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Autore: theshinygirl    23/06/2012    10 recensioni
Severus Piton e Hermione Granger vengono catturati. Osserva la loro relazione cambiare in 30 giorni durante i quali vengono tenuti prigionieri in una cella.
-traduzione-
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Mangiamorte, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa è la traduzione della storia “30 Days” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl. Potete trovare il link della versione originale nel profilo.

 

 

- Day 1-

 

 

Apro gli occhi lentamente, gemendo alla sensazione di dolore nella parte posteriore della testa. Il mio corpo è dolorante e sento i muscoli delle gambe rigidi.

Che cosa mi è successo? Dove sono?

Quando mi accorgo di ciò che mi circonda, il panico inizia a crescere dentro il mio petto. Non riconosco il posto. È buio e umido e freddo. Incredibilmente freddo. Credo di essere distesa su un materasso. Rapidamente mi alzo, prendendo respiri brevi e cercando di abituarmi al buio. I miei occhi esplorano la stanza e poi noto una piccola finestra. No, non una finestra. Sembra più simile a un piccolo buco nel muro. E ci sono delle sbarre.

Posso sentire me stessa tremare, chiazze di sudore fredde sul mio corpo, rabbrividisco. La finestra è troppo in alto per me da raggiungere. Forse se potessi salire su una sedia-

Qualcosa si muove e mi irrigidisco completamente.

La stanza è troppo buia per vedere qualcosa. Non mi era venuto in mente che qualcun altro potesse essere nella stanza con me. Resto completamente immobile, trattenendo il respiro. Qualche lungo istante passa e l'unico suono che sento è il battito incontrollabile del mio cuore.

Tutto il mio corpo sta tremando per l'aspettativa e la paura.

E poi all'improvviso qualcuno parla.

“Miss Granger?”

Indietreggio al rumore, sentendomi come se qualcuno mi avesse appena versato un secchio pieno di acqua ghiacciata sulla testa.

Devo rispondere? Chi è?

É un uomo, è tutto quello che riesco a dire. Ma perché che mi chiama Miss Granger? Dove sono? Chi è lui?

“S-si?” Balbetto, le mie orecchie ascoltano con attenzione qualsiasi segno di movimento.

“Finalmente ti sei svegliata.”

Un sospiro di sollievo lascia la mia bocca quando mi rendo conto a chi appartiene la voce.

“Professor Piton?”

“Sei stata incosciente per molte ore.” Afferma con calma.

Riesco a malapena a vederlo attraverso l'oscurità. Lui è seduto su qualcosa, di fronte a me.

“Che cosa sta succedendo, Professore? Dove siamo?”

Ho bisogno di risposte.

“Ti è forse sfuggito che siamo in una prigione, Miss Granger?” Chiede, la sua voce grondante di sarcasmo.

Sono troppo confusa e spaventata per essere infastidita dalle sue osservazioni pungenti. E non posso fare a meno di sentirmi un po’ più al sicuro sapendo che non sono sola. Ovunque io sia, qualunque cosa sia mi successa, almeno non sono sola. Anche il Professor Piton è qui.

“Cosa è successo?” Chiedo, cercando di mantenere la calma. “Non mi ricordo niente.”

Lo sento fare un respiro profondo e poi parla.

“Sembra che siamo stati catturati dai Mangiamorte. Sono stato portato qui ieri e solo un paio di ore più tardi hanno portato anche te.”

“P-Perché?” Chiedo, sentendo il panico crescermi nel petto.

“Usa il cervello, Miss Granger.” Abbaia contro di me. “Che cosa possono volere da noi?”

“Informazioni?”

“Forse.” Acconsente, poi aggiunge: “Forse un accordo. Tu per Potter. Oppure più semplicemente vogliono danneggiare Potter facendo del male a te.”

Assorbo le sue parole e prendo un respiro profondo, pensando intensamente alla mia domanda.  Non mi permetto di soffermarmi sull’orribile situazione in cui ci troviamo. Decido che la cosa migliore da fare è di concentrare tutta la mia attenzione sulla salvezza del problema.

“Quando hanno intenzione di salvarci?”

Loro?” chiede.

“Sì, l'Ordine. Ormai probabilmente sanno quello che ci è successo e-”

“Non illuderti, Miss Granger.” Mi interrompe, la sua voce fredda e gelida. “Anche se sapessero quello che ci è successo, le probabilità che conoscano la nostra sorte sono molto scarse.”

Sto tremando. Il solo pensiero di non essere salvata è troppo da sopportare.

“N-non capisco.”  Ammetto tranquillamente. “Che cosa sta dicendo?”

“Sto dicendo che non dovresti contare sulle tue speranze.” Ripete senza emozioni.

