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Autore: Hey_Ashes    25/06/2012    1 recensioni
[Traduzione]
La vita nelle Zone si è rivelata un pò più facile da quando una certa persona è scomparsa rifugiandosi nel mondo al difuori della California. Certo, c'è Korse, e i Draculoidi ecc, ma sembrava almeno che un problema si fosse tolto di torno da solo. Non per molto. Destroya è sulle loro tracce, assetata di vendetta.
[AU! Killjoys!]
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Allora, c'è immediatamente da precisare che questa piccola, adorabile meraviglia non è mia, bensì di quel tesoro di Valiencepoison che mi ha permesso di tradurla.
Qui trovate la storia originale:  
http://my-chemical-fic.livejournal.com/506355.html
Ora, c'è da dire che forse come traduttrice non sono granchè ma sto facendo del mio meglio per tradurre nel modo più fedele possibile ed ho già dei capitoli pronti e lavoro a questa traduzione abbastanza incessantemente (forever alone...) quindi spero di portarla avanti con una certa frequenza. Mi rendo comunque conto che il modo di scrivere risulterà un pò ingessato, ma lasciate che ci prenda la mano c.c

Disclaimer: I personaggi non appartengono nè a me nè all'autrice della storia (per adesso...)

Enjoy!


 

-Chapter 1-
Dead Flies in the Summertime.

 

*Party Poison*


"Non credere a ciò che dicono."

 

Poison portò lo sguardo verso il sole morente, i capelli di un rosso fiammeggiante ricadevano disordinati sul volto pallido.

Guardò alla sua sinistra, e Kobra stava facendo lo stesso, con un'espressione vacua sul volto. Aggrottò la fronte, socchiudendo leggermente gli occhi.

"Giusto. Quindi non l'hai mai fatto?" chiese suo fratello voltandosi verso di lui guardandolo confuso.

"Mai. Cioè, non nel modo in cui ti hanno detto. Credo che abbiano gonfiato la cosa, sai come sono fatti Ghoul e Jet. Eri probabilmente troppo piccolo per ricordare come è andata veramente, se devo essere sincero." Rispose Poison, tornando a fissare il sole.

La sua mente scivolò nella distrazione ancora una volta, mentre con gli occhi esaminava l'ambiente circostante. Il deserto intorno a lui lo intrigava ogni giorno come se fosse la prima volta. Qualcosa di diverso catturava sempre la sua attenzione, anche quando i suoi compagni sembravano iniziare a trovare noioso il fatto di vedere sempre la stessa, vecchia sabbia. Per Party Poison, era diverso. Un semplice fiore di cactus rallegrava la sua giornata, dimostrando che se persino i fiori potevano sopravvivere a tutta quella merda, anche lui poteva. Gli dava sempre quel briciolo di speranza che gli serviva per arrivare al termine della giornata: lui odiava sentirsi abbattuto.

Suo fratello invece non si era mai lontanamente buttato giù in tutta la sua vita: la sola idea lo infastidiva.

"Devi dirmelo, Poison! Ora che hanno di nuovo tirato fuori questa storia non puoi lasciarmi qui col dubbio per sempre!" Disse Kobra infastidito, con un ghigno subdolo stampato sul volto perfetto. "Una donna. Più te. Più l'estate. Questi elementi potrebbero portare ad una vasta gamma di diverse circostanze."

"Oh, zitto. E' acqua passata, sono andato avanti! Sentire il suo nome o conoscere la sua storia non ti condurrà a niente. Fa parte del passato, ormai." Ribattè velenosamente il maggiore, per poi ritrovarsi a fissare il sole per l'ennesima volta. Una ciocca di capelli sporchi gli ricadde sugli occhi, costringendolo a scuotere la testa innumerevoli volte per rimandarla a posto.

"Pfft." Sibilò l'altro, accennando un diniego con la testa.

Il rosso si ritrovò ad ascoltare i suoi pensieri, che parevano agire come un'entità a parte nel suo cervello. Adesso la verità è accettabile, ma Kobra non deve sapere niente di questa storia, mai. Il dolore adesso si può iniettare, Dio, fa che non mi succeda di nuovo. Il processo è il progresso, la situazione è critica. Per Lei la fede non è disponibile, al momento. Le vite diventano incredibili, i Killjoys non muoiono mai.

