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Autore: Black Swan    26/06/2012    7 recensioni
[Dedicata a kenia kenny]
Qualunque cosa può succedere in un attimo.
E può durare una vita.
Anche di incontrare…
“ Spense la macchina e si catapultò fuori.
Chiuse con un tonfo secco la portiera con una mano mentre con l’altra si gettava lo zaino mono spalla sopra la testa per sentirlo atterrare sulla schiena… e un suono incredibile colpì le sue orecchie.
Si guardò intorno fra l’incerto e l’incredulo.
Se lo era sognato.
Fece scattare la serratura elettronica dell’auto… e lo sentì di nuovo.
No, non è un sogno. Questa è una papera."
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Papera Viola

I personaggi di cui scrivo non mi appartengono e non ho contatti con loro. Non pretendo di descriverli come sono in realtà, né di descrivere situazioni realmente vissute da loro.

Quanto scrivo non è a scopo di lucro.

Le mie sono opere di fantasia e rivendico i miei diritti su esse solo in quanto sono state partorite dalla mia immaginazione.

 

 

 

 

 

 

 

La Papera Viola

 

 

 

 

 

 

 

 

Legenda:

«…» = dialoghi

corsivo = pensieri

 

 

 

 

Dedicata a kenia kenny.

La papera viola per eccellenza.

Il nome femminile, lo ha scelto lei. Quello per… l’altra protagonista è stato automatico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era, in mancanza di un’espressione più originale, spaventosamente in ritardo.

Stavolta Yutaka lo avrebbe ucciso. Senza contare le prese per il culo di Ryo.

Spense la macchina e si catapultò fuori.

Chiuse con un tonfo secco la portiera con una mano mentre con l’altra si gettava lo zaino mono spalla sopra la testa per sentirlo atterrare sulla schiena… e un suono incredibile colpì le sue orecchie.

Si guardò intorno fra l’incerto e l’incredulo.

Se lo era sognato.

Fece scattare la serratura elettronica dell’auto… e lo sentì di nuovo.

No, non è un sogno. Questa è una papera.

Si guardò intorno con più attenzione… per poi realizzare improvvisamente che magari, se avesse abbassato lo sguardo alla fine del suo metro e settantasette invece di tenerlo puntato al di sopra delle auto, le probabilità di una panoramica più ampia salivano da zero a cento.

Appena lo sguardo sfiorò il terreno, sgranò tanto d’occhi.

Ma… ma… ma stiamo scherzando? Che cazzo ci fa una papera viola nel parcheggio della P&S????

Era una papera viva, fra l’altro.

Un gingillino che correva di qua e di là starnazzando come un’ossessa.

Istintivamente le si fece incontro e si chinò a raccattarla, intercettandola nella sua folle corsa a zig-zag.

Kami-gami, è davvero una papera.

Rimase a fissarla stralunato mentre l’animaletto si agitava fra le sue mani.

Poi si trovò a sorridere come un ebete. «E’ tutta la vita che mi paragono a te, ma tu sei più carina. Da dove salta fuori questo viola meraviglioso?»

Si diresse senza pensare verso l’entrata cercando di calmare l’animaletto.

Il soffice piumaggio era stato colorato di un viola abbastanza chiaro.

«Ma come ci sono riusciti? Ti hanno immerso nel colore con una maschera da sub su misura?»

Ormai la strada la sapeva ad occhi chiusi e si poté concentrare sulla paperella spaventata.

Arrivato vicino alla stanza fumatori…

«Oooohhhhh andiamo Hanako, è solo una dannata papera!»

«E tu sei una dannata idiota, preferisco comunque la compagnia di Pio! Come ti è saltato in mente di spaventarla correndole dietro???»

«Figurati se potevo immaginare che fosse così stupida da scappare!»

«L’unica cosa che non mi sorprende è che anche Pio sia stata più veloce di te… e non mi riferisco solo al fatto che è scappata a zampe levate e non sei riuscita a raggiungerla!»

Si bloccò lungo il corridoio.

«Non ci ho neanche provato, per tua informazione!»

«Sei anche più deficiente di quello che pensavo fino a trenta secondi fa, per tua informazione!»

Si trovò a sorridere divertito, che caratterino!

Pio, perché non aveva dubbi di avere fra le mani proprio lei, si mosse di nuovo e diede un acutissimo segno della sua presenza.

«Sssshhhh… eddai!» mormorò.

«E’ lei‼‼ Pio dove sei???»

Improvvisamente nel corridoio si materializzò una ragazza. Si voltò dalla parte opposta alla sua all’inizio, poi dalla sua e rimase immobile a fissarlo.

