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Autore: _joy    25/06/2012    1 recensioni
Che cosa succederebbe se fosse Caspian a lasciare Narnia e ad arrivare nel mondo reale?
Questa fanfic è ambientata dopo Il Viaggio del veliero.
Troverete delle discrepanze spaziotemporali per quanto riguarda il mondo reale che il giovane re dovrebbe incontrare rispetto a quanto scritto da C.S. Lewis... ma, del resto, questo Caspian è moro e ha profondi occhi scuri...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Eustachio Scrubb, Lucy Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Far away'
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Bella osserva l’amica e sospira esasperata.
È da dopo le lezioni che Penelope corre in giro per la casa come una pazza, disponendo fiori, spostando poltrone e infornando patate e arrosto comprati in rosticceria.
Ora sta dando l’assalto al suo armadio.
«Bell, ti prego, ti prego, prestami qualcosa da mettere!»
Oddio.
«Pen, prendi quello che vuoi basta che stai calma!»
«Come faccio? Oh, mamma! Che ne dici di questo?»
Penelope compare con addosso un cardigan arancione e dei jeans.
«No, Pen, assolutamente»
«Uffa non so cosa mettere e mi sta venendo l’ansia! Senti ma il tuo vestito verde…» si interrompe di fronte all’occhiata incredula dell’amica «Sì, appunto, il tuo bellissimo vestito verde da sera. Che io non pensavo assolutamente, assolutamente di chiederti. Sarebbe fuori luogo, è da gran sera. Tant’è…me lo presti?»
Bella scoppia a ridere.
«No cara, non te lo presto! Come giustamente dicevi tu è da sera e non è adatto a una cena a casa. Saresti ridicola con un vestito lungo!»
«Ma Caspian…»
«Ma Caspian apprezzerà anche i jeans. Veramente a voler guardare come si veste forse no, ma comunque…»
Fruga nell’armadio e passa all’amica un golfino rosa.
«Penso che metterò un vestito, Bell. Ma tu vestiti di rosa: a Eustace piace molto»
Bella riappende immediatamente il golfino e tira fuori una camicetta azzurra.
«Bene, sua altezza Caspian mi scuserà se io metto un banale paio di jeans e le ballerine, spero»
«Ma tu stai bene con le ballerine perché sei alta! Io invece come faccio? Vorrei essere carina…»
«Tu sei carina, Pen»
«Grazie ma so benissimo che Io non sono il tipo di ragazza che fa girare la gente per strada. Tu invece potresti…»
«Sì, che cosa?» ribatte l’altra, acida «Stendere i camionisti?»
«Bell, non metterti sempre sulla difensiva. Sto solo dicendo che potresti rilassarti e permettere a qualcuno di corteggiarti visto che…»
Davanti all’occhiataccia dell’amica Penelope non osa pronunciare il nome di Bob, ma ripiega afferrando un abitino a fiori.
«Bene, vestiamoci altrimenti si fa tardi»
 
Alle otto precise il campanello della porta suona e Penelope si precipita ad aprire, ignorando l’occhiata divertita dell’amica.
«Buonasera, bene arrivati!»
Fa un ampio gesto con il braccio per invitare gli ospiti ad accomodarsi. Eustace entra e le dà un abbraccio distratto, gli occhi già fissi su Bella.
«Ciao ragazze. Tutto bene?»
Bella fa un sorriso distaccato e non accenna ad avvicinarsi troppo. Eustace sospira e si gira a guardare Caspian e Edmund. Suo cugino ha abbracciato Penelope e poi si avvicina a Bella. La ragazza gli concede un sorriso affettuoso e i due si abbracciano velocemente.
«Come stai Bella?»
«Bene Edmund, grazie, e tu? È bello vederti»
Intanto Penelope, ancora alla porta, abbraccia di slancio Caspian, ma lui si irrigidisce e fa un passo indietro. La ragazza appare subito mortificata, almeno quanto lui confuso. C’è un momento di silenzio imbarazzante e Bella interviene subito in difesa dell’amica.
«Pen, l’arrosto»
«Oh sì, certo…»
Penelope fila in cucina rossa in viso, con gli occhi bassi. Bella stringe le labbra e saluta Caspian con un’occhiata di fuoco. Il giovane è arrossito, ma si avvicina e le porge la mano. Lei non la prende. È Edmund a spezzare l’attimo di silenzio teso.
«Allora, com’è la vita delle nostre universitarie?»
«Sempre la stessa. Come sta Lucy?»
«Bene, lavorare con i bambini le piace molto. È contenta e si trova bene»
«Mi fa piacere. Volete accomodarvi?»
Bella fa strada in sala da pranzo e poi raggiunge Pen in cucina.
