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Autore: MissGolightly    22/06/2012    4 recensioni
Era cominciato tutto per gioco. Un gioco pericoloso, è vero, ma pur sempre un gioco.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era cominciato tutto per gioco. Un gioco pericoloso, è vero, ma pur sempre un gioco.
Anna era una di quelle persone che volevano tutto e subito e che, soprattutto, riuscivano a ottenere ciò che volevano.
Aveva tutte le caratteristiche che servivano a tenere Re Enrico al suo fianco: bellezza, carisma, malizia, passione.
Per lei, Enrico aveva dichiarato la nascita di una nuova Chiesa, indipendente da quella di Roma.
Anna si era sentita così potente. Era come se niente potesse fermarla.
Ma non aveva fatto i conti con l’amore. Si era innamorata di quell’uomo che, per lei, aveva lasciato la sua prima moglie e l’aveva esiliata. Si era innamorata di quell’uomo che l’aveva fatta diventare Regina di Inghilterra, quando lei voleva semplicemente essere Regina del suo cuore.
Il giorno in cui si era resa conto di essere incinta, si era sentita così felice. Dare al Re un figlio maschio voleva dire dargli un motivo in più per restare accanto a lei tutta la vita.
Povera Anna: non aveva fatto i conti con il destino e con quanto può essere crudele.
Una mattina di settembre, Anna aveva dato alla luce una bambina, Elisabetta. Poco importava che quella bambina fosse destinata a diventare la più grande monarca della storia. Era una femmina, e questa era una condanna sia per Elisabetta, sia per Anna.
La Regina sapeva che, intanto, Enrico la tradiva. Era fatto così e nessuna donna l’avrebbe mai fatto cambiare. Anna, per qualche tempo, ci era riuscita: lui stravedeva così tanto per lei, che non aveva cercato altre donne. Ma questo idillio era durato pochi mesi e la nascita di una figlia femmina non aveva fatto altro che peggiorare le cose.
Enrico aveva conosciuto Jane, una donna talmente bella, giovane e perfetta da far impallidire Anna di vergogna. Eppure, la Regina non aveva smesso di lottare.
Nonostante i tradimenti del marito, aveva continuato a comportarsi da brava moglie, cercando di ignorare le voci che circolavano a palazzo, secondo cui Enrico avrebbe voluto sbarazzarsi al più presto di lei.
Era rimasta nuovamente incinta. Il Re sembrava felice e i loro rapporti erano migliorati, fino a quando Anna aveva sorpreso Enrico e Jane insieme.
Sapeva da tempo che lui non le era fedele, ma vederlo con i propri occhi era un’altra cosa. Tutto a un tratto, Anna si era sentita arrabbiata e…stupida.
Per la prima volta in vita sua, Anna Bolena si era sentita stupida. Stupida perché, per un attimo, era stata convinta che anche lui potesse amarla quanto lo amava lei; stupida perché aveva permesso che lui si allontanasse da lei; stupida perché aveva permesso che lui la tradisse.
Sotto quella campana di ansia, rabbia e paura, Anna aveva perso il bambino.
Poco dopo, il marito l’aveva fatta arrestare condannandola a morte per adulterio, stregoneria e incesto.
E così, Anna si era trovata a passare i suoi ultimi giorni in una cella. Mai e poi mai avrebbe pensato di finire in un posto simile, a fissare una minuscola finestra e a sperare che il sole non sorgesse mai più.
La notte prima dell’esecuzione era stata l’occasione per ripensare alla sua vita. Con il sorriso sulle labbra, si era accorta di non avere rimpianti.
Aveva lasciato una parte di lei in sua figlia e sapeva, che un giorno o l’altro, Elisabetta avrebbe fatto grandi cose e Anna sarebbe stata estremamente orgogliosa di lei.
E, in cuor suo, sapeva di aver lasciato parte di lei anche nel cuore di Enrico, perché nessuna donna l’avrebbe mai amato quanto lo amava lei.
Mentre si recava al patibolo, il giorno della sua esecuzione, Anna sorrise. Sorrise perché sapeva di aver vissuto una vita breve ma intensa.
Perché lei aveva amato molto, ed è vero che l’amore ti uccide e ti logora, ma ti fa vivere intensamente e non c’è niente di più importante che vivere una vita piena.
   
 
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