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Autore: suinogiallo    11/01/2007    0 recensioni
Chi sono i Vagabondi della Nebbia?
I paria del nuovo mondo. Un mondo completamente avvolto dalla nebbia e sconvolto dall'anarchia e dalla violenza.
Vagano da un villaggio all'altro alla ricerca di cibo e accoglienza ma non si fermano mai per più di pochi giorni nello stesso posto.
Non certo perché non vogliono loro, ovvio. Sono gli altri che non vogliono i Vagabondi.
E voi...
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Malmouth
Parte 1 di 2


La voce di Cleò lo svegliò poco dopo l'alba.
Non aveva dormito molto quella notte, ma non appena avvertì il richiamo telepatico della gattina aprì gli occhi mettendosi a sedere. L'aria che gli usciva dalla bocca si condensava subito in una fitta nebbiolina che si perdeva poi nella nebbia che circondava ogni cosa. Tra qualche ora il sole avrebbe riscaldato abbastanza l'aria da renderla gradevole, ma per il momento il freddo era pungente e Robert si strinse nel sacco a pelo che da solo faceva da letto, lenzuola e camera da molto tempo. Da quando lui e Cleò avevano lasciato Devil's Peek e si erano diretti verso nord.
- Un'altra giornata nebbiosa - mormorò guardandosi intorno - come sempre - sogghignò. Dall'incidente che aveva spazzato via l'America Latina creando l'arcipelago di Kirk la nebbia non si era mai diradata avvolgendo l'intero globo.
- Hai dormito piccolina? - domandò poi alla piccola gattina dal pelo bianco che gli si era accoccolata in grembo acciambellandosi.
- Come sempre - gli rispose mentalmente sollevando lo sguardo verso il viso di Robert - tu invece hai preso sonno tardi, i soliti pensieri? -
- I soliti - mormorò iniziando a carezzarla - forse avremmo fatto meglio a rimanercene a casa, a dormire il nostro sonno artificiale -
- Ti conosco - sorrise mentalmente - non ci saresti mai riuscito -
- Probabilmente - sorrise a sua volta sgusciando con un brivido fuori dal sacco a pelo. Poté sentire la risata telepatica di Cleò che, saltata giù si era fermata a guardarlo mentre, con dei mugolii cercava di far muovere le articolazioni anchilosate dal freddo e dall'umidità.
- Robert Autore, forse l'uomo più potente del mondo che bofonchia come un vecchietto - gli disse poi - se ti vedessero gli altri scoppierebbero a ridere -
- Già - mormorò sentendo che anche quella notte non era riuscito poi a recuperare molta energia. Se non avessero trovato una vena nei prossimi giorni, oppure qualcosa di più solido di biscotti e acqua da mangiare, sarebbero stati guai seri.
Non che fosse morto, per carità, Robert Autore non poteva morire, ma senza energia le ferite non sarebbero rimarginate subito ed avrebbero fatto male per parecchi giorni ed i morsi della fame si sarebbero ben presto fatti sentire.

Robert e Cleò erano immortali.
Nulla a che vedere con quelli cinematografici di Highlander. Niente magia e niente solo uno alla fine rimarrà.
Loro erano immortali e basta. Non potevano morire e questo era tutto. Potevano sparargli, accoltellarli, tagliarli a pezzi e passarli in un tritacarne gigante, potevano atomizzarli, scomporli in atomi ed elettroni, ma alla fine sarebbero tornati. In un modo o nell'altro.
E niente magia dietro tutto questo, solo pura e semplice scienza. Un ricercatore che per sbaglio crea una gallina immortale, dei militari che comprano la formula, delle cavie umane ed uno sbaglio.
Per qualche tempo avevano vissuto in un laboratorio sotto stretta sorveglianza. Gli avevano sparato contro di tutto, proiettili, frecce, coltelli, estintori, auto, missili e avevano provato ad avvelenarli con le sostanze più disparate compresa la cucina della moglie del generale che comandava il laboratorio, a detta di tutti, una vera bomba chimica, ma loro ovviamente non erano morti.
Poi era accaduto qualcosa, ma tutto questo è un'altra storia.
Erano scappati da li, avevano vissuto insieme per un po' scoprendo che non solo non potevano morire ma che potevano anche attingere energia dalla terra stessa per ottenere dei poteri che li rendevano di molto superiori agli esseri umani, e per questo si erano combattuti. Una guerra aspra tra chi voleva vendetta e potere e chi invece voleva pace e tranquillità, una guerra che aveva lasciato una sola vittima sul campo, Cleò, costretta nel corpo di una gattina dal pelo bianco.
Si erano poi separati per poi tornare insieme una nuova volta per separarsi di nuovo e riunirsi infine, dopo la Grande Esplosione, a Devil's Peek per dormire e lasciar perdere tutto.
Ma Robert non era il tipo da dormire per secoli e di tanto in tanto usciva a farsi qualche lunga passeggiata inseme a Cleò, alla ricerca di un modo per poter finalmente morire.

