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Autore: Angelique Bouchard    22/06/2012    4 recensioni
Scegliere di vivere e di lasciar vivere non significa essere deboli. Ci vuole molta più forza a fare la cosa giusta che quella sbagliata. Ci vuole molto più coraggio a correggere i propri errori che a commetterli.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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N.b.Per il momento, questa è una One-shot, ma è destinata a diventare una Long. Avendo, però, due storie da finire, ci sarà da aspettare un po’. Volevo comunque darvi un assaggio della mia prossima impresa folle.
Angelique
 
 
 

Decisione

 
 
 
Freddo.
Freddo il vento leggero che soffia questa maledetta notte su questa maledetta torre.
Freddo il sudore che sento dietro il collo.
Freddo il mio sangue che si è congelato nelle vene.
Freddo il mio terrore che m'inchioda qui dove sono e mi spinge a parlare per evitare di agire.
«Draco, Draco»
La sua voce, calda, paziente, gentile mentre pronuncia il mio nome, il nome di un mostro.
Ma nonostante questo, freddo. Sento ancora freddo. Il mio braccio trema, ma è ancora puntato contro di lui, contro la mia vittima. Non gli lascerò scampo, non posso. E fa ancora freddo.
«Tu non sei un assassino»
Sicuro, determinato, ancora paziente e ancora gentile. Mi sembra quasi di vedere un mezzo sorriso sulle sue labbra sottili. La barba e i capelli argentei brillano alla luce della luna che entra dalla finestrella di questa maledetta torre, e la luce verdastra emanata dal Marchio che fluttua leggero nel cielo nero di stanotte colora di bizzarre sfumature le nostre pelli pallide.
Tu non sei un assassino. Ma il vecchio si sbaglia, eccome se si sbaglia. Io sono un assassino, devo esserlo. E il mio compito e ucciderlo, non ho scelta. Cerco di tergiversare, ho bisogno di tempo. Devo farlo, è vero, ma non sono pronto. Ancora qualche minuto, il più possibile.
«Come fa a saperlo?». Che frase stupida, me ne rendo conto. Non posso mostrarmi debole, anche se è così che mi sento. E ho ancora freddo. «Lei non sa di che cosa sono capace» la mia voce è più dura, più arrabbiata, forse per convincere me stesso «lei non sa che cosa ho fatto!»
E' inutile cercare di spaventarlo, lo so benissimo, ma cos'altro posso fare? Ho bisogno di tempo, tempo per raccogliere quel poco coraggio che ho e fare ciò che mi è stato ordinato.
Silente non è intimorito dal mio tono o dalle mie parole, ovviamente. Sembra quasi allegro, soddisfatto forse. E quando mi parla di nuovo usa un tono che mi pare quello di un professore che ripete la stessa lezione per l'ennesima volta, un pò esasperato, ma deciso a far capire il concetto all'alunno.
«E invece sì», è calmo, mentre io non lo sono affatto -e ho sempre più freddo. «Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. E' tutto l'anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi... così deboli, in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso...»
E' vero, urla una voce nella mia testa. La ignoro, non posso permettermi di distrarmi.
«Ma certo!» sto cercando di convincere me o lui? «E' tutto l'anno che ci lavoro, e stanotte...»
Un urlo m'impedisce di continuare. Viene da sotto, dove i Mangiamorte stanno combattendo contro la guardia che abbiamo incontrato mentre scendevamo dal settimo piano, quando io ho poi proseguito verso la Torre di Astronomia. Il sangue mi si ghiaccia nelle vene: cosa sta succedendo? Qualcuno è...? Non riesco a formulare la frase neanche nella mia testa. Ancora morti? Chi? Li conosco? Sono i miei o sono loro?
Loro... per loro intendo i professori dai quali ho imparato a usare la magia e i miei compagni di classe.
I miei... i miei sono dei bastardi Mangiamorte che si sono divertiti a sfottere me e mio padre, dandomi del codardo, ridendo di me quando fallivo, quando era evidente che non ce l'avrei fatta. Ora però sono qui, Silente è disarmato e io lo sto per uccidere.
