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Autore: Pletto_    26/06/2012    1 recensioni
Ho provato a scrivere una fanfiction su i miei due personaggi preferiti Bruce e Tony.
"Continuava a guardare quella lettera, non ci staccava gli occhi di dosso, era come se fosse una bella donna e lui non vedeva l'ora di averla. Peccato che era una lettera ed era da parte di Tony."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Tony Stark/Iron Man
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Continuava a guardare quella lettera, non ci staccava gli occhi di dosso, era come se fosse una bella donna e lui non vedeva l'ora di averla. Peccato che era una lettera ed era da parte di Tony. E lui aveva paura di aprirla, ma allo stesso tempo la bramava. Una lettera!
“Ma io sono Bruce Banner! Sono Hulk, di che ho paura? Di futili parole?” strillò e in quel momento temette che LUI uscisse fuori con tutta la sua forza distruttiva, per fortuna riuscì a contenersi. Aprì la lettera e quello che lesse un po' lo deluse e un po' lo sollevò. “Un invito! Grazie al cielo, fra due settimane tutti i vendicatori sono invitati alla Stark Tower, in smocking” si fermò un attimo “Dovrò comprarne uno, a tutte le feste a cui sono stato mi sono... Arrabbiato e adesso sono rimasto senza smoking... Che tortura averti dentro di me!” urlò a sé stesso indicandosi il petto.
Posò la lettera sul tavolo e si diresse verso il suo portatile acceso sul tavolo della cucina, sentì il suono della mail, un novo messaggio da Tony Stark, “Ancora? Che fa mi vuole uccidere questa sera?” pensò sorridendo. “So che sei tornato in India perciò ti ho prenotato un volo per la prossima settimana, lo smoking lo hai? Se non ce l'hai te lo presto volentieri” lesse ad alta voce, un suo vizio rimastogli da quando era ancora lo stimato Dottor Banner.
Si sedette sulla sedia e iniziò a scrivere la sua risposta:
“Grazie Tony per l'invito, grazie anche per il volo, declino volentieri l'offerta dello smoking, ne comprerò uno nuovo. Arrivederci ci vediamo la settimana prossima”
Inviò. “Sarò stato troppo informale?” si chiese mentre beveva una tazza di latte, aveva iniziato a bere latte, sempre, per non innervosirsi troppo col caffè.
Sei giorni dopo si stava preparando ad affrontare il viaggio, aveva sempre odiato gli aerei, gli mettevano ansia e l'ansia non gli piaceva per niente. Si sedette tranquillo al suo posto in prima classe, quando Tony fa qualcosa, la fa sempre nel modo migliore possibile. Il viaggio durò all'incirca tredici ore, sei delle quali le spese a giocare con il computer. Atterrò all'aeroporto alle sei di sera, all'uscita non si aspettava nessuno, e invece trovò Tony in persona ad aspettarlo, con un cartello con su scritto “Dottor Banner” sbracciava come un bambino, questa cosa gli fece molta tenerezza.
“Dottor Banner! Che bello rivederla!” sembrava davvero un bambino.
“La prego Signor Stark mi chiami Bruce, ha visto la parte peggiore di me, ormai mi conosce abbastanza bene”
“Beh allora chiamami Tony!” fece un sorriso che ebbe un effetto strano su Bruce.
“Okay Tony, ma come mai una settimana d'anticipo il volo?” chiese incuriosito.
“Veramente non vedevo l'ora di farti vedere il mio laboratorio, voglio farti sognare questa settimana poi fra due giorni verranno anche gli altri” Tony prese il bagaglio di Bruce “Leggera questa valigia!” disse con il suo solito tono ironico.
Il tragitto fu breve, la Stark Tower si trova a due isolati dall'aeroporto. Bruce non fu molto loquace, timido come al solito, e Tony, logorroico come sempre, glielo fece notare un paio di volte.
“Sai cosa mi piace di te Bruce?” chiese improvvisamente.
“Ehm... No cosa?”
“Sei timido, ma quando ti trasformi in quel mostro verde rabbioso diventi un altro con dentro lo stesso cuore tenero e la stessa anima buona”
“Sono le due facce di una medaglia”
“A volte penso che se riuscissi a controllare la SUA mente saresti tu il capo dei vendicatori, hai stoffa fratello”
“... Non ne sarei in grado, e poi il capitano è perfetto”
“Il capitano è vecchio Bruce” disse ridendo Tony.
“Possiamo cambiare argomento? Mi mette a disagio parlare di me e di LUI”
“Si hai ragione, parlami del tuo progetto in India!”
“Non ho alcun progetto in India, sono solo un medico lì...”
“Ah, va beh siamo arrivati!”
Davanti a loro si innalzava verso il cielo un edificio altissimo, bellissimo e luminosissimo.
“La mia torre di Babele” disse ridendo Tony.