- Ci fermiamo? - gli domandò Cleò guardando l’alta palizzata che circondava il villaggio - Mi sembri stanco, non abbiamo trovato nessuna grossa vena di energia da quando abbiamo lasciato casa e tu hai sfruttato molto la tua riserva -
- E cosa pensi di trovare in questo villaggio? - mormorò osservando due sentinelle armate di balestre e dotati di visori ad infrarossi che rapidamente si avvicinavano a loro. Aveva dissolto il globo di energia che li riparava dalla nebbia ed ora, erano avvolti dalla fitta coltre come ogni altra cosa nel mondo - Ultimamente non sono molti i villaggi che accolgono i Vagabondi come noi. I Predoni della Nebbia si stanno organizzando sempre di più, e la paura di spie che entrano nei villaggi per controllare le riserve di acqua e di cibo per decidere i bersagli degli attacchi è sempre più radicata in questa gente -
- Fermo dove sei Vagabondo! - urlò improvvisamente una delle sentinelle arrivando a pochi metri dall’immortale e puntandogli la balestra all’altezza del torace - Malmouth non accoglie nessun Vagabondo, e se non vuoi morire qui ti consiglio di girare i tacchi e di tornare da dove sei venuto! -
- Non ho nessuna intenzione ostile - alzò le mani per indicare che era disarmato - voglio fare uno scambio, ciò che ho trovato durante il mio cammino, con ospitalità e cibo per qualche giorno, poi andrò via in pace come sono venuto -
- Cosa hai da scambiare? - gli domandò l’altra sentinella perlustrando i dintorni con un vecchio binocolo termico per accertarsi che non ci fosse nessun’altro vicino al villaggio. Il denaro, cosi come l'oro, ormai non avevano nessun valore in quel nuovo mondo, e le uniche cose che potevano ancora essere considerate moneta di scambio erano il cibo, l’acqua, delle droghe o delle batterie per i pochi apparecchi a batterie che ancora esistevano. E poi, ovviamente c’era il sesso. L’unica merce di scambio accettata praticamente ovunque - Hai delle batterie, o delle droghe? O ci dai il tuo culo? -
- Nel mio zaino ho delle medicine, antibiotici ed aspirina, ed anche una decina di batterie ancora nella loro confezione - gli rispose osservando il dardo incoccato sulla balestra, pronto a piantarglisi nel cuore - ed ho anche due scatole di munizioni calibro .38 e, se mi fate entrare, per voi due ho anche questa - e, chinandosi lentamente verso lo zaino ne tirò fuori una bottiglia ancora sigillata di whisky - è del Kentucky, Jack Daniels Single Barrel -
- Forse Abrahams può essere interessato - sussurrò la prima sentinella continuando a tenerlo sotto tiro - vai a dirglielo, io aspetto qui e se prova a muoversi lo faccio fuori, lui e la gatta! - poi strappò di mano a Robert la bottiglia di whisky.
Abrahams era d’accordo e dopo pochi minuti sia Robert che Cleò entrarono nel villaggio dove, dentro una capanna più grande delle altre trovarono il Presidente del consiglio dei Dieci Nobili che comandava Malmouth