 

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*
Fun Ghoul*


Zona 6. In cielo nemmeno una nuvola, sfortunatamente. Ghoul sospirò: gli mancava il tipico clima americano. Nel deserto c'è troppo sole e troppa poca...varietà di paesaggio. Gli mancava l'ora di punta, gli uccellini che erano soliti cagare sui suoi vestiti stesi, i tassisti che non si preoccupavano di quanto spericolata fosse la loro guida. Gli mancava la vita di prima. Ma il passato è passato, pensò, portando la sua bandana a stelle sulla bocca, fermandola con un doppio nodo dietro la nuca. Si passò una mano tra i capelli scuri e sospirò di nuovo. Più vicino si trovavano a Battery City, più nervoso si sentiva. Probabilmente era dovuto a Lei. Scosse la testa, cercando di scacciare il pensiero: dev'essersi spostata al difuori della California, qualsiasi siano le condizioni del “Fuori”. Si domandò come potesse essere diventato il New Jersey. O l'Inghilterra. La Better Living stava controllando anche loro? Non gli era dato di conoscere la risposta.

Tagliò il contatto coi suoi pensieri quando vide Party Poison e Kobra Kid camminare verso di lui, con il sole che ne disegnava le ombre alle spalle. Il rosso pareva un sogno. I suoi capelli gettavano un'ombra vibrante suoi suoi occhi profondi, e le parole non potevano descrivere quanto bella apparisse la sua pelle: come quella di una bambola di porcellana. Una voce sofferente nel suo cuore gli disse: No, Ghoul. Hai avuto la tua possibilità, poi è arrivata Lei e hai rovinato tutto. Vai avanti, fattene una ragione.

"Ghoul. Ghoul?" Ripetè Poison schioccando le dita innumerevoli volte davanti alla sua faccia. Ghoul sobbalzò, senza realizzare che stava fissando quel bellissimo uomo da fin troppo tempo. Arrossì imbarazzato. Poison rise. Risata che dentro la sua testa risuonò come una bella melodia. Kobra alzò un sopracciglio in direzione del più basso: si era probabilmente reso conto che le cose iniziavano a farsi strane, e chiese se qualcuno avesse visto Jet. Il moro tirò un sospiro di sollievo, ma poco dopo i suoi pensieri arrivarono ad un'ulteriore svolta: dov'era Jet? Andava sempre a farsi un giro senza avvertire, era ridicolo. Il più grande scrollò le spalle, suggerendo di iniziare a cercarlo. Sì indirizzò verso Oriente, con il fratello più giovane a fianco. Ghoul si incamminò subito dietro, osservando ogni passo del compagno dai capelli rossi.

Esci dalla mia testa, Poison. - Disse il suo cuore - perchè sai, sta diventando abbastanza insopportabile.

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*
Jet Star*


Jet era abbastanza contento di starsene seduto, mentre il sole tramonta lentamente, cercando di preparare un fuoco da far trovare pronto agli altri, ad essere sinceri. Un soffiò di vento lo colpì in faccia, scompigliandogli i capelli ricci. Si passò una mano sul viso, stringendo i denti: non era abituato a quelle condizioni climatiche, e sapeva che con quel vento non sarebbe stato in grado di creare nessun tipo di fiamma. Sospirò, buttando a terra la scatola di fiammiferi e si distese sulla sabbia, lo sguardo rivolto al cielo cremisi. La vita non era male. Viveva camminando sul filo del rasoio,una cosa che aveva sempre voluto fare. Era decisamente meglio che lavorare in una libreria del Jersey. Era andato a trovare degli amici in California, quando accadde il disastro. Chiuse gli occhi, bloccando il flusso dei pensieri: non gli piaceva pensarci. Ma sì, si era svegliato con l'unico sopravvissuto tra i suoi amici e due sconosciuti, in un campo di terra bruciata, con elicotteri e furgoni bianchi ovunque. La dannata BLI era dappertutto. Svegliò gli altri e iniziarono a correre, non sapendo dove andavano né da dove venivano, ma avevano la sensazione che restare in California non fosse una buona idea. Adesso sapeva che anche gli altri erano sopravvissuti, e che vivevano senza emozioni. Lo rattristava. La Better Living aveva anestetizzato ogni sentimento possibile, rinchiudendo i cittadini dentro Battery City, facendogli credere di essere felici e di amare la propria vita. Ma loro non stavano vivendo, lui si. Il suo amico era Fun Ghoul, che sì, aveva un nome normale prima dell'accaduto, ma l'idea di vivere un'esistenza “normale” era ben lontana dalla realtà, ora come ora. Non riusciva nemmeno a ricordare quale fosse, il suo nome.