Ah sì?
«Qualcuno sta proprio dando battaglia» la voce di Silente interrompe i miei pensieri «Ma stavi dicendo… sì, sei riuscito a far entrare i Mangiamorte nella mia scuola, cosa che, lo devo ammettere, ritenevo impossibile… Come hai fatto? »
Non so che fare; mi volto verso l’entrata di questa maledetta torre, che però rimane chiusa. Perché non arriva nessuno? Silente mi sta ancora guardando così… amorevolmente? Pazzo! Cosa crede di fare, cosa spera? Non avrò pietà, non devo, non posso.
E dentro di me infuria una lotta. Devo farlo, ma non riesco, guardo ancora verso la porta, convinto che sia meglio aspettare gli altri. La mia è solo una scusa per guadagnare altro tempo, altri minuti prima di farlo. Non cambierà nulla, lo so bene, non sarà questa manciata di secondi a fornirmi del coraggio necessario, sto solo prolungando l’agonia ad entrambi. Aspettando non risolverò nulla, se non che dopo sarò ancora più incerto, più spaventato. E avrò anche più freddo, sicuramente.
«Forse ti conviene continuare la tua missione da solo» di nuovo la sua voce mi fa tornare con la testa in quella fredda notte su quella fredda torre «E se i tuoi rinforzi sono stati fermati dalla mia guardia? Come avrai capito, stanotte ci sono anche membri dell'Ordine della Fenice. E del resto non hai veramente bisogno di aiuto... Non ho la bacchetta, al momento... Non posso difendermi».
Mi sta incoraggiando? Ma ha veramente capito cosa devo fare? Possibile che mi stia addirittura suggerendo di sbrigarmi? Forse ha paura, ma non vuole darlo a vedere.
Illuso 
Questa maledetta vocina nella mia testa mi sta dando sui nervi. Eppure è la verità, mi sto illudendo. Silente che ha paura di me? Che cazzata. Anche se sdegnavo Silente perché, in fin dei conti, era un Grifondoro, perché Potter è sempre stato il suo pupillo eccetera, in realtà l’ho sempre stimato. E’ un grande mago, non si può negare.
Ancora non riesco a muovermi, ancora uno sguardo verso la porta.
«Capisco» continua Silente con gentilezza. «Hai paura di agire finché loro non sono con te».
Basta! Sono stufo di sentirmi dire che sono un codardo!
«Io non ho paura!». Più che parlare, ho appena ringhiato, ma continuò così. «Dovrebbe averne lei!»
«Perché? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti... Quindi dimmi, mentre aspettiamo i tuoi amici... come li hai fatti entrare? Sembra che ci sia voluto molto tempo, a trovare un modo».
Continua a pormi domande. Continua a prendere tempo. Perché? Non credo abbia davvero paura. Cosa sta facendo?
Questa domanda mi assilla, ma non riesco a impedirmi di rispondere, di parlare, di prendere tempo. Perché ha ragione, uccidere è tutto fuorchè facile…
«Ho dovuto aggiustare quell'Armadio Svanitore rotto che nessuno usava da anni. Quello nelquale si è perso Montague l'anno scorso».
«Aaaah».
Silente chiude un momento gli occhi, sembra quasi che stia male, ma riprende la conversazione.
«Molto astuto... ce n'è una coppia, suppongo».
E’ intelligente, certo che lo è, e ha capito subito. E io continuò a spiegare.
«L'altro si trova da Magie Sinister, formano una specie di passaggio. Montague mi ha detto che quando è rimasto chiuso inquello di Hogwarts era come intrappolato in una specie di limbo. Non riusciva a farsi sentire da nessuno, ma a volte ascoltava quello che succedeva a scuola, e altre volte quello che succedeva nel negozio, come se l'Armadio viaggiasse dall'una all'altro. Alla fine è riuscito a Materializzarsi e a venir fuori, anche se non aveva mai dato l'esame. Per poco non ci lasciava le penne. Hanno pensato tutti che fosse una bellissima storia, ma io sono stato l'unico a capire cosa significasse... nemmeno Sinister lo sapeva... l'unico a capire che si poteva raggiungere Hogwarts attraverso gli Armadi, se avessi aggiustato quello rotto».