– Un Vagabondo piuttosto ricco - fischiò guardando il piccolo tesoro che Robert stava tirando fuori dallo zaino - tre scatole di aspirina e due di macladinTM, dieci batterie ancora nuove, e tutte queste munizioni! Erano anni che non vedevo tutta questa roba insieme! - poi si voltò a guardare Cleò, che intanto, si era accoccolata vicino a Robert e si limitava a fissare Abrahams con i suoi occhi verdi - Ed ancor più tempo è passato da quando ho visto un gatto in queste condizioni, non hai cibo con te ma sembra veramente molto ben nutrito, cos’è, lasciavi tutto a lui? -
- Forse è il suo amante - sogghignò una delle sentinelle che aveva accompagnato Robert dal Presidente. Con uno sbuffo Cleò lo guardò per pochi attimi che furono però sufficienti a convincere l’uomo a non dire più idiozie del genere.
- Cleò è una gattina - specificò Robert - e mangia quando mangio anche io, ma non siamo qui per fare conversazione, dieci giorni di ospitalità, due pasti ed un litro d'acqua al giorno, e la sua promessa che nessuno tenterà di tagliarmi la gola la prima notte! -
- Per questo tesoro posso anche aggiungere una donna se lo desideri - accettò lo scambio - ho una proposta che forse può interessarti! - poi gli indicò una scatola con cinque fiale di morfina che faceva occhiolino da una tasca dello zaino.
- Non mi interessa - si alzò in piedi.
- Aspetta! - lo bloccò - ancora non hai sentito la mia proposta - poi fece un cenno ad una delle sentinelle che con un movimento rapido uscì dalla tenda.
Robert sapeva che molti villaggi, anche i migliori, avevano un bordello e si aspettava che il Presidente intendesse offrirgli una prostituta per i dieci giorni che avrebbe trascorso nel villaggio e mentalmente aveva già rassicurato Cleò che non avrebbe mai accettato nulla del genere.
Pochi minuti dopo la sentinella rientrò nella tenda portandosi dietro una ragazza dall’aspetto affamato e dai vestiti ridotti ancor peggio di lei.
- Si chiama Ran, ed ha quattordici anni, quasi quindici! - la indicò compiaciuto dello scambio che stava per portare a termine - Due mesi fa sua madre è morta di parto mentre il padre è sempre stato ignoto, fino ad oggi è vissuta della carità delle colleghe della madre ma ora è quasi giunto per lei il momento di prendere il suo posto nella nostra Casa Delle Lucciole, la puoi avere in cambio della morfina e non per dieci giorni, ma per sempre! -
- Gli posso friggere il cervello? - gli domandò improvvisamente Cleò voltandosi a guardare l’immortale quasi con desiderio. Robert aveva già sentito quella nota nella voce mentale di Cleò e sapeva che non stava scherzando.
- E’ ancora pura - si premunì di informarlo - è un fiore ancora da cogliere - e per confermare quanto aveva appena detto ordinò bruscamente alle due sentinelle di allargarle le gambe per dimostrarglielo.
- Mi fido della sua parola - le bloccò rudemente Robert alzando una mano - accetto lo scambio e la ringrazio di tutta questa sua generosità - Cleò lo stava guardando quasi stupita e non riusciva a credere a quanto stava sentendo - ed ora vorrei andare a riposare in una capanna -
- Puoi usare una qualsiasi di quelle vuote - gli rispose Abrahams afferrando la scatola di morfina e pregustandone già l’oblio che gli avrebbero dato quelle cinque fiale - le mie sentinelle ti accompagneranno - e, scortato dai due uomini uscì insieme a Cleò e alla ragazzina dalla capanna del Presidente e si diresse verso una capanna sistemata accanto alla palizzata.

