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Autore: Seiten Shiwa    22/06/2012    5 recensioni
Colin Farrell, soprannominato il bad boy hollywoodiano per eccellenza, l’irish actor creduto il più etero di tutto il mondo del cinema causa le innumerevoli donne che si è centrifugato (con e senza protezioni), sedeva tranquillamente sul divano di casa sua, intento a guardare video (assolutamente senza senso) su youtube tramite la sua led tv ad inimmaginabile nitidissima risoluzione.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E poi.. me ritrovo a sognare cose strane…
Sì, perché questa ficci è frutto di un  mio sogno dell’altro ieri!
Ovviamente… se non sogno nel POV di Colin, la mia mente non è contenta =___=*
 
Sarà un “incubo” causa post operatorio, bah…
 
Ma andiamo al sodo!
In attesa di The Ring chap 07, vi posto questa breve one-shottina *____*

 
Premessa: Colin e Jared non stanno insieme, e non voglio mettere in dubbio nulla sui loro gusti sessuali! Questa ficci NON è scritta a scopro di lucro! In realtà i due sono segretamente sposati da anni, e scopano più loro che i ricci in calore nelle campagne pontine…
 
Dedicato a: Betta perché ama il nostro cucciolosissimo (qui un po’ meno cuccioloso, ma più che altro infame) Cole, a MeggieMurdock per le risate che ci facciamo cercando di tradurre i video no-sense strampalati che posta la Gerardah, a Maggie681 per Sunrise, a Lunkas per le sue ilariosissime drabble, a Leia Gylls per Oblivion, a GDelaunay per Hungry Like The Wolf,  a FeffeEchelon e Swan74 per recensire le mie storie.
 
 
Di TV Show e di Divehggiamenti:
COSE CHE NON ANDREBBERO MAI DETTE




-Adesso tu la smetti di fare il barbone su questo divano e mi racconti tutto!- mio fratello sbatte il boccale di birra sul tavolo, e si siede con un tonfo sul sofà affianco a me.
Alzo gli occhi dalla birra che tengo tra le mie mani.
Lo fisso, mordendomi le labbra.
Sarà un lungo, intenso racconto…. E mio fratello  non sembra aver intenzione di lasciarmene saltare alcun passaggio: il suo sguardo parla più che chiaramente!
 
-… E va bene….- annuisco. Bevo un sorso della mia birra, e la poso accanto alla sua.
Ma…. Sono così realmente deciso a volerne parlare?!
Prendo aria nei polmoni, e temporeggio quel che sembrano essere due scarsi minuti.
Quando finalmente inizio a parlare, mio fratello accenna ad un sorriso riconoscente…
 
 
 
Colin Farrell, soprannominato il bad boy hollywoodiano per eccellenza, l’irish actor creduto il più etero di tutto il mondo del cinema causa le innumerevoli donne che si è centrifugato (con e senza protezioni), sedeva tranquillamente sul divano di casa sua, intento a guardare video (assolutamente senza senso) su youtube tramite la sua led tv ad inimmaginabile nitidissima risoluzione.
Zappingava tra i vari video col suo amatissimo ed inseparabile telecomando.
 
Due occhi azzurri lo stavano fissando da un paio di minuti.
Jared Leto aveva la mano destra posata sul fianco, nel suo tipico atteggiamento da divah, mentre con l’altra reggeva un lungo bicchiere di vetro, con tanto di cannuccia arancio, intento a sorseggiare la sua amata limonata ghiacciata estiva.
 
Fuori dalle mura di casa Farrell dovevano esserci occhio e croce quaranta gradi o più: era una caldissima afosissima giornata di piena estate.
 
Jared si schiarì la voce, smettendo per un attimo di sorseggiare dalla cannuccia la sua limonata, per farsi notare.
Ma fu come farsi ascoltare da un sordo: Colin era troppo preso a sghignazzare su quei video idioti di youtube piuttosto che degnarlo di un qualche sguardo.
 
