Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: caramellark    22/06/2012    1 recensioni
Mary e Justin si sono conosciuti in una turnèè, quando lei aveva 16 anni, e lui 18. Ora hanno rispettivamente 19 e 21 anni, e stanno insieme da quando si sono conosciuti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando apro gli occhi sono le 10 e trenta. Non sono una vera e propria mattiniera ecco. La vista che si impone ai miei occhi è a dir poco spettacolare. E’ la prima settimana che io e Justin abitiamo in questa casa a Malibù, e credo che oggi sia la prima volta che riesco a contemplare la spiaggia dal mio letto.
Sono sdraiata nel mio letto, soffice e comodo..la struttura è di ciliegio, e le lenzuola sono candide, con qualche fiore azzurro sui cuscini. Accanto alla mia testa c’è il comodino, sempre in ciliegio. Ha una forma curiosa ora che ci penso. È tutto arrotondato, e ha un cassettino rotondo, che ora è socchiuso e ne sbucano fuori le cuffie del mio iPod. Sopra di esso ci sono i miei occhiali, una scatolina rossa mezza aperta..(sulla quale è meglio non indagare), i miei occhiali da vista, e il mio iphone in carica. Alla mia destra (subito dopo il comodino) c’è un enorme finestra a vetri, di quelle gigantesche che si vedono solo nei film, che dà sul patio, sempre in legno chiaro, e porta direttamente alla spiaggia. Dal mio letto riesco a vedere il mare, sentire il rumore delle onde che dolcemente mi culla. Ci sono un paio di surfisti in mare, che a proposito oggi è un po’ turbinoso, quindi bellissimo.
Solo dopo mi rendo conto dell’odore che c’è in camera.
Cornetti alla crema appena sfornati, ne sono certa.
Ma..dov’è Justin?
Mi giro dall’altra parte e lo trovo sulla poltrona, già vestito, con un paio di enormi cuffie viola in testa collegate al suo iPhone. E’ addormentato.
E’ così bello..
Sembra un bimbo, l’espressione serena, le guance rosee.. Non riesco ad esprimere la sua bellezza in questo momento.
Mi alzo piano, facendo attenzione a non svegliarlo, ma tanto, al volume a cui lui sente la musica, non si sarebbe di certo svegliato per causa mia.
Vado in bagno, mi spazzolo i capelli e mi lavo le mani.
Ho molto sonno.
Non riesco a svegliarmi del tutto, quindi decido di rimettermi nel letto. Appena sdraiata piombo in un sonno profondissimo…
 
 
…Erano le 5 di pomeriggio ed ero sul set pronta a girare il remake di “Funny Girl”, tutta fiera, quando vedo venire verso di me una ragazza.. probabilmente la conoscevo, sì, sì avevamo fatto le superiori nella stesssa scuola per circa 3 anni, poi la mia carriera di attrice mi ha impedito di proseguire gli studi, così ho cominciato a prendere lezioni private, e in 6 mesi ho avuto il diploma classico. Lei si chiamava Lucy Ducky,
era al tempo della scuola, fidanzata con un mio compagno di classe sfigato, non che lei fosse figa, anzi!
la prendevo in giro perché pensavo ( E LO PENSO TUTT’ORA) che fosse uno sbratto vivente. Ma non è questo il punto. Veniva verso di me, correndo, con un sorriso a 32, forse per lei anche 56, denti. Dopo i convenevoli, mi disse : “hai saputo?”
risposi di no, leggermente preoccupata. Lei mi disse che si era fidanzata ufficialmente con Justin, e che tra pochi mesi si sarebbero sposati. Ad un tratto mille dubbi mi assalirono, mille perplessità, mille lame che mi si conficcarono nel cuore, così strette, che non lasciavano neanche uno spazietto per far fuoriuscire il sangue. Lame avvelenate di odio per me…

 
 
una mano calda che mi accarezza i capelli mi sveglia..
Mi volto, e lo vedo sdraiato proprio accanto a me.
Sorride. Indosso solo un reggiseno e una culotte.
“Buongiorno angelo mio” mi dice.
Sorrido. “Buongiorno amore della mia vita” rispondo.
“sai, stanotte ho fatto un sogno..”continuo io.
“ah, e di cosa parlava..?”
“ricordi Lucy Ducky? Ecco ti sposavi con lei.” Dico con un pizzico di malinconia nella voce.
“quello sgorbio? Ma amore mio, sai che non è possibile. Sei la luce dei miei occhi, Lucy Ducky non potrebbe mai reggere il confronto..” mi rassicura.
Sorrido, e mi volto verso la finestra. Anche lui è voltato nella stessa mia direzione. Si avvicina a me, mi mette una mano sulla pancia, e comincia a baciarmi il collo, poi la schiena e si sofferma particolarmente su di essa, perché sa quanto mi piace. Gira intorno e arriva all’ombelico, poi allo stomaco, al seno e di nuovo al collo. Sale al viso. Sento le sue labbra soffici che si scontrano con la mia pelle, creando una sensazione davvero armoniosa. Dietro l’orecchio. Sulla guancia. Sulla fronte. Sul naso. Sugli occhi. E poi sulla bocca.
Credo di non aver mai baciato qualcuno che sappia farlo meglio di lui.
Non sarebbe male farlo adesso.
Ma io sono troppo stanca..sono tornata alle 4 ieri notte, per le prove al teatro, e sono sicura che mi spezzerei in due. Allora lui mi propone di alzarci e di andare a fare colazione.
“E questi?” dico indicando i cornetti, fingendo sorpresa.
“Sono i primi che Willow ha sfornato, li ho presi un paio d’ore fa. Immagino siano ancora caldi.” Immagina bene. Willow è una nostra carissima amica, cantante e attrice figlia di Will Smith, nel tempo libero si dedica alla pasticceria per beneficenza. Che brava ragazza.
“Quanto sei dolce!” rispondo.
Sorride.
“ a che ora ti sei svegliato?” chiedo.
“alle 7 e 30, ho fatto un salto da Willow, e da Hermes.”
“oh amore, non dovevi svegliarti così presto per me!”
“per te questo ed altro!” dice, guardandomi negli occhi.
“cos’hai comprato da Hermes?”
“oh, niente..una sciocchezza..” dice, mentre va in salotto.
Mi siedo sul letto e comincio ad addentare un cornetto.
Ritorna con una busta nera, con su scritto “Hermes” a caratteri cubitali dorati. Me la porge.
Non può averlo fatto, non può avermela comprata.
Mi prende il viso tra le mani. Mi guarda negli occhi e mi dice:
“due cose: primo, sei bellissima. Secondo, te l’ho comprata.”
Mi si riempiono gli occhi di lacrime.
A stento riesco a vedere cosa c’è nella busta, ma lo so già.
La tiro fuori. E’ la birkin rosa shocking che portava sempre mia nonna da giovane. Lo abbraccio, e gli dico che non doveva.
“No, non dovevo. VOLEVO, è diverso.” Mi dice.
“devo dirti una cosa.” Continua poi.
“non so come reagirai.” Sussurra.
Poi apre la tasca della felpa viola, abbinata alle cuffie, e sfila una scatolina blu, con una grande C sopra.
Io sono ancora seduta sul letto.
Si inginocchia.
Apre la scatolina.
La pressione sale.
Prende un respiro.
“Mi vuoi sposare?” dice, piano.
Respiro.
Gli butto le braccia al collo.
“non desidero altro"
  
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