Capitolo 28 “Alla
luce del sole”
Quando
Draco e Hermione si separarono per respirare, avevano entrambi l’aria
sconvolta.
Le
labbra della ragazza erano tumide per via dei baci, le guance arrossate, i capelli
arruffati dal vento e dalla mano che il biondo Serpeverde aveva immerso tra
essi, preso dalla foga del momento e dal
desiderio indicibile di sentirla più vicino al proprio corpo e stringerla
forte, come se avesse paura che lei sparisse. Si era aggrappato a lei come
fosse un’ancora di salvezza. E lei semplicemente glielo aveva lasciato fare
Draco
aveva gli occhi lucidi, i battiti del cuore che volavano veloci come le ali di
una farfalla e un colorito più roseo del solito. Il suo corpo era così vicino a
quello della Grifondoro che ne sentiva il calore attraverso i vestiti e il suo
respiro si infrangeva contro il suo viso.
Attorno
a loro era calato un silenzio innaturale.
Per
un attimo, Draco si diede dello sciocco.
C’erano
troppi studenti nei paraggi e loro si erano esposti.
No.
Lui non temeva il giudizio degli altri su di sé, come erroneamente si potrebbe
pensare.
Ciò
che lo spaventava maggiormente erano le ripercussioni che la loro storia
vissuta alla luce del sole, potessero abbattersi su Hermione.
Lei
aveva una reputazione da mantenere. Era considerata un’eroina di guerra, colei
che, nonostante le sue origini babbane, aveva deciso di lottare contro il
potente Signore Oscuro, restando accanto al Prescelto.
Lei
si era esposta a dei grandissimi pericoli per salvare un mondo che, fino a qualche
anno prima, non conosceva affatto.
Lei
aveva avuto il coraggio di scegliere e di lottare per ciò in cui credeva.
Insomma, lei non era come lui.
Draco
si sentiva un inetto. Un fallito. Un privilegiato che per anni aveva vissuto
come un parassita, aspettando il momento della ribalta.
Momento
che non era mai arrivato. Semmai al contrario, era giunto il giorno della
caduta, della vergogna, dell’umiliazione.
E
non voleva trascinare Hermione in quel baratro, ma forse avrebbe dovuto
pensarci prima di esporsi così con lei, facendole ritrovare volutamente, il suo
quaderno dei disegni.
Hermione,
da parte sua, fissava il ragazzo con intensità e Draco avvertiva il suo sguardo
bruciargli addosso.
“Ora
tutti sanno che stiamo insieme” esordì lui in tono duro.
Era
da tempo che non lo sentiva parlare a quel modo. Soprattutto con lei.
“E
questo ti infastidisce? Pensa che scandalo! Già vedo il titolo sulla <<
Gazzetta del Profeta >>: Un Malfoy che sta con una Mezzosangue! Quale
scandalo per una famiglia dal Sangue Puro!”sputò lei con rabbia, lasciando
scivolare lungo i fianchi le mani, che fino ad allora erano allacciate dietro
al collo del biondo.
Malfoy
storse le labbra, incenerendo la giovane con un’occhiata truce.
“E’
quello che realmente pensi, Granger?” non ricevendo alcuna risposta, il giovane
proseguì, mentre una ferita nuova stava lacerando la sua anima.
Ferita
che sarebbe rimasta invisibile ad occhio umano, ma che lui avrebbe portato
dentro di sé per sempre.
Solo
una ferita che si sommava a quelle che già erano cicatrizzate in lui.
“Bene.
Allora non hai assolutamente capito niente di me!” continuò, risentito, facendo un passo
indietro, volgendo alla ragazza uno sguardo di ghiaccio.
Hermione
trasalì.
Le
sembravano essere trascorsi secoli dall’ultima volta che lui l’aveva guardata a
quel modo e le tremavano le gambe per quella improvvisa lontananza, non solo
fisica.
“E’
quello che sembrava dal tuo tono di voce, Malfoy” ribatté lei, decisa a non
chiudere lì la discussione.
