Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |       
Autore: CrHacker98    24/06/2012    1 recensioni
Zack, un normale ragazzo adolescente, e un monastero usato dai campeggiatori. Sembra tutto apparentemente innocuo, ma l'eremo nasconde più segreti ed orrori di quanti se ne possano immaginare.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lies'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era un monastero antico, isolato da qualsiasi città, dove spesso i ragazzi si riunivano per giocare tra loro e fare una specie di campeggio nella natura.  I paesani del posto avvertivano sempre i giovani viaggiatori che era poco prudente avventurarsi all’interno di esso, spiegando che degli spiriti dannati si aggiravano là intorno. Ma i ragazzi sempre ignoravano questi avvertimenti, credendoli fandonie superstiziose. Del resto non si poteva non rimanere a bocca aperta di fronte alla maestosità dell’edificio, pieno di statue e colonne con le volte ricoperte da affreschi. La famiglia di Zack era la prima volta che si recava in quel posto, ma da come ne avevano sentito parlare doveva essere veramente splendido, l’ideale per una piccola vacanza per il figlio. Questi aveva appena quattordici anni compiuti la settimana prima, e questo campeggio lo seccava molto: fosse stato per lui sarebbe rimasto a casa a giocare con il computer o con i suoi amici, piuttosto che andare in un posto così noioso. Dopo alcune ore di viaggio arrivarono al monastero,  che si ergeva su un piccolo colle circondato da una fitta foresta. Il ragazzo scese dalla macchina con una pesante valigia, trascinandosela dietro a fatica. Era un ragazzo alto e magro, vestito con una felpa rossa e dei pantaloni lunghi verde scuro che gli cadevano sulle scarpe. Aveva i capelli neri con la frangia, due vivaci occhi castani, un naso normale e le lentiggini. Per la maggior parte del tempo era allegro, ma aveva quel pessimismo ironico ed era un tipo decisamente apatico e pigro. I suoi genitori erano divorziati, ma solo dopo un numero davvero impressionante di litigi, così era diventata sua abitudine cercare di placare qualsiasi conflitto, beccandosi il soprannome a scuola di “paciere”. Le ragazze non erano né schifate, né attratte da lui, ma Zack se ne fregava altamente di loro, a lui interessava solo riposarsi, divertirsi ed essere lasciato in pace.
Si voltò verso la madre che gli diede le ultime istruzioni. Il genitore portava una gonna lunga viola, una maglietta rosa pallido e un cappello a tesa larga nero. Era alta e slanciata, con due occhialoni neri da sole che le coprivano gli occhi verdi e dei capelli rossi ce scendevano morbidi sulle spalle.
- Mi raccomando, non ti allontanare dall’edificio e fai molta attenzione a cosa ti dicono gli istruttori. Divertiti. Ah, dimenticavo, nella tasca di lato ti ho messo il cellulare, ma fai attenzione che non è molto carico; comunque non credo ti servirà – gli disse accompagnandolo dentro l’edificio. “Divertirmi, come no! Credo che questa settimana sarà davvero noiosa” pensò il ragazzo. Si diresse con il bagaglio nel monastero antico. Entrò da un portone pesante in legno, pieno di fori dei tarli e piuttosto malconcio. Un lungo corridoio metteva in comunicazione l’atrio con una grande sala, dove una tavola  in legno massiccio non ancora imbandita occupava la maggior parte della stanza. Sulle pareti vi erano dipinti molti affreschi rappresentanti scene apparentemente dalla Bibbia, mentre solo l’ultimo era rovinato e scrostato, così che non si poteva vedere che disegno ci fosse dietro. Sempre alle pareti erano fissati degli antichi candelabri, ora spenti, mentre la luce entrava da due finestroni posti in fondo alla stanza. Ai lati,  due portoni più piccoli di quello da cui era entrato  comunicavano con altre due stanze. Al centro della stanza vi era un signore in piedi dall’aria allegra e sorridente. Era vestito con una maglietta a maniche corte gialla con una manica su fino alla spalla e l’altra giù, portava dei pantaloni marroni che gli stavano un poco corti, tanto che si vedevano le caviglie e per finire portava un paio di scarpe da trekking nere e blu, che non si accostavano per niente al vestito.  Aveva dei capelli ricci neri spettinati, la barba appena rasata con un pizzetto sul mento. Gli occhi lanciavano uno sguardo furbo, a dir poco volpino. Sembrava assorto nei suoi pensieri, ma quando vide la coppia fu come se si fosse svegliato.
- Benvenuti! Tu devi essere Zack, giusto? Ti stavamo aspettando per iniziare. Lei è sua madre, giusto? E quella è la tua valigia, uhm... sembra pesante, ci hai messo molta roba dentro, giusto?
Comunque signora lei ha l’assoluta certezza ce il ragazzo si troverà al sicuro nel nostro campeggio, la sola esplorazione del rudere è un’attività degna di nota...- a Zack sembrava mancasse qualcosa nella frase appena detta.
 – Giusto!!!- “Ah, ecco. Non aveva detto giusto...” pensò alzando gli occhi al cielo come implorando un aiuto divino.
- Mi scusi, ma qual è il suo nome?- chiese sua madre.
- Io sono il signor Giustino, l’intrattenitore... – al ragazzo stava venendo da ridere. “ Un nome davvero azzeccato”. Il genitore annuì approvando e spinse in avanti il ragazzo.
- Ora mi scusi, ma devo andare. Molti affari urgenti mi attendono in città...- disse con quella sua voce altezzosa che dava sui nervi a Zack. – Lo vengo a riprendere tra una settimana...- concluse rientrando in macchina e allontanandosi sulla strada sterrata. Il giovane rimase un minuto in un silenzio imbarazzato di fronte all’istruttore, ma poi quest’ultimo fece una risatina ed uscì fuori in giardino, lasciandolo da solo. 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: CrHacker98