Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: xcyrusheart    22/06/2012    0 recensioni
il tuo fottuto sorriso, illumina i miei fottuti occhi tesoro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un'altro trasferimento, un'altra vita,altri nuovi amici. Non odio i trasferimenti, ma non mi piacciono, devi essere costretta ad abbandonare i tuoi amici,la tua famiglia e se l'hai anche il fidanzato. Salii sulle scale,ormai troppe volte viste,mi misi sul posto accanto al piccolo finestrino, adoravo vedere cosa c'era fuori. Andata: New York City.
Io provenivo da un piccolo paesello vicino Londra,chiamato Pront Clorn. In pochissime cartine c'è disegnato talmente è piccolo.. mi sarebbe mancato,specialmente la mia migliore amica Larry.  Mi misi le mie cuffiette bianche per ascoltarmi della musica e scordarmi di ciò che avevo lasciato forse,per sempre. La mia canzone preferita era iniziata, Payphone dei Maroon 5.
Adoravo i Maroon 5. Erano la mia band preferita,tutt'ora. Come sarebbe stata la mia vita lì? I miei amici,la mia scuola, senza il mio piccolo paesello? New York era una grandissima città,rischierei di perdermi.
Siamo arrivati, presi le mie valigie e inizia a scendere, presimo un taxi e andammo nella nostra nuova casa. E' perfetta, giardino,piscina, le mattonelle erano di un marone chiaro, la porta di un rosso acceso. Entrai, c'erano delle lunghe scale a cerchio, la cucina era davvero grande,tapezzata con piccolissimi fiorellini lilla, il salone aveva un divano color giallino chiaro, una televisione grandissima, un caminetto, il bagno color azzurro chiaro,vasca e doccia incluso,salii le scale e aprì la prima porta a destra, uno strudio con scrivania di legno,un computer portatile e una piccola brandina, seconda porta, la stanza che sarebbe stata mia o di mio fratello alexander o come lo chiamo io 'alex',bagno,un letto,una scrivania,una televisione,un'armadio, terza porta,un letto a castello, una scrivania,un computer,un telefono fisso,una televisione di media grandezza e infine un armadio, quarta e ultima porta, un letto matrimoniale,un armadio con specchio incluso, un piccolo mobile e una televisione piccola. Non mi potevo di certo lamentarmi ma preferivo sempre e comunque il piano della mia casa a Pront Clorn. 
Presi la macchina nera di mio padre,non la guidavo io ma alex, siamo andati a fare un giro in centro,giusto per ambientarci un po'. Arrivammo e presimo un gelato, dove, per la sfiga che ho addosso, mi gira e finì addosso ad un moretto che poteva avere un anno o due,più grande di me. 
<< Oddio scusa,non ti avevo visto! >> dissi balbettando,ero una di quelle persone che si emozionavano quando parlavano con delle pesone sconosciute,strano eh? 
<< Cazzo,la mia camicia nuova! >> gridò lui, nuova? Era tutta sporca come se l'avesse prestata ad un maiale per rotolarci sopra!
<< Mi dispiace! >> risposi, dopo tutto mi sentivo in colpa e se era davvero nuova? L'avrei rovinata,l'avrei dovuta pagare e io ero al verde.
Alex mi prese per un braccio e mi spinse ad andarmene, ci fermai ad un negozio chiamato ''New Yorker'' un tipo di negozio per abbigliamenti. I vestiti erano tutt'altro che coperti,scollature che arrivavano fino al fianco sinistro,mini gonnelline,vestiti sopra al ginocchio, uguale.. niente da mettermi,solo dei maglioni che mi aveva comprato la nonna e dei jeans scuri.
Poco più di lontananza da noi,c'è il ragazzo che avevo gettato il gelato di sopra, ora ci sto andando a chiedergli per l'ennesima volta scusa.
<< Ehi,scusami ancora.. >> dissi guardando per terra. << Non preoccuparti,è tutto passato! >> disse facendo un sorriso,il suo sorriso illuminava i miei occhi verdi,a stento ricordavo chi ero.
<< Io sono Joseph, e tu sei..? >> disse mostrandomi di nuovo il suo sorriso. Alex mi aveva preso per il braccio e mi trascinò da lui,cazzo proprio ora? << Basta parlare con quello,Destiny. >> Destiny ero io, la ragazza partita fuori di testa per..com'è che si chiamava? Ah si, Joseph! Dicevo,la ragazza partita fuori da testa per il ragazzo che gli avevo gettato del gelato caffè e anguria sulla sua camicia nuova. Aveva degli occhi così.. così perfetti,per non parlare del sorriso. Arrivata a casa, era tardi, mi coricai sul letto e mi addormentai sfinita per colpa del viaggio,domani mi aspettava una giornata abbastanza lunga, primo giorno di scuola! 
  
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