Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Cocol_Sasso_97    23/06/2012    4 recensioni
"- Lasciatemi! Lasciatemi andare! - piangeva la voce. Il ragazzo si affacciò sul vicolo sotto di lui e osservò i tre uomini che avevano circondato una bambina, con lunghi capelli biondi, di appena 5 anni."
Ma quando Ace salverà questa bambina, sarà lui a dover essere salvato da lei!
Genere: Comico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Gli incontri di Portuguese D. Ace'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I want to marry you!

La sagoma di un ragazzo spiccava tra i tetti della cittadella. I suoi occhi che scrutavano sorridendo il mare all'orizzonte, il cappello che gli copriva il viso in modo da non essere accecato dalla luce del sole. Finalmente era partito, il suo viaggio da pirata appena iniziato! Preso dall'euforia iniziò a correre sui tetti, senza sapere bene dove andare, gli bastava correre, stancarsi, tanto era felice. Il pianto di un bambino lo fece fermare e tendere l'orecchio, proveniva dal quartiere malfamato della città.
- Lasciatemi! Lasciatemi andare! - piangeva la voce. Il ragazzo si affacciò sul vicolo sotto di lui e osservò i tre uomini che avevano circondato una bambina, con lunghi capelli biondi, di appena 5 anni.
- Stai zitta mocciosetta! – rise quello più grosso prendendola per un braccio e strattonandola.
- Cosa ne facciamo Capo? –
- Si Capo, cosa ne facciamo? –
- State zitti Yin e Yang! – esclamò l’uomo rivolto ai suoi due scagnozzi. Quest’uomo era molto alto, raggiungeva i due metri e una barbetta incolta gli incorniciava il viso, insieme alle due basette rosse. Il naso storto, probabilmente rotto durante diverse risse, era rivolto verso l’alto, mettendo in bella vistale narici. Il labbro inferiore era spaccato al centro ed era più grosso di quello superiore. I suoi due scagnozzi invece erano alti poco più di un metro e cinquanta ed erano gemelli. Yin aveva lunghi capelli verde speranza, Yang blu elettrico e il viso di entrambi era lungo e secco, il naso allungato. Yin aveva piccoli occhietti blu mentre Yang verdi, e li facevano assomigliare a due topastri. Yin indossava una canotta rossa e un paio di pantaloni bianchi mentre Yang indossava gli stessi colori ma invertiti.
- Allora mocciosetta – riprese il Capo – Cosa ne facciamo di te uhm? Hai dei genitori? –
- S… si… - disse lei, la voce rotta dal pianto – Lasciatemi andare, per favore! – aggiunse, le lacrime che le solcavano il viso.
- Capo perché non… - iniziò Yin.
- …ricattiamo i suoi genitori? – completò Yang.
- No per favore! Mamma e papà sono poveri, non hanno soldi e non voglio che quei pochi li spendano per me! –
- Zitta! – esclamò Capo tirando un ceffone alla bambina che piangendo abbassò lo sguardo.
- Ehi! – esclamò il ragazzo sul tetto saltando in strada, una mano sul cappello per evitare che volasse via nella caduta – Non ti vergogni a prendertela con una bambina così piccola? –
- E tu chi cazzo sei uhm? Sparisci moscerino! – disse scrollando la bambina – Allora, chi sono i tuoi genitori? –
Veloce come un fulmine una macchia comparve dietro l’uomo e gli piegò il braccio libero dietro la schiena – Te lo ripeto, lascia stare la bambina – fece il ragazzo, un sorriso beffardo in viso mentre piegava di più il braccio. Le urla di dolore dell’uomo si alzarono nell’aria, lanciò la bambina a terra e con la mano libera riuscì a liberarsi il braccio, prendendo il ragazzo per il collo – Chi sei tu?! –
- Il mio nome è Portuguese D. Ace, e sono un tipo che fa scintille! – esclamò alzando il dito, un ghigno in viso. Puntò il dito verso l’uomo e dalla punta dell’indice partirono delle fiamme che l’uomo evitò, nonostante la sorpresa.