Il cantante dei 30 Seconds To Mars, dal canto suo, famoso per lo più per non essersi mai dato per vinto (in niente), decise di attuare metodi estremi per farsi notare.
Posò la sua limonata sul tavolo della sala, e mettendosi a terra, gattonò fino a trovarsi tra le gambe dell’attore che, malgrado il rumore brusco del bicchiere contro la superficie del tavolo, continuava a non notare la sua presenza.
 
Senza troppe cerimonie, le mani di Jared si posarono sul “pantaloncino-costume da bagno” bianco di Colin, scoprendo interamente la sua addormentata virilità.
Bastò un bacio delle sue fresche labbra al limone, ed una leggera carezza sulla cappella da parte della sua abile lingua, per risvegliarla dal suo momentaneo riposo.
 
Gli occhi del cantante si alzarono vero il viso di Colin.
Quest’ultimo ancora non lo degnava di uno sguardo e neppure di un gesto.
 
Jared socchiuse gli occhi, irritandosi: avrebbe accettato la sfida!
 
Posò nuovamente le labbra sul membro dell’uomo di fronte a lui, ed iniziò a suggerlo piano, donandogli di tanto in tanto leggere lappate.
 
All’improvviso una mano lo afferrò per la sua splendida sleeping mohawk bionda platino, e con insistenza, iniziò a sbattergli la testa avanti ed indietro, decidendo il ritmo al posto suo.
 
Jared soffocò un grugnito di sorpresa, cercando di non strozzarsi con la cappella di Colin che sbatteva ripetutamente sul suo palato alto: ormai gli aveva completamente riempito la gola.
Alzò gli occhi, e notò che l’irlandese ancora non lo stava guardando: tra uno sghignazzamento e l’altro, alla vista di video divertenti, soffocava qualche gemito tossicchiando e schiarendosi la voce.
 
Decise, quindi, di graffiarlo con i denti sul membro, durante lo spostamento di uscita dalla propria bocca.
Sentì Colin tremare sotto di lui, a quel tocco, ma ancora continuava a non cagarlo di striscio.
 
Jared sbuffò con il naso, visto che la bocca continuava ad essere impegnata: era certo, però, che prima o poi gliela avrebbe fatta pagare quell’indifferenza.
 
Tutto ad un tratto, l’irlandese scoppiò in una risata grassa e senza freni, tanto che piegandosi in avanti, il cantante dovette essere velocissimo nello scansare la faccia, prima di venir schiacciato dagli addominali dell’altro.
Ne conseguì una tirata di capelli abbastanza fastidiosa, a cui però non diede molto peso, poiché era più concentrato a capire perché mai quell’irlandese se la stesse ridendo così tanto e così spassosamente.
 
Si girò verso la Tv, e i suoi occhi incontrarono una propria intervista di alcuni anni prima: portava ancora i capelli scuri con il sotto rosso.
 
Colin pigiò il tasto Rewind del telecomando, e poi di nuovo Play.
Il Jared del video iniziò a ridacchiare, e battere le mani in un modo che si potrebbe definire solo “divehggiante”: tenendo, oltretutto, la lingua incastrata tra i denti superiori e il labbro inferiore. Gli occhi truccati di nero erano, infine, la ciliegina sulla torta.
 
Nel mentre, il Jared lì presente, inginocchiato a terra, seduto sui propri talloni, si massaggiava la sleeping mohawk bionda che aveva iniziato a dolergli a causa dello strattone.
I suoi occhi azzurri passavano, socchiusi ed innervositi, brucianti di rabbia, dalla Tv all’irlandese di fronte a lui, che continuava a ridere tenendosi la pancia, continuando a mandare indietro per rivedere ancora ed ancora quel video.
 
-AHAHHAHAHAHAHAHAHAH!!! DIO JARED!! DIO MIO AHAHAHAHAHAHAHHAH!! OH SANTISSIMO TOMO!!!! MA TE SI’ VISTO?- Colin continuava a ridere ad alta voce, ed era così partito, che faceva perfino difficoltà a nascondere il suo dialetto irlandese nel parlare.
 
Jared continuò a fissarlo innervosito.
 
Il video andò avanti, mostrando altri sketch di Tv Show, in cui Jared faceva facce buffe, altri in cui gli interviewers ci provavano con lui, e lui faceva finta di starci, altri ancora lo mostravano ad atteggiarsi come solo lui, da “perfetta Divah”, sapesse fare.
 