“Non me la ricordavo così grande l'ultima volta che l'ho vista” disse con un mezzo sorriso Bruce togliendosi gli occhiali per pulirli.
Tony lo fissava e sorrideva, Bruce se ne era accorto ma faceva finta di niente, era dannatamente bello sentirsi osservati nel modo in cui lo faceva Tony.
“Beh forse eri tu ad essere un po' più grande”
“Sicuramente!” si rimise gli occhiali.
Entrarono nel gigantesco palazzo e presero un ascensore spaziosissimo che li catapultò direttamente all'ultimo piano dove Tony abitava.
“Bene” disse “Ti mostro dove dormirai per questa settimana, per il momento sei da solo” disse accendendo la luce di un'enorme stanza con cinque letti “Poi quando arriveranno gli altri dormirete nella stessa stanza, con le tende ovviamente” indicò dei vetri così puliti da sembrare inesistenti e delle tende scorrevoli bianche. “Sistemati e quando ti sarai rinfrescato mangeremo qualcosa”
Bruce scelse uno dei camerini preparati da Tony, in realtà non lo scelse, Tony l'aveva già deciso, c'erano due pupazzetti di Hulk e una foto di tutti i vendicatori, però quella c'era in tutte le stanze. “Si vede che non è abituato ad avere ospiti” sorrise. Prese una camicia lilla e dei jeans scuri e andò verso il bagno, quella sensazione di sentirsi osservato stava iniziando a dargli fastidio. Riuscì a farsi la doccia tranquillamente, anche se si sentiva a disagio, quella casa lo faceva sentire a disagio, tutto così pulito e trasparente, lo spaventava. Andò in cucina e trovò Tony intento di preparare dei piatti di Shawarma.
“L'hai fatta tu?” disse spaventato Bruce
“No certo che no! Speravo ci mettessi di più così ti facevo credere che l'avevo fatto io”
Durante la cena Bruce cercò di aprirsi un po' di più, così da non sembrare troppo timido.
“Dov'è questo meraviglioso laboratorio?”
“Al piano di sotto...” s'alzò per andare a chiamare l'ascensore “Vieni!”
Bruce si alzò e seguì Tony, era molto eccitato “sicuramente è per il laboratorio” pensò. Il viaggio in ascensore durò una frazione di secondo. “Tecnologia moderna, tsk” pensò e sorrise.
“Perché ridi?” gli chiese Tony che non aveva mai smesso di fissarlo.
“Ho pensato al fatto che la tecnologia moderna fa miracoli”
“Certamente” sorrise a sua volta Tony. Le porte si aprirono. Gli occhi di Bruce si illuminarono , era un laboratorio gigantesco e tutto questo ce l'aveva avuto sotto i piedi per tutto quel tempo. “Perché non me l'hai fatto vedere prima?!” aveva le lacrime agli occhi.
“Penso che sia meglio giocare domani che ne dici? Sarai sicuramente stanco...”
“Giusto, però domani mi lasci tutto il giorno qui dentro”
Tornarono al piano di sopra e Tony lo accompagnò fino alla sua stanza “Buonanotte Bruce” gli diede un bacio. Bruce tentennò un pochino, non se l'aspettava. “B... Buonanotte Tony” Bruce chiuse le tende e si trovò a sorridere, sia per il laboratorio che per il bacio di Tony. Però il giorno dopo l'avrebbe presa lui l'iniziativa, anche perché aveva solo altri due giorni da passare da solo con Tony.
Il giorno dopo si alzò presto, preparò la colazione, una tazza di latte e cereali per lui e un caffè per Tony. Era tutto perfetto, il coraggio l'avrebbe trovato sicuramente.
“Buongiorno dottor Banner!” lo salutò formalmente, era ancora mezzo addormentato era così tenero in canottiera.
“Buongiorno Tony!” rispose senza esitare. “Bravo mi sei piaciuto continua così” pensò per incoraggiarsi.
“Volevo scusarmi per come ti ho salutato ieri sera...” disse prendendo una brioche dalla dispensa.
“No, non devi scusarti, anzi... Grazie, era tempo che ci pensavo...”
“Ah si? Dobbiamo fare qualcosa per questa timidezza...” si alzò dal suo posto e si avvicinò a Bruce. “Aspetta!” Tony guardava stupito “Tocca a me a iniziare” si alzò anche Bruce, erano lì, uno davanti all'altro, fermi ad aspettare la mossa di Bruce; con uno scatto si precipitò verso Tony, gli prese il volto e iniziò a baciarlo. Non aveva mai avuto tutto questo coraggio in tutta la sua vita da uomo.
Tony si tolse la maglietta il suo corpo era perfetto e quell'aggeggio luminoso rendeva tutto più armonioso. Bruce esitò un momento, ma si riprese subito non poteva, non doveva, rovinare quel momento magico.
Riprese a baciarlo e iniziò a sbottonarsi la camicia, gli stava venendo il fiatone per la foga.
Tony lo fermò. “Tranquillo” gli accarezzò il braccio e lo baciò delicatamente, “non vorremo mica farlo arrabbiare” sorrise.
“No, per niente”
Tony lo prese per mano e lo portò in camera sua e lo baciò, lo spinse sul letto, “ora continuo io...”

