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Autore: Sognatrice85    25/06/2012    2 recensioni
Storia ambientata ad Hogwarts subito dopo la Guerra Magica svoltasi nei mesi estivi. Silente e Fred sono morti.
A settembre il trio magico rientra a Scuola, con essi molti altri studenti. Tutti col solo ed unico intento di ridare alla propria esistenza una parvenza di normalità.
Ma un episodio grave come la guerra ha costretto molti a cambiare, a rivedere le proprie priorità, i propri valori. Due studenti, due protagonisti di quel sanguinoso scontro, saranno costretti a viverne uno nuovo. Forse quello più difficile: contro sé stessi.
Un quaderno, un misterioso proprietario, straordinari disegni e magiche poesie, dipingeranno la vita di Hermione ad Hogwarts...dove la condurrà tutto questo? Leggete per scoprirlo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Alla luce del sole

Capitolo 28 “Alla luce del sole”

 

 

Quando Draco e Hermione si separarono per respirare, avevano entrambi l’aria sconvolta.
Le labbra della ragazza erano tumide per via dei baci, le guance arrossate, i capelli arruffati dal vento e dalla mano che il biondo Serpeverde aveva immerso tra essi,  preso dalla foga del momento e dal desiderio indicibile di sentirla più vicino al proprio corpo e stringerla forte, come se avesse paura che lei sparisse. Si era aggrappato a lei come fosse un’ancora di salvezza. E lei semplicemente glielo aveva lasciato fare
Draco aveva gli occhi lucidi, i battiti del cuore che volavano veloci come le ali di una farfalla e un colorito più roseo del solito. Il suo corpo era così vicino a quello della Grifondoro che ne sentiva il calore attraverso i vestiti e il suo respiro si infrangeva contro il suo viso.
Attorno a loro era calato un silenzio innaturale.
Per un attimo, Draco si diede dello sciocco.
C’erano troppi studenti nei paraggi e loro si erano esposti.
No. Lui non temeva il giudizio degli altri su di sé, come erroneamente si potrebbe pensare.
Ciò che lo spaventava maggiormente erano le ripercussioni che la loro storia vissuta alla luce del sole, potessero abbattersi su Hermione.
Lei aveva una reputazione da mantenere. Era considerata un’eroina di guerra, colei che, nonostante le sue origini babbane, aveva deciso di lottare contro il potente Signore Oscuro, restando accanto al Prescelto.
Lei si era esposta a dei grandissimi pericoli per salvare un mondo che, fino a qualche anno prima, non conosceva affatto.
Lei aveva avuto il coraggio di scegliere e di lottare per ciò in cui credeva.

Insomma, lei non era come lui.
Draco si sentiva un inetto. Un fallito. Un privilegiato che per anni aveva vissuto come un parassita, aspettando il momento della ribalta.
Momento che non era mai arrivato. Semmai al contrario, era giunto il giorno della caduta, della vergogna, dell’umiliazione.
E non voleva trascinare Hermione in quel baratro, ma forse avrebbe dovuto pensarci prima di esporsi così con lei, facendole ritrovare volutamente, il suo quaderno dei disegni.
Hermione, da parte sua, fissava il ragazzo con intensità e Draco avvertiva il suo sguardo bruciargli addosso.
“Ora tutti sanno che stiamo insieme” esordì lui in tono duro.

