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Autore: murdershewrote    23/06/2012    3 recensioni
Luglio 1998. Il Bravo Team sembra essere sparito nel nulla mentre l'Alpha Team cerca di capire cosa sia successo. Nonostante i membri della squadra siano incerti sul da farsi, basteranno poche parole di qualcuno per convincerli ad accettare la missione e a mandarli, a loro insaputa, verso un incubo ad occhi aperti. Basta poco a farsi convincere...
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Jill Valentine, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Credits: I versi qui riportati fanno parte della canzone "Corrupt" dei Depeche Mode, i quali ne detengono tutti i diritti.


Corrupt

I corridoi del secondo piano del Dipartimento di polizia di Raccoon City erano vuoti e silenziosi. Solo una figura spezzava la quiete quasi irreale che vi regnava.
L’agente Chris Redfield si muoveva con passi lenti e pesanti, sfinito dopo una sessione di allenamento. Nonostante la doccia appena fatta il giovane era avvolto da un calore insopportabile che lo portò a sbuffare sonoramente.
Ogni anno era la stessa storia: arrivata l’estate i casi diminuivano, l’edificio si svuotava quasi del tutto e i pochi che vi rimanevano a fare i turni vagavano in esso come anime in pena nel peggior girone dell’inferno. Questa era stata la sorte toccata a Redfield, il quale si stava mentalmente maledicendo per non aver ancora preso qualche giorno di ferie. Ed era già fine luglio!
Decisamente irritato da quella situazione, il giovane si diresse verso la stanza più desiderabile tra tutte le altre. L’area relax. Raggiunta la tanto agognata oasi si affrettò poi a chiudersi la porta alle spalle per evitare la fuga dell’aria fresca che vi era all’interno.
“Ehilà, Chris! Anche tu qui a cercare refrigerio?” lo salutò il collega Burton sollevando, solo per un attimo, lo sguardo dalla sua Colt Anaconda che stava amorevolmente lucidando.
“Proprio così, Barry..” rispose Chris prendendo una bottiglia d’acqua dal frigo “..oggi fa davvero caldo!”
“Ti capisco. Pensa che mi sono rifugiato qui perché l’armeria era diventata un forno!”
In quel momento la porta si aprì e Jill Valentine fece il suo ingresso salutando allegramente i due colleghi che risposero in coro “Ciao Jill!”
Un orecchio particolarmente sensibile avrebbe sicuramente notato la leggera inflessione nel tono della voce del più giovane tra gli agenti nel salutare la ragazza. Oltre al fatto che le aveva piantato gli occhi addosso.
Poi, come se la fatica lo avesse di colpo abbandonato, Chris scattò in piedi e le chiese “Vuoi qualcosa da bere? C’è della limonata in frigo..”
“Si, ci vuole proprio..!”
Chris le riempì subito un bicchiere, avendo cura di farle avere anche una fettina del frutto, e glie lo porse.
Lei rispose gentilmente “Grazie Chris!” e prese poi a sorseggiare la bevanda, recuperando così un po’ di freschezza.
Barry sembrava avere occhi solo per l’arma che rigirava tra le mani ma in realtà era un acuto osservatore. Tanto che aveva notato, già da qualche tempo, un comportamento strano in Chris e, dopo lunghe riflessioni, era arrivato alla conclusione che il giovane provasse qualcosa per la collega. Certo, non che precipitarsi a placarle la sete fosse un gesto particolarmente romantico...ma estraniarsi dal mondo sorridendo come un ebete quando Jill era nei paraggi e magari rispondere ad una qualsiasi domanda con un “Si, si..certo..” molto poco convinto era segno che il ragazzo aveva ben altro per la testa. Barry per un attimo pensò a come anche lui, molti anni prima, aveva perso la testa per una donna...ritrovandosi in breve sposato e con due figlie.
“Ah, che bei tempi!” esclamò poi, rivolto più a se stesso che agli altri due presenti nella stanza.
Vedendo che lo guardavano perplessi si affrettò a dire “Ehm...è..è meglio che vada a fare qualche tiro. Non riesco a stare senza far nulla!”. Poi lasciò la stanza, vagamente rossiccio in viso.
Chris fece spallucce e continuò a conversare tranquillamente con la collega.
Solo alla fine, dopo aver parlato del caldo che faceva in quei giorni, si decise a dirle “Allora...una di queste sere potremmo andare a bere qualcosa, che ne dici?”
Jill non notò, o ignorò deliberatamente, la nota speranzosa nella voce del ragazzo e si limitò a rispondere “Si...si potrebbe fare..”
Una risposta tanto vaga nasceva dal fatto che Jill sarebbe, si, uscita volentieri con Chris ma solo per farsi una sana bevuta tra colleghi. Nessun secondo fine. Gli voleva bene, certo, ed erano una coppia perfetta sul lavoro...ma non vedeva nient’altro che un buon amico.
Jill Valentine era entrata a far parte della S.T.A.R.S. dopo un lungo e faticoso percorso, scelta tra molti altri pretendenti, i quali si erano però rivelati inadatti ai compiti che sarebbero spettati ai futuri componenti di quel nuovo reparto speciale. Inoltre era stata l’unica donna, oltre alla giovanissima Rebecca Chambers, ad essere assunta. Quindi, in poche parole, negli ultimi anni non aveva avuto il tempo di impegnarsi in qualche storia sentimentale, gratificata com’era dal suo lavoro. Eppure, se glie lo avessero chiesto, avrebbe affermato che qualcuno, proprio sul luogo di lavoro, aveva catturato la sua attenzione. Di uomini al Dipartimento di certo non ne mancavano. Ma solo uno, ormai da un po’ di tempo, faceva irruzione nei suoi pensieri. Peccato però che la situazione non fosse così rosea dato che si trattava del capitano dell’Alpha Team, Albert Wesker. Il suo capitano. Una volta entrata nel reparto, tutti l’avevano messa in guardia su quell’uomo serio e solitario con il quale, dicevano, era meglio non scherzare più di tanto. Anche i membri del Bravo Team, per quanto lodassero il suo operato e lo considerassero un ottimo agente, erano grati di essere sotto il comando di Enrico Marini, a loro detta, meno rigido. Ma dopo il primo anno passato ai suoi ordini, anno nel quale doveva ammettere che quell’uomo poteva incutere davvero un certo timore, Jill aveva subìto il suo fascino. Come poteva essere altrimenti?
Lavorava praticamente tutti i giorni al fianco di un uomo di cui nessuno sembrava sapere gran che e che, dal canto suo, non faceva nulla per far trapelare qualcosa in più. Jill si trovava spesso a guardarlo passarsi una mano tra i capelli dorati mentre camminava lento ma deciso per i corridoi del Dipartimento, sempre avvolto da un certo alone di mistero. Per non parlare, poi, degli occhiali che sembravano essere parte integrante del suo corpo. Ogni volta che lo incrociava Jill si chiedeva chi si celasse dietro quelle lenti. Era quasi impossibile vederlo senza esse. Ma quando succedeva...era uno spettacolo più unico che raro. Jill si era quindi convinta che non doveva essere male scoprire un po’ quell’uomo.
Non poteva sapere quanto si sbagliasse.
Jill e Chris stavano ancora parlando quando nella stanza entrò Joseph Frost che disse “Oh, siete qui..” prendendosi un bicchiere di limonata.
Ne prese un sorso e disse “Il capitano vuole vederci..”
“Cosa? Anche ora..?” chiese Chris
“Beh, ci sarà un motivo, no?” disse a mo’ di rimprovero a Chris, rivolta però a Frost.
“Mmmh, credo che abbia qualche missione da illustrarci...Comunque, ci aspetta tra mezz’ora nella sala riunioni..” rispose Frost con aria piuttosto annoiata.

