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Autore: KillAnyoneForYou    25/06/2012    8 recensioni
Come sarebbe andata se Katniss non avesse conservato i Morsi della Notte?
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Attenzione, tributi, attenzione: il precedente cambiamento è stato revocato. Ci può essere solo un vincitore.”

Mi girai verso di lei, nei suoi occhi il terrore, nella mia gola le fiamme.
Non doveva andare così.
Mi voltai e cominciai a zoppicare verso di lei, ignorando il dolore, pronto alla sua reazione quando tirai fuori dalla tasca il coltello, non per ferirla ovviamente, per arrendermi alla consapevolezza che se qualcuno doveva tornare a casa, quella doveva essere lei.
La vidi puntarmi una freccia al cuore, il mio cuore pieno d’amore solo per lei, per i suoi occhi, per la sua voce, cose che non avrei mai più visto, ascoltato
– “Fallo”- le dissi,
ma lei non si mosse, rossa in volto sussultò per la vergogna dei suoi pensieri.
Come poteva pensare che potessi ucciderla?
Per salvarmi?
Per tornare da chi?
Non ci sarebbe stata più nessuna Katniss Everdeen al mio ritorno, allora preferivo non tornare affatto.
Lei mi guardò e disse: - Io non torno senza di te. Resterò qui finchè non decideranno di rimandarci a casa entrambi. Dovessero volerci degli anni, non posso tornare senza di te.-

Impiegai tutte le mie energie per convincerla ma non ci fu verso.

Passarono i giorni, gli strateghi non mancarono a renderci la vita difficile, ci mandarono altri ibridi, ci seccarono i fiumi, fecero svanire tutta la selvaggina, appassire le piante, ma noi restammo insieme.
Insieme, avevamo detto, come avrei voluto che lei non lo avesse promesso.

Giorno dopo giorno vedevo i suoi occhi spegnersi, la sua pelle diventare grigia e lucida, senza vita, i suoi capelli perdere la forza, non ci alzavamo più, vivevamo di quelle poche gocce d’acqua delle borracce ancora con noi: aspettavamo la fine.
Sapevamo che alla fine ci sarebbe stato un vincitore, uno dei due avrebbe resistito maggiormente alla mancanza di nutrimenti. Attendavamo inermi, fissandoci, cercando di far aggrappare tutti i singoli particolari dell’altro ai nostri ricordi.
O almeno, io facevo questo, volevo ricordarmi per sempre la forma della sue labbra, il suo profumo, le sue dita, i muscoli delle sue gambe.
E lei?
Lei pensava a Prim, a Gale, a sua madre, ma a me non importava, tanto mi stavo lasciando morire più velocemente, lei pensava che io bevessi, ma ormai facevo finta, debole com’era non se ne sarebbe mai accorta.

E così quando sentii le forze offuscarmi il cervello feci un ultimo sforzo per guardarla dritto negli occhi ed immaginarla nei suoi boschi, per mano ad una bambina con gli occhi grigi e la carnagione scura, con Gale, con sua madre, con Prim, a cantare insieme alle ghiandaie imitatrici...

–Peeta! Non lasciarmi!...-
   
 
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