- Beh, mi spiace per te caro il mio Portuguese D. Ace, ma mi hai mancato e ora ti farò il culo! –
- Ehm Capo? – iniziò Yin.
- A proposito di culo… -
- Il tuo va a fuoco! – finirono i due gemelli in coro.
- Eh??? – l’uomo voltò il capo e vide le fiamme che si espandevano sul corpo partendo dal punto indicato dai gemelli. Buttò a terra Ace e, urlando, corse via, lasciandosi dietro una scia di fumo. Il moro scoppiò a ridere divertito e, rivolto ai due gemelli disse – Volete fare la stessa fine? –
I due deglutirono e corsero nella direzione del malvivente urlando a squarciagola – Capoooo!!! –
Ridendo Ace si alzò il piedi, spolverandosi i vestiti e si avvicinò alla bambina che indossava un vestitino azzurro e un grembiulino bianco e stava ancora a terra a capo chino – Ehi, tutto bene? – fece porgendole una mano. La bambina alzò gli occhi su Ace che fu subito colpito dai suoi accesi occhi verde speranza, arrossati per il pianto. Il sangue macchiava il viso della bambina, sangue uscito dal naso e che giungeva al mento. Tornò immediatamente serio e si chinò verso di lei – Ehi… Come ti chiami? –
La bambina boccheggiò due o tre volte prima di sussurrare – Midori… -
Ace sorrise – È un bellissimo nome sai? Vieni, - disse aiutandola ad alzarsi – ti aiuto a sciacquarti, poi torni a casa eh? – lei annuì e insieme raggiunsero una fontanella dove Ace pulì il viso della bambina con un fazzoletto inumidito.
- Fortunatamente non ti è successo niente… Solo un po’ di sangue… Tieni il fazzoletto, se ti dovesse uscire di nuovo sangue dal naso almeno ti puoi pulire – fece rialzandosi – Ciao Midori! – concluse allontanandosi dalla bambina che lo osservava, una scintilla negli occhi e il sorriso sulle labbra stringendo tra le mani il fazzoletto.
Ace camminava tra la folla, la testa rivolta verso l’alto a guardare il cielo e le mani dietro la testa.
“Mi sa che devo trovare un’imbarcazione, o faccio poca strada…”
Nonostante questi pensieri, la sua mente stava attenta ai passi che sentiva, passi che, era sicuro, lo stessero seguendo da un po’. Con noncuranza voltò a destra imboccando una strada piena di gente e camminando abbastanza di corsa tra la folla per far perdere le sue tracce al pedinatore. Con passo sicuro svoltò nuovamente, finendo in un vicoletto isolato. I passi però, tornarono a farsi sentire. Ace si fermò di colpo e si voltò di scatto, giusto in tempo per vedere una chioma bionda nascondersi dietro una cassa.
- Midori? – chiese più a sé che al suo inseguitore. La bambina uscì dal suo nascondiglio, lo sguardo basso e il moro alzò un sopracciglio – Che fai qui? Non dovevi tornare dai tuoi genitori? –
Gli occhi verdi della bambina si incatenarono a quelli di Ace che si sentì stranamente a disagio. A passo veloce la bambina andò di fronte al ragazzo e gli porse il fazzoletto.
- Ah… Grazie… - disse prendendolo – Ma potevi tenerlo… -
- No, è tuo! – disse sorridendo. Ace sorrise a sua volta– Va bene, capisco… Ora torna a casa eh? –
- No – sorrise di nuovo – Vengo con te! –
- Cosa? – esclamò Ace – No, no, devi tornare a casa! E anche di corsa! I tuoi saranno in pensiero no? –
- No, io voglio restare con te! –
- Ma perché con me?! – chiese sbuffando – Non hai nessuno con cui passare la giornata? –
- Perché io ti voglio sposare – disse semplicemente.
Ace rimase in silenzio spalancando gli occhi – CHE COSA?!? –
- Io voglio sposare Portuguese D. Ace! Mi hai salvato da quei cattivi e mi sono innamorata di te! –
- Oh no, non pensarci nemmeno, sei troppo piccola anche solo per pensare di sposare qualcuno, figurati me! E ora ti saluto! – esclamò saltando su di un tetto e correndo via “Che vergogna, scappare da una bambina!”