La Grifondoro vibrò a quelle parole, non tanto per il significato che celavano, ma per il tono di voce che il ragazzo le aveva rivolto.
Era da tempo che non lo sentiva parlare a quel modo. Soprattutto con lei.
“E questo ti infastidisce? Pensa che scandalo! Già vedo il titolo sulla << Gazzetta del Profeta >>: Un Malfoy che sta con una Mezzosangue! Quale scandalo per una famiglia dal Sangue Puro!”sputò lei con rabbia, lasciando scivolare lungo i fianchi le mani, che fino ad allora erano allacciate dietro al collo del biondo.
Malfoy storse le labbra, incenerendo la giovane con un’occhiata truce.
“E’ quello che realmente pensi, Granger?” non ricevendo alcuna risposta, il giovane proseguì, mentre una ferita nuova stava lacerando la sua anima.
Ferita che sarebbe rimasta invisibile ad occhio umano, ma che lui avrebbe portato dentro di sé per sempre.
Solo una ferita che si sommava a quelle che già erano cicatrizzate in lui.
“Bene. Allora non hai assolutamente capito niente di me!”  continuò, risentito, facendo un passo indietro, volgendo alla ragazza uno sguardo di ghiaccio.
Hermione trasalì.
Le sembravano essere trascorsi secoli dall’ultima volta che lui l’aveva guardata a quel modo e le tremavano le gambe per quella improvvisa lontananza, non solo fisica.
“E’ quello che sembrava dal tuo tono di voce, Malfoy” ribatté lei, decisa a non chiudere lì la discussione.
Il ragazzo scosse la testa, serrando le mani a pugno.
“Non me ne frega un accidenti se la gente sa di noi, Granger. Io non ho assolutamente nulla da nascondere” sibilò a denti stretti.
“Be’ neanch’io!” rispose la giovane, allargando le braccia, salvo poi farle ricadere lungo i fianchi, in un gesto di stizza.

 

A poca distanza da loro, Blaise, gli altri Serpeverde, Harry, Ron, Ginny e Lavanda e altri Grifondoro assistevano alla scena, senza però capire una sola parola di quello che i due si stavano dicendo.
Blaise, Harry, Ron e Ginny non si erano meravigliati affatto per quel bacio, anzi tutti e quattro si erano a lungo chiesti, per quanto ancora quei due avrebbero finto che non ci fosse nulla tra loro. I restanti studenti fissavano i due ragazzi, ammutoliti e con occhi spalancati, increduli che proprio quei due, così agli antipodi, si potessero baciare o addirittura piacere.
Era assolutamente impensabile.
Quando Harry si accorse che sul viso di Malfoy era comparsa un’espressione contrariata, girò il viso verso Blaise. A sua volta il Serpeverde fece lo stesso e fissò il Grifondoro con serietà, avvicinandosi poi al suo gruppo.
“Dovremmo intervenire?” chiese Ron, resosi conto anche lui dell’improvviso cambio di direzione che stava avendo la discussione tra Hermione e Draco.
Blaise volse di nuovo una rapida occhiata ai due, poi tornò a guardare il gruppo di Grifondoro e scosse il capo.
“Sono cose loro, Weasley e devono risolverle da soli” asserì serio con voce pacata.
Harry annuì.
“Sono d’accordo” disse girandosi a guardare Ron.
“Hermione sa che noi ci siamo. Se avrà bisogno, ci cercherà”.
Fu così che si allontanarono.
Man a mano il folto gruppo di studenti di tutte le case che si erano fermati lì ad osservare la scena, si dissolse in un rumoroso chiacchiericcio. 

 

Draco gettò una rapida occhiata alle spalle della ragazza, notando che non c’era più nessuno, poi tornò a fissare la Grifondoro.
“Andiamo. Cerchiamo un posto in cui poter parlare con calma” disse ritrovando la calma.
Hermione lo guardò per una frazione di secondo, poi chiuse le palpebre e annuì. Riaperti gli occhi si accostò a lui e insieme cominciarono a passeggiare.
Il ragazzo notò che la Grifondoro si tormentava nervosa le mani e si mordeva il labbro inferiore, segno che qualcosa le stava brulicando in testa. Difatti, Draco accennò un mezzo sorriso obliquo, quando lei parlò.
“Dove sei stato ieri e stamane?” domandò Hermione, non riuscendo più a trattenere la propria curiosità.
Era ancora mezza arrabbiata con lui per il modo col quale l’aveva appena trattata, ma non poteva esimersi dal sapere cosa lo aveva spinto ad allontanarsi da lei per quasi un giorno, lasciandole solo un misero biglietto.
“Sono tornato a casa. Mia Madre aveva bisogno di me” una mezza verità. Non se la sentiva di raccontarle di Lavinia. Lui stesso doveva ancora assimilarla, gli sembra un incubo.
E poi c’era quel particolare tanto importante che non poteva essere trascurato: Hermione come avrebbe preso la storia che suo Nonno aveva lanciato una maledizione mortale su sua nipote e il suo compagno mezzosangue?
Lei stessa lo era.
Egoisticamente Draco pensava ai propri interessi. Lui non voleva perderla.
E quella verità lo distrusse.
“Capisco” mormorò a mezza voce la ragazza, continuando a martoriarsi il cervello di domande. Voleva e doveva sapere tutto, non tollerava che le persone a lei care avessero dei segreti con lei, ma conosceva abbastanza bene il biondo Serpeverde da sapere che lui non amava parlare né di sé né della sua famiglia, per questo, per il momento, lasciò cadere il discorso.
Eppure Draco la sorprese, facendo qualcosa che lei non si sarebbe mai aspettata…
“Mia Madre…” iniziò con voce titubante, mantenendo lo sguardo dritto davanti a sé.
“Mi ha chiesto di perdonarla. Ha detto che mi ama e che lei e mio Padre hanno sbagliato” biascicò a mezza voce, inghiottendo a vuoto.
Hermione aveva sollevato la testa e se dapprima lo fissava attonita, ora era ben attenta alle sue parole e quasi si sentì emozionata, perché il suo ragazzo la stava rendendo partecipe della propria vita.
“Tua Madre ti vuole bene” asserì seria e quando Draco si girò per guardarla la scoprì a fissarlo con un tenero sorriso a incorniciarle il viso arrossato dal freddo.

