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Autore: Fra_Echelon    22/06/2012    1 recensioni
Mai stata brava con le introduzioni, comunque sia qui troverete un Jared ancora diverso dalle precedenti mie storie/one shot. è ambientato nel futuro, quindi invento tutto di sana pianta. Spero che leggiate lo stesso. A presto!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le 6.32, la sveglia sta già suonando da due minuti.
Lentamente mi giro, assonnata, e allungo il braccio per spegnere la sveglia.
Mi stiracchio, consapevole della dura giornata di lavoro che mi aspetta.

"Jared- gli sussurro nelle orecchie -Jared, amore, svegliati!"

Un suo mugolio di risposta mi fa capire che ha recepito il messaggio ma, come me, non ha nessuna voglia di alzarsi.
Infilo la mano sotto il cuscino e mi stendo ancora qualche momento ad osservare la schiena ben formata e definita di mio marito.

Jared, 26 anni compiuti da poco, è un tenente colonnello dell'esercito degli Stati Uniti d'America, uno dei più giovani.
Alto circa un metro e novanta, capelli a spazzola, abbronzato, muscoloso, con due occhi penetranti color del ghiaccio e le labbra morbide e carnose.
Bello come il sole. Ma si sa, le mogli sono sempre un pò di parte.
Al contrario di lui, io sono solo un metro e sessanta, capelli bruni e decisamente non troppo muscolosa. Ma gli opposti si attraggono, no?

Il fruscio delle nuove lenzuola di lino mi sveglia dal leggero torpore che mi aveva colta all'improvviso.
Eccolo lì, che mi fissa con i suoi occhi che spesso mi mettono in soggezione.
Allunga una mano e mi accarezza le spalle, prosegue sui fianchi, fino a raggiungere le natiche.

"Ehi colonello! Mi sembra che stanotte tu ne abbia avute abbastanza!"

"Tu non sei mai abbastanza per me, amore mio."

A quelle parole mi sciolgo in un sorriso e lo abbraccio.
Mi bacia sulla fronte e mi sussurra "Amore diamoci per malati e andiamo all' House of the Sun oggi, che ne dici?"

"Amore, ma non possiamo darci per malati!" ammetto che l'idea mi allettava però.

"Beh, allora prendiamoci un giorno di ferie!"

"Mmmh..- feci finta di rifletterci - Va bene! Ma solo per oggi."

"Sssìì!" Sembrava un bambino.

Ripunto la sveglia un paio di ore dopo e ci riaddormentiamo.


8.30 la sveglia suona.


Silenzioso come una pantera Jared spegne la sveglia e comincia a farmi il solletico.

"In piedi soldato!"

Mi viene un infarto.

"JARED! TI ODIO."

Ridendo mi abbraccia e mi bacia la schiena.

"Scusa amore non ho resistito, oggi sono contento che ci prendiamo del tempo per noi. Per farmi perdonare vado a preparare la colazione."

"Sarà meglio." gli dico imbronciata.

"Sarò qui in un battibaleno!"

Si allontana muovendo quel suo sedere sodo stretto nei boxer neri aderenti.
Nel frattempo io vado a lavarmi, e quando esco sento già un buon profumo di caffè nell'aria.
Sul comodino c'è la mia tazza preferita con dentro quel liquido nero che tanto adoro. A fianco c'è una brioches ancora fumante e un bigliettino con scritto "Torno subito" con la calligrafia ordinata e semplice di Jared.

*Dlin dlon*

Il citofono alle nove del mattino? Sicuramente sarà Jared. Apro senza guardare chi è.
Tre minuti dopo un mazzo di fiori gigante entra in casa mia.

"Sorpresaaaa! Mi dispiace per come ti ho svegliata stamattina, spero ti piacciano."

"Jared sei un amore, non avresti dovuto!"

Mi bacia e va a lavarsi.
Metto i fiori nel vaso e vado a prendere il caffè e la brioches, che si sono nel frattempo raffreddati entrambi.
Facciamo una veloce colazione insieme, poi ci vestiamo e andiamo passeggiando all' House of the Sun.

E' una specie di osservatorio astronomico di ultima generazione. Ci sono un sacco di piccole seggiole rosse e davanti ad ognuna c'è un piccolo schermo con un paio di occhiali. Grazie a questi si può vedere proiettata ogni singola stella del firmamento e si può addirittura camminare virtualmente sulla superficie di ogni pianeta del sistema solare.

Al giorno d'oggi, 22 giugno 2099, è praticamente possibile per gli "uomini dello spazio" come li chiamiamo noi, andare su ogni pianeta.
Jared è stato uno dei primi ad aver esplorato Marte e Venere, e mi ha portato un frammento di roccia da entrambi.

"Guarda, guarda, guarda! Nel secondo quadrante, in alto, quella stupida pila di pietre l'ho fatta io quando siamo andati la prima volta. L'ho fatta perchè potessi vederla tu e ricordarti di me anche se verrai qui da sola."

Quello che Jared stava cercando di farmi vedere era una pila di massi consumati dal vento e dall'erosione, alta circa 60 cm.

"Ma che carino che sei, ora me lo ricorderò per sempre."

Mi prende gentilmente la mano e mi fa voltare verso di lui.

"Amica, confidente, moglie mia. Ho fatto quella pila di sassi per due motivi precisi. Il primo, come ti ho appena detto, è farti ricordare di me anche quando non sarò qui con te. Il secondo ecco, è leggermente più complicato. Lo so che non ne vuoi parlare, che è un argomento che non andrebbe toccato in questo momento di tranquillità, ma sono tuo marito e lo devi sapere. Tra poco saremo in guerra, amore mio. Saremo in guerra per conquistare anche l'ultimo pezzettino di questo ultimo fottutissimo pianeta. E io, mia cara, dolce, tenerissima moglie, dovrò andare via. Dovrò andare a guidare il battaglione che si scontrerà per la vittoria. E quando avremo vinto tornerò a casa sano e salvo e ti porterò un pezzettino di roccia, come ho sempre fatto. Ma- abbassò lo sguardo- nel caso sfortunato che io non torni a casa, devi promettermi una cosa. Brucia il mio cadavere, o quello che ne rimane, e spargi le mie ceneri su Marte. Amore, promettimelo. Guardami negli occhi e promettimelo."

Seppure con un velo di lacrime sugli occhi, alzo lo sguardo e vedo il suo viso contratto nel tentativo di non lasciar trapelare la sua vera preoccupazione per questa guerra impellente.

"Te lo prometto amore. Te lo prometto."

"Brava piccola."

Mi sfiora le labbra con un bacio.
  
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