24/06/2012
7 recensioniRating: PG
Warnings: Fluff (kind of), Spoiler S2
Word Count: 817 (fdp)
Disclaimer: non sono miei, non ci guadagno, non me li porto a letto, niente di niente.
N/A: Scritta per la V Notte Bianca @ maridichallenge e per 500themes_ita, prompt #33. Appello disperato.
A drunk man tells no tales
Ci sono un sacco di motivi per i quali Derek accetterebbe senza problemi di essere trascinato fuori dal letto poche ore prima dell'alba, senza aver avuto nemmeno il tempo di addormentarsi per bene dopo una nottata spesa a cercare di insegnare a tre teenager sovreccitati a non farsi ammazzare dal primo cacciatore di passaggio.
Stiles ubriaco non è tra questi motivi.
E a dirla tutta non sa nemmeno che diamine ci faccia lì, in piedi di fronte a quell'idiota che, mezzo seduto e mezzo sdraiato sul marciapiede davanti al locale, sventola una bottiglia di vodka per salutarlo.
Il fatto è che dalla chiamata di Stiles sembrava una cosa molto seria, almeno dal poco che era riuscito ad intuire dai suoi biascichi sconnessi, tanto che Derek si era convinto che il ragazzo fosse stato attaccato dal Kanima, ed era sicuro di trovarlo in un mare di sangue e budella, di certo non ubriaco marcio.
«Ehi Derek!», lo saluta invece il cretino, sorridendogli amabilmente. «Cosa ci fai da queste parti?»
Derek trattiene a stento il bisogno di fargli saltare qualche dente e incrocia le braccia al petto nel tentativo di farsi passare il prurito alle mani.
«Mi hai chiamato tu, Stiles», ringhia.
L'altro sembra sinceramente stupito della cosa.
«Davvero?», domanda, sgranando gli occhi.
«Davvero. E vorrei sapere perché diamine hai ritenuto che fosse una buona idea farlo», continua Derek.
Stiles lo fissa per qualche secondo, come cercando di ricordare.
«Ho chiamato Scott», attacca poi. «L'ho chiamato perché mi serviva un passaggio a casa, ed è questo che fanno gli amici, no?, ti danno un passaggio a casa quando hai bevuto troppo per guidare, così non ti vai a schiantare contro un albero o un lupo mannaro o qualcosa del genere, no? E insomma io l'ho chiamato, ma lui è con Allison, ci credi che è sempre con Allison? Sempre. Credo non vada neanche più in bagno per stare con Allison. Comunque mi ha detto di no. Di no, capisci? Che razza di amico è, vorrei sapere. Se lui mi avesse chiamato mentre ero con Lydia, io ci sarei andato. Penso. Cioè, mi sarei portato dietro anche Lydia, perché tanto noi non avremmo nessun motivo di giocare a Romeo e Giulietta, e ci sarei andato. Ma tanto non succederà mai. Io e Lydia, intendo, non che Scott mi chiami nel momento del bisogno. Lo fa sempre, è solo che non si sogna mai di ricambiare, quel maledetto ingrato», e a quel punto agita un pugno in aria, con tanto slancio che finisce disteso all'indietro.
Derek lo guarda come guarderebbe una mucca con tre teste, e non sa se è più stupefatto dalla quantità di parole che Stiles riesce a sputare al secondo, o dal fatto che gli parli come se lui fosse un suo amico, tipo. Cosa che non è affatto, ma gli sembra abbastanza inutile sottolinearlo.
«Non c'è neanche una stella stanotte, che schifo», mormora intanto Stiles, ancora sdraiato sul marciapiede.
Derek sospira. Non ha neanche più l'energia necessaria per arrabbiarsi. E prenderlo a pugni sarebbe né più né meno come mettersi a boxare con un coniglietto.
Allora, ancora senza sapere bene perché, si avvicina, si abbassa fino ad afferrare un braccio dell'altro e poi lo tira su con tanta forza che per un attimo lo solleva al di sopra della propria testa.
Stiles non gradisce affatto il trattamento.
«Che caz─!», urla, prima di trovarsi entrambe le mani di Derek chiuse sulle sue spalle, come due morse, e venire sospinto con estrema indelicatezza verso l'automobile.
«Oh no, no, no, no. Non ci pensare proprio», strilla ancora, coprendosi il collo con le mani. «Non ti azzardare a mordermi, chiaro? Non ho alcuna intenzione di diventare il tuo schiavetto peloso. Sono anche un po' allergico ai peli di cane, senza offesa, e- Ouch!», si lamenta, quando il pugno di Derek si abbatte sul lato della sua testa, interrompendo quello che si prospettava essere un nuovo soliloquio.
«Stiles, l'ultima cosa che voglio, ma proprio l'ultima, ancora meno di morire, è averti nel mio branco», gli ringhia in faccia Derek, esasperato. «Quindi cammina. E taci. Soprattutto taci. Se non taci ti faccio ingoiare la lingua, chiaro?», lo minaccia, poi apre la portiera e lo scaraventa dentro l'abitacolo.
Un borbottio indistinto è tutto quello che ottiene come risposta e, per amore dei suoi nervi, Derek finge di non aver sentito di nuovo la parola cane accompagnata da un aggettivo ben poco lusinghiero.
Si limita a inspirare ed espirare con calma forzata per qualche minuto, invocando una pazienza che è consapevole di non possedere, prima di salire a sua volta in macchina con un basso ringhio di gola a mo' di avvertimento.
Avvertimento che però cade nel vuoto, dato che Stiles si è già quasi addormentato sul suo sedile, sembrando, tra l'altro, seriamente intenzionato a sbavarci sopra.
Derek sibila una parolaccia, gli raddrizza la testa con un gesto brusco della mano e poi mette in moto, maledicendo mentalmente il momento ─ i momenti, anzi ─ in cui ha ritenuto che lasciar morire sbranato quell'idiota fosse una pessima idea.