«Tesoro»
«Che stupida che sono» borbotta l’amica, ancora con gli occhi bassi «Ma non pensavo…»
Bella reprime un sospiro.
«Pen, in fin dei conti l’hai visto due volte, oggi. Dovevi proprio abbracciarlo?»
«Ma che ne so! Pensavo che…insomma, è il cugino di Eustace…»
«Ma tu non lo hai abbracciato perché è un parente di Eustace» la punzecchia l’amica.
Penelope fa una smorfia.
«No, infatti. L’ho abbracciato…bè, perché è figo!»
Bella scoppia a ridere.
«Ecco, lo sapevo. Comunque, Pen, mi sembra un tipo un po’ rigido e ingessato, magari le manifestazioni di esuberanza lo mandano in confusione…»
«Dici?» Penelope la guarda ansiosa.
«Dico. Non tutti sono solari come te, tesoro»
Rassicurata l’amica, Bella prende il piatto con gli antipasti e esce dalla cucina. E sente dei bisbigli provenire dalla sala da pranzo.
«Ma come potevo sapere che qui gli estranei si abbracciano?»
«Sssst Caspian. Piano. Calma, non è successo niente, solo che…»
«Ma insomma, che cosa…»
«Dai, ti abituerai. Ricordati di non chiamarle “mia signora” o cose così e dai loro del tu»
«Non posso Eustace, non le conosco e non sta bene che io…»
Si interrompe di botto all’apparire di Bella. Lei posa il piatto sul tavolo e, nell’alzare gli occhi, gli lancia un’occhiata perplessa.
E di nuovo si chiede:ma chi è?
Penelope arriva poco dopo, con il piatto da portata tra le mani.
«Bè, servitevi ragazzi. Niente cerimonie!»
E allunga il piatto a Edmund, alla sua sinistra. Mentre tutti iniziano a servirsi e a chiacchierare, Bella non può fare a meno di notare che Caspian, seduto tra lei e Penelope, sembra a disagio.
«Tutto bene?» gli chiede, secca.
Lui annuisce, ma non accenna a prendere nulla.
«Cosa c’è, dalle tue parti sei abituato a essere servito?»
I loro occhi si incontrano per un lungo momento ma, all’improvviso, il ragazzo fa un sorriso disarmante.
«E se ti dicessi di sì?»
«Caspian…» è Edmund, seduto davanti a loro.
«Solo per ipotesi, ovviamente» l’altro scrolla le spalle, disinvolto.
Bella esita per un secondo.
«Bè, allora direi che sei un tipo sicuramente anacronistico e sciovinista»
«Prego?»
«Anacronistico perché il modello della corte reale ormai è obsoleto e superato e sciovinista perché immagino che tu sia un maschilista in attesa di belle donzelle pronte ai tuoi ordini che ti servono la cena»
Bella parla in tono acido ma, con sua sorpresa, ottiene in risposta tre sguardi divertiti.
«Sentito, Caspian? Il modello della corte reale è superato…»
Il giovane abbassa gli occhi sul piatto e sorride senza dire nulla, ma Eustace lo incalza:
«Ah, che bei tempi: corti, servitori…»
Edmund si schiarisce la voce e Eustace ride. Poi, nel vedere le facce di Bella e Penelope, ride ancora di più.
«Scusate…un vecchio scherzo tra noi…»
Penelope allunga timidamente il piatto con le patate a Caspian.
«Ne vuoi?»
«Ti ringrazio»
Le sorride e lei arrossisce e gli riempie il piatto, sotto lo sguardo di disapprovazione della sua amica.
«Sono ottime. Le hai cucinate tu?»
«Sì…»
«Non è vero, le ha comprate pronte, ci scommetto quello che vuoi!»
Eustace le fa la linguaccia e lei, per tutta risposta, gli lancia il tovagliolo.
«Eccoli che ricominciano» Edmund scuote la testa rivolto a Bella.
«Sì, scusali, Caspian: sono rimasti all’età di cinque anni…»
Bella gli porge un piatto con gli spinaci e lui le sorride.
«Gli spinaci li ho cucinati io, per la cronaca»
«Strano, pensavo non fossi il tipo di donna che passa la vita a cucinare per uomini sciovinisti…» la punzecchia lui, con un sorriso.
Lei arrossisce.
«Venti minuti del mio tempo. E solo perché cucinare mi piace molto»
«Non devi giustificarti. Avere un talento è un dono, qualunque sia il campo in questione. Se poi il talento è accompagnato dalla passione per qualcosa, allora devi ritenerti molto fortunata»
Bella lo guarda negli occhi, sconcertata.
«Mi stai…prendendo in giro?»