Il
ragazzo scosse la testa, serrando le mani a pugno.
“Non
me ne frega un accidenti se la gente sa di noi, Granger. Io non ho assolutamente
nulla da nascondere” sibilò a denti stretti.
“Be’
neanch’io!” rispose la giovane, allargando le braccia, salvo poi farle ricadere
lungo i fianchi, in un gesto di stizza.
A
poca distanza da loro, Blaise, gli altri Serpeverde, Harry, Ron, Ginny e
Lavanda e altri Grifondoro assistevano alla scena, senza però capire una sola
parola di quello che i due si stavano dicendo.
Blaise,
Harry, Ron e Ginny non si erano meravigliati affatto per quel bacio, anzi tutti
e quattro si erano a lungo chiesti, per quanto ancora quei due avrebbero finto
che non ci fosse nulla tra loro. I restanti studenti fissavano i due ragazzi,
ammutoliti e con occhi spalancati, increduli che proprio quei due, così agli
antipodi, si potessero baciare o addirittura piacere.
Era
assolutamente impensabile.
Quando
Harry si accorse che sul viso di Malfoy era comparsa un’espressione
contrariata, girò il viso verso Blaise. A sua volta il Serpeverde fece lo
stesso e fissò il Grifondoro con serietà, avvicinandosi poi al suo gruppo.
“Dovremmo
intervenire?” chiese Ron, resosi conto anche lui dell’improvviso cambio di
direzione che stava avendo la discussione tra Hermione e Draco.
Blaise
volse di nuovo una rapida occhiata ai due, poi tornò a guardare il gruppo di
Grifondoro e scosse il capo.
“Sono
cose loro, Weasley e devono risolverle da soli” asserì serio con voce pacata.
Harry
annuì.
“Sono
d’accordo” disse girandosi a guardare Ron.
“Hermione
sa che noi ci siamo. Se avrà bisogno, ci cercherà”.
Fu
così che si allontanarono.
Man
a mano il folto gruppo di studenti di tutte le case che si erano fermati lì ad
osservare la scena, si dissolse in un rumoroso chiacchiericcio.
Draco
gettò una rapida occhiata alle spalle della ragazza, notando che non c’era più
nessuno, poi tornò a fissare
“Andiamo.
Cerchiamo un posto in cui poter parlare con calma” disse ritrovando la calma.
Hermione
lo guardò per una frazione di secondo, poi chiuse le palpebre e annuì. Riaperti
gli occhi si accostò a lui e insieme cominciarono a passeggiare.
Il
ragazzo notò che
“Dove
sei stato ieri e stamane?” domandò Hermione, non riuscendo più a trattenere la
propria curiosità.
Era
ancora mezza arrabbiata con lui per il modo col quale l’aveva appena trattata,
ma non poteva esimersi dal sapere cosa lo aveva spinto ad allontanarsi da lei
per quasi un giorno, lasciandole solo un misero biglietto.
“Sono
tornato a casa. Mia Madre aveva bisogno di me” una mezza verità. Non se la
sentiva di raccontarle di Lavinia. Lui stesso doveva ancora assimilarla, gli
sembra un incubo.
E
poi c’era quel particolare tanto importante che non poteva essere trascurato:
Hermione come avrebbe preso la storia che suo Nonno aveva lanciato una
maledizione mortale su sua nipote e il suo compagno mezzosangue?
Lei
stessa lo era.
Egoisticamente
Draco pensava ai propri interessi. Lui non voleva perderla.
E
quella verità lo distrusse.
“Capisco”
mormorò a mezza voce la ragazza, continuando a martoriarsi il cervello di
domande. Voleva e doveva sapere tutto, non tollerava che le persone a lei care
avessero dei segreti con lei, ma conosceva abbastanza bene il biondo Serpeverde
da sapere che lui non amava parlare né di sé né della sua famiglia, per questo,
per il momento, lasciò cadere il discorso.
Eppure
Draco la sorprese, facendo qualcosa che lei non si sarebbe mai aspettata…
“Mia
Madre…” iniziò con voce titubante, mantenendo lo sguardo dritto davanti a sé.
