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Autore: ehynialleeer    26/06/2012    2 recensioni
Questa fanfiction è ispirata alla canzone 'Valerie' di Amy Winehouse di cui Louis fa una cover durante il concerto, appunto, dei nostri ragazzi :)
L'idea è venuta così su due piedi, spero vi piaccia perché sembra qualcosa di nuovo, di diverso. Mi auguro che qualcuno la segua, beh il resto lo scoprirete.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*Driiiiin*

‘Ecco ragazzi, la lezione è finita. Vi raccomando studiate questo weekend e preparatevi per il compito su Shakespeare’ disse la voce stridula della professoressa Collins. Quella donna sulla cinquantina amava la letteratura più di qualsiasi altra cosa al mondo.
‘Signorina Miller, venga qui un secondo’ continuò poi incitandomi ad avvicinarmi alla cattedra. Nel frattempo i miei compagni erano già spariti nei corridoi per la pausa pranzo. Raccattai i miei libri, misi il mio zaino in spalla e mi avvicinai come al solito tenendo il mio passo sicuro.
‘Mi dica professoressa Collins’ le dissi cercando di essere più pacata possibile.
‘Lei è la migliore della classe insieme alla signorina Davis e come sapete l’ho sempre esplicitato. Ma poiché lei è l’alunna che eccelle particolarmente in letteratura inglese trovo adeguato affidarle un compito che mi auguro lei rispetti come tutti i precedenti’. Non capivo cosa volesse dirmi e perché utilizzasse tutti quei giri di parole, quindi come esplicitamente parlava del mio essere, assieme alla mia migliore amica, la migliore della classe esplicitamente le risposi.
‘Professoressa mi dica qual è il mio compito senza giri di parole, per favore’
‘Ecco, questo weekend lei dovrà dare una mano al Signor Tomlinson per il compito di giovedì’. No! Questo proprio non potevo farlo. Quell’essere tanto ignorante e buffone! Non se ne parlava proprio, non avrei mai sprecato del mio tempo per lui.
‘Mi dispiace professoressa ma questo proprio..’
‘No signorina Miller! Non voglio sentire scuse, speravo che non ci fosse bisogno di arrivare a costringerla ma a questo punto non vedo altra scelta. Anzi facciamo così lei non obbedisca e può scordarsi di fare il compito facendo abbassare la sua media. Quel ragazzo ha davvero bisogno di una mano e in quanto professoressa mi devo assicurare che tutti i miei alunni siano sulla stessa lunghezza d’onda. Purtroppo non applicandosi in classe e non avendo abbastanza tempo a mia disposizione per far si che si impegni di più, dovrò passare il compito a qualcun altro, quel qualcun altro è lei signorina Miller. Ora a lei la scelta, caso chiuso’ concluse poi alzando i tacchi e dirigendosi verso la porta. Quella donna era sempre gentile e apprensiva con me e non capivo perché mi avesse assegnato un compito simile pur sapendo la mia poca simpatia per quel ragazzo che aveva il cervello poco pari a quello di una gallina. Tutto ciò era dimostrato dai suoi bei voti, ovviamente sarcasticamente parlando, che prendeva a scuola e dal suo essere buffone insieme ai suoi poco simpatici amici, altrettanto ignoranti. Iniziai a chiedermi come avrei dovuto fare, di sicuro non avrei voluto saltare il compito, ero sempre stata una studentessa modello e non volevo di certo avere un voto inferiore a causa di quell’individuo..come avrei dovuto mettermi d’accordo con lui? Rimandai le risposte all’ora successiva, visto che era iniziata già da cinque minuti la pausa pranzo, io ero ancora in aula e la mia migliore amica mi stava di sicuro aspettando alla mensa.
‘Valerie, finalmente! Ma che fine avevi fatto?’ mi chiese Audrey.
‘La prof mi aveva trattenuta..’ risposi afferrando il vassoio che Audrey aveva accuratamente riempito per me con le cose che più erano commestibili nonostante il cibo nauseabondo della mensa. Noi eravamo inseparabili e da ormai quindici anni vivevamo in simbiosi.
‘Me n’ero accorta, ma cosa ti ha detto?’ mi chiese cercando di giungere al punto.
‘Che noi siamo le più brave della classe e bla bla bla..dovrò aiutare Tomlinson questo weekend per il compito di giovedì’ finì poi la frase tutta d’un colpo. Improvvisamente Audrey sembrò quasi strozzarsi e con gli occhi strabuzzati mi guardò come se avesse sentito qualcuno imprecare. Si, lei odiava sentire qualcuno imprecare.