Mezz’ora dopo l’Alpha Team era riunito in una sala piccola e, probabilmente per questo, ancora più afosa degli altri uffici. In attesa che arrivasse il capitano, i membri iniziarono una discussione piuttosto animata circa la natura della missione che gli sarebbe stata assegnata. Quando il capitano entrò, esordì dicendo “E’ un piacere vedervi così attivi nonostante questa temperatura..” senza nascondere minimamente la sottile ironia.
Gli agenti allora si misero composti e in silenzio attendendo che il superiore continuasse.
Wesker disse “Allora ragazzi, per la vostra infinita gioia, come immaginerete abbiamo una missione da compiere..”
“Ma c’è già il Bravo Team in missione..” fece presente Frost.
“Esatto. Ed è proprio di questo che si tratta.” sentenziò il capitano per poi continuare. “Come appunto sapete, il Bravo Team è andato in missione stamani ma ancora, contrariamente alle procedure, non ha dato sue notizie..”
“Come?” chiese sorpreso Chris.
“Può darsi che abbiano le radio mal funzionanti...” ipotizzò Frost.
“Non dica sciocchezze, Frost. Mi sembra alquanto improbabile che sei radio su sei non funzionino...Senza contare poi che a quest’ora dovevano essere già di ritorno. E invece, nulla. Silenzio assoluto..”
Una mano tremula si alzò dal gruppetto per chiedere rispettosamente la parola e, avuto il permesso dal capitano, Brad Vickers disse “Signore, non credo sia una situazione normale...Cioè..l’assenza di contatto...E se fosse successo qualcosa..? D'altronde, la loro non era una missione di ricognizione per qualche strano incidente avvenuto nelle foreste qui vicino..?” facendo trapelare la preoccupazione per i colleghi.
“Non si preoccupi, Vickers. Il nostro compito è proprio questo: andare sul posto e controllare la situazione” rispose Wesker.
“Insomma, vedere qual è il problema e poi tornare tutti insieme alla base, no?” ricapitolò Jill.
“Vedere cosa hanno combinato, vorrai dire..!” disse Chris ostentando una certa superiorità. Non aveva proprio voglia di andare ad aggiustare un eventuale casino fatto dall’altra squadra.
Jill lo guardò dicendo “Non dire così! Non sappiamo ancora cosa sia successo veramente..!”
Wesker intervenne “Ha ragione, agente Valentine. Capisco che può essere una seccatura ma vi rammento che stiamo tutti sulla stessa barca. Siamo un unico reparto: se qualcosa va storto ne paghiamo le conseguenze tutti. Se poi effettivamente quelli del Bravo Team si sono cacciati nei guai per una loro mancanza allora ci limiteremo a tirargli le orecchie. Intesi Redfield?”
“Certo, capitano..” rispose Chris, mentre il cuore di Jill faceva un balzo come tutte le volte che Wesker approvava qualcosa che faceva o diceva lei.
Poi il capitano continuò dicendo “Quindi, se non avremo notizie entro domattina, nel pomeriggio vi voglio tutti pronti per partire. Chiaro?”
Alla risposta affermativa dei sottoposti Wesker aggiunse “Bene. Ora potete andare” congedando così i presenti che iniziarono a lasciare la sala. Frost uscì per primo, borbottando che andare in missione sarebbe stato sicuramente più divertente di stare in ufficio a soffocare tra le scartoffie, seguito poi da un ansioso Vickers. Barry semplicemente sperava che ci fosse almeno un motivo valido per utilizzare la sua preziosa Colt. Chris, invece, era rimasto piuttosto dubbioso riguardo a quella situazione. Non era mai successo che una squadra perdesse i contatti con la base. Per niente convinto di cosa sarebbe accaduto, il giovane uscì non prima però di aver lanciato un’occhiata a Jill che sembrava si stesse attardando.
La ragazza aveva una strana sensazione, come se lei e i suoi colleghi se non avessero tutti gli elementi necessari per ricostruire il puzzle che gli era stato appena messo davanti. Era sicuramente successo qualcosa al Bravo Team eppure erano tutti agenti scelti...Era davvero una situazione così critica da non poter essere gestita nemmeno da loro? Jill decise quindi di scambiare qualche altra parola con Wesker, ancora appoggiato alla scrivania con le braccia incrociate sul petto.
“Capitano..?”
“Mmmh?”
“Lei cosa pensa che sia successo?”