Colin batteva i piedi a terra, continuando a tenersi la pancia, ormai in preda a risate senza freni inibitori: nulla più avrebbe potuto fermarlo.
 
Il cantante, dal suo punto di vista, si sentì indignato, gli strappò, con assolutamente non troppa difficoltà il telecomando dalle mani, e spense la tv.
 
L’attore si fermò un istante, un solo istante per notare le labbra arricciate in una smorfia di rabbia di Jared, per poi ricominciare a ridere a crepapelle.
 
Ormai, gli occhi azzurri del cantante erano due pozze ardenti condite da lampi omicidi.
 
Tra risate varie, Colin pronunciò le ultime parole che non avrebbe mai dovuto dire:
 
-Non fare quella faccia te prego! Ahahahhaahha- continuò a ridere nel mentre -e i tuoi fans ti definiscono Divah? Dio mio, Jared, sembri più una Troiettah Gayahh in calore! Ahahahahahahah-.
 
Gli occhi azzurri, si spalancarono all’inverosimile.
Così le sue labbra: dall’arricciate passarono all’esser divise totalmente.
Il mento, se possibile, gli sarebbe caduto a terra.
Ed era una fortuna che la sua mohawk bionda platino fosse già in fase sleeping, perché gli si sarebbe ammosciata all’istante anche lei, se fosse stata alzata da gel e lacca.
 
Colin Farrell non fece neppure in tempo a capire cosa fosse successo.
Fu tutto così veloce.
 
Si ritrovò il telecomando conficcato nel suo, ormai non più, costosissimo televisore a led, una cinquina di dita spalmata sulla guancia, ed in sottofondo, dopo che la porta fu chiusa, il rumore di un qualcosa di metallico che stesse rigando qualcos’altro di altrettanto metallico.
 
Scoprì solo in seguito, alzandosi, che accidentalmente un coltello da cucina era stato fatto girare intorno al perimetro della sua auto, solcandolo in modo unico ed incancellabile…
 
 
 
 
Mi porto una mano alla faccia, passandola dal guancia fin dietro la base del collo.
Getto un occhiata veloce fuori al giardino, ed il mio occhio raggiunge nuovamente la mia auto, ormai tatuata a vita.
 
-… e sono… quanti mesi? …Anni? Che non lo vedi?-
 
-… ho perso il conto Eamon…-.
 
E non lo so davvero. Perché da quel giorno non è più tornato a casa.
E io non
 
- non l’hai neppure cercato? Chiamato? - la voce di mio fratello interrompe e riconferma i miei pensieri.
 
-… con quale faccia, Eamon? Con quale faccia?!- chiedo, guardandolo negli occhi, e lo so, nei suoi appaio un cane bastonato - per dirgli cosa? scusa? Per dirgli che scherzavo? Credo di averlo ferito fin troppo… non credo avrebbe voluto ascoltarmi… non credo mi avrebbe dato la possibilità di spiegarmi! Non credo che-
 
-ma non ci hai neppure provato, Colin!!- interrompe il mio patetico discorso, alzando leggermente la voce.
 
Abbasso lo sguardo sulle mie mani.
Ha ragione. Ma credo di averne anche io.
Quindi.. che si può fare?!
 
-… magari sarà passato del tempo… ti…- è titubante nel dirlo - ti.. ti avrà perdonato, non credi?-
 
- e cosa dovrei, fare, secondo te?- chiedo, alzandomi dal divano, camminando verso la porta finestra, rimanendo sulla sua soglia: senza però aprirla, senza avere l’intenzione di uscire.
 
-… andare da lui forse?- sbuffa, allargando le braccia: lo vedo dal riflesso del vetro.
Si alza in piedi, e mi raggiunge con le mani sui fianchi: mi ricorda tanto Jared, quando qualcuno si mette in quella posa.
Il problema è che… nessuno è così Divah come invece lui riesce ad essere ai miei occhi.
Come solo lui, unico, rimane ai miei occhi.
 
