Il suono di una campanella scolastica risuonò per tutto il cortile. In un angolo della scuola diroccata , una ragazza, all'apparenza insignificante, fissava il vuoto. I suoi capelli erano castani, lisci e informi, il suo abbigliamento grigio la faceva passare inosservata e il suo sguardo era triste.
Qualche metro più in là, spiccava invece una folta chioma bionda, pettinata alla perfezione, le unghie smaltate e l'abbigliamento all'ultima moda. Si chiamava Stella: tutti l'adoravano, le ragazze la prendevano a modello, i ragazzi le regalavano fiori. Anche i professori erano fieri di lei. Una perfetta doratura la circondava, nessuno poteva pensare che quella stella splendente potesse fare del male a qualcuno...
Ma la ragazza grigia e scialba, all'angolo del cortile, ero io, Helena, e sapevo perfettamente che era vero il contrario.
-Signorina Culling!- La Preside mi riportò alla realtà. La fissai, con lo sguardo ancora perso nel vuoto. -La campana è già suonata da dieci minuti e non ti sei ancora degnata di entrare in classe! So perfettamente che non sei mai stata un elemento di spicco, ma ritardare il primo giorno di scuola è disdicevole!- Il primo giorno di scuola, il primo di un terzo anno che sembrava semplicemente la continuazione di un inferno durato due anni. -Visto che hai così tanta voglia di rimanere qui a far nulla non disturbarti nemmeno ad entrare, avvertirò la tua professoressa e le dirò di scrivere un rapporto.- Mi veniva da piangere, qualsiasi cosa facessi veniva considerata sbagliata. Ma, pur di non versare una lacrima davanti a nessuno, continuai a fare finta di nulla, fin quando il cortile non fu vuoto e io potei sfogarmi.
Le lacrime mi velavano gli occhi e così non mi accorsi della ragazza che spuntò all'improvviso, i bellissimi capelli corvini, l'abbigliamento stravagante e uno strano accento. -Scusa, sapresti dirmi dove posso trovare la IIIC?- Presa alla sprovvista, tentai di asciugarmi le lacrime ma il movimento delle mie mani non fece che attirare maggiormente l'attenzione e la ragazza assunse un'espressione preoccupata:- Ma tu stai piangendo! Perdonami, non avrei dovuto disturbarti... Dimmi, qualcosa non va?- La guardai, stupita. Era l'unica che si era preoccupata per me, dopo tanto tempo, e non era che un'estranea... -N-no, va tutto... tutto bene...- Mi porse un fazzoletto stropicciato. -Capisco. Be', è normale che tu non me lo voglia dire...- Si sedette accanto a me e cominciò a fissare il cielo, beatamente. -Comunque- dissi, ancora singhiozzando -La IIIC è anche la mia classe ed entrando da quella porta la troverai subito a destra. Ma ti conviene sbrigarti, le lezioni sono iniziate da un po'.- Mi guardò, perplessa -Come, tu non entri?- Le feci cenno di no, con il capo. -Mi sono distratta e non ho sentito la campana. La Preside, allora, mi ha detto di non disturbarmi ad entrare e così...-
-E per te va bene?- Quasi non capii cosa intendesse con quella domanda. Mi prese la mano e senza accorgemene mi ritrovai in piedi. Un passo dopo l'altro, fui letteralmente trascinata verso la IIIC. -Comunque, mi chiamo Alex- mi disse, poco prima di svoltare nel corridoio a destra. -Alex? Ma non è un nome da ragazzo?- Mi guardò sorridendo. -Beh, non ne sono sicura, ma mi ritrovo comunque questo nome. E il tuo invece qual è?- La guardai di rimando. -Il mio nome è Helena.-
-Bene, Helena, sembra che tu abbia smesso di piangere.-