prima che pubblico. Dopo averla letta avrete sicuramente capito perchè di solito non ne pubblico. Sopratutto mi stupisce che sia proprio su questo fandom e, sopratutto, su questa coppia (odio Elena, profondamente <.<) però mi è uscita naturale (il che non so se è un bene).
Vabbè, come sempre, sappiate che, se volete i pomodori sono nell'angolo *indica vassoio pieno di pomodori marci* e qui i sachetti per vomitare *porge sacchetti ai lettori*. Detto ciò io fuggo *si nasconde per evitare la pioggia di pomodori e altre verdure marce*
  
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