“Ed ecco Valentine sempre pronta ad indagare...Sei sicura di volerlo sapere davvero? Mia cara, non puoi nemmeno immaginare cosa ci aspetta, o meglio, cosa aspetta voi..”

“Non ne ho idea, Valentine. Per questo è meglio che andiamo a dare un’occhiata, no?”
“…” la ragazza prese a rigirarsi nervosamente le mani senza rispondere all’uomo.

“Sei confusa..?”

“Cos’è questo silenzio? Non vorrà mica tirarsi indietro..?”
“No. Certo che no...E’ solo che..”

“Oh, andiamo Jill. Tutti questi dubbi...Va bene. Evidentemente devo fare forza sulle vostre abilità per convincerti a non mandare tutto all’aria..”

“Cosa? Non siamo forse i migliori agenti della città?” disse allora lui sfilandosi lentamente gli occhiali per pulirne accuratamente le lenti.
Jill, stupita non poco da quell’azione, rispose “Certo, signore..” e si zittì quando si vide fissata da quel paio di occhi azzurri che agognava vedere più spesso.

“Reazione interessante...Non sarà mica un punto debole, Valentine..?”

“Mi rammenti, Valentine...Sbaglio o lei è entrata qui con il massimo punteggio, superando egregiamente tutti i test?” chiese lui mellifluo.
“No, signore...non sbaglia..” rispose lei con la gola improvvisamente secca e un sorriso imbarazzato. Poi continuò dicendo “Effettivamente ho avuto la media più alta..”
“..Oltre ad essere il migliore agente donna di tutto il Dipartimento” aggiunse lui.
“Così dicono, signore..”
L’uomo accennò un sorriso. L’aveva in pugno.