– Ti avverto! - gli urlò mentalmente Cleò non appena furono soli nella capanna - Prova anche solo a toccare questa ragazzina con un dito e ti giuro che...-
- Sarebbe stata costretta a prostituirsi prima o poi - gli rispose, con la sua solita calma, Robert lasciandosi cadere a sedere su di una pelle gettata al centro della capanna - e, in fondo, il prezzo è stato molto buono, cinque fiale di morfina non è poi una cifra molto alta - poi fece cenno a Ran di sedersi e, lentamente, iniziò ad osservarla con molta più attenzione di quanta ne aveva dimostrata nella capanna del Presidente - è molto carina, ed anche se è evidentemente malnutrita, non sembra avere nessuna malattia, credo che un buon bagno caldo e qualche pasto decente la faranno diventare una ragazza veramente molto bella - poi distogliendo lo sguardo - certo, la vita del Vagabondo non è certamente la cosa più bella del mondo ma, perlomeno, non dovrà essere di un uomo diverso ogni notte -
- Ma solo di te! - gli puntò mentalmente un dito contro cercando, nel contempo, di capire quali fossero le intenzioni dell’immortale.
Non che le ragazze non lo interessassero, anzi. In passato aveva avuto varie storie e, ad un certo punto era diventato anche padre, ma non era mai stato il tipo da prendere una ragazza con la forza.
Per questo era rimasta molto sorpresa quando lo aveva sentito accettare quell'offerta.
- Ed infatti non è cosi - intervenne nel filo dei suo pensieri - non ho nessuna intenzione di fare sesso con Ran, ma non potevo lasciarla nelle mani del Presidente, ancora pochi mesi, forse uno solo, o anche di meno, e l’avrebbe violentata per poi iniziarla alla prostituzione -
- Scusami - sussurrò infine quasi vergognandosi di quanto aveva pensato.
- Di nulla piccolina - si sorprese a dire a voce alta dandogli una piccola carezza sulla testa - ma ora pensiamo alla nostra giovane ospite - e, voltandosi verso Ran che lo guardava spaventata - io mi chiamo Robert e sono un Vagabondo della Nebbia, mentre questa piccola micina dal pelo completamente bianco si chiama Cleò -
- Io...– ansimò quasi terrorizzata.
- Purr - le saltò sulle ginocchia Cleò mettendole la testa sotto una mano per invitarla a carezzarla.
- Non ho nessuna intenzione di farti del male - la tranquillizzò poi Robert - e non ti ho comprata per costringerti a fare ciò che pensi -
- Nessuno fa nulla o da nulla per nulla - lo guardò un po’ meno spaventata ma sempre molto preoccupata di quello che poteva riservargli il futuro.
Non era una ragazzina ingenua e credulona. Era cresciuta tra le prostitute della Casa delle Lucciole, e sua madre era stata una prostituta che l’aveva generata con uno dei tanti uomini che l’avevano avuta in cambio di un po’ di cibo e d’acqua. Sapeva quale era il suo destino e si era ormai resa conto che il momento era prossimo.
Le curve dei seni già si intravedevano sotto la maglietta logora e si rendeva conto troppo dolorosamente di come gli uomini che, fino a poco tempo prima la prendevano in braccio e le davano dei piccoli regalini, la guardavano. Sguardi carichi di voglia e di eccitazione. Gli stessi sguardi che lanciavano a sua madre e alle altre donne della Casa delle Lucciole prima di appartarsi con loro in qualche capanna vuota.
E quando uno degli uomini del Presidente era entrato nella Casa delle Lucciole per prenderla, e portarla nella capanna, aveva pensato che fosse giunto il momento per lei di ripagare il Presidente del cibo, molto poco e quasi mai di buona qualità, e dei vestiti, una maglietta ed una minigonna che ormai gli stavano strette, che gli aveva dato e, anche se non era certo il suo sogno nel cassetto, quando aveva sentito qual’erano le intenzioni del Presidente si era trovata a sperare che lo straniero accettasse lo scambio.
In fondo sembrava un uomo abbastanza pulito e, almeno a giudicare dalle apparenze, non sembrava ne malato ne denutrito, cose abbastanza rare per un Vagabondo e, anche li nel villaggio, tranne che per il Presidente ed i Dieci Nobili, non è che fossero cose molto comuni.
Forse non sarebbe stato neanche troppo violento con lei e forse, sarebbe stata solo sua e non avrebbe dovuto fare l’amore con decine di altri uomini come aveva avuto paura fino a quel momento.
Certo, la vita fuori dal villaggio non sarebbe stata sicura come quella che avrebbe avuto invece dentro. Almeno fino a quando la salute gli avesse permesso di soddisfare le voglie dei clienti del bordello. Forse sarebbe morta molto giovane. Sapeva che la vita nel Mondo Esterno non era facile. Ma in quel momento gli sembrava la cosa migliore ed avrebbe pregato, se solo avesse saputo farlo, qualsiasi Dio di far accettare a quel Vagabondo la proposta di Abrahams. Ed alla fine aveva accettato.
Ma ora, da sola, nella capanna con lo straniero aveva paura.
Aveva sentito decine di volte dalle donne della Casa delle Lucciole i racconti delle loro prime volte, e quasi tutte le avevano detto che non era stato ne bello ne piacevole. Di quanto avevano pianto sentendosi violare dagli affari duri e caldi che gli uomini si portavano in giro tra le gambe. Del dolore che avevano provato quando erano state costrette a farselo infilare dietro e della vergogna di dover bere lo sperma caldo e viscido di quegli uomini.
E la sua sorpresa era stata enorme quando aveva sentito il Vagabondo dire che non aveva nessuna intenzione di farle del male o di costringerla a fare ciò che non voleva fare. In fondo l’aveva comprata. E l’aveva pagata anche molto.
Sapeva quanto fosse diventata rara e ricercatissima la morfina, ed aveva sentito che per una sola fiala interi villaggi erano stati rasi al suolo. E lei, piccola ragazzina ancora acerba era costata la bellezza di cinque fiale di quella droga cosi rara.
Non poteva credere che per quella cifra quel vagabondo non pretendesse da lei neanche un bacio o una carezza.
- Nessuno in questo mondo fa nulla per nulla - ripeté guardando Robert mentre delicatamente carezzava la lunga e folta coda della gattina - io ormai ti appartengo e...-
- Tu appartieni solo a te stessa - le sorrise, era incredibile, ma aveva ancora tutti quanti i denti. Da quando aveva memoria non ricordava di aver visto nessuno con tutti i denti nella bocca. Soprattutto con tutti i propri denti. Persino il Presidente aveva di suo nella bocca solo due o tre denti, mentre il resto della dentiera era composto da pezzi d’oro o da denti strappati a chissà chi - quando, tra dieci giorni andrò via da qui potrai decidere se rimanere qui o se venire con me, ma sempre per tua libera scelta, ed anche quando saremo fuori da qui potrai decidere di andare o di fare ciò che vorrai -
- Se rimanessi qui finirei dopo neanche due ore nella Casa delle Lucciole - gli disse osservandolo e vedendo decine di altri particolari che non credeva avrebbe mai visto - verrò con te ovunque vorrai portarmi, o dovunque andrai - le unghie, non poteva crederci, sembrava quasi che se le fosse appena tagliate, precise, pulite, senza neanche un graffio o una scheggiatura - ed accetterò qualsiasi cosa tu deciderai, senza nessuna condizione o limitazione -
Non era proprio quello che Robert intendeva ottenere ma, perlomeno, ora si fidava un po’ più di lui e, forse alla fine, avrebbe capito che non aveva nessuna intenzione malvagia nei suoi confronti.

