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Autore: Phoeben    26/06/2012    7 recensioni
E poi si avvicinò dicendo: "L'hai sentito anche tu, vero?"
"Ehm, Styles sentito cosa?"
"Quel briv… Ooh, Al diavolo tutto!" Mi prese il viso tra le mani e mi diede un veloce bacio a stampo.
Le stesse sensazioni di prima si ripresentarono aumentate all'ennesima potenza.
E poi se ne andò via. Lasciandomi così, con un espressione tra l'ebete e lo scioccato, senza realizzare cosa fosse successo.
"Sweet Dreams" disse prima di svoltare l'angolo con un sorriso malizioso e con il suo perfetto accento inglese.
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Ollie arriva a Londra, piena di aspettative, e con le idee molto chiare sul suo futuro. Ma si sa, quando nella vita si è troppo sicuri di alcune cose, spesso arriva qualcosa che stravolge tutto.. e l'incontro con 5 ragazzi, beh può essere uno di questi qualcosa.. E quando realizzi un sogno, si sa, gli altri vengono di conseguenza.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2


"Tutto per colpa di un ascensore.."

 
 
Ore 06.59, Hotel Thames
“Non puoi continuare a rovinarti la vita per lui. Non puoi, non puoi guardare il telefono ogni 2 minuti sperando che ti scriva qualcosa, non sarai mai felice così. Non puoi respingere tutti, sempre. Lascia entrare chi ti può realmente rendere felice..” Emma mi guardava con quei suoi grandi occhioni blu, quando mi guardava così non ero proprio capace a ribattere..” Lo so, hai ragione dalla prima all’ultima parola, ma l’altro giorno l’ho visto..” “L’hai visto? Cosa? E perché non me l’hai detto? Lo sai, non ti porterà a nulla di buono tutto ciò..” mi guardava con un misto di compassione negli occhi, la conoscevo, per quanto cercasse di nasconderlo, sapevo che era così. “Si, l’ho visto, è stata la mia scarica di ossigeno, non respiravo da tanto tempo.. E abbiamo anche parlato, ho avuto il coraggio di…”

BIPBIPBIP. La mia sveglia. Mi svegliai di soprassalto. Oggi era il grande giorno.
Ero stesa nel mio letto, in mezzo a quella marea di cuscini, siccome la sera prima non avevo avuto voglia di spostarli. Bloccata a fissare il soffitto, quel sogno mi tormentava da giorni ormai, quello sguardo di Emma non mi abbandonava da tempo. Aveva sempre cercato di proteggermi, nonostante fossi io quella più grande di noi due, e proprio non riusciva ad accettare il fatto che  fossi presa della persona più sbagliata che potesse esistere su tutta la faccia della terra. Forse era anche per lui che ero a Londra.

Si, adesso lo posso dire, ieri mi sono presentata un po’ alla veloce, sono qua a Londra perché se sarò ammessa frequenterò qua la facoltà di architettura. All’ Imperial College. Ho sempre amato Londra, qualcosa di tremendamente forte e inspiegabile, ho sempre avuto l’impressione che la mia vita appartenesse al mondo londinese. Diciamo che mia mamma aveva accettato un po’ a malincuore questa cosa, ma mi aveva appoggiato, come d’altronde aveva sempre fatto nella mia vita. E poi qua a Londra la cultura musicale è completamente diversa che da noi, totalmente.. magari riesco anche a trovarmi un posticino di lavoro, che mi permetta di frequentare dei seri corsi di canto, di cui Londra è tanto famosa.
Mi alzai e andai in bagno, era davvero bellissimo, enorme e di un bianco perla quasi accecante di prima mattina. Mi guardai allo specchio. “Mamma mia Ollie, che faccia!”. Le Directioners, cosi le aveva chiamate il cameriere la sera prima, avevano urlato fino all’una di notte, impossibile non sentirle, tanto quanto era impossibile addormentarsi. Il viaggio però era stato talmente stancante che ero crollata in quel mare di cuscini, lasciando in sottofondo i coretti delle fan.

