Lui, davanti a me, pareva essere irraggiungibile.
Le sue perfette mani affusolate dentro le tasche della giacca, la testa bassa ed i suoi capelli arruffati che si confondevano con il colore della pelliccia del suo cappuccio...
Correvo, bagnato, sotto la pioggia, pur di riprendermelo.
-FABIOOO!-
Continuavo a strepitare, ma oramai ero sfinito, le gambe iniziavano a cedermi e la voce non riusciva a sovrastare il rumore delle gocce di pioggia che si scagliavano con forza sull’asfalto.
Ed io, già accasciato a terra, le bombe assordanti che esplodevano attorno a me, ed una ancora più grande che stava per esplodere all’altezza del cuore, non potevo che allungare le braccia verso quella figura ed illudermi di riuscire a toccarla.