“Mi
ha chiesto di perdonarla. Ha detto che mi ama e che lei e mio Padre hanno
sbagliato” biascicò a mezza voce, inghiottendo a vuoto.
Hermione
aveva sollevato la testa e se dapprima lo fissava attonita, ora era ben attenta
alle sue parole e quasi si sentì emozionata, perché il suo ragazzo la stava
rendendo partecipe della propria vita.
“Tua
Madre ti vuole bene” asserì seria e quando Draco si girò per guardarla la
scoprì a fissarlo con un tenero sorriso a incorniciarle il viso arrossato dal
freddo.
E si innamorò di nuovo.
Hermione
vide nei suoi occhi una strana luce e vi lesse una nuova emozione, specchio
della propria, così parlò anticipandolo.
“Non
chiedermi come faccio a saperlo. Non ti dirò che ogni madre ama i propri figli,
perché purtroppo non è sempre così, ma io ho visto i suoi occhi quando ti
guardano” soffiò con voce profonda, custode di verità che fecero vibrare il
biondo al suo fianco.
“Come…come
mi guarda?” balbetto lui in risposta, fermandosi di botto.
“Ti
guarda come se esistessi solo tu al mondo. E’ per lei è così: sei il suo più
grande amore, Draco. Ti ha amata mentre ti concepiva, ti ha amato quando ti ha
visto la prima volta, ti ha amata in ogni singolo istante della sua vita, anche
se non te l’ha dimostrato. Non fargliene una colpa. Non tutti siamo capaci di
dimostrare ciò che proviamo…” chinò il capo, fissandosi le scarpe, si sentiva
svuotata, come se in quel discorso avesse speso ogni energia. Lei stessa era
incapace di palesare i suoi sentimenti e la sua storia con Draco, metteva
sempre più in risalto quella sua incapacità. Poi d’improvviso, sollevò la testa
e fissò il sole dinanzi a loro che lentamente stava calando.
Era
ormai pomeriggio inoltrato.
Presto
il tramonto li avrebbe sorpresi e loro sarebbero dovuto rientrare a scuola.
Ma
la domanda era: volevano farlo realmente?
Perché
stare lì, insieme era come vivere in una dimensione parallela, solo loro.
Qualcosa
di intimamente loro.
Draco
continuava a fissare la sua ragazza, gli occhi spalancati non solo per le
parole che lei aveva pronunciato, parole che per inciso gli stavano devastando
l’anima, ma perché lei per la prima volta aveva usato il suo nome. Era un gesto
così intimo, lo faceva sentire…accaldato. Una lieve carezza che sfiorava
leggera la sua pelle sotto la divisa, ma che riusciva ad arrivare fino al suo
cuore atrofizzato.
Perché
quella ragazza aveva tutto quel potere su di lui?
Draco
non riusciva proprio a capirlo, eppure era tutto l’opposto della persona che
credeva un giorno gli sarebbe stata a fianco.
Era
l’altro lato della medaglia.
Quello
giusto?
Sì.
Perché era lui la parte sbagliata. Lo era sempre stato, però quando era insieme
ad Hermione non si sentiva così sbagliato.
Sembrava
che tutto fosse esattamente dove doveva essere.
Lui
e lei.
Loro
lì, insieme tra la gente.
Le
loro mani che si sfioravano, gli sguardi che si rincorrevano senza che alcun
pregiudizio o guerra potesse impedirglielo.
Quante
volte durante la guerra magica, nella scuola distrutta dalla lotta, lui aveva
incrociato gli occhi di Hermione, mai, mai una volta li aveva visti avvinti da
quel continuo sbaragliare le forze del male. Mai aveva letto la resa in essi,
anzi non aveva mai visto occhi così brillanti, accesi da quella luce baldanzosa
che era la speranza.
La
speranza di un futuro migliore, dove lei per prima potesse dimostrare che si
meritava di essere lì. Perché lei era lì di diritto.
Ed
era la strega più brillante della sua età.
