Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Mushroom    24/06/2012    3 recensioni
Se le mura potessero parlare avrebbero sicuramente tante cose interessanti da riferirci; se il 221B di Baker Street potesse parlare, invece, avrebbe veramente tanto di cui lamentarsi.
Ma, in fondo in fondo, è un appartamento che ama i suoi inquilini, anche quando non sono un esempio di lucidità pratica e emotiva.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Il 221B di Baker Street
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: Sherlock Holmes, John Watson, il 221B di Baker Street
Rating: Verde
Avvertimenti: Slice-of-life, fluff, demenziale, commedia, stupidatevarie e fangirlaggini, pre-slash
Scritta per la V Notte bianca di maridichallenge con il prompt "Ho sonno" "Dormi" "...No" di  
s0emme0s
Wordcount: 611
Note: La notte bianca ha fatto venir fuori il peggio di me, sappiatelo. E sì, so che non si dovrebbe fare niente dopo le due di mattino (vedi: Ted Mosby) però io ho scritto questa.
Il povero 221B di Baker Street è diventato una fangirl.


C’erano alcune parole che il 221 B di Baker Street non aveva mai sentito; e il 221 B di Baker Street aveva sentito davvero, davvero tante parole. Parole che nessun’altro appartamento aveva mai udito. Fin da quanto era stato costruito (successivamente dopo abitato) nel lontano milleottocento ottantasette, le sue mura avevano assistito e commentato i più strampalati esempi di stupidità (o intelligenza, dipendeva molto dal punto di vista) umana. Uno di questi era rappresentato in piena regola dall’inquilino più recente, che recava il nome di Sherlock Holmes e che amava prendersela con le sue adorabili, ottocentesche pareti, rifinite da una carta da parati ormai ammuffita – e se il duecento ventuno B di Baker Street avesse potuto parlare, niente e nessuno gli avrebbero impedito di mandare John Watson a comprare un nuovo tipo di carta da parati. Niente e nessuno.
In ogni caso, il 221 B aveva imparato a conoscere i suoi coinquilini. Sapeva quali erano le loro abitudini (disordinate, lasciateglielo dire), i modi di agire e di pensare. Aveva udito litigi e risate, qualche incomprensione e ogni sorta di storia. Davvero, perché nell’essere la casa di John Watson e Sherlock Holmes venivi a conoscenza di ogni tipo di racconto, anche del più stupido; c’erano persone che chiedevano consulto per un paio di chiavi smarrite – e Sherlock diceva “noioso” e John sbuffava e infine al potenziale cliente venivano dette tre o quattro cose sulla propria vita (di cui neanche lui era a conoscenza) e veniva indirizzato verso le chiavi con un letargico insulto da parte dell’unico consulente Detective esistente.
Le uniche parole che il 221 B di Baker Street non aveva mai sentito pronunciare a Sherlock Holmes erano costituite dall’alternarsi del verbo essere e di quello dormire, alla prima persona singolare.
«Ho sonno».
Ebbene, quel giorno, le disse. E le mura domestiche non furono le uniche ad essere sorprese. John Watson alzò immediatamente gli occhi dal suo libro, con l’espressione tipica di chi ha appena assistito a un piccolo miracolo e ne sta contemplando le fattezze, solo per ricordarne meglio i dettagli e capacitarsi della sua reale esistenza. Sbatté le palpebre e dovette negarsi l’impulso di scuotere Sherlock e chiedergli che fine avesse fatto; oppure se avesse battuto la testa molto forte.
Il Detective, di rimando, affondò la testa nella sua spalla, facendogli cadere di mano il libro e incastrando John nel divano. È troppo occupato a realizzare quello che ha appena detto per reagire, pensa l’appartamento. Oppure si stanno finalmente rassegnando. Il 221 B ha scommesso cinquanta pezzi di malta con il 221 C, su di loro.
«Dormi» rispose il dottore, con l’ovvietà di un uomo che quando ha sonno dorme, e non fa esperimenti sulla fase REM e NREM. Sherlock sbuffò, emettendo un borbottio. «... No».
John sbattè di nuovo le palpebre, come se l’illusione che Sherlock potesse rasentare l’umanità si fosse appena infranta. Non ne sembrava molto deluso, quantomeno; rincuorato era la parola giusta per descriverlo. Riprese il libro e lo chiuse con cautela, e mentre stava per dire qualcosa riguardo all’ordinare cinese (perché lui si concedeva il lusso di mangiare, oltre a quello di dormire), Sherlock Holmes si era già addormentato.
Il 221 B di Baker Street, qualche volta, vorrebbe veramente crollare sopra le loro teste. Quanto ci mettevano a scopare, cristo?
Scosse le mattonelle con dissenso – anche se lo fece solo come proposito; perché un appartamento non aveva veramente la facoltà di muoversi, solo di vedere e ascoltare.
John Watson accese la tv, la BBC dava le repliche della stagione classica di Doctor Who. Si rifiutò di guardare oltre, e comunicò al 221 C che c’erano stati progressi, quantomeno; e che sì, gli doveva quei cinquanta pezzi di malta.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Mushroom