Ho parlato velocemente e ora ho il fiato corto. Strano che l’aria che esce dalla mia bocca non si condensi per il freddo. Silente continua a guardarmi annuendo appena, come se stessimo discutendo di qualcosa che non sia assolutamente il fatto che io abbia fatto entrare una manica di assassini nella sua scuola.
«Molto bene» mormora Silente. «Così i Mangiamorte passando da Magie Sinister sono riusciti a entrare nella scuola per aiutarti... Un piano astuto, un piano molto astuto... E, come hai detto tu stesso, proprio sotto il mionaso...»
«Esatto!» mi sento quasi lusingato dalle lodi –si possono definire tali?- del Preside. «Proprio così!»
«Ma ci sono stati momenti» continua Silente con voce tenue, «in cui non eri più sicuro di riuscire a riparare l'Armadio, vero? E sei ricorso a mezzucci volgari e sconsiderati come mandarmi una collana maledetta che è finita nelle mani sbagliate... avvelenare un idromele che aveva pochissime probabilità di essere bevuto da me...»
E’ la verità, a un certo punto ero sicuro che avrei fallito in tutto, ma non sono disposto ad ammetterlo, non completamente.
«Sì, be', ma lei comunque non ha capito chi c'era dietro, no?»
Ma quanto sono idiota. Che diamine m’importa di sentirmi dire che non aveva sospetti su di me? Che diamine m’importa di sentirmi dire che ho fatto un buon lavoro?
Un buon lavoro?
Dannazione.
«A dire il vero sì» mi contraddice lui. «Ero sicuro che fossi tu». Mi sembra debole, non si stacca dal muro a cui è saldamente appoggiato. Per uno qualunque degl’altri Mangiamorte sarebbe fin troppo facile ucciderlo ora…
Dunque sapeva che ero io?
«Perché non mi ha fermato, allora?». In un certo senso sono davvero curioso, oltre che terrorizzato.
«Ho provato, Draco. Il professor Piton ti tiene d'occhio per mio ordine...»
«Non esegue i suoi ordini, ha promesso a mia madre...»
«Naturalmente è quello che ha detto a te, Draco, ma...»
«Fa il doppio gioco, stupido vecchio, non lavora per lei!»
Oddio, come l’ho chiamato?
«Dobbiamo rassegnarci a dissentire su questo punto, Draco. Si dà il casoche io mi fidi del professor Piton...»
«Be', allora sta perdendo colpi!» non evito di ghignare, ma non mi sento per niente divertito o soddisfatto, «Piton mi ha offerto aiuto... perché vuole tutta la gloria per sé... perché vuole partecipare....'Che cosa stai combinando? Sei stato tu con la collana, è stato stupido, avrebbe potuto far saltare tutto quanto...' Ma io non gli ho detto cosa facevo nella Stanza delle Necessità: domani si sveglierà e sarà tutto finito e non sarà più il prediletto del Signore Oscuro, non sarà nulla in confronto a me,nulla!»
Gloria? Prediletto? Ma di che diamine sto parlando? Sto continuando a mentire a me stesso, a tentare di convincermi.
Illuso
Ancora.
Improvvisamente il vento che tira su questa torre sembra ancora più freddo di prima.
«Una vera gratificazione» Silente è sempre calmo. «A tutti noi piace essere elogiati per il nostro duro lavoro... Ma tu devi aver avuto comunque un complice... qualcuno a Hogsmeade, qualcuno che ha consegnato a Katie la... la... aaaah...».
Vedo la consapevolezza farsi spazio sul suo volto -che mi pare sempre più stanco- e ghigno.
 «... ma è ovvio... Rosmerta. Da quanto tempo si trova sotto la Maledizione Imperius?»