Scuoto la testa furiosamente, anche se probabilmente lui non può vederlo. Certo che ci salveranno. Invece di discutere con il Professor Piton, decido di mettere di nuovo insieme i pezzi del giorno precedente.

“L'ultima cosa che ricordo è ... l’aver ottenuto un punizione. Da lei, perché stavo aiutando Neville e ho dovuto farla con Gazza.” La mia voce si rafforza. “Ecco! Sono stata catturata mentre stavo facendo la punizione o di ritorno al mio dormitorio. “

“Miss Granger.” Inizia lentamente. “Ti ho dato una punizione. Ma è stato quattro giorni fa.”

Faccio qualche passo indietro e lentamente mi siedo sul materasso, cercando di capire quello che mi stava dicendo. Sento tutto il sangue lasciare il mio viso. Il silenzio riempie la prigione e tutto quello che posso sentire è il battito del mio cuore.

“Com’è la lesione sulla tua testa?” Chiede lui improvvisamente,tirandomi fuori dai miei pensieri.

Le mani volano fino alla parte posteriore della testa e sento un lieve bernoccolo lì. Fa male, ma non è nulla di grave.

“Va bene.” Rispondo. “Probabilmente mi hanno colpito o mi sono colpita ...” Mi fermo, diversi scenari giocano nella mia testa e pochi istanti dopo scatto. “Maledizione! Perché non riesco a ricordare niente?”

“Non puoi forzare queste cose.” Dice con il suo tono da insegnante. “La tua amnesia è temporanea, molto probabilmente a causa di un trauma cranico o di  una lieve commozione cerebrale.”

Mi limito ad annuire e cerco di calmarmi. Ricordo di aver letto qualcosa sull’argomento. La perdita di memoria tende a tornare quando la gente meno se lo aspetta. Più duramente spingono e cercano di ricordare con la forza, meno successo hanno.

Poi mi accorgo di qualcosa.

“E lei, Professore?” Chiedo con calma. “Perché è qui?”

Lo sento lasciarsi sfuggire un sospiro profondo e poi alla fine parla: “Sarebbe…imprudente discutere di queste cose con te”

Apro la bocca in segno di protesta, ma poi capisco che non so cosa dire. Forse non gli è permesso di dirmi perché è stato catturato. So alcune cose. Cose di cui non abbiamo mai parlato, ma c'erano sempre dei sussurri. Sussurri secondo cui il Professor Piton è ancora un Mangiamorte, ma al tempo stesso è un membro dell'Ordine. Silente si fida di lui e questo è più che sufficiente per me a fidarmi di lui. C'è una connessione tra il Professor Piton e Voldemort. Ma forse non può parlarne mentre viene tenuto prigioniero da loro.

“Crede che ci sia un modo in cui potrebbero ascoltare la nostra conversazione?” Chiedo  con attenzione, avvolgendo le braccia intorno a me.

“No.” Risponde. “Ma meno sai più al sicuro sarai.”

Accetto la sua risposta. Per ora.

Stiamo entrambi in silenzio per qualche minuto. Sembra durare un’eternità. E mi chiedo come possa essere così calmo? Perché non si fa prendere dal panico come me? Forse non è così preoccupato per la nostra situazione e quella è una buona cosa, giusto? Ma se stesse semplicemente facendo finta di non essere preoccupato? Forse sente il bisogno di essere forte. A causa mia. Dopo tutto, è un adulto e un insegnante. E se stesse davvero facendo finta di non essere preoccupato? Questo mi spaventa più di tutto.

“Cosa pensa abbiano intenzione di fare con noi?” Chiedo, rompendo il silenzio.

“Ti sembro la Professoressa Cooman, Miss Granger?" Risponde con sarcasmo.

Comincio a essere infastidita dal suo comportamento. Questa non è nemmeno la mia situazione ideale. E odio il modo in cui sta parlando con me, come se non sapessi niente.

Mi appoggio al muro e tiro le ginocchia al petto, appoggiandoci sopra la testa. Nessuno di noi parlò per molto tempo.

ooo

 

Apro gli occhi e mi rendo conto che è già giorno. Come ho potuto addormentarmi? Sono in pericolo mortale e io mi addormento. Sentendomi imbarazzata e arrabbiata con me stessa, mi guardo intorno e noto il Professor Piton in piedi in un angolo della prigione, appoggiato al muro, le braccia incrociate sul petto, il viso illeggibile.

Non posso fare a meno di chiedermi se avesse dormito durante la notte scorsa. Sembra strano immaginare il Professor Piton dormire. Non ci ho mai pensato. Mi sembrerebbe più normale se non avesse dormito affatto.

Spingendo il pensiero da parte, colgo l'occasione per guardarmi intorno e osservare la prigione per la prima volta. È piccola e ci sono due materassi, sui lati opposti. C'è solo una sedia nel mezzo della stanza e ... nient'altro. Assolutamente niente altro. Nemmeno un cuscino o una coperta. Neanche un bagno.

