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Autore: Night Sins    26/06/2012    2 recensioni
Scelte di vita discusse davanti a birra e vino, a conclusione di un lungo caso.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: I'm getting sentimental over you
Fandom: White Collar
Personaggi:Neal Caffrey, Peter Burke
Pairing: Peter/Neal (rapporto tipo padre-figlio o preslash, come volete)
Rating: G
Genere: malinconico, sentimentale
Avvertimenti: flashfic, preslash (se uno vuole)
Timeline: post-kate
Spoiler: nessuno
Conteggio Parole: 403
Betareader: nessie sun ♥
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: - Il titolo è preso da una canzone di Frank Sinatra ♥



“Tu ed Elizabeth avete mai pensato di avere figli?”, domandò Neal all’improvviso, una strana, malinconica nota nella voce.
Peter alzò la testa verso di lui, sorpreso. Erano andati a casa del più giovane, dopo una giornata di lavoro particolarmente intensa, e si stavano rilassando bevendo delle birre – beh, lui stava bevendo delle birre, Neal si era aperto una bottiglia di vino, oramai quasi finita.
“Sì, certo. Ma...”, alzò le spalle, “non è mai stato il caso. Sposati da troppo poco tempo, troppo impegnati con il lavoro... Non esattamente le condizioni migliori.”
“Ora potreste.”
“Siamo sempre impegnati con il lavoro... Beh, soprattutto io.”
“E non ti dispiace?”
“In realtà? Non molto”, rispose e bevve un altro sorso di birra. “Non mi sento a mio agio con i bambini e non saprei come crescerne uno.”
“Secondo me faresti un ottimo lavoro”, replicò Neal svuotando la bottiglia.
Peter scosse la testa, ma non rispose. “Tu e Kate ci avevate pensato?”, chiese, solo perché era sicuro era quello di cui aveva bisogno.
Neal rise. “No. Cioè, in realtà una volta glielo dissi, ma non ne fu entusiasta. Eravamo ubriachi e lei la mattina dopo non si ricordava nulla, così ho fatto finta anche io che non fosse mai successo.”
“Però ci pensavi.”
“Sì. Sarebbero stati dei bambini bellissimi, e molto intelligenti.”
Peter chiuse gli occhi e sorrise, poteva immaginarlo. “Mi dispiace”, non sapeva bene che dire, ma quello gli sembrava vagamente adatto.
“Non devi. Oramai è passato...”
“Neal...”
Il ragazzo finì di bere il vino in silenzio e poi si alzò, diretto al mobile dove teneva le altre bottiglie. “Se vuoi un consiglio, dovreste pensarci ancora”, disse prendendone una per controllare l’etichetta.
Peter lo raggiunse e gliela tolse di mano, ridacchiando. “Credo di avere di già un figlio.”
Neal lo guardò con occhi e bocca spalancati dallo stupore. “Cosa?”
“Tu”, rispose osservandolo fisso, si sentiva calmo e sereno. “Andiamo”, continuò posando una mano sulla sua spalla e facendo un po’ di pressione per guidarlo lontano dal mobile.
Neal si appoggiò contro di lui, mormorando qualcosa.
“Che hai detto?”
“Nulla.”
“OK.”
“No... ‘Papà Peter’, non so se mi piace.”
“Non piace nemmeno a me l’idea che tu mi chiami così”, rise facendolo sedere sul letto. “Ce la fai a spogliarti?”
Il truffatore annuì.
“Bene. Fallo, e mettiti a letto, hai bevuto abbastanza.”
“Vaaaa beeeneee, papà”, lo prese in giro.
“A domani. Buona notte, Neal.”
“Buona notte, Peter.”
   
 
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