* * *

Le prime luci dell’alba illuminarono il viso di Ace che, con una smorfia, aprì piano gli occhi. Aveva passato la notte dormendo contro una cassa di legno, in un vicolo buio. Si stiracchiò sbadigliando, le lacrime agli occhi che strofino prontamente. Fece per alzarsi ma un mugolio infastidito lo fece rimanere immobile. Abbassò lo sguardo e vide la chioma bionda di Midori posata al suo petto, che dormiva. Il ragazzo non riuscì a non trattenere un sorriso e, cercando di non svegliarla, la allontanò da lui e si alzò. Prese le sue cose e diede le spalle alla bambina, pensando che appena si fosse svegliata sarebbe tornata a casa.
- Portuguese D. Ace, dove vai? –
Ace sospirò e si voltò verso la bambina che si era svegliata, strofinandosi gli occhi ancora mezzi chiusi.
- Devo partire Midori –
- Dove vai? – ripeté lei – Non ci siamo ancora sposati! – esclamò – Mi vuoi già lasciare? –
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, pregando che qualcuno gli desse la forza di risponderle calmo. Si voltò verso la bambina e le andò in contro, sedendosi davanti a lei.
- Midori, sai chi sono io? –
- Portuguese D. Ace – disse guardandolo.
- Si, ma sai di chi sono figlio? –
- No, e non mi interessa, anche se tu fossi figlio del più cattivo dei cattivi a me non importerebbe! –
- Non importerebbe? – chiese confuso.
- Già! Perché tu sei tu, non tuo padre no? – sorrise – Portuguese D. Ace è una persona, il padre di Portuguese D. Ace un’altra! –
Ace rimase sbigottito, ma sorrise – Vorrei che fossero molti a pensarla come te sai? Molti dicono che non merito di vivere per colpa di mio padre… -
La bambina gli si gettò tra le braccia – Ma se Portuguese D. Ace non esistesse quei cattivoni di ieri avrebbero tolto fino all’ultimo berry ai miei genitori! Tu sei una persona buona! –
Le labbra di Ace si incurvarono in un sorriso – Grazie piccolina… Comunque sono Ace, non Portuguese D. Ace… -
- Va bene Ace! – sorrise allontanandosi – Ora ci sposiamo? –
Il ragazzo rimase in silenzio, guardando la bambina negli occhi e sospirò – No Midori, non dirlo neanche più… -
- Ma perché no? – chiese triste.
- Beh… Perché io sono un pirata! –
- Ah! Che bello! Allora parto con te! – esclamò felice.
Ace sospirò sconsolato – No, non credo proprio… -
- Uffa ma perché no?! – chiese lei gonfiando le guance.
- Per due motivi, numero 1: non pensi ai tuoi genitori? Numero 2… -
- Numero 2? –
- Non ho ancora un’imbarcazione… - ammise in imbarazzo.
Midori rise, la risata leggera di una bambina – Come puoi reputarti un pirata se non hai nemmeno una barchetta? – Ace sbuffò “Preso in giro da una bambina…”
- Non preoccuparti Ace! Ci pensa Midori! – esclamò scattando in piedi – Vieni con me! – esclamò tirando Ace per la mano – Ti porto da zio Jim! –
- Zio Jim? – ripeté Ace.
- È un carpentiere! Non fa navi enormi però costa poco! –
Qualche ora dopo, Ace camminava in giro per la città, seguito da Midori che non lo lasciava un attimo – Ora che ti ho aiutato a trovare un’imbarcazione mi sposi? –
- No – ripeté lui per la millesima volta.
- Ace sei cattivo! – sbuffò la bambina pestando i piedi.
Il ragazzo rise – Non avevi detto che ero una brava persona? – disse fermandosi dal molo, osservando i riflessi del sole sullo specchio d’acqua davanti a loro. Midori incrociò le braccia, sedendosi a terra – Allora non mi vuoi sposare! –
“L’ha capito…”
- Ma ti farò cambiare idea! – esclamò scattando in piedi e alzando il pugno verso il cielo, in segno di promessa – Io farò sì che Portuguese D. Ace mi sposi! –
- È inutile non ti sposerò mai! – esclamò Ace.
- Cattivo!!! –