Sommerso tra i suoi pensieri, non si era accorto che si era già fatto buio, e che la temperatura era calata vertiginosamente. Decise di tentare di nuovo con il fuoco, e dopo tre tentativi il bastardo cedette, accendendosi. Tornò a distendersi con un sorriso soddisfatto, riprendendo il suo viaggio a ritroso nei ricordi.

Gli altri due erano fratelli. Party Poison e Kobra Kid. Wow, che coppia. Non aveva mai visto niente di simile a loro: due essseri umani, o meglio, Killjoys, così diversi ma allo stesso tempo così simili. Li chiamava “Ossimori”. Quando erano fuggiti si erano resi conto di essere al difuori della “Zona di Sicurezza” di Battery City e all'interno delle zone, gravemente danneggiate dalla catastrofe. I furgoni erano impossibili da vedere, ma le luci degli elicotteri erano ben visibili al disopra della città, e Poison gli disse che non potevano tornare indietro, e che se la sarebbero dovuta cavare da soli. All'inizio Jet si sentì confuso, ma adesso capiva: potevano anche essere sconosciuti, ma da quel momento in poi avrebbero dovuto cambiare i loro nomi, il loro aspetto e i loro vestiti e vivere nel rischio. Ma un rischio divertente. Non sarebbero dovuti tornare finchè la BLI non fosse caduta. Solo Dio sapeva quanto ci sarebbe voluto.

Si tirò su appena sentì il suo nome venire chiamato da voci a lui familiari.

"Qui, ragazzi! Ho acceso un fuoco!" urlò in risposta, ed agitò le braccia in direzione delle voci per essere visto. Gli altri tre gli corsero incontro dopo averlo visto, e Jet sorrise ad ognuno di loro.

Si rilassò, felice di notare che non avevano avuto a che fare con alcun Draculoide da almeno due giorni. E si sentiva tranquillo, ma un pensiero continuava a martellargli il cervello: Abbiamo a che fare con una cooperazione in progresso, le persone muoiono durante il processo. Scrivilo per quelli che vogliono andarsene, canta per il mondo. Vivi per loro, la tua missione è aiutarli. L'arte è l'Arma.

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*Kobra Kid*


Kobra estrasse il suo blocco e la sua penna, ed iniziò a scrivere: aveva un talento per questo genere di cose, prima del disastro. E l'aveva ancora. Prese il blocco da Dr. D, quando giunsero alla sua stazione radio. Voleva diventare un musicista, e lo desiderava ancora adesso, ma sapeva che era impossibile a meno che la BLI non crollasse. E anche in quel caso, restava una speranza abbastanza vana. Ma provava ancora gioia nello scrivere testi da far cantare a suo fratello. Fissò le parole nel suo palmo, strizzando gli occhi a causa della luce fioca fornita dal fuoco di Jet, ascoltando le voci e le risate degli altri. Per una volta, si sentì felice. Un sorriso lampeggiò sul suo volto, ed iniziò a canticchiare a bocca chiusa, evidentemente più forte di quanto pensasse: se ne accorse quando udì gli sghignazzi degli altri tre. Li mandò a farsi fottere ed abbassò lo sguardo, iniziando a ridere tra sé e sé.

"Cos'hai scritto stasera, eh Kobe?" Chiese Poison prendendo il blocco dalle mani del fratello per poi leggere velocemente il testo "Roba forte!" Esclamò per poi iniziare a cantare il pezzo ancora incompiuto. "From mall security, to every enemy, we're on your property standing in V formation, you run the company, fuck like a Kennedy, I think we'd rather be burning your information, make no apologies, it's death or victory, on my authority; crash and burn, young and loaded, let's blow an artery, eat plastic surgery, keep your apology, give us more detonation." Cantò, seguendo una melodia uscita dal nulla, e tutto andò a posto da sé, tutto funzionava. Kobra portò lo sguardo verso Ghoul, che fissava incantato suo fratello in un moto di ammirazione che lo fece ridacchiare. C'era qualcosa in quel ragazzo, Kobra però non riusciva a spiegarsi cosa.

Poison sorrideva al pezzo di carta, le labbra incurvate verso destra. "La adoro, K, ma manca un po' di semplicità."

Il fratello lo guardò interrogativo.

"Del tipo?" Domandò poi.