Bruce si svegliò senza vestiti sul letto, per un momento ebbe paura di essersi trasformato, ma poi il ricordo dell'esperienza lo rese felice, si alzò e si vestì, Tony non era nei dintorni, si fece una doccia e quando uscì dalla doccia se lo ritrovò davanti in tutta la sua bellezza. “Allora? Riposato bene?” gli fece l'occhiolino.
“S... Si, ho riposato benissimo, Tony volevo chiederti quando potrò giocare nel laboratorio”
“Anche subito, magari rivestiti”
“Era quello che avevo intenzione di fare” disse ironico. Si rivestì e andò a giocare nel laboratorio, ci stette tutta la giornata, stava vivendo alcuni dei momenti più belli della sua vita, stava vincendo la timidezza e per una volta stava avendo tutto quel che voleva, non poteva sentirsi meglio di così.
“Devo viverlo a pieno questo ultimo giorno, non voglio tornare a deprimermi senza aver vissuto” pensò.
“Ehi Bruce è ora di cena!”
“Cosa?! Che ora è?”
“L'ora di cena te l'ho detto”
“Non scherzare, non posso aver passato un'intera giornata qui dentro!”
“Quando ci si diverte il tempo passa in fretta... Dai vieni”si sedettero al tavolo e iniziarono a mangiare quel che aveva preparato Tony, una specie di pasta al sugo.
“Allora ti piace?” chiese orgoglioso della sua creazione.
“Ehm... Si, non è proprio il massimo della cucina però e buono” pensò un minuto e poi continuò “quando questa settimana sarà finita, noi non esisteremo più vero?”
Dopo questa domanda calò il silenzio, Tony era in difficoltà, come poteva rispondere a una domanda così stupida, ma così importante?
“E' inutile che io ti dica che non è vero, purtroppo la vita ci ha dato questo peso, io vorrei tenerti qui vicino a me, vederti giocare nel laboratorio e poi giocare con te” sorrise, ma con un filo di malinconia “godiamoci
questi momenti finché possiamo...” lo baciò dolcemente e una lacrima gli rigò il volto.
“Non serve a niente piangere, è già abbastanza l'opportunità che mi hai concesso...”
“Sta sera dormi con me?”
“Si, lo farei sempre...” andarono in camera da letto, mano nella mano; Tony lo strinse forte a sé “cosa stavamo dicendo questa mattina?” lo baciò con meno foga, ma con più passione e intensità.