 «C'è arrivato finalmente, eh?». La mia intenzione non era davvero quella di deriderlo.
Un altro urlo da sotto. Mi volto di nuovo verso la porta, per l’ennesima volta, poi torno a guardare Silente, che pare tranquillo. Se per caso non lo è realmente, non lo dà a vedere.
«E così la povera Rosmerta è stata costretta ad appostarsi nel suo stesso bagno per passare quella collana alla prima studentessa di Hogwarts che fosse entrata da sola? E l'idromele avvelenato... Be', naturalmente Rosmerta è riuscita ad avvelenarlo prima di mandare la bottiglia a Lumacorno, convinta che dovesse essere il mio regalo di Natale... Sì, perfetto... perfetto... il povero signor Gazza non ha pensato di dover controllare una bottiglia di Rosmerta...Dimmi, come facevi a comunicare con lei? Credevo che avessimo sotto controllo tutti i canali da e per la scuola».
A questo punto tanto vale continuare con la verità, che senso avrebbe mentire ora? E poi, se smettessi di parlare, dovrei agire…
«Monete stregate. Io ne avevo una e lei l'altra, e potevo mandarle dei messaggi...»
Un lampo attraversa il suo viso.
«Non è il sistema usato l'anno scorso dal gruppo che si faceva chiamare Esercito di Silente?»
Scivola lentamente verso il fondo del muro, sempre più debole, ma non molla.
«Sì, ho preso l'idea da loro». Non riesco a non sorridere malignamente.
«Ho preso anche l'idea di avvelenare l'idromele dalla sporca Mezzosangue Granger, l'ho sentita dire in biblioteca che Gazza non sa riconoscere le pozioni...»
«Ti prego di non usare quel linguaggio davanti a me»
Scoppio in una risata rauca e nervosa.
«Le importa che io dica 'sporca Mezzosangue' quando sto per ucciderla?» chiedo quasi stralunato.
«Sì». Si sforza di tenersi in piedi, ora è evidente. Poi riprende. «Ma quanto a uccidermi, Draco, stai lasciando passare molti lunghi minuti. Siamo soli. Sono indifeso oltre le tue più rosee previsioni, e non hai ancora agito...»
Ora lo fisso con un sapore amaro in bocca. Mi spinge a farlo perché sa che non ne ho il coraggio?
«Ora, per tornare a stanotte» continua, «non capisco bene com'è andata... Sapevi che avevo lasciato la scuola? Ma certo» si risponde da solo, «Rosmerta mi ha visto andar via e ti ha informato con le tue ingegnose monete...»
«Infatti» intervengo io, «però pensava che stesse solo andando a bere qualcosa, che sarebbe tornato...»
«Be', ho bevuto qualcosa... e sono tornato... in un certo senso». Non capisco a cosa si riferisca, ma prima che possa chiedermelo riprende a parlare.
«Così hai deciso di tendermi una trappola?»
«Abbiamo deciso di mettere il Marchio Nero sopra la Torre e di costringerla a tornare subito per scoprire chi era stato ucciso» ribatto. «E ha funzionato!»
«Be'... sì e no...»replica Silente. «Ma devo dunque dedurre che non è stato assassinato nessuno?»
«Qualcuno è morto» gli rispondo e la mia voce sale di un'ottava. «Uno dei suoi... non so chi, era buio... Ho scavalcato il corpo... Dovevo aspettare quassù il suo ritorno, solo che la sua fenice si è intromessa...»
«Sì, hanno questa abitudine».
Un’esplosione e delle urla, molto vicine. Sobbalzo, non posso evitarlo; probabilmente anche una mosca mi farebbe sobbalzare in questo momento.
«Resta poco tempo, a ogni modo» riprende Silente. «Quindi consideriamo le tue alternative, Draco».
«Le mie alternative!» grido io, terrorizzato e rassegnato. «Sono qui con una bacchetta... sto per ucciderla...»
Ah sì?
Di nuovo.