E si innamorò di nuovo.
Hermione vide nei suoi occhi una strana luce e vi lesse una nuova emozione, specchio della propria, così parlò anticipandolo.
“Non chiedermi come faccio a saperlo. Non ti dirò che ogni madre ama i propri figli, perché purtroppo non è sempre così, ma io ho visto i suoi occhi quando ti guardano” soffiò con voce profonda, custode di verità che fecero vibrare il biondo al suo fianco.
“Come…come mi guarda?” balbetto lui in risposta, fermandosi di botto.
“Ti guarda come se esistessi solo tu al mondo. E’ per lei è così: sei il suo più grande amore, Draco. Ti ha amata mentre ti concepiva, ti ha amato quando ti ha visto la prima volta, ti ha amata in ogni singolo istante della sua vita, anche se non te l’ha dimostrato. Non fargliene una colpa. Non tutti siamo capaci di dimostrare ciò che proviamo…” chinò il capo, fissandosi le scarpe, si sentiva svuotata, come se in quel discorso avesse speso ogni energia. Lei stessa era incapace di palesare i suoi sentimenti e la sua storia con Draco, metteva sempre più in risalto quella sua incapacità. Poi d’improvviso, sollevò la testa e fissò il sole dinanzi a loro che lentamente stava calando.
Era ormai pomeriggio inoltrato.
Presto il tramonto li avrebbe sorpresi e loro sarebbero dovuto rientrare a scuola.
Ma la domanda era: volevano farlo realmente?
Perché stare lì, insieme era come vivere in una dimensione parallela, solo loro.
Qualcosa di intimamente loro.
Draco continuava a fissare la sua ragazza, gli occhi spalancati non solo per le parole che lei aveva pronunciato, parole che per inciso gli stavano devastando l’anima, ma perché lei per la prima volta aveva usato il suo nome. Era un gesto così intimo, lo faceva sentire…accaldato. Una lieve carezza che sfiorava leggera la sua pelle sotto la divisa, ma che riusciva ad arrivare fino al suo cuore atrofizzato.
Perché quella ragazza aveva tutto quel potere su di lui?
Draco non riusciva proprio a capirlo, eppure era tutto l’opposto della persona che credeva un giorno gli sarebbe stata a fianco.
Era l’altro lato della medaglia.
Quello giusto?
Sì. Perché era lui la parte sbagliata. Lo era sempre stato, però quando era insieme ad Hermione non si sentiva così sbagliato.
Sembrava che tutto fosse esattamente dove doveva essere.
Lui e lei.
Loro lì, insieme tra la gente.
Le loro mani che si sfioravano, gli sguardi che si rincorrevano senza che alcun pregiudizio o guerra potesse impedirglielo.
Quante volte durante la guerra magica, nella scuola distrutta dalla lotta, lui aveva incrociato gli occhi di Hermione, mai, mai una volta li aveva visti avvinti da quel continuo sbaragliare le forze del male. Mai aveva letto la resa in essi, anzi non aveva mai visto occhi così brillanti, accesi da quella luce baldanzosa che era la speranza.
La speranza di un futuro migliore, dove lei per prima potesse dimostrare che si meritava di essere lì. Perché lei era lì di diritto.
Ed era la strega più brillante della sua età.
Il biondo si mosse senza neanche accorgersene. Si posizionò di fronte alla ragazza, pochi passi li dividevano. Poggiò le mani sulle sue spalle, tuffò i suoi occhi tempestosi in quelli accesi di Hermione e la fissò a lungo, respirando in modo irregolare.
Respiro che si fuse con quello di lei che lo fissava di rimando, senza capire cosa stesse accadendo, poi la spinse verso il proprio corpo e l’abbracciò.
Draco Malfoy la stava abbracciando lì tra gli studenti che passavano di fianco a loro, incurante dei loro sussurri.
Il ragazzo non disse una parola, ma quel gesto ne valeva mille, Hermione lo capì e si strinse nel suo abbraccio.

