TEMPESTA
AL POLICLINICO
Lisa
Cuddy stava per perdere la pazienza e questo non era
un bene. Non era un bene per nessuno e per House in particolare.
L’orologio
segnava le dieci: solo un’ora di ritardo, un record per quel periodo.
Finalmente
la porta a vetri dell’ospedale si spalancò e una sagoma conosciuta fece la sua
comparsa scrollandosi di dosso la neve.
-Maledizione!Possibile
che qui non ci sia neanche un portaombrelli? Come pretendono che un povero
sciancato possa destreggiarsi con…- House si arrestò vedendo Cuddy nella sua posa da attacco al bancone della reception. In una mano stringeva una cartella con un
cipiglio imbronciato sulle sue graziosissime labbra.
-Oh!Oh-
House fece platealmente finta di non vederla e si diresse verso il bagno degli
uomini.
-House!!!-
Solo
qualche passo, solo…
-House!!-
House
fu costretto a voltarsi,suo malgrado- Che-cosa-succede
? Un attacco di alieni? Il pronto soccorso è crollato?Devo stipulare una
polizza sulla vita?-
-Ci
sono i …-cominciò Cuddy
-Mio
Dio che cos’hai in mano?!!- esclamò come se fosse stato punto da un serpente-
ti ricordo che oggi non ho il turno in clinica!-
-Non
è per un turno…ma insomma e anche se fosse?-
-Sarebbe
sleale- la rimproverò lui- avevi promesso che se avessi sostituito Foreman la settimana scorsa…-
-House
i tuoi genitori…-attaccò la donna tutto d’un fiato, pensando che era meglio
mettere subito in tavola le sue carte.
House
sgranò gli occhi- Ah!Sono sul piede di guerra?Si stanno dirigendo verso il Princeton
Plainsboro Hospital? Quale terribile calamità li
conduce qui con questo tempo?-
-Sono
già qui!!- esclamò Cuddy al limite della
sopportazione.
-In
fretta allora, prestami una corona d’aglio, forse posso ancora
salvarmi…potresti dire che sono bloccato dalla neve sai, capita con questo
tempaccio e…- ammiccò al bastone che teneva in mano.
-Dacci
un taglio è…-riprese eroicamente Cuddy. Poi lo vide
impallidire leggermente.
-Papà-
mormorò House.
Dall’altra
parte del corridoio John House ostentava un sorriso
tirato.
- Ciao
Greg- sembrava a disagio-tua madre è…-
L’ascensore
si aprì con un trillo.
Blythe House era distesa sulla
barella spinta da un infermiere.
-Ciao
Greg- disse sorridendo- credo di non sentirmi molto
bene.-
Fine prologo