La notte dormirono stretti l'uno all'altro, il suo respiro sul pelle lo rendeva tranquillo, non avrebbe permesso neanche al più brutto degli incubi di farlo trasformare finché quel respiro gli scaldava le spalle. Si svegliò la mattina di soprassalto sperando che il giorno prima non fosse solo un sogno, aprì gli occhi e alla sua destra c'era il suo sogno che dormiva come un bambino. Si fece una doccia, bevve una tazza di latte e lo svegliò. “Tony io vado a giocare!”
“Eh? Va bene, ma che ore sono?”
“Le sette e mezza”
“Alle nove arrivano gli altri, svegliami alle otto”
“Non sono il tuo schiavo, svegliati da solo!” Tony sorrise e disse “se non ti amassi già, inizierei ad amarti”
Sul volto di Bruce comparve un sorriso a trentadue denti, lui lo amava! “Va bene ora vado a giocare” gli diede un bacio di quelli che non si scordano facilmente.

Alle otto Tony riuscì a svegliarsi da solo, forse fu costretto perché Bruce si era perso nel suo mondo ormai, ma si alzò si preparò e fece un giro di ricognizione e si fece una chiaccherata con Jarvis, parlò del più e del meno, ma soprattutto dell'esperienza che stava vivendo.
“Jarvis è incredibile! Neanche quando sono con te mi sento al settimo cielo...”
“Come signore?” chiese Jarvis un po' confuso
“Con te nel senso figurato dell'espressione, con lui mi sento bene!”
“Gli chieda di restare allora signore”
“Non posso, lui ha una vita, anche se schifosa, in India e io ho questo!”
“Ha anche dieci minuti di ritardo, signore”
“Davvero? Allora corriamo, il capitano mi farà nero!”
“In che senso signore?”
“Lascia stare Jarvis, i modi di dire te li insegno un altro giorno! Forza alla Stark Tower!”

“Come fa ad essere in ritardo? Cosa sta facendo?” pensò Bruce mentre faceva avanti e indietro per il salotto di Tony. “Ci ammazzeranno, Clint mi lancerà una freccia nel polpaccio, Thor mi darà una martellata, Steve mi taglierà la gamba con lo scudo, Natasha farà sesso con me e dopo mi ucciderà e io non morirò, diventerò verde e li ammazzerò tutti... Ma dove diavolo è Tony?!”
“Eccomi, eccomi, non pensavo mi amassi tanto!” disse facendo la sua sfilata per levarsi i pezzi dell'armatura.
“E' tardi! Dobbiamo andare a prendere gli altri!”
“Respira! Tranquillo non innervosirti, casa è tutta ordinata e non voglio vederti arrabbiato...”
“Sei, sei così irritante...” Tony si tolse la sua T-Shirt preferita e si mise una camicia, “... Ma dannatamente sexy” bisbigliò Bruce.
“Grazie, forza andiamo!”
Arrivarono all'aeroporto alle nove e venti ed erano tutti spazientiti dal ritardo di Tony, che entrò con una grazia e una tranquillità tale da trasformare tutti i torti in ragione, sembrava un Dio.
“Santo cielo come se la tira...” disse Natasha a Clint.
“Concordo pienamente!” rispose Steve.
“Eccoci ragazzi, scusate il ritardo, ma Tony...” non riuscì a finire la frase che Tony lo interruppe: “si scusate stavo studiando un nuovo modo per rendere la mia torre ancora più innovativa...” sorrise “Natasha! Ti sono cresciuti i capelli? Clint! Ne hai persi un po'! Capitano!” fece l'inchino a Steve.
“Okay, scherzi a parte siamo tutti? Thor?” chiese Natasha.
“Ah si l'aereo da Asgard faceva un po' di ritardo ci raggiungerà a casa mia...” disse tutto sorridente.
“E' più fastidioso del solito” disse Natasha.
“Era una domanda un po' stupida, però” le disse Clint dandole un bacio e prendendole la mano.
“Mi sento dannatamente solo, dov'è Thor?”
“A casa Capitano”

Tornarono alla Stark Tower, salirono sul solito ascensore super veloce e appena entrarono trovarono Thor, ma non era solo, c'era anche Loki e stavano giocando a fare la guerra, come due fratelli normali. I vendicatori subito si attivarono e si misero in posizione pronti per attaccare, peccato che l'unica armata era Natasha, che aveva sempre una pistola nello stivale.
“Ehi ragazzi!” salutò tranquillamente Thor prendendo Loki e buttandolo per terra.
“Riposo soldati, sembra innocuo” disse Steve.
“Si! Loki ha messo la testa apposto, si è sposato con una donna, buona e governiamo su Asgard entrambi, ci siamo riappacificati” spiegò Thor.
“Si, riappacificati, più o meno, comunque io non rimango con voi, mi fate troppo schifo voi insulsi esseri umani, ho solo accompagnato mio fratello... Addio!” dissè così e scomparve nel nulla.
“Non è cambiato di una virgola” disse Clint.
“L'avrei ammazzato! Casa è in ordine, se solo avesse mosso un dito, l'avrei ucciso a mani nude senza armatura!” disse nervoso Tony.
“Su tranquillo fratello! Beviamoci su!” esultò Thor.
“Si concordo!” disse Tony andando verso il suo bancone del bar e tirando fuori la birra.
“Ma che si mangia?” chiese Natasha
“Quello che volete, non so cucinare” rise Tony.
“Pizza!” esultò Thor.
“Credo che lui abbia già bevuto troppo” fece notare Steve
“No! Sono solo contento di rivedervi”
“Va bene accomodatevi! Intanto chiamo per la pizza a domicilio”
Si sedettero al tavolo e Bruce iniziò a parlare vincendo la sua timidezza.
“Quindi, vi siete fidanzati finalmente!” disse a Natasha e Clint.
“Eh si, era impossibile non farlo...” sorrise Natasha.
“Ma... Avete già...? No perché se è così Natasha avrebbe perso il vizietto finalmente!” disse ironico Tony.
“Non sarebbero affari tuoi Tony!” disse nervosa Natasha
“Si! Abbiamo già!” disse orgoglioso Clint
“Clint!”
“Nat, sono cose che prima o poi avrebbero dovuto sapere, sono amici nostri!”
“E bravo occhio di falco” scherzò Steve.
“Qui bisogna festeggiare! Brindiamo!” esultò Thor
“Ma possibile che sai dire solo questo?” gli chiese Bruce
“No dottore! Ma sono contento di essere qui, mi mancavate!”
La cena proseguì con tutta l'esuberanza di Thor ubriaco e l'allegria e la simpatia di Tony che improvvisò un karaoke e la serata passò in fretta, verso le due il padrone di casa li invitò a restare a dormire da lui.
“Si grazie, con tutto quel che ho bevuto non riuscirei a tornare ad Asgard”
“Si accetto volentieri”
“Anche noi accettiamo” dissero contemporaneamente Natasha e Clint.
“Beh allora andate a dormire, io e il dottore sparecchieremo, ormai è diventato esperto nell'arte dello sparecchiamento” sorrise con gli occhi semichiusi per la stanchezza.
“Okay buonanotte allora!” dissero in coro tutti.
Aspettarono che gli altri si coricassero, Bruce gli prese il braccio e lo avvicinò a sé, lo baciò.
“Stasera dormi da me...” disse Tony riprendendo il bacio.
“Non vorrei rischiare...”
“Sono amici nostri, prima o poi devono saperlo...” sussurrò Tony riprendendo le parole di Clint.
“Io non lo dirò mai, questa storia è solo nostra, gli altri non devono sapere...”
“Non sai quanto mi fai morire quando dici così!” lo prese per la camicia e lo baciò e con la massima attenzione, cercando di non fare rumore, lo portò in camera sua.
“Questa notte ti faccio vedere le stelle” gli sussurrò all'orecchio prima di strappargli la camicia.

La mattina Bruce si svegliò presto per evitare di dare nell'occhio, si vestì e andò sull'ampio balcone della torre, la vista era una cosa meravigliosa, la brezza della mattina gli entrava nei polmoni, sospirò e pensò a quello che si era perso stando sempre nel laboratorio, pensò all'ambigua relazione tra lui e Tony. Doveva finirla il più presto possibile, per evitare di soffrire, o per lo meno soffrire di meno. Pensò alle parole da dirgli, ma gli uscirono solo lacrime “se fosse LUI a parlare per me, forse sarebbe molto più facile” singhiozzò.
“Ehi, che succede?” si affacciò Natasha.
“Ehi” cercò di camuffare la voce per non farsi scoprire “niente Nat”
“Bruce” gli si avvicinò e lo abbracciò “qualsiasi cosa tu abbia, non pensarci, è molto più semplice, se non ci pensi”
“Fosse così focile Nat, lo farei... Comunque grazie per il consiglio” si alzò “Fame?” disse sorridendo, ma con gli occhi ancora corichi di tristezza.
“Si” sorrise “Tu quando riparti?” chiese mentre si versava del caffè.
“Pensavo domani, mi manca casa”
“Basta che poi non scompari come fai sempre, caffè?” chiese.
“No grazie, mi rende nervoso, no non scomparirò anche perché devo essere presente al tuo matrimonio, giusto?” sorrise.
“Ma ancora non è sicuro, ancora non mi ha chiesto niente, ma ci spero, sai? Amo troppo Clint”
“Si vede” le sorrise “Va bene io vado a preparare i bagagli”

“Bagagli che parolona!” disse ironico ripensando a quel che aveva detto a Natasha. “Diciamo che è uno zainetto” mise dentro tutto quel che aveva e si sedette sul letto, trattenne le lacrime se lo impose, o forse glielo impose LUI. Prese la foto che stava sul comodino, quella che si scattarono prima di dividersi, sorrise e si alzò dal letto andò in cucina, c'erano tutti a fare colazione, il suo sguardo incontrò quello di tutti e si soffermò su quello di Tony. Lui capì e gli andò incontro “No Bruce, non ora...” bisbigliava.
“E allora mai...” il suo gesto di estremo coraggio, stroncato sul nascere.
Gli altri rimasero attoniti per una manciata di secondi, ma dopo ripresero a fare quelli che stavano facendo prima.
Bruce se ne tornò sul terrazzo, quel posto lo ispirava, dopo poco arrivò anche Tony. “Ho visto che hai preparato il borsone, vuoi andare già via?” gli chiese sedendosi di fianco a lui.

“Si, mi manca casa, e poi è inutile continuare questa cosa, non porta da nessuna parte, mi fa solo soffrire, preferisco tornarmene in India...”
“... Resta... Per sempre”
“No... Non posso” si alzò e lasciò solo Tony con i suoi pensieri.

La mattina dopo erano tutti pronti per tornare a casa il primo a partire fu, giustamente, Thor che non aveva nessun aereo da aspettare.
“Ciao ragazzi! Mi ha fatto piacere rivedervi! Aspetto l'invito eh!” fece l'occhiolino a Clint che si sentì in imbarazzo.
“Sicuramente!” rispose Natasha.
Poi andarono via Natasha e Clint, che ricevettero una chiamata e partirono subito per una missione.
“Che coppia!” disse Steve “va bene, ora me ne torno a casa, ciao ragazzi” li abbracciò e corse a fare il check-in.
Rimasero solo Tony e Bruce.

“Ora devo andare anche io...” lo salutò con un abbraccio, prese il suo borsone e fece per andarsene, ma Tony lo trattenne “Resta per sempre!”

“E' meglio che io vada Tony, è meglio per tutti e due” gli diede un bacio e una lacrima scivolò lenta sulla sua guancia. “Guarda cosa mi fai fare, il Bruce di prima non avrebbe mai baciato una ragazza in pubblico, figuriamoci un ragazzo” si asciugò la lacrima.

“Ti amo, Bruce”

“Anch'io... Ciao”

Si allontanò e scoppiò in lacrime.

 

“Che cosa ho fatto?! Perché non sono rimasto con lui?” pensò

“Perché avresti sofferto lo stesso, senza il tuo lavoro, senza i bambini da curare, senza poter fare le lunghe passeggiate immerso nel verde...” si rispose da solo, e si lasciò cadere in un sonno profondo cercando di smettere di pensare a lui.

  
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