Il
biondo si mosse senza neanche accorgersene. Si posizionò di fronte alla
ragazza, pochi passi li dividevano. Poggiò le mani sulle sue spalle, tuffò i
suoi occhi tempestosi in quelli accesi di Hermione e la fissò a lungo,
respirando in modo irregolare.
Respiro
che si fuse con quello di lei che lo fissava di rimando, senza capire cosa
stesse accadendo, poi la spinse verso il proprio corpo e l’abbracciò.
Draco
Malfoy la stava abbracciando lì tra gli studenti che passavano di fianco a
loro, incurante dei loro sussurri.
Il
ragazzo non disse una parola, ma quel gesto ne valeva mille, Hermione lo capì e
si strinse nel suo abbraccio.
Lavinia
se ne stava a fissare il giardino dalla finestra della sua vecchia camera da
letto. Ormai il sole aveva lasciato spazio al buio della sera e con l’oscurità
le paura della giovane Malfoy si acuivano.
Non
c’era posto per la speranza, ma forse lei quel sentimento non l’aveva mai
provato sul serio. Non si voltò neanche quando udì i passi della Madre
echeggiare nella stanza sgombra.
“Perché
hai lasciato che andasse via?” chiese la donna senza una particolare
inflessione della voce.
Lavinia
sorrise. Un sorriso disteso.
“Perché
lui merita di essere felice, mamma” rispose semplicemente senza pensarci su
troppo.
“Non
avresti dovuto mentirgli. Come pensi che reagirà quando scoprirà la verità? Hai
visto come si è arrabbiato quando ha saputo ciò che ti è successo…” Lavinia
sollevò una mano e la posò sul vetro gelido della finestra.
“Non
ho mai smesso di volergli bene. Mai. Neanche per un attimo, anche se lui non mi
ha mai visto, io sono stata spesso ad Hogwarts per spiarlo. Come mi avevi
suggerito tu, Silente mi ha aiutata e mi ha permesso di essere sempre lì
accanto a mio fratello, anche se lui non poteva saperlo.
L’ho
visto crescere e fare le amicizie sbagliate, senza potergli dare qualche
consiglio.
È
diventato grande in un attimo ed io non c’ero
L’ho
visto porgere la mano a Potter, incassare il rifiuto e aggirarsi con l’orgoglio
ferito per quella scuola. L’ho visto dare battaglia a quei tre Grifondoro,
odiarli tutti. Per un attimo ho temuto che divenisse come Abraxas e avevo deciso
di intervenire, ma Silente me l’ha impedito. Ha detto che Draco non era pronto
e che avrei dovuto aspettare ancora. Poi è tornato il Signore Oscuro e lì ho
capito che stava per arrivare l’irreparabile.
All’arrivo
di Draco a scuola, il suo sesto anno, mi è bastato guardarlo negli occhi per
capire tutto. Il mio amato fratellino era stato marchiato” a quel punto, la
ragazza si girò, aveva il viso rigato dalle lacrime, ma la sua voce rimaneva
ferma, decisa.
Serrò
le mani a pugno, le nocche sbiancarono.
“In
quel momento credo di non avervi mai detestato tanto. Stavate lasciando vostro
figlio nelle mani di quel pazzo e così mi sono presentata qui, ricordi?”
Narcissa
aveva il viso stanco, come se tutto d’un tratto stesse avvertendo il peso dei
suoi anni e dei suoi sbagli.
Annuì
alle parole della figlia.
“Ci
siamo detti tante cattiverie quel giorno, ma c’è una verità che vorrei che tu
rammentassi…” gli occhi chiari della ragazza brillarono tutto d’un tratto.
“Vi
ho esplicitamente chiesto di lasciar vivere a Draco la vita che voleva, perché
quella che in quell’istante lui stava fingendo di vivere non era la sua, ma il
riflesso di quello che voi desideravate da lui” Lavinia fece un passo avanti e
fissò con bruciante determinazione la sua genitrice.