«Non mi permetterei mai»
«Io non…» lei scuote la testa «Hai un’aria così seria che sembri sincero»
«Perché lo sono»
Lei lo guarda negli occhi, quegli occhi così scuri, ma non vede traccia di scherno. Anzi.
«Bene. Ehm…ne vuoi ancora?» balbetta e gli avvicina in piatto.
«Sai, penso che sia la prima volta che vedo qualcuno zittire Bella»
Edmund sorride divertito all’occhiataccia della ragazza.
«No, è che non ho ancora inquadrato bene tuo cugino»
«Che spirito indomito» Caspian mastica elegantemente e poi posa le posate «Diciamo che, se avessi la fantomatica corte di cui parlavamo prima, non ti farei cuoca ma generale…»
Edmund soffoca una risata nel bicchiere.
«Molto democratico» risponde Bella, secca.
«Sai, questa è proprio una cosa che non mi hanno mai detto»
Caspian scambia un’occhiata divertita con Edmund e Bella si agita a disagio sulla sedia. Sente che i due ridono tra loro di qualcosa, ma non capisce di che cosa. Certo che è strano incontrare un uomo così bello e con una tale proprietà di linguaggio e maniere così eleganti…Bella si dà una scrollata mentale e sposta con la forchetta il cibo nel piatto.
«Non mangi?» chiede Caspian, premuroso.
«Oh, certo» risponde lei, in tono piatto, portando alla bocca un assaggio di carne.
Eustace interviene.
«Ascolta, valente generale. Non prendermi per un maschilista, ma ci serve un favore ed è il tipo di favore per cui occorrono proprio due fanciulle garbate e gentili come voi»
Bella lo guarda male, ma Penelope annuisce subito.
«Ok. Cosa ti serve?»
«Pen» sospira Bella «Da quando si accetta di fare un favore così, a scatola chiusa, con queste premesse?»
Caspian ride e Penelope lo guarda affascinata.
«No, Bella, ormai Pen ha accettato, quindi è fatta. In breve, dobbiamo portare Caspian a rifarsi il guardaroba perché…ehm…la sua valigia è andata persa e quindi…»
«Persa? Ma come? Dove?»
Per fortuna di Eustace, l’aria sospettosa di Bella non frena minimamente Penelope.
«Ma certo!!» esclama infatti quella, entusiasta «Va bene se andiamo domani mattina?»
«Domani mattina abbiamo lezion…»
«Come sei noiosa, Bells» la zittisce Penelope, secca.
«Non voglio dare disturbo» interviene Caspian, preoccupato.
«Figurati, nessun disturbo! E poi possiamo approfittare per comprare i vestiti per il ballo di fine mese…»
«Io non vengo al ballo» dice subito Bella.
Penelope sbuffa.
«Bell, non ricominciare. Il ballo è una tradizione e…»
«Il ballo è una rottura di scatole e io non ci vengo, punto. Va bene, niente lezioni domani: andiamo a fare shopping»
Bella sa che è l’unico modo per far desistere Penny dall’idea del ballo. Ma sottovaluta la sua amica, perché, al momento dei saluti, lei si avvicina a Eustace, che ha accanto Caspian.
«Eustace, a proposito del ballo…»
Eustace lancia una cauta occhiata a Bella, impegnata a parlare con Edmund.
«Mi sembra una causa persa, Pen»
«Lascia fare a me. Voi domani assecondatemi e il modo di convincerla lo troviamo…»
«Ma se lei non vuole fare una cosa non trovo giusto andare contro la sua volontà…» dice Caspian.
«Senti, lei ha bisogno di distrarsi un po’. Le farà bene, fidati. Buonanotte» dice poi Penelope a voce più alta. Eustace la abbraccia di nuovo e Caspian le tende la mano.
Lei la prende raggiante e lui la ringrazia educatamente. Poi abbraccia Edmund.
Caspian intanto tende la mano a Bella.
«Grazie per la cena»
«Di nulla. A domani»
Lui le stringe piano la mano e poi la lascia andare. Lei abbraccia velocemente Edmund e Eustace e si rifugia accanto a Penelope, a distanza di sicurezza.
Quando la porta si chiude, Penelope si lancia sul divano, felice.
«Grazie per lo shopping, domani. Ah, mi sono innamorata!»
«Ma Pen, nemmeno lo conosci! L’amore è un’altra cosa…»
«L’amore sono due occhi così scuri, fidati di me» dice l’amica, sognante.
Bella ride, ma non ammetterebbe mai, nemmeno con se stessa, che sotto sotto potrebbe anche – quasi, forse, magari no ma … - essere d’accordo con lei.
 
 

   
 
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