 

Lavinia se ne stava a fissare il giardino dalla finestra della sua vecchia camera da letto. Ormai il sole aveva lasciato spazio al buio della sera e con l’oscurità le paura della giovane Malfoy si acuivano.
Non c’era posto per la speranza, ma forse lei quel sentimento non l’aveva mai provato sul serio. Non si voltò neanche quando udì i passi della Madre echeggiare nella stanza sgombra.
“Perché hai lasciato che andasse via?” chiese la donna senza una particolare inflessione della voce.
Lavinia sorrise. Un sorriso disteso.
“Perché lui merita di essere felice, mamma” rispose semplicemente senza pensarci su troppo.
“Non avresti dovuto mentirgli. Come pensi che reagirà quando scoprirà la verità? Hai visto come si è arrabbiato quando ha saputo ciò che ti è successo…” Lavinia sollevò una mano e la posò sul vetro gelido della finestra.
“Non ho mai smesso di volergli bene. Mai. Neanche per un attimo, anche se lui non mi ha mai visto, io sono stata spesso ad Hogwarts per spiarlo. Come mi avevi suggerito tu, Silente mi ha aiutata e mi ha permesso di essere sempre lì accanto a mio fratello, anche se lui non poteva saperlo.
L’ho visto crescere e fare le amicizie sbagliate, senza potergli dare qualche consiglio.
È diventato grande in un attimo ed io non c’ero
L’ho visto porgere la mano a Potter, incassare il rifiuto e aggirarsi con l’orgoglio ferito per quella scuola. L’ho visto dare battaglia a quei tre Grifondoro, odiarli tutti. Per un attimo ho temuto che divenisse come Abraxas e avevo deciso di intervenire, ma Silente me l’ha impedito. Ha detto che Draco non era pronto e che avrei dovuto aspettare ancora. Poi è tornato il Signore Oscuro e lì ho capito che stava per arrivare l’irreparabile.
All’arrivo di Draco a scuola, il suo sesto anno, mi è bastato guardarlo negli occhi per capire tutto. Il mio amato fratellino era stato marchiato” a quel punto, la ragazza si girò, aveva il viso rigato dalle lacrime, ma la sua voce rimaneva ferma, decisa.
Serrò le mani a pugno, le nocche sbiancarono.
“In quel momento credo di non avervi mai detestato tanto. Stavate lasciando vostro figlio nelle mani di quel pazzo e così mi sono presentata qui, ricordi?”
Narcissa aveva il viso stanco, come se tutto d’un tratto stesse avvertendo il peso dei suoi anni e dei suoi sbagli.
Annuì alle parole della figlia.
“Ci siamo detti tante cattiverie quel giorno, ma c’è una verità che vorrei che tu rammentassi…” gli occhi chiari della ragazza brillarono tutto d’un tratto.
“Vi ho esplicitamente chiesto di lasciar vivere a Draco la vita che voleva, perché quella che in quell’istante lui stava fingendo di vivere non era la sua, ma il riflesso di quello che voi desideravate da lui” Lavinia fece un passo avanti e fissò con bruciante determinazione la sua genitrice.
“Ora qui ti chiedo, Madre di lasciare a Draco libertà di scelta. Ha bisogno di imparare da solo. Deve imparare a credere in sé, in quello che è sempre stato lì a portata di mano, ma che lui si è rifiutato di vedere per paura di deludervi. E’ così…innamorato che lui neanche se ne rende conto” il sorriso sincero della ragazza si bagnò delle sue lacrime e la stessa Narcissa cominciò a piangere.
Lavinia strinse le mani della madre nelle proprie.