Guardo me stessa e mi accorgo che sto indossando le mie vesti di Hogwarts e non sembra che abbia eventuali ferite. Mi costringo a guardare il Professor Piton. Indossa le sue vesti scure da insegnante e non appare ferito. Ciò significa che non ha combattuto i suoi rapitori. O forse hanno usato un incantesimo su di lui prima che potesse fare qualsiasi cosa. Questa teoria mi sembra un po’ irrealistica. Sono sicura che il Professor Piton è un bravo duellante e mi sembra strano che qualcuno lo abbia battuto tanto facilmente.

“Merlino.” Comincio nervosamente. “Quanto a lungo-” Mi fermo a metà frase, poi  inizio di nuovo: “Che cosa stanno pensando di fare con noi? Quanto tempo hanno intenzione di tenerci qui?”

“Fino a quando è necessario.” É la sua unica risposta.

Comincio a essere infastidita dal suo comportamento privo di emozioni. Anche se non so cosa avrei fatto se avesse iniziato a farsi prendere dal panico, mi dà fastidio che sia così calmo da tutto ciò che sta accadendo. Mi mette in cattiva luce, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato semplicemente essendo preoccupata per la nostra situazione.

Lui non dice nulla per lungo tempo e sembra perso nei suoi pensieri. Non voglio disturbarlo quindi cerco di concentrarmi su altre cose invece.

Ho sete. Sono davvero assetata. Per fortuna non ho ancora fame e non devo preoccuparmi di quello. Ma c'è anche un altro problema. Devo andare in bagno.

Mi guardo intorno, convincendomi che ci deve essere qualcosa. Porte per il bagno ad esempio. Probabilmente non me ne sono accorta prima. Ma quando mi guardo intorno, mi rendo conto che non avevo saltato nulla. C’erano semplicemente due materassi, una sedia e una finestra. Troppo alta da raggiungere.

Mi lascio sfuggire un respiro profondo. Le cose non potevano andare peggio.


ooo



“Ha provato la magia senza bacchetta, Signore?” Chiedo.

Un profondo sospiro, poi una risposta: “L’ho fatto.”

“E?”

“Come te lo aspetti, Miss Granger.”

“Nessun tipo di magia è possibile qui.”

Silenzio.

“Dove pensa che siamo?”

“Non ne ho la più pallida idea.” Dice con difficoltà.

Probabilmente è difficile per lui ammettere l'ignoranza di qualcosa.

“Ha provato a raggiungere la finestra?”

“È troppo in alto da raggiungere, anche stando in piedi sulla sedia.”

“Ma ... E se-”

Lui alza un sopracciglio in interesse.

Continuo lentamente. “Lei può stare sulla sedia e io potrei-”

“Non ti farò salire sopra di me, Miss Granger.” Dice freddamente.

“Ma potrebbe funzionare, Signore.” Insisto, alzando un po’ la voce. “Potremmo vedere dove siamo.”

“E questo come ci aiuterebbe?” Chiede, guardandomi, aspettandosi una risposta.

Non ho nulla da dire. Ha ragione. Non ci aiuterebbe.

Di nuovo silenzio.

 

ooo

 

Come può stare lì? È stato in piedi nello stesso punto per le ultime paio d'ore. Perché non si siede?

Un forte tonfo mi tira fuori dai miei pensieri. Le porte della prigione si aprono e io di riflesso mi alzo, il mio intero corpo si tende.

Un uomo entra. Indossa abiti neri e ha una bacchetta nella mano. Lo guardo in faccia, ma non c'è nulla familiare in lui. Non ho mai visto quest'uomo prima d’ora. Deve avere 40 anni o poco più.

“Tu.” Mi indica. “Vieni con me.”

Congelo sul posto.

“Lascia la ragazza.” Dice Piton. “Prendi me, invece. Esigo di essere condotto dal Signore Oscuro.”

Apro la bocca in stato di shock nel sentirlo. Perché vuole essere portato da Voldemort?

L'uomo scuote la testa e poi sorride. “Le tue richieste dovranno aspettare.” Mi guarda di nuovo. “Vieni con me.”

“Dove mi porti?” Chiedo, mantenendo la mia voce forte.

“Lo vedrai.” Risponde, allora il suo tono si fa minaccioso: “Non te lo chiederò gentilmente di nuovo.”

Ho i brividi alle sue parole, ma il mio volto rimane impassibile. Guardo il Professor Piton e c'è uno sguardo severo nei suoi occhi. Entrambi sappiamo cosa significa. Non riesco a rivolgermi a lui in cerca di aiuto. É impotente quanto me. Non posso pretendere che faccia qualcosa per aiutarmi, perché si rivelerebbe inutile e ci potrebbe mettere in grossi guai.