“Ora
qui ti chiedo, Madre di lasciare a Draco libertà di scelta. Ha bisogno di
imparare da solo. Deve imparare a credere in sé, in quello che è sempre stato
lì a portata di mano, ma che lui si è rifiutato di vedere per paura di
deludervi. E’ così…innamorato che lui neanche se ne rende conto” il sorriso
sincero della ragazza si bagnò delle sue lacrime e la stessa Narcissa cominciò
a piangere.
Lavinia
strinse le mani della madre nelle proprie.
“Almeno
lui deve poter vivere la vita che ha scelto. Non imponetegli le vostre decisioni,
mamma. Per favore…io voglio che mio fratello sia felice. Ed Hermione saprà
stargli accanto tutta la vita, lo aiuterà a superare il dolore della mia
perdita. Quant’è forte quella ragazza, mamma! Dovresti conoscerla, ti
piacerebbe, sai? È l’unica a tener testa a quello scapestrato di tuo figlio e
lo ama. Lo ama davvero proprio come Sebastian ha sempre amato me…”
Lavinia
chiuse gli occhi, lasciando che il dolore la penetrasse fin dentro l’anima, ma
non si piegò ad esso.
“Voglio
che mio figlio Damien cresca con loro. Draco gli insegnerà la forza dell’amore
e Hermione il coraggio della speranza e un giorno, quando saranno pronti, gli
racconteranno la vera storia dei loro genitori”
Narcissa
si lanciò tra le braccia della figlia, stringendola forte a sé, il desiderio di
inglobarla più forte che mai. Riaverla nel proprio grembo avrebbe significato
proteggerla.
“Per
questo ho voluto che lui tornasse a scuola. Sebastian è stato chiaro: non c’è
alcuna speranza per noi. Domani lui tornerà e insieme attenderemo la mia morte
e se riusciremo a tenere Draco lontano, lui non…”
“Lui
non diventerà il nuovo destinatario di questa maledizione…” continuò Narcissa,
tornando a guardare in volto sua figlia.
La
ragazza annuì.
“Sebastian
non si perdonerà mai quella leggerezza…”
“Non
è stata colpa sua” intervenne la donna.
“Lo
so. Ma io non sono in grado di lenire il suo senso di colpa, Madre. Quando ha
avuto quella visione dinanzi a nonno, non è riuscito a tenersela per sé e
Abraxas ha deciso che era giusto premunirsi.”
“Anche
tuo padre non poteva crederci. I suoi due figli destinati a due Mudblood…”
Lavinia annuì appena col capo.
“Le
visioni di Sebastian non si sono mai rivelate sbagliate. Questa suo potere lo
ha portato a me. Siamo sempre stati destinati e accettiamo ciò che ci aspetta.
Abbiamo discusso a lungo di questo e siamo entrambi convenuti che nostro figlio
debba crescere con Draco, perché lui è il simbolo che si può sempre fare la
scelta giusta. Io credo in lui, profondamente, per questo quando il destino si
compirà Draco dovrà stare lontano da qui così che quando la maledizione si
spezzerà in tanti frammenti non trovi seme fertile in lui. Draco deve vivere e
questa volta Abraxas non l’avrà vinta” i suoi occhi si posarono sulla foto
magica che ritraeva un piccolo bambino biondo che saltellava allegro attorno ad
una bambina leggermente più alta che sorrideva divertita, mentre fissava dritto
negli occhi il piccolo marmocchio.
Draco
e Lavinia sarebbero stato legati per sempre.
Oltre
qualsiasi maledizione.
Però è bello sapere che c'è ancora qualche anima pia che legge questa fan fiction dimenticata da Dio. :)
Vi ringrazio infinitamente e vi ricordo il mio profilo facebook Sognatrice efp, ditemi però chi siete qui su Efp. :)
Mi piacerebbe tanto conoscere i miei lettori.
Alla prossima.
Ps: la fan fiction è scritta senza alcuno scopo di lucro. I personaggi sono di proprietà della Rowling.
Lavinia Malfoy invece è tutta farina del mio sacco. Guai a voi se la toccate U_U