No, già alle 7 di mattina, no.  “Ciao tesoro!”
“Ciao ma, già sveglia?”
“Ovvio che si, avevo paura che tu non ti svegliassi, così ti ho chiamata, oggi è un giorno così importante!”
Tirai un respiro profondo, si lo sapevo benissimo. Avrei incontrato il rettore dell’università.
“Lo so, mi sto vestendo.. non farmi fare tardi, ci sentiamo poi stasera..ti voglio bene,ma!
“Incantali tutti, tesoro mio.”
Sapevo quanto le fosse costato rimanere in Italia, mentre io ero a Londra, ma gli impegni di lavoro non le lasciavano tregua, e testarda come sono, questa era una cosa che dovevo fare da sola.

Mi sentivo a mio agio. I miei lunghi capelli castani, dai riflessi ramati che amavo tanto, scendevano sulle spalle e su quella maglietta di raso color crema che avevo comprato apposta per quest’incontro. In più i pantaloni mi facevano sembrare più alta, o forse era lo specchio.. questo hotel faceva sembrare tutto più bello. E poi un po’ di trucco e tanta acqua fredda erano riusciti a dare un po’ di decenza al mio viso addormentato.
Mi guardai un’ ultima volta allo specchio. Si potevo farcela, oggi nulla mi avrebbe fermata. L’imperial era il mio obiettivo.

Ore 07.40, Hotel Thames

Qualche gran simpaticone aveva schiacciato tutti i pulsanti, così per arrivare dal 27esimo piano al pianoterra mi fermai ad ogni singolo piano. Giunta al secondo, quasi ero commossa all’idea di essere arrivata si aprono le porte e..
“Ti è piaciuto lo scherzo Nia..”  Vidi il terrore comparire sul suo viso, era il ricciolo dal bel sorriso e dalla bella voce. Nascosi un sorriso divertito per la vista della sua faccia e dissi: “ Ad essere sincera, no lo scherzo non mi è piaciuto più di tanto, e il mio nome non inizia per Nia..però vediamo, il lato positivo è che ho scoperto che ogni piano dell’albergo ha ai muri una tinta di colore diverso.. Ora se non ti dispiace, vorrei arrivare al piano terra, a fare colazione..”
“Ora, se non ti spiace, andrei anch’io a fare colazione, per farmi perdonare, faresti colazione con me?” E sfoderò uno dei suoi sorrisi, ero quasi sicura che fosse il sorriso modalità “bambina non mi puoi sfuggire”.
“Sinceramente? Non ne vedo la necessità, e sono anche di corsa. Ascolta puoi cercare di evitare di farmi rifare 27 piani domani mattina, fermandomi ad ognuno? Grazie mille!” Sfoderai anche io uno dei miei sorrisi migliori e andai via, senza lasciargli alcun modo per ribattere. Ero sicura di averlo spiazzato, era evidente che non era abituato a ricevere questo genere di riufiuti.

Ore 08.05, Area Colazione dell’ hotel Thames.

