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Autore: Robin7    25/06/2012    2 recensioni
Era una notte tranquilla e la Sunny scivolava leggera sulle onde.
Era una notte tranquilla e una brezza piacevole scompigliava i capelli a un’irritata Nami, a cui quella brezza non piaceva per niente. Quella notte era toccato a lei il turno di guardia, poiché quell’ imbecille di Zoro aveva alzato troppo il gomito. Lui e il suo dannato sakè!, pensò infuriata la navigatrice.
Era una notte tranquilla, eppure qualcosa non andava.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Franky, Mugiwara, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.Paure comuni.

Stava andando tutto bene, oltre ogni più rosea aspettativa. Il mare era calmo dopotutto, e non c’era motivo di preoccuparsi.

Ormai tranquilla, Nami si accoccolò sotto gli alberi di mandarino della sua Bellmer e guardò le stelle, i milioni di puntini luminosi che la guardavano da lassù, indifferenti e lontani.

Eppure qualcosa non andava. Non sentiva tanto il pericolo per lei, quanto per la sua ciurma; la sua amata ciurma. Da quando era lì con loro erano successe tante di quelle cose! Alcune tristi, altre piacevoli e adesso aveva una marea di fratelli (che a volte preferirebbe non avere!) e una bellissima sorellona. Quanto le era mancata in questi due anni! Non che a Weatheria si fosse trovata male, ma lì era solo Nami, e non la Gatta Ladra dei Mugiwara. Erano stati due anni davvero lunghi, ma ora erano di nuovo tutti assieme e niente li avrebbe divisi di nuovo!

Un sorriso sfacciato si fece strada sul viso di Nami, che riprese il pattugliamento della nave.

***

Aveva approfittato dell'ospitalità degli abitanti dell'ultima isola per fare un bel giro nelle librerie. Il libro che aveva scelto – e che ora stava leggendo – era molto interessante.

L’archeologa era seduta alla scrivania da ore ormai, troppo presa dalla lettura per accorgersi del passare delle ore. Ma era notte fonda, ormai, e era diventato impossibile ignorare la supplica dei propri occhi, imploranti riposo.

Si alzò, anche per sgranchirsi un po' le gambe e fece un giro per la Sunny.

Passarono i minuti, e della rossa nessuna traccia. Si stava appunto chiedendo dove potesse essere, quando sentì un fruscio e si girò, pronta a usare i propri poteri.

« Ah... sei tu, Nami » sorrise, abbassando le braccia.

« Perché? Chi dovrebbe esserci? » chiese l’amica, agitandosi nuovamente.

« Calma Nami, non c’è nessuno! » rise l’archeologa, divertita dall’agitazione della sorellina; non che lei si sentisse tranquilla: aveva cercato di ignorare la sensazione durante lo studio del libro ma ora era una cosa tangibile! Qualcuno stava arrivando. Lanciò uno sguardo malinconico al mare che circondava la nave, ma il buio copriva tutto. Certo che se qualcuno li avesse attaccati, non li avrebbero di visti arrivare.

Forse il suo sguardo era troppo serio, o era rimasta fissa sul mare troppo a lungo, perché Nami si accorse della sua inquietudine.

« Mpf... tu ridi, ma non mi sembri così tranquilla come vuoi farmi credere! » disse infatti.

« Fufu... mi hai beccato. Dici che è il caso di svegliare tutti? »

La giovane ci meditò un po' su. « No, non credo. La stanchezza ci fa vedere pericoli ovunque. » decretò, reprimendo uno sbadiglio.

« Sì, forse hai ragione... » Non finì la frase che sentì un tonfo alle sue spalle.

Tonf.

Mentre si girava ne sentì un altro.

Tonf.

Una figura alta e imponente si stagliava davanti a lei. Robin incrociò velocemente gli avambracci, pronta a combattere. Un gemito soffocato alle sue spalle la allarmò. Nami!

Si giro in tempo per vedere un’altra figura che teneva in ostaggio la rossa, puntandole una pistola alla testa; le clima takt le erano cadute quando l'uomo le aveva stretto il braccio una morsa, e ora giacevano a terra, irraggiungibili.

Robin si liberò del proprio aggressore in pochi secondi e si concentrò sul da farsi.

La figura parlò, per niente impressionata dal gesto di Robin :« Non cercare di chiamare aiuto o lei muore. »

Tonf.

Un altro?

Ma Robin non fece in tempo a girarsi: la trappola era stata tesa. Un braccio le circondò il collo e qualcosa fece pressione fra le scapole. Iniziò a perdere le forze e cadde in ginocchio, riuscendo a malapena a tenere gli occhi aperti.

« Aveva ragione il capo. Questa agalmatolite è una vera bomba. »disse l'uomo, rivolto al suo compagno. Questi si lascio sfuggire una risatina compiaciuta.

« Oh, è molto più efficace! E fa effetto in fretta, vero? » le sussurrò beffardo l’aggressore, soffiando il suo fiato caldo sul collo. « Soprattutto in queste quantità! »

Nami assistette alla scena in silenzio, per paura di fare un passo falso e spingere quegli uomini a uccidere la compagna. Quando capì che gli aggressori volevano l’archeologa viva, era già troppo tardi: Robin aveva perso i sensi.

« Che ne facciamo di questa? » chiese quello che la teneva.

«Boh! Lasciala pure qui... non ci troveranno mai. Io prendo Nico Robin, tu occupati di quell’idiota che si è fatto atterrare. »

Poi non sentì più niente. L’ultima cosa che vide fu uno dei suoi aggressori caricarsi Robin in spalla.

Dolore alla testa, forte. E poi solo buio.


Angolo dell'autrice.

Allora... ecco il primo :)


  
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