‘Ma tu..tu odi..’
‘Si Aud, per favore non ricordarmelo’ le dissi cercando di non farle continuare quella frase.
Appena finito di mangiare quel ‘cibo’ suonò la campanella. “wow che tempismo” mi dissi. Così presi di nuovo lo zaino e mi avviai in palestra, dove mi aspettava una durissima ora di educazione fisica. Odiavo andare in palestra, quell’orribile odore di sudore e tutti quei maschioni che si vantavano della loro nulla virilità. In un certo senso ce l’avevo con i maschi. Odiavo il fatto che credevano di avere potere sulle donne e odiavo i loro apprezzamenti volgari sulle mie tette e sul mio culo. Già perché la mia quarta li attirava come avvoltoi su delle carogne. E per di più anche in quell’ora del venerdì, non bastava l’ora precedente, dovevo vedere quel deficiente di Tomlinson.
Mentre il mio cervello continuava attivamente a cercare una qualunque stupida soluzione, chiusi l’armadietto negli spogliatoi e legai con un elastico i miei capelli lunghi e rossi. Arrivai in palestra e raggiunsi Audrey che mi aspettava sulla panchina. Mi sorrise e mi venne incontro. All’improvviso sentì un fischio e di scatto mi girai. Tomlinson stava venendo verso me. Appena vicino abbastanza appoggiò una mano sulla mia spalla piegandosi in due e appoggiando una mano sul petto cercando di prendere fiato. Era troppo! Troppo invadente, pensai. Così mi spostai facendolo quasi cadere col muso a terra.
‘Ei! Cavoli ma sei proprio antipatica! Potevo farmi male, sai?’ mi disse.
‘Sai che a me non frega un cavolo di te?’ gli risposi acidamente. Beh lui aveva sempre saputo che non mi scendeva per niente.
‘Dovrebbe fregartene invece! Potrei farti giocare la media con quel compito di giovedì’ disse con tono altezzoso.
‘Senti caro Tomlinson –dissi prendendolo per il colletto della sua maglietta- tu prova a farlo! Già non ho nessun interesse nel perdere il mio tempo questo weekend con te, quindi vedi di fare meno il presuntuoso o quanto meno di fare simili insinuazioni’ risposi infuriandomi. In pochi secondi avevamo gli occhi dell’intera palestra puntati su noi ma a me non interessava più di tanto. Non ero una che le mandava a dire.
‘Che caratterino! Hai forse il ciclo? A dimenticavo, tu sei sempre così!’ rispose cercando di riparare alla figura che evidentemente aveva fatto di fronte a tutti.
‘Hey voi due! Signor Tomlinson e Signorina Miller subito con me dalla preside!’ mi interruppe il professore Smith visibilmente arrabbiato, correndo verso noi con il suo inseparabile fischietto e la palla sotto braccio. Nonostante lui fosse anche l’allenatore della nostra squadra di rugby odiava la violenza, o almeno quella cosiddetta ‘fuori campo’. Così senza oppormi seguì il mio professore. Non ero mai stata in presidenza se non per qualche merito. Infatti vedendomi entrare in presenza del professore che poi spiegò l’accaduto, la preside non fu poco arrabbiata ma fortunatamente, grazie alla mia condotta la spuntavo liscia, come mi disse lei. Allo stesso modo se ne uscì quello stupido ma solo perché se fosse stato messo in punizione avrebbe scontato qualche lavoretto nella scuola durante il weekend ma lui doveva studiare con me o meglio io dovevo aiutarlo. Il nostro professore ci permise di tornare in palestra a fare lezione ma mancavo solo dieci minuti alla fine di questa. Il professore si era fermato a parlare con un altro insegnante ordinandoci di raggiungere la palestra in fretta. Arrivai allo spogliatoio per togliere quell’orribile tuta e stavo per aprire la porta.
‘Allora ci vediamo domani pomeriggio a casa tua, signorina Miller’ disse Tomlinson con tono beffardo. E dire che non c’eravamo messi neanche d’accordo! Ribollivo dentro.  Ma cosa dovevo fare? Ero obbligata! Così senza rispondere male, accennai ad un semplice ‘Ok’.

 
 
 
 
 




Eccooo! Primo capitolo finito :) è solo un assaggio. Spero vi piaccia e…recensite! Mi farebbe molto piacere.
Kisses xx

  
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