“Almeno lui deve poter vivere la vita che ha scelto. Non imponetegli le vostre decisioni, mamma. Per favore…io voglio che mio fratello sia felice. Ed Hermione saprà stargli accanto tutta la vita, lo aiuterà a superare il dolore della mia perdita. Quant’è forte quella ragazza, mamma! Dovresti conoscerla, ti piacerebbe, sai? È l’unica a tener testa a quello scapestrato di tuo figlio e lo ama. Lo ama davvero proprio come Sebastian ha sempre amato me…”
Lavinia chiuse gli occhi, lasciando che il dolore la penetrasse fin dentro l’anima, ma non si piegò ad esso.
“Voglio che mio figlio Damien cresca con loro. Draco gli insegnerà la forza dell’amore e Hermione il coraggio della speranza e un giorno, quando saranno pronti, gli racconteranno la vera storia dei loro genitori”
Narcissa si lanciò tra le braccia della figlia, stringendola forte a sé, il desiderio di inglobarla più forte che mai. Riaverla nel proprio grembo avrebbe significato proteggerla.
“Per questo ho voluto che lui tornasse a scuola. Sebastian è stato chiaro: non c’è alcuna speranza per noi. Domani lui tornerà e insieme attenderemo la mia morte e se riusciremo a tenere Draco lontano, lui non…”
“Lui non diventerà il nuovo destinatario di questa maledizione…” continuò Narcissa, tornando a guardare in volto sua figlia.
La ragazza annuì.
“Sebastian non si perdonerà mai quella leggerezza…”
“Non è stata colpa sua” intervenne la donna.
“Lo so. Ma io non sono in grado di lenire il suo senso di colpa, Madre. Quando ha avuto quella visione dinanzi a nonno, non è riuscito a tenersela per sé e Abraxas ha deciso che era giusto premunirsi.”
“Anche tuo padre non poteva crederci. I suoi due figli destinati a due Mudblood…” Lavinia annuì appena col capo.
“Le visioni di Sebastian non si sono mai rivelate sbagliate. Questa suo potere lo ha portato a me. Siamo sempre stati destinati e accettiamo ciò che ci aspetta. Abbiamo discusso a lungo di questo e siamo entrambi convenuti che nostro figlio debba crescere con Draco, perché lui è il simbolo che si può sempre fare la scelta giusta. Io credo in lui, profondamente, per questo quando il destino si compirà Draco dovrà stare lontano da qui così che quando la maledizione si spezzerà in tanti frammenti non trovi seme fertile in lui. Draco deve vivere e questa volta Abraxas non l’avrà vinta” i suoi occhi si posarono sulla foto magica che ritraeva un piccolo bambino biondo che saltellava allegro attorno ad una bambina leggermente più alta che sorrideva divertita, mentre fissava dritto negli occhi il piccolo marmocchio.
Draco e Lavinia sarebbero stato legati per sempre.
Oltre qualsiasi maledizione.

 

 

***

Detesto aggiornare con così tanto ritardo, ma purtroppo devo fare i conti con l'ispirazione ballerina e con la mia mancanza di parole. Sì, perché so ciò che voglio scrivere, ma non so come esprimermi. Credetemi se vi dico che è frustrante.
Però è bello sapere che c'è ancora qualche anima pia che legge questa fan fiction dimenticata da Dio. :)
Vi ringrazio infinitamente  e vi ricordo il mio profilo facebook Sognatrice efp, ditemi però chi siete qui su Efp. :)
Mi piacerebbe tanto conoscere i miei lettori.
Alla prossima.

Ps: la fan fiction è scritta senza alcuno scopo di lucro. I personaggi sono di proprietà della Rowling.
Lavinia Malfoy invece è tutta farina del mio sacco. Guai a voi se la toccate U_U
   
 
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