"Una specie di melodia, come il beat di una base, ma con la voce. Capisci cosa intendo? Tra le varie strofe. Del tipo, non lo so, Da-da-da da, dadadadada, da-da-da, da?" Suggerì per poi scoppiare a ridere per la ridicolezza della sua creazione.


"No, è del tutto sbagliato! Qualcosa come like la-la-la, la, lalalalala, la-la-la, la!" Affermò Jet, gesticolando per lasciar intendere quanto geniale pensava che fosse la sua idea.

"Nah, non funziona molto bene." Disse Ghoul. E improvvisamente il suo volto s'illuminò: "Fermi, fermi! Ce l'ho! Na-na-na na, nanananana, na-na-na, na!" Canticchiò saltellando emozionato, con un sorriso puerile sul volto.

"Carino, Ghoul, mi piace. Na, na-na na, na-na na, nananananana na, na-na na, na-na na, nananananana na, na-na na, na-na-na, na-na-na, na-na-na na-na-na, na-na na, nananana..." Continuò a cantare, e Kobra scoppiò a ridere. Una cosa che non succedeva da secoli.


"Oh, zitti e cantate con me!" Gridò Poison raggiungendo il suo obbiettivo, facendo unire gli altri al suo canto.

Era un momento che meritava di essere ricordato: un giorno senza Draculoidi, senza problemi, tranne la donna che Ghoul e Jet continuavano a nominare a proposito di suo fratello. Apparte quello, tutto era perfetto, e il giorno successivo meritava di essere iniziato con la giusta carica.

Purtroppo, avrebbe dovuto tenere in considerazione altri possibili problemi in arrivo.

Un pezzo spiegazzato di carta giunse a loro trasportato dal vento. Poison riuscì ad afferrarlo prima che finisse nel fuoco. Lo aprì pieno di curiosità e lo fissò, mentre la felicità svaniva dal suo viso. Jet lo scosse gentilmente per il braccio, domandandogli cosa ci fosse che non andava. Il rosso non si mosse. L'uomo con i capelli ricci ritentò, portando l'altro a voltarsi lentamente verso di lui, le labbra che formavano mute la lettera 'D'. Il terrore si fece strada sul volto di Jet, che si avvicinò velocemente a Ghoul per sussurrargli qualcosa all'orecchio. Anche l'espressione del moro si tramutò da serena a spaventata. Prima che il pezzo di carta, scivolato via dalle dita del fratello, potesse volare di nuovo via col vento, venne afferrato da Kobra, che lesse velocemente le parole traballanti:


'Lanciato come un proiettile. Vesti come una cellula dormiente(*). Preferirei andare all'inferno che essere in purgatorio. E voi, Killjoys? Hah, siamo mosche morte d'estate, dolcezze. D'

Guardò i ragazzi terrorizzati, in piena confusione. La faccia del fratello aveva pressappoco raggiunto lo stesso colore dei capelli. Lo vide stringere pugni e denti, i muscoli facciali e del corpo in tensione, in un'espressione che non aveva mai visto. Si alzò e pronunciò quattro parole con la voce più piena d'odio che aveva mai sentito uscire dalle labbra di suo fratello:

"Dove sei Destroya."

Kobra guardò Party Poison. Nella sua testa adesso si affollavano più domande e ancora più confusione. Il maggiore prese un respiro profondo, ed urlò forte, probabilmente tanto forte da essere sentito anche nella Zona 10:

"DOVE SEI DESTROYA!?"

 

(*)N.d.A. Non sono per niente sicura di quale sia la corretta traduzione di questa frase, dal momento che anche le varie traduzioni su internet danno diverse interpretazioni. Essendo una frase non molto chiara e abbastanza equivoca ho optato per questo significato, che mi sembrava il più adatto. Se qualcuno ne conosce uno migliore mi faccia sapere!

Come avrete notato segnalo i punti di cui non sono molto sicura con un asterisco, chi volesse darmi una mano sappia che i suggerimenti sono ben accetti!
Avrete anche fatto caso al fatto (cacofonia a gogo...) che all'interno della storia pullula di citazioni dell'album Danger Days. Ora, è abbastanza difficile tradurle lasciandogli il senso più veritiero possibile e senza comunque intaccare la scorrevolezza del testo, capitemi, sono in crisi c___c

Lo sapevi che donare affetto ti allunga la vita di un secondo? E allora lasciami una recensione, così io sono felice e tu vivi un momentino in più :3
xoxo
Ash

 

  
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