- Questa sera lo inviteremo ad un banchetto - sibilò Abrahams guardando le due sentinelle che avevano condotto Robert e Cleò da lui - e lo faremo bere oltre ogni suo possibile limite, e quando sarà nel mondo dei sogni gli taglierete la gola e vi riprenderete la ragazzina - poi tirò fuori da una pesante cassa chiusa a chiave alcune compresse viola - e questa notte la farò urlare come non ha mai urlato in vita sua! -
- E della gatta? - gli domandò la sentinella che era stata fulminata dallo sguardo di Cleò - Che ne facciamo? -
- Qualcuno una volta mi ha detto che i gatti sanno di coniglio - gli suggerì l'altra sentinella.
- Allora questa notte avremo arrosto di coniglio - ghignò passandosi una mano sul rigonfiamento che aveva tra le gambe - ma prima scoprirò cosa si prova a fottersi una gattina! -

Copyright © 1995 - 2007 suinogiallo
Quattro Chiacchiere Con L'Autore

Eccoci qui a chiacchierare un po' del più e un po' del meno, di come è nata questa storia e di come continuerà.
Diciamo subito che, al pari di altre storie, anche questa non è inedita, ma è revisionata (e divisa in due parti per non appesantire troppo il lettore). Fa parte di una saga molto più vasta, quella dei Vagabondi della Nebbia, che vede varie altre storie sparpagliate un po' nel tempo e senza una vera continuity, tranne un piccolo blocco, saga che a sua volta fa parte della saga di Robert Autore.
Fonti di ispirazione.
Diciamo subito che Highlander non c'entra molto in questa storia. I suoi immortali sono molto diversi dai miei ed anche i modi di combattere sono molto diversi.
Discorso diverso per Hokuto no Ken e Mad Max. Il mondo post bomba che descrivo è chiaramente ispirato a queste due opere e, in misura inferiore a Tenebre, di Robert McCammon e L'uomo del giorno dopo (the postman) di David Brin.

Per adesso è tutto, a rileggerci alla prossima volta...

Hasta Luego
   
 
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