Dopo aver letto della
notizia, Ivan alzò la cornetta e compose il numero della sorella maggiore,
decisamente contento di quanto aveva appreso.
“Ciao,
sorella! Ho saputo dell’ultimo decreto legge che ha approvato il tuo
parlamento: adesso anche la mia lingua è una delle tue lingue ufficiali! Sono
davvero felice, mi fa piacere vedere che anche dopo la fine dell’Unione i
nostri rapporti sono ancora così buoni! Spero lo rimangano sempre, sorella!”
L’ingenuo
Russia aveva toppato alla grande.
“Sorella?”
Non
c’era in assoluto momento peggiore per chiamarla.
“Ucraina?”
Né
parole peggiori da rivolgerle.
“Pronto?”
Sua
sorella riattaccò il telefono con tale forza che Russia staccò l’orecchio dalla
cornetta.
“Che
le prende?”
Giornataccia
per il presidente dell’Ucraina.
Non
era passato nemmeno un giorno dall’approvazione del decreto legge e già sotto
il parlamento si era radunata un’inferocita manifestazione nazionalista.
Attraverso
la finestra riuscì a scorgere in quel carosello di urla e bandiere l’ultima
persona che si sarebbe aspettato.
Sapeva
che le Nazioni devono per forza obbedire agli ordini dei loro capi anche quando
non vogliono, e la sua in particolare, sempre così impacciata e insicura con
tutti, non poteva certo essere un’eccezione alla regola.
Invece
era là fuori, tra la sua gente, a manifestare il suo sdegno in un modo tutt’altro
che dimesso.
Issata
sulle spalle da due uomini, con indosso un paio di pantaloni azzurri e nient’altro;
dalla cintola in su era completamente nuda e completamente dipinta di giallo, trasformata
in una versione vivente e parlante della sua bandiera.
Guardava
come tutti alla sua finestra, giunta lì colma di rabbia, esplosa per la paura
più grande che una Nazione possa avere, anche peggio del perdere la libertà, per
l’affronto più grande possa mai subire: vedere la propria identità
sottovalutata e insultata. E non era la prima volta che accadeva.
La
sua voce ribelle si ergeva su tutte le altre, ed era tutte le altre.
“NON
SONO RUSSA!”
NOTE
Recentemente
è stato approvato in Ucraina un decreto legge che rende il russo la lingua
ufficiale in 13 regioni, praticamente la metà del paese: all’approvazione sono
seguite feroci proteste e scontri.
I
rapporti tra Russia e Ucraina sono attualmente tesissimi.
La
situazione ucraina è particolare: una parte del paese aspira ad entrare nella
NATO e nella UE e ad aprirsi all’occidente, un’altra a mantenere buoni (per non
dire stretti) rapporti con la Russia.
Di
fatto, mentre le regioni occidentali sono quelle con popolazione favorevole all’apertura
e più gelose dell’identità nazionale, le regioni in cui è stato approvato il
russo come lingua ufficiale sono quelle orientali, più legate al ricordo dell’Unione
Sovietica, e in cui addirittura molte persone di etnia russa (per numerosità la
prima minoranza del paese), anziché ucraini, detengono importanti posti nell’amministrazione.
Considerando
altri punti di tensione tra i due paesi e avvisaglie preoccupanti (la disputa
sul gas, l’attuale presidente filo-russo, il trattamento riservato alla
Tymoshenko), si notano chiaramente i subdoli tentativi del potente vicino di
ostacolare e influenzare la libera politica ucraina, o addirittura, che mai
avvenga, di riacquisire, nel lungo periodo, territori legittimi dello stato
ucraino.
Ho
scritto questa fanfiction per sensibilizzare altre persone sull’argomento.
Il
popolo ucraino ha, per quello che vale, tutto il mio più sincero sostegno.
Altre
informazioni:
http://www.iljournal.it/2012/mosca-si-e-ripresa-lucraina/340627
TonyCocchi