I could corrupt you in a heartbeat
you think you’re so special
think you’re so sweet.
What are you trying? Don’t even tempt me,
soon you’ll be crying and wishing you dreamt me.

“Mmmh. Davvero brava la piccola Jill...A guardarti sembri così dolce e inoffensiva. Sei la migliore, confrontata con tutti gli altri idioti dei tuoi compagni...Eppure..sei così ingenua..quasi più di loro”

Jill non sapeva che dire. Era piacevolmente lusingata ma allo stesso tempo imbarazzata, dal momento che lui non accennava a staccarle gli occhi di dosso. Si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre un lieve rossore le colorava le guance.
Dettaglio che non sfuggì all’uomo, il cui sorriso per un attimo si allargò impercettibilmente.
“Quindi, Valentine, perché mi sembra così agitata? Cos’è che la turba?”
“Non lo so...è che..ho un brutto presentimento..”
Lui allora drizzò la sua posizione e fece qualche passo verso di lei che istintivamente indietreggiò, facendo così scomporre il ciuffo che le coprì nuovamente il viso.
Wesker colse l’occasione al volo, avvicinando una mano alla ragazza.
“Suvvia, Valentine. Non è il caso di allarmarsi prima del tempo..” le disse, scostandole i capelli dal volto.

I could corrupt you, it will be easy
watching you suffer
girl, it would please me.
But I wouldn’t touch you with my little finger
I know it would crush you my memory would linger.


“Sei così intelligente...E’ quasi un peccato prendersi gioco di te in questo modo. Sarei tentato di rivelarti tutto quanto solo per tenerti accanto a me...per farti mia, Jill. Ma già lo sei, non è vero? Basta guardarti ora...persa nel semplice tocco della mia mano. Se solo volessi, basterebbe questo ad ucciderti...”

Per un momento Jill si fece sopraffare da quel contatto e chiuse gli occhi. Quando li aprì, si trovò a trattenere bruscamente il respiro vedendo il suo capitano ad una distanza troppo ravvicinata, come mai era successo prima. Lui si avvicinò sempre di più, fino ad accostarsi al suo orecchio. La ragazza rabbrividì sentendo il suo respiro sul collo.

I could corrupt you, it would be ugly
they could sedate you
but what good would drugs be.
But I wouldn’t touch you put my hands on your hips
it would be too much to place my lips on your lips.

“Jill, credimi...se potessi, eviterei volentieri di farti tutto questo...Ma ormai è troppo tardi e tu...tu sei così fragile. Debole, come tutti gli altri. Non c’è posto per voi nel mio progetto. Peccato. Non saprai mai quanto desidererei averti qui, ora...Ma non farò nulla...sarebbe davvero troppo posare le mie labbra sulle tue..”

Per un attimo Jill credette di svenire. Sembrava che si stesse per avverare la sua fantasia più ricorrente degli ultimi tempi...Wesker stava davanti a lei, così vicino da poter sentire il suo odore, il suo calore, da sfiorarle i vestiti con il busto...E lei che faceva? Se ne stava lì impalata senza sapere che fare. Mentre il suo cervello cercava di razionalizzare la situazione riuscì a captare la sua voce nell’orecchio. Un sussurro carezzevole che le recapitava il messaggio “Non c’è niente di cui preoccuparsi, Jillian...”
Wesker si scostò lentamente, sfiorandole appena la linea della mandibola con il naso per poi guardarla negli occhi. Jill si limitò ad annuire leggermente mentre lui si rimetteva gli occhiali e si avviava verso la porta.
Quando la raggiunse si voltò verso la ragazza.
“Andrà tutto bene. Basta non lasciarsi corrompere...” le disse, mentre uno strano sorriso si dipingeva sul suo volto. Poi lasciò la stanza.
Jill non si sentì affatto rassicurata da quell’espressione come sperava...Quel sorriso, più simile a un ghigno, aveva un che di inquietante. Rimase ferma a fissare il punto dove fino a qualche secondo prima c’era l’uomo. Poi confusa, ripeté mentalmente le parole del capitano: “..lasciarsi corrompere..?”

Purtroppo per lei, Jill Valentine, con suo grande rammarico, avrebbe capito solo dopo il senso di quella frase, a scapito suo e dei suoi compagni.
Perché, in effetti, ci vuole davvero poco per farsi corrompere.





   
 
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