Due.
- cosa mi avete dato? – chiedo. –
in teoria la tua custode doveva dartela compiuti i dieci anni, ma non l’ha mai
fatto a quanto pare, ora è morta… quindi pronta per l’addestramento? – addestramento,
custode. Penso a quelle parole poi le nozioni arrivano al mio cervello. Io sono
psi, ho diciotto anni e due mesi, e sono una protettrice. La mia custode, mia
madre, è stata uccisa per aver cercato di rubarmi. I custodi hanno il compito
di crescere i protettori e assicurarsi che raggiungano i diciotto anni in
salute e con tutti gli arti, poi se necessario sono prelevati e portati
nell’alveare per l’addestramento e un giorno se idonei potranno proteggere la
scatola. Se io sono qui, significa che i protettori della scatola devono essere
sostituiti, vecchiaia, malattia, non lo so. Mentre il mare d’informazioni mi travolge,
mi accorgo che l’uomo alla scrivania mi sta fissando, aspetta che io raccolga
le informazioni probabilmente e parli, ma non lo faccio, sto ancora
raccogliendo informazioni quando è lui a parlare. – sei pronta? – mi chiede
– sì. – rispondo
- da domani inizierai a seguire il programma, mi raccomando non cercare di
ignorarlo, non ci piace molto punirvi, al contrario di quello che potete
pensare. Ora che abbiamo risvegliato la parte dormiente del tuo cervello,
possiamo proseguire senza interruzioni. Il tuo bracciale funziona come una
chiave lo passi sul lettore e se hai il permesso una porta si aprirà,
altrimenti resterai fuori, alla mensa ti servirà per avere la tua razione di
cibo e cosa più importante ti permetterà di accedere agli extra che ti spettano
di diritto. Domande? – mi chiede con aria interrogativa. Penso a quello che ha
detto e mi ricordo. Il mio secondo. L’altro o altra psi, no è un lui perché io
sono una femmina e mi serve un uomo in caso non fossimo idonei, dovremmo
riprodurci per generare un altro protettore e colui con cui mi devo riprodurre
è lui e nessun altro, siamo stati creati in modo d’esser compatibili
geneticamente al 100%. – nessuna domanda – rispondo.
- perfetto. Abbiamo finito, io sono il tuo responsabile, per qualsiasi cosa
chiedi a me. Ora sarai scