SESSANTA…
«Takato! Ti prego! Accompagnami tu!», disse al ragazzo che aveva di fronte con un espressione che di certo l’avrebbe sciolto.
Lui, che stava masticando un biscotto della sua colazione, non poté rifiutare. «Prendi la giacca», le disse mentre cercava nelle tasche le chiavi del motorino.
Poi Juri si passò una mano tra i capelli e disse rammaricata: «Ho scordato di pettinarmi»
«Il bagno è occupato», le disse Janlinag staccando per un solo secondo gli occhi dal giornale che stava leggendo.
«Forse se ti sbrighi riesci a fermare Ryou prima che entri nella doccia», propose Takato sollevando il cucchiaio sporco di latte per specchiarsi dentro. Ma quando Juri si ritrovò davanti alla porta del bagno sentì già l’acqua scorrere.
«Sei già dentro, vero?», chiese sospirando rassegnata.
La voce del ragazzo la raggiunse ovattata da dentro il bagno: «Cos’hai dimenticato?»
«La spazzola», mormorò la ragazza battendo la testa sulla porta chiusa.
Ruki, che dalla camera sua e dell’amica aveva sentito il discorso, la raggiunse di corsa. «Ci penso io», le disse, e prima che qualcuno potesse fermarla era dentro il bagno.
La temperatura era davvero alta, e il vapore aveva appannato lo specchio.
«Con te non c’è mai privacy», commentò Ryou ridacchiando e affacciandosi da dietro la tenda.
Ruki lo ignorò e cercò la spazzola nello scaffale del mobile che avevano riservato per lei e per Juri. «Juri farà tardi all’esame se non si sbriga ad uscire», afferrò la spazzola e aprì la porta per passarla alla ragazza.
«Eih, che ne pensi di fare la doccia qui con me?»
Ruki richiuse la porta, ignorando il “grazie” sommesso che Juri le aveva rivolto e concentrandosi sulla domanda che Ryou le aveva fatto.
«Per quanto tempo?», gli chiese la ragazza.
Ryou, che non si aspettava questa domanda – credeva che l’avrebbe mandato a quel paese – stette zitto.
«Sotto la doccia, io e te, per quanti minuti?», insistette Ruki.
Lui si soffermò a pensarci. «Sessanta minuti?», chiese.
Ruki sogghignò: «Ah si? Sessanta minuti? E ora dimmi questi sessanta ceffoni su quale guancia li vuoi»
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Da un'idea che la mia fantastica cuginetta ha avuto l'estate scorsa