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Autore: Caramell_    24/06/2012    2 recensioni
10° - Attesa
Chizu non aveva mai pensato all’amore. Quasi mai. Non lo riteneva una parte fondamentale della sua vita. Avrebbe trovato qualcuno, certo e, anche se non ne era convinta, non si disperava. Aspettava, paziente quel dolce sfarfallio alla bocca dello stomaco e il rossore colorarle le guance. Aveva degli amici, ora, questo era l’importante. Rimuginava su questo, quando gli si avvicinò Ryu, il sacco del pranzo nella mano destra e un sorrisetto sardonico negli occhi. E, proprio mentre non se lo aspettava, così forte da farla tremare, lo sfarfallio gli occupò lo stomaco e le guance le si colorarono di rosso.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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L'abbraccio morbido dei miei jeans
Primi dieci passi


kimi ni todoke kimi ni todoke
kanawanai koi demo ii kizutsuite mo ii
nando demo tsutaetai


1° - Jeans
Chizu non amava indossare gonne. O almeno non più. Lo faceva da piccola – ricordi di fanciullezza – lo faceva spesso. Non che l’odiasse ma ora, ad un corto pezzo di stoffa svolazzante, preferiva di gran lunga l’abbraccio morbido dei pantaloni di stoffa o dei jeans attillati. L’aveva fatto presente a Yano-chi e a Sawako-chan – compagne e amiche fidate – così come l’aveva fatto notare a Ryu senza un normale perché. Ed era stata immensamente felice quando, voltandosi verso di lei e sorridendo in quel modo dolce, Ryu le aveva confidato, senza alcuna vergogna, che si, era perfettamente d’accordo con lei e che quel giorno era davvero bellissima in camicia e pantaloni di jeans.
 
2° - Baseball
Ryu era un ragazzo comune, piuttosto taciturno ed estremamente pigro, ma comune, in fondo. Non che ci fosse qualcosa di male nell’esserlo, però Chizu sapeva che non era proprio così.  Era un ragazzo comune, ok, il suo Ryu, eppure aveva qualcosa di unico, qualcosa che solo lei vedeva. Come la scritta rossa a sfondo bianco del suo cappellino da baseball che, puntualmente e ad ogni partita, si toglieva e, energico, sventolava nella sua direzione.
 
3° - Palla
Sudato e accaldato, aveva gli occhi fissi sul battitore. La palla gli si formava nella mente, così come i movimenti che avrebbe seguito. Con lo sguardo abbracciò tutto il campo. L’erba che vi cresceva intorno, la terra brulla sotto le scarpe e, lentamente, reclinò la testa. Un sorriso appena accennato venne nascosto prontamente dalla visiera del cappellino nel vederla lì, in pantaloncini e maglietta bianca, gli occhi chiusi e un sorriso sulle labbra.
Riportò gli occhi sul battitore e sgomberò la mente, pronto a lanciare. Non sapeva se quella palla sarebbe andata a segno. Se quello sarebbe stato il suo ultimo lancio. Sapeva solo – e con chiarezza – che era per quel sorriso che lui giocava.
 
4° - Sorriso
Tooru era tornato da poco, aveva salutato tutti, sua madre, costantemente calma e rilassata mentre armeggiava in cucina e suo padre, il giornale in mano e una tazza di caffè a portata di mano. Aveva trovato Ryu con un sorriso appena accennato sulle labbra, composto nella sua posizione immobile, più alto dell’ultima volta e un po’ scuro in volto, come a volerlo avvisare di qualcosa che nemmeno lui comprendeva appieno. Poi, superati i saluti e i sorrisi felici e malinconici, aveva chiesto di Chizu – piccola amica d’infanzia – perché la notizia che aveva portato con sé nella sua casa lei doveva saperla, sarebbe stata felice per lui e poi, glielo doveva. Solo che, quando l’aveva fatto, il sorriso di Ryu aveva assunto quella nota marcata e stonata che gli aveva fatto capire che, forse, non sarebbe stato proprio così.
 
5° - Fratello
Ryu non era mai stato geloso di suo fratello. Non ne aveva mai avuto motivo. E poi era stancante, la gelosia. Eppure, quando Tooru tornò a casa e, come era prevedibile chiese di vedere Chizu, al loro incontro Ryu non poté fare a meno di invidiare quel suo fratello perfetto, geloso soprattutto degli sguardi che Chizu gli lanciava.
 
6° - Carattere
Chizu aveva sempre pensato a Ryu come ad un amico d’infanzia. Piccolo, taciturno e attento ne completava il carattere così energico, trillante ed emotivo.
 
7° - Cibo
Chizu amava mangiare. Ramen soprattutto. Glielo si leggeva in faccia quando, gli occhi spalancati e l’acquolina in bocca, si fiondava su una di quelle scodelle di ramen istantaneo e lo divorava tanto velocemente che Yano aveva appena fatto in tempo a sbattere le palpebre. A volte si chiedeva come facesse, quella sua amica pazza e rideva, osservandola ancora mentre frugava anche nel suo zaino in cerca di dolciumi o del suo cestino per il pranzo.
 
8° - Sguardo

Sawako non era mai stata brava in quel genere di cose. Era rimasta chiusa nel suo piccolo mondo ovattato fino a che non aveva incontrato, insieme a Kazehaya, anche Yano e Chizuru. Da lì, il suo piccolo guscio si era sfaldato e ora stava cominciando a disfarsi, come se fosse bruco che diventa farfalla. Eppure, nella sua ignoranza, ogni volta che guardava Ryu e con un po’ di coraggio ne seguiva lo sguardo, non riusciva a non pensare che il ragazzo – forse per noia o forsebeh, non lo sapeva – non smetteva un attimo di guardare Chizuru, troppo occupata a mangiare per accorgersi di qualcosa. E, da quello che poteva notare, era uno sguardo che non rivolgeva a nessun altro, nemmeno a Kazehaya, a cui era così legato.
 
9° - Mano
Ryu aveva sempre vegliato su di lei. Senza farsi notare, l’aveva sempre seguita con lo sguardo. L’aveva sostenuta, sorridendole e porgendole la mano – grande e umida – che tanto riusciva a tranquillizzarla.
 
10° - Attesa

Chizu non aveva mai pensato all’amore. Quasi mai. Non lo riteneva una parte fondamentale della sua vita. Avrebbe trovato qualcuno, certo e, anche se non ne era convinta, non si disperava. Aspettava, paziente quel dolce sfarfallio alla bocca dello stomaco e il rossore colorarle le guance. Aveva degli amici, ora, questo era l’importante. Rimuginava su questo, quando gli si avvicinò Ryu, il sacco del pranzo nella mano destra e un sorrisetto sardonico negli occhi. E, proprio mentre non se lo aspettava, così forte da farla tremare, lo sfarfallio gli occupò lo stomaco e le guance le si colorarono di rosso.
  
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