«Buongiorno» esordì il più salottiero possibile.

Come era riuscito a finire in una situazione del genere prima del secondo caffè della giornata?

Eh, capita se raccogli papere viola nei parcheggi.

«Immagino che sia tua» riprese tendendo la paperella verso di lei.

Probabilmente partorito dalla Madre Terra comparve Yutaka. «Kouyou! Finalmente‼!»

La ragazza nel frattempo si era precipitata verso di lui e aveva ripreso Pio, se la portò ad una guancia e se la strusciò contro, «Dove eri finita? Mi hai fatto perdere dieci anni di vita!»

Da parte sua Pio stava dando fondo ai polmoni.

«Non dirmi che l’ha trovata lui!» esclamò Yuu dietro Yutaka.

«Che vi avevo detto?» chiese la voce di Ryo da dentro la sala.

Takanori si limitò a scoppiare a ridere fuori dal suo campo visivo.

Trattenne una serie di offese mirate e si riconcentrò sulla ragazza.

Aveva ciocche dello stesso colore della papera. Solo un po’ più scure.

Il particolare assorbì la sua più totale attenzione.

«Vi siete fatte il colore insieme?» chiese più sorpreso che curioso.

La ragazza tornò a guardarlo. «Per prima cosa: ti ringrazio infinitamente. Chiunque altro l’avrebbe lasciata dove si trovava. Dove era finita?»

«Nel parcheggio che vagava senza meta.»

«Kami, sei riuscita ad uscire di qui! Che paura devi aver avuto…» gemette la ragazza riavvicinando la paperella alla guancia.

C’era da dire che Pio apprezzasse quelle attenzioni.

«Poi… sì, è lo stesso colore. Questa fessacchiotta si è infilata dentro la ciotola dove avevo la tinta, per fortuna ne ho usata una ad acqua che è del tutto innocua!»

Si trovò piegato in due a ridere, «E’ caduta nella ciotol…???» esalò senza fiato.

La ragazza rimase a fissarlo senza parole, poi cominciò a ridacchiare anche lei. «Volevo tingermi qualche ciocca per una festa… e mi sono ritrovata la papera coordinata! Adesso è molto più chiara di quando l’ho tolta dalla tinta‼»

Stavolta le risate furono unanime.

«Un altro paio di settimane dei suoi usuali bagnetti e tornerà gialla!» sembrò rassicurarlo.

«Peccato, il viola è il mio colore preferito.»

«Anche il mio, ma povera‼!»

Altre risate, lui incluso.

Ma che tipo!

Le si fece incontro con la mano tesa, «Ciao, sono Kouyou, piacere di conoscerti.»

«Ciao Kouyou, mi chiamo Hanako. Il piacere è mio. Ti sono debitrice.»

Hanako… che nome particolare.

Lo rispecchiava perfettamente: la fantasia del vestito che indossava era floreale.

La stretta alla sua mano fu leggera ma decisa.

Sancirono entrambi la presentazione con un cenno della testa.

Vista da vicino era anche meglio.

«Ti propongo subito un modo per sdebitarti.»

«Sentiamo.»

«Visto che questi schiavisti non mi lasceranno mai andare… resti qui per le prove e poi andiamo a prenderci un caffè insieme. E’ invitata anche Pio, ovviamente.»

L’espressione soddisfatta di Ryo lo fece quasi sorridere.

Lo conosceva troppo bene per non sapere che Hanako era il suo prototipo.

Per di più accompagnata da un’adorabile paperella viola.

«Ma…» cominciò una ragazza che non aveva visto, ma, riconobbe dalla voce, era quella che aveva spaventato Pio.

Infatti Pio cercò di fondersi con lo stomaco di Hanako quando la sentì.

Si chinò sulla papera e le accarezzò il petto con una falange. «Sssshhhh… non preoccuparti, non ti farà del male…»

«Le tiro il collo se ci prova!» sancì Hanako.

Scoppiò a ridere. «Prima di finire in galera per omicidio però vieni con me a prendere il caffè!»

La ragazza sorrise, «Ok.»

«Come la porti in giro?» chiese incuriosito.

Le si affiancò e la guidò verso la sala dove provavano.

L’altra ragazza non l’aveva mai vista… ma sapeva che alla prima occasione, cioè quando sarebbe riuscito ad allontanarlo da Hanako, Ryo gli avrebbe spiegato da dove saltavano fuori quelle due.

Pardon: tre.

«Ha la sua gabbietta e ho anche un contenitore che riempio di acqua per farla nuotare un po’.»

«Fammi indovinare… sono viola?»

«La gabbietta l’ho trovata viola… il contenitore l’ho coscienziosamente dipinto!»