Ero da sola al tavolo, ma avevo preso talmente tanti dolci, e tante cose da mangiare, che sembrava aspettassi almeno 3 bambini, affamati e in fase di crescita.
“Ehm, se fai un po’ di spazio, ci sto anche io..”
“Non vorrei essere scortese, ma la sala è piena di tavoli liberi, non può..” mi voltai, ancora il ricciolo “senti, ma ti ho detto che non volevo far colazione con te..Quale parte del: non – voglio – venire – a – colazione – con – te!, non ti è chiara?”
“Beh in effetti, un po’ scortese lo sei, ma ti perdono. “.-si sedette- “ ah! E non mi sono presentato, sono Harry, Harry Styles, ma magari già lo sai..”
“Ehm, no il nome mi sfuggiva, comunque sono Ollie.”
“Oltre al soprannome hai anche un nome e un cognome..?”
“Ovvio che si, ma direi che basta che tu sappia che sono Ollie, anzi basta e avanza, e adesso se vuoi scusarmi, alle 9 e mezza devo essere da un’altra parte.. Buon appetito!”
“Dove devi essere?”  
“Davvero, direi che non ti interessa”- Mi resi conto di essere veramente antipatica, e sfoderai un sorriso per addolcire il mio tono acido. -” Buona giornata, Harry!” Ok, l’avevo di nuovo lasciato da solo. Due volte nel giro di mezz’ora.  Ero decisamente sicura che non era abituato a ricevere un trattamento simile.
Senza che me ne accorgessi, si era avvicinato a me, e mi sussurrò all’orecchio:“Ollie, cara mia, non sono il tipo che pianti in asso da un momento all’altro. Ah e comunque ottima scelta, la maglia crema ti sta benissimo. Comunque..sbaglio o hai detto che hai un impegno alle 9 e mezza? Abbiamo un’ora e mezza libera, tesoro!”
“Nah, ti sbagli, innanzitutto non chiamarmi tesoro. E come seconda cosa, IO ho un’ora e mezza libera, vorrei vedere un po’ Londra e non posso arrivare in ritardo.”
“Ok, niente tesoro. Conosco Londra come le mie tasche, ti porto io, dolcezza.”
“Dolcezza forse è ancora peggio di tesoro, e comunque no grazie, prendo un pulman, come tutti. Buona giornata Ryles.”
“E’ Styles comunque, buon appuntamento zuccherino!” Aveva di nuovo tirato fuori il suo sorriso. Mi voltai per dirgli qualcosa sui suoi nomignoli, ma preferivo non continuare il discorso. Ero convinta che non avrebbe abbandonato l'idea così velocemente, ma meglio così, avevo altro su cui concentrarmi.

Ore 09.05, Fermata del pulman.

Per fortuna che i pulman qua a Londra sono tanti e frequenti! Sono qua da venti minuti e di loro neanche l’ombra! Eppure quando guardi le foto di Londra, vedi più autobus che altro! Ero decisamente impaurita all’idea di far tardi, fino a quando..accosta una macchina scura alla banchina del pulman, si abbassa il finestrino oscurato: Harry.
“Signorina, se vuoi fare la Londinese, dovresti farlo per bene, e informarti su quando c’è sciopero dei pulman..”
“Non dirmelo Styles. Non ci posso credere, arriverò di sicuro in ritardo!”. Ero decisamente in ansia.
“Se ti fidi di me, ti porto io, i taxi saranno impegnatissimi oggi!”
Non potevo fare altro, aveva ragione. Aprì la portiera e salì.
“Beh, comunque hai già imparato il mio cognome, grande passo in avanti. E devi ammettere che mi conosci da un’ora e già mi sei debitrice. Ti farò sapere come sdebitarti.” Azzardò un occhiatina e poi aggiunse: ” Dove ti porto Ollie?”
“Beh, comunque hai smesso di chiamarmi zuccherino, dolcezza e smielature varie, grande passo in avanti.” - Mi guardava con un sorriso malizioso - “..e comunque all’ Imperial College.. Ehm, solo per informazione, prima lo sapevi che c’era sciopero?”
“Ovvio che si, ma se te l’avessi detto, non avrei potuto fare la parte del supereroe che salva la fanciulla in pericolo!”
Faticai a trattenere un sorriso, e mi voltai dall'altra parte, ma aveva ragione. Senza di lui quella mattina non so come avrei fatto, ma di sicuro non l’avrei mai ammesso. Non gli avrei mai e poi mai dato l’opportunità di sfoggiare uno di quei suoi sorrisi soddisfatti.
Anche se lo dovevo ammettere: mai visto sorrisi o sguardi tanto intriganti.
  
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