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Autore: Hurricane_Dance    24/06/2012    3 recensioni
«Non farlo.» La sua voce alle mie spalle mi coglie di sorpresa, non dovrebbe essere a casa a quest’ora.
Mi afferra per un braccio con la sua mano forte.
«Lasciami!» gli urlo con la voce spezzata.
Nicholas indietreggia e solleva entrambe le braccia in segno di difesa.
E io sono ancora lì, sospesa tra la vita e la morte.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay, non so precisamente come mi sia nata l'idea per questa one-shot.
Spero comunque che vi piaccia e lasciate qualche recensione, se volete :)
Claudia ♥   



Sono in piedi sulla ringhiera del balcone del settimo piano.
Le automobili sulla strada sotto di me corrono veloci, senza prestare attenzione a una diciottenne che sopra le loro teste ha intenzione di porre fine alla sua esistenza.
Le gambe mi tremano e i tacchi alti a malapena mi sostengono.
Il freddo vento di gennaio mi spinge i capelli davanti agli occhi.
Voglio mettere fine a questa vita schifosa, ma non riesco ad armarmi di coraggio.
«Non farlo.»La sua voce alle mie spalle mi coglie di sorpresa, non dovrebbe essere a casa a quest’ora.
Mi afferra per un braccio con la sua mano forte.
«Lasciami!» gli urlo con la voce spezzata.
Nicholas indietreggia e solleva entrambe le braccia in segno di difesa.
E io sono ancora lì, sospesa tra la vita e la morte.
Lo sento sedersi per terra e accendere una sigaretta.
«Dai Annie. Fallo. Abbi coraggio, salta. E se non lo fai subito, sappi che ti riporterò in camera.»Dichiara in tono fermo.
«Vai via.»mormoro cercando di assumere un tono duro.
Lui non risponde e getta la sigaretta giù dal balcone, facendola passare vicino a me.
Mi sporgo di più, per osservare la sua caduta, ma il piede mi scivola e perdo l’equilibrio. Lancio un urlo aspettando che la forza di gravità mi trascini giù, ma Nick mi afferra appena in tempo per le gambe e insieme cadiamo sul pavimento del balcone.
Mi tiene stretta tra le braccia e riesco bene a riconoscere l’odore di sudore e fumo che ormai da anni lo caratterizzano.
l suoi occhi fiammeggianti di rabbia sono fissi nei miei.
«Non farlo mai più, hai capito?»
Mi limito a singhiozzare nascondendo il viso nel maglione.
Si alza e torna in camera. Si siede sulla poltrona e accende un’altra sigaretta.
Non so per quanto tempo sto seduta sul balcone piangendo ancora traumatizzata.
Piccoli fiocchi di neve iniziano a cadere quando decido di rientrare nell’appartamento.
Entro nella camera e il solito odore di fumo impregnato nei muri e nei mobili mi invade le narici.
Mi sdraio sul letto e osservo il ragazzo di fronte a me.
E’ colpa sua se questa sera stavo per suicidarmi. A causa sua la droga, la violenza, la prostituzione sono entrati a far parte della mia vita. Ma nonostante questo è riuscito a farmi innamorare di lui. E’ riuscito a rubarmi il cuore, a renderlo un suo prigioniero, come lo sono io.
Mi sono innamorata di colui che mi ha rovinato la vita.
«Perché l’hai fatto?» sussurro a voce inudibile.
«Cosa?»
«Perché mi hai salvato la vita?»
Per la prima volta vedo la sua sicurezza scomparire, sembra incerto su cosa rispondermi «Perché… perché sono tuo amico.»
«Non dire stronzate Nicholas. Tu mi odi. Mi hai sempre trattata come un cane.»
Si alza in piedi e si incammina verso di me. Stringe forte i pugni, probabilmente l’ho fatto arrabbiare ancora di più.
Mi tiro su a sedere e raccolgo le gambe con le braccia cercando di proteggermi così.
Si siede sul bordo del letto vicino a me.
Solleva una mano, ma non mi dà uno schiaffo, infatti mi accarezza il viso anche se mostra un po’ di insicurezza.
«Annie.. tu sei diventata qualcosa di importante. Ultimamente quando vedevo qualche altro uomo avvicinarsi a te provavo una sensazione strana, che non avevo mai provato per nessun’altra.»
Gelosia? Protezione? Possesso?
«Sei un bugiardo. Tu mi hai sempre usato come un giocattolo. Se veramente provi quello che hai appena detto non mi daresti in prestito ai tuoi amici due sere sì e una no.»
Lui scuote la testa, sembra ferito dalle mie parole. «E’ da tempo che non succede. Non te ne sei accorta?»
Si, è vero. E’ da più di un anno che preferisce tenermi confinata per lunghissimi giorni in questa camera, divenuta ormai come una galera. Ma lui non sa che le cicatrici di quegli episodi sono ancora impresse dentro di me.
Lentamente il suo viso si avvicina,«Annie…io… » so benissimo cosa sta per dire. Ma non voglio sentire quelle parole, non lo voglio e basta.
Annullo la distanza tra di noi e appoggio la mia bocca sulla sua.
Le sue labbra sono calde e morbide.
Nessuno dei due si separa e approfondiamo il bacio. Infilo una mano tra i suoi ricci e lui appoggia le mani sui miei fianchi.
Dopo un po’ di tempo mi respinge lentamente.
Scatta in piedi e si allontana. Appoggia la fronte sul muro e lo sento imprecare sotto voce. Sembra disperato.
Abbiamo sbagliato, è ovvio.
Non ha mai provato una cosa del genere, non ha mai baciato un ragazza con amore e vede questo atto come un’illegalità, un’infrazione del suo modo di vivere.
Non potremo mai coltivare il nostro amore, non potremo mai far nascere un vero rapporto tra noi.
Perché questo è un amore malato.
Silenziosamente apro il cassetto del comodino. Con mano tremante afferro la pistola di Nicholas e me la punto alla tempia.
La scena seguente accade come al rallentatore: Nick si gira, mi vede e un’espressione confusa e terrorizzata si dipinge sul suo volto.
«No!» urla mentre si precipita verso di me.
Troppo tardi.
Premo il grilletto.






  
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