Sorrise.

«Grazie per averla raccolta. Non voglio pensare a cosa sarebbe potuto succederle là fuori» disse improvvisamente Hanako. «E’ ancora piccola.»

«Mi piacciono le papere. Superata la perplessità di vederne una viola correre a tutta velocità nel parcheggio che conosco da dieci anni, è stato automatico prenderla e portarla con me.»

Hanako sorrise divertita, «I tuoi amici mi hanno detto che ti piacciono. Hanno cercato di tranquillizzarmi scommettendo che saresti stato proprio tu a riportarmela.»

Ecco spiegato lo scambio di idee dei miei presupposti migliori amici appena sono arrivato con Pio.

«E chi ha vinto la scommessa?»

«Ryo.»

Appunto.

«Qual buon vento ha portato te e Pio qui?»

«Manami, quella che prendo per il collo se mi spaventa di nuovo Pio, è mia cugina e figlia della vostra costumista. Sono rientrata in Giappone da poco e mi sono trovata incastrata in un… è una storia lunga.»

«Più di un caffè?»

«Temo di sì.»

Sorrise, «Meglio. Non ho fretta.»

L’espressione della ragazza cambiò, poi arrossì appena e abbassò lo sguardo.

Finalmente il messaggio era arrivato a destinazione.

«Scusate se vi interrompo.»

Yutaka apparve accanto a Hanako.

«Dimmi…» sospirò rassegnato.

«Visto che sei anche in ritardo, non hai diritto di…» cominciò Takanori.

«Salvare paperelle viola indifese richiede il suo tempo, Takanori.»

Ebbe la soddisfazione di vederli tutti piegati in due a ridere.

«L’abbiamo perso!» decretò Ryo.

… e venti anni di conoscenza e complicità gli dissero che non si riferiva a Pio.

Come al solito le vedeva dalle lunghe distanze.

Tornò a guardare Hanako e si sorrisero.

Semplicemente.

Oh no, non aveva affatto fretta.

«Diciamo di cominciare a lavorare?» propose Yuu.

«Sicuro.»

Si tolse lo zaino di dosso e lo fece passare sulla testa di Hanako, assicurandosi che atterrasse agevolmente sulla schiena della ragazza, «Così son sicuro che non puoi andartene senza violare qualche legge.»

Hanako rise divertita. «Potrei lasciarlo qui. Non sarebbe furto.»

«Abbandono di oggetti preziosi in luogo pubblico.»

«E cosa avrai di così prezioso lì dentro?»

«Mica sto parlando di cosa c’è dentro lo zaino…»

Vide quegli occhioni sgranarsi sorpresi e un nuovo rossore le colorò gli zigomi, «Vedo che ci siamo capiti. Pio, mi raccomando a te: controllala.»

Pio si produsse in un sonoro concerto mentre Ryo lo prendeva praticamente di peso e lo portava verso gli strumenti.

Neanche le chitarre riescono a distogliermi da Hanako… è grave.

«Riesci a restare su questo pianeta per un paio d’ore?» s’informò Ryo divertito a mezza voce mentre accordava il basso.

«Ci provo. Non assicuro niente. Ma da dove salta fuori?»

«Ma cosa vuoi da me? Tanto ti racconterà tutto lei.»

«Puoi giurarci.»

«Basta che non mi tocchi troppo spesso il ruolo di papera sitter, intesi? Tu sei più che sufficiente.»

Rimase un attimo… spento.

«Demente!» lo apostrofò poi… prima di scoppiare a ridere.

 

 

 

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NOTE:

 

 

Kami-gami = è l’espressione che indica gli oggetti di venerazione di questa religione, immagino equivalga al nostro “per tutti i santi”, ma probabilmente è molto più “profondo” perché questi oggetti possono essere qualità, fenomeni naturali, montagne, fiumi, qualche animale, spiriti ancestrali…

 

Hanako 花子 = Figlia dei fiori o Bambina dei fiori (se l’è scelto direttamente kenia, così siamo a posto‼!)

 

 

 

Sembra che ormai la salita sia finita!

E’ bastato che kenia mi proponesse di scrivere una ff per saldare il mio debito di circa un miliardo di euro per l’uso del “pio” (non sforzatevi di capire… prendetela come viene, in due si delira meglio!) che questa shot mi si è delineata nella mente.

Qualcosa di semplice, immediato… dove non ci siano dubbi su come finirà, anche se si sono appena sfiorati. Visto che per mettere a letto due persone mi son voluti anche 22 capitoli, spero sia una sfida che sono riuscita a vincere.

 

Spero che questa ff valga una marmellata di pio.

   
 
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