* * *

- Quindi oggi parti? – chiese Midori triste. Ace annuì – Tra qualche ora… -
- Oh… Non ci vedremo più? –
- Forse no, forse si… Chi lo sa – sorrise Ace – Mi hai aiutato tantissimo Midori –
- Anche tu, siamo pari no? – sorrise – Tieni! – disse porgendogli un fiore – Almeno ti ricorderai di me no? – fece, il sorriso sulle labbra.
- Me ne sarei ricordato comunque! – disse saltando sulla sua imbarcazione e sorridendo alla bambina. Il suo viaggio era appena iniziato.
- Ciao! – urlava la bambina sbracciandosi – Vienimi a trovare! NOI DUE CI DOBBIAMO SPOSARE!!! –
- MAI!!! –
 
2 anni dopo…
 
Ace si chinò davanti alla croce di legno piantata nel terreno e sfiorò con la punta delle dita il nome inciso, il nome di Midori. Preso da un attacco di ira tirò un pugno al terreno, una smorfia in viso. Poi, dopo qualche minuto di respiri profondi si calmò.
- Ehi, sono venuto a trovarti… - sussurrò, come se la bambina fossi lì con lui – Sai, sono diventato un pirata a tutti gli effetti… Faccio parte della Ciurma di Barbabianca… - e Ace continuò a raccontargli di ciò che aveva fatto durante i due anni trascorsi. Midori in quei due anni si era ammalata gravemente, ma la loro famiglia, essendo povera, non aveva i soldi per curarla, e ormai in questo mondo senza soldi non si fa nulla… I due genitori videro morire la loro bambino un anno esatto dopo l’incontro con Ace.
Sospirò tristemente e con uno spago legò il fiore che anni prima la bambina gli aveva regalato alla croce e si rialzò.
- Così non ti dimenticherai di me Midori… Grazie di tutto… - mormorò lasciandosi la croce alle spalle…

SPAZIO AUTORE

Voi non sapete quanto mi ha reso triste dover scrivere "
Ace si chinò davanti alla croce di legno piantata nel terreno e sfiorò con la punta delle dita il nome inciso, il nome di Midori" ç.ç
Mi ero affezionata a questa bimbetta!!! ç.ç
Però ho deciso che quando scriverò la long/crossover tra One Piece e Naruto ci sarà! ç.ç
E sarà viva! °^°
Vabbè, chiusa questa parentesi...

GUARDATE COSA HA FATTO MIA SORRETA (<3) MONKEY CHIN! *W*
E' MIDORI!!! E' LEI!!! **
Mi aveva chiesto di descrivergliela e lei l'ha disegnata! Ed è come la immaginavo! *w*
Non so se esserne fiera o spaventarmi perché mi ha letto il pensiero D: xD
Comunque non smetterò mai di dire che è bellissimo, grazie
Monkey Chin! *.*

Beh, che altro dire? ^^ Spero che la fic vi sia piaciuta nonostante il finale un po' triste...
E' la mia seconda fic in questo fandom e spero che piaccia come, visto le reecnsioni, è piaciuta la prima :')
Kiss
Cocol_Sasso_97

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Cocol_Sasso_97