Forse è questo il problema… è che io
 
-il problema, Cole… è che tu… tu non hai mai ben accettato il fatto di amare un uomo. Lasciatelo dire!- sospira mio fratello, posandomi le mani sulle spalle, facendomi girare a guardarlo -il problema, Cole, risiede qui…- e mi posa una mano sulla fronte -Jared, come dici tu, sarà pure una Divah Troiettah Gayah in calore nei suoi atteggiamenti la maggior parte delle volte, eppure non se ne è mai fatto un problema ad esserlo, capisci? Lui è così. È spontaneo. Lui ama la vita. Ed amava te. Ed ha sempre creduto che tu lo amassi per quello che era, che è, e che sarà… ok?- e la mano di mio fratello, dalla mia fronte, scivola al mio cuore -il secondo tuo problema è qui, Cole… tu lo ami.. ma non accetti il fatto di amarlo. Perché tu vivi ancora nella concezione dell’essere super figo etero, e di non fare neanche lontanamente cose che potrebbero apparire “gaye, divehggianti, o troieggianti”…-.
 
E nuovamente, mi ritrovo ad annuire debolmente, perché mio fratello ha perfettamente ragione.
 
-… va da lui…. e… prova a spiegarti!- mi incoraggia d’un tratto, con un sorriso dolcissimo.
Lo stesso con cui mi consolava quando mi facevo male cadendo dalla bici, oppure i ragazzini a scuola mi prendevano in giro. - sono sicuro che non aspetta altro…-…
 
 
 
 
E avrei voluto tu avessi avuto ragione anche lì, Eamon.
Lo avrei voluto tanto.
Perché ora che sono qui, di fronte a casa sua, lui è lì, di fronte la piscina di casa, a ridere e scherzare con un ragazzo, più o meno della sua età: sembrano molto in sintonia. Probabilmente non c’è più posto per me nella sua vita.
 
Con la sconfitta nel cuore, pigio comunque il campanello di casa.
Il suo rumore si espande per tutta l’abitazione vuota e silenziosa.
Lui, seppur tra gli schiamazzi del ragazzo affianco a lui e di altri loro amici, compresi Shannon e Tomo, si appresta ad infilare le ciabatte, un asciugamano addosso per tamponarsi il costume bagnato, e correre verso il cancello.
 
Appena lo apre, e si ritrova me davanti, spalanca gli occhi.
Poi sogghigna, e si mette a braccia consente, poggiandosi con una spalla sullo stipite del cancelletto, guardandomi dall’alto al basso (sono due gradini più in basso di lui).
 
Mi gratto la base della testa, e svio lo sguardo da lui.
Cosa dovrei dirgli… ora?
 
-.. beh?- mi esorta lui alzando un sopracciglio, curioso e sornione, mentre ritorno a guardarlo.
 
-c-ciao Jared….- alzo una mano timidamente, in segno di saluto.
 
-ciao Farrell!- esclama - … quindi?-
 
Prendo un respiro, e mi faccio coraggio
 
-I’m… I’m so sor-
 
-it’s too late!- mi interrompe lui.
 
Spalanco gli occhi, e rimango basito.
 
-stavolta, non sei tu a doverti sentire dispiaciuto. Mi sento dispiaciuto io. Davvero.- dice in tono freddo e pacato.
Scioglie le braccia e le lascia lungo i fianchi, per sistemarsi l’asciugamano che gli stava cadendo.
-d’altronde, una Divah Troiettah Gayah in calore come me non può rimanere mesi, se non anni, in attesa di un paio di stupide ed inutili e tanto più in ritardo, SCUSE, di un fottuto irlandese testa di cazzo, che si atteggia tanto da etero macho… ma che è più frocio lui, che la Divah Troiettah Gayah in calore sopraccitata: quale me-.
 
Nel sentirmelo dire, provo uno strano dolore al petto.
 