Senza parlare mi avvicino all'uomo e lui  mi afferra il braccio, guidandomi fuori dalla prigione.


ooo

 

Vengo spinta dentro la prigione e le porte si chiudono dietro di me.

“Cosa è successo?” Chiede il Professor Piton, avvicinandosi a me.

Alzo gli occhi verso di lui e sono sorpresa di trovare preoccupazione sul suo volto.

“Sei uscita solo per pochi minuti.” Aggiunge, le sopracciglia aggrottate.

“Mi ha portato in bagno, solo questo” Spiego. “Ha detto che ci è concesso una visita al bagno due volte al giorno e che verrà presto per te.”

Lui annuisce semplicemente alle mie parole, allontanandosi da me.

Un'ora più tardi, forse più, l'uomo torna e questa volta porta il Professor via con sé. Nel momento in cui sono rimasta sola nella prigione, la realtà della situazione si abbatte su di me. La mia gola si chiude e trovo difficoltà a respirare.

Tutti i pensieri orribili si fanno strada nel mio cervello e mi vedo morire in questa prigione. Morire per mano dei Mangiamorte o per la fame. Forse non verrò mai trovata e il mio cadavere sarà lasciato qui per secoli e secoli.

Mi mancano i miei amici e la mia famiglia. Mi manca Hogwarts. Mi manca sentirsi al sicuro.

Le lacrime iniziano a crescere nei miei occhi e non cerco nemmeno cercare di fermarle. Mi permetto di piangere, di singhiozzare ad alta voce e allo stesso tempo so che ho solo un paio di minuti. Uso questo tempo per permettere a me stessa di andare completamente in pezzi.

Il Professor Piton ritorna qualche minuto più tardi. Da allora non c’è alcuna prova dell’esaurimento sul mio volto. Lui non deve mai venirlo a sapere.


ooo

 

“La maledizione Cruciatus ha delle conseguenze a lungo termine?” Chiedo, rompendo il silenzio.

Lui mi lancia uno sguardo. “Non credo che sia una conversazione appropriata, per quanto riguarda la situazione in cui ci troviamo.”

“Voglio sapere, perché ... se loro ...”

"Se decidono di usare quel tipo di tortura, non sarai preoccupata delle conseguenze a lungo termine. Sarai preoccupata nel sopravvivere ogni secondo successivo.”

Le sue parole mi attraversano come un coltello.

Sta cominciando a far buio. Non posso credere che sia già passato un giorno.

Le porte si aprono e c'è un piccolo elfo questa volta, e porta un piatto piccolo. Sia io che il Professor Piton ci limitiamo a guardare la piccola creatura mentre lascia il piatto sul pavimento ed esce, non guardandoci nemmeno. Sappiamo entrambi che sarebbe inutile cercare di ottenere qualsiasi tipo di informazione dall'elfo.

Mi avvicino al piatto e noto che c’è un piccolo pezzo di pane e un bicchiere d'acqua. Solo un bicchiere d'acqua.

Mi lecco le labbra secche, pensando intensamente a cosa fare. Guardando verso il Professor Piton, mi rendo conto che non si è mosso dal luogo dove stava in piedi.

Mi schiarisco la voce e inizio a parlare. “Credo che dovremmo dividere-”

“Puoi avere tutto, Miss Granger.”

“Cosa? No.” Ribatto. “É stato qui più tempo di me,  Professore. Semmai, dovrebbe avere una parte più grande.”

“Non c'è bisogno di fare la gentile.”Abbia contro di me. “Avrai bisogno della tua forza. Mangia.”

Mi rendo conto che non c’è alcuna possibilità di convincerlo a parole, così mi limito a prendere il piccolo pezzo di pane nelle mani, dividendolo in due parti. Poi afferro il bicchiere d'acqua e lo porto alla bocca. È meraviglioso come l'acqua scivola giù per la gola, ma dopo tre sorsi ho messo giù il bicchiere. Ci vuole un sacco di forza mentale per negarmi il resto dell'acqua, ma è la cosa giusta da fare. Rivolgo tutta la mia attenzione nel mangiare il mio pezzo di pane.

“Ne ho lasciato metà per lei” Dico, ignorando il suo sguardo, poi torno indietro sul mio materasso e mi ci siedo sopra, godendomi il sapore del pane in bocca.

Lui poi beve il resto dell'acqua, ma lascia il pezzo di pane intatto. Decido di non discutere, perché sembra di essere di pessimo umore. E non posso dargli torto.

Presto l'oscurità prende il sopravvento e mi sforzo di distendermi e di chiudere gli occhi. Non mi farebbe bene stare sveglia tutta la notte. Se non altro, mentre sto dormendo non posso pensare all’ orribile situazione in cui siamo entrambi. Il sonno è l'unica via di fuga che ho adesso.

  
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