«Mio caro ragazzo, smettiamo di prenderci in giro. Se fossi in grado diuccidermi, l'avresti fatto subito dopo avermi Disarmato, non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata».
Ha ragione, lo so benissimo che ha ragione, ma io non ho scelta, perché non lo capisce, maledizione?
«Io non ho alternative!» esclamo io. All'improvviso sento ancora più freddo in faccia, devo essere sbiancato. «Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!»
«Mi rendo conto della gravità della tua posizione» conviene Silente. «Perché credi che non ti abbia affrontato prima d'ora se no? Perché sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse compreso che sospettavodi te».
Cosa? Quindi lui sapeva tutto il piano? Ma come?
«Sapevo della tua missione, ma non ho osato parlartene nel caso che usasse la Legilimanzia contro di te» continua Silente. «Ma ora possiamo parlare chiaro... non è stato fatto alcun male, non hai ferito nessuno, anchese devi solo alla fortuna se le tue vittime sono sopravvissute... Io posso aiutarti, Draco...»
Non ha capito un accidente questo vecchio. Perché si ostina a credere che io abbia altre possibilità?
«Non può, invece» ribatto io, mentre il mio braccio trema in maniera incontrollabile.
«Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta».
Freddo. Dentro, fuori, freddo ovunque. Freddo che sa di morte, freddo che uccide.
Sento gli occhi pizzicare,‘sti maledetti. Ci manca pure che scoppio a piangere; se lo sapesse mio padre…
«Passa dalla parte giusta, Draco. Possiamo nasconderti meglio di quanto tu possa immaginare. E, cosa più importante, manderò dei membri dell'Ordine da tua madre stanotte, per nascondere anche lei. Tuo padre per ora è al sicuro ad Azkaban... Quando verrà il momento potremo proteggere anche lui... Passa dalla parte giusta, Draco... tu non sei un assassino...»
Le parole di Silente vorticano nella mia testa incontrollate, e impiegò qualche secondo per capire a fondo il significato di ognuna.
Passare dalla parte giusta… Stando a quanto mi hanno inculcato in testa a suon di Cruciatus, la parte giusta è quella del Signore Oscure.
Possono nascondere sia me che mia madre, e anche mio padre quando sarà necessario… Se io non disubbidisco agl’ordini non avremo bisogno di protezione.
Io non sono un assassino… Sono un Mangiamorte, e i Mangiamorte sono assassini. Devo esserlo, devo uccidere chi non merita la vita e la magia.
Tu non vuoi essere un assassino
Non ho scelta.
Passa dalla parte giusta
Qual è la parte giusta?
Accetta l’aiuto di Silente
Solo i deboli accettano l’aiuto degl’altri.
Scegliere di vivere e di lasciar vivere non significa essere deboli. Ci vuole molta più forza a fare la cosa giusta che quella sbagliata. Ci vuole molto più coraggio ad correggere i propri errori che a commetterli.
Mi rendo a malapena conto del mio braccio che si abbassa lentamente. I miei occhi rimangono puntati in quelli azzurri del Preside.
Silente osserva la mia bacchetta cambiare rotta e puntare verso il pavimento.
Mi sento le lacrime premere per uscire, ma le trattengo. Non so dove, ma ritrovo la voce e parlo.
«La prego». Un sussurro esce dalla mia bocca, ma lui lo sente, perché sposta lo sguardo sul mio viso. E i suoi occhi non sono soddisfatti per aver compiuto un atto eroico, non sono spavaldi. Sono pieni di profondo affetto, di gentilezza, di calore. E improvvisamente lo sento, dopo tutta la notte passata a ghiacciare –non so se solo figuratamente o anche fisicamente- sento quel calore invadermi, bruciare nel petto, nel cervello, donandomi un senso di pace che si accentua nel vedere il mezzo sorriso che mi rivolge Silente.
«La prego, mi aiuti»


One - shot prima classificata al Contest KEEP CALM AND... (contest a pacchetti) indetto sul Forum di Efp da Demetra333.


 
   
 
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