-Jay…-
 
-Jay? Non vedo nessun Jay qui… ma solo una Divah Troiettah Gayah in calore che tenta di accoppiarsi in piscina con i suoi amici…- mi risponde acido - una Divah che nel mentre, si è scopata abbastanza maschi e femmine da poter dire di non essere più troppo gaya… e che ha troieggiato così tanto, da poter dire di aver il culo sfondato ed l’uccello consumato! Una Divah così in calore… che d’inverno potrei andare in giro perfino senza mutande per quanto ce l’ho bollente! -
 
-.. Basta Jared, per favore, sai bene che non pensavo quelle cose, sai bene che- vengo interrotto nuovamente.
 
-sono pur sempre una Divah Troiettah Gayah in calore che ha fatto tutto questo… per… per- la sua voce non sostiene più quel tono acido, austero, sogghignante, sadico, satirico, con cui si stava esprimendo fino a qualche secondo fa - per… riempire il vuoto che uno stronzo irlandese testa di cazzo, che… che la ignorava sempre e…  e mi dava per scontato… ha.. ha lasciato dentro il mio fottutissimo cuore ormai infranto da anni…-.
Ti porti le mani al volto.
 
Salgo tutti e due i gradini che mi separano da me ed allungo le mani per prenderti le tue con le mie, ma tu, facendo un passo indietro, continui a tenermi diviso da te.
Le mie mani rimangono sospese in aria, così vicine, eppure ancora distanti dalle tue.
 
Quando finalmente mi permetti di rivederti in faccia, scuoti la testa ed indietreggi di un passo ancora.
 
- no, Cole…- finalmente mi chiami, in sussurro, con quel nomignolo familiare che tanto amo -non funziona così….-. Ti mordi un labbro.
I tuoi occhi sono lucidi.
Quanto ancora tratterrai le lacrime?
 
-… Jay…- mi passo entrambe le mani tra i miei capelli, temendo il peggio.
 
-I’m a whore, above my broken dreams… This simple answer… is never what it seems…>.
Sussurri melodicamente.
 
E io mi sento morire.
Dunque… ti ho ispirato io?
 
-… a million little pieces to start…?!- ti sussurro in rimando, come fosse una domanda retorica.
 
Tu scuoti la testa, mi posi le mani sulle spalle, e mi fai indietreggiare.
Do un’occhiata veloce ai miei passi, mentre i miei piedi, come in automatico riscendono quei due dannatissimi scalini.
 
-Watch your thoughts, they become words.
Watch your words, they become actions.
Watch your actions, they become habits.
Watch your habits, they become your character.
Watch your character, it becomes your destiny...- sussurri, mentre una tua mano si posa sul cancelletto, col proposito di chiuderlo.
 
- NO! JAY! TI PREGO!!- risalgo in fretta i due scalini, e mi frappongo tra lo stipite ed il cancelletto, prima che tu possa chiuderlo.
 
-… Dovesti averci pensato prima Colin..- tiri su col naso, ma il tuo viso sembra una maschera di ghiaccio. I tuoi sono lucidissimi ormai, ma ancora trattieni le lacrime.
 
Mi allungo comunque verso di te, e ti rubo un bacio.
 
Tu chiudi gli occhi.
 
È un istante, un istante davvero, quello in cui assaporo le tue labbra, la mia lingua gioca con la tua, finché tu, prima accondiscendente, o forse semplicemente spiazzato e sfinito da questa lotta tra noi, ti allontani di scatto.
 
I tuoi occhi sono pieni di rabbia, ma al contempo paura.
Quanto rancore vorrebbero poter lasciar andare i tuoi pugni, che invece rimango stretti a pugno.
 
-… lo so… certe cose non andrebbero mai dette… mi dispiace Jared.. mi dispiace davvero…-.
 
Ritorni ad abbassare le palpebre, negandomi i tuoi cieli azzurri.
E mi lasci in attesa.
 
In attesa di un’altra possibilità.
Mi lasci qui, così, in sospeso: tra la gioia di poter tornare a far parte della tua vita, e il dolore di non poter più esser perdonato per una cazzata che ho detto.
 
Ma decido comunque di aspettare.
Qualsiasi decisione tu prenderai, quando aprirai gli occhi, mi troverai qui.
Qui di fronte a te.
 
Rimango qui.
Perché non c’è altro posto dove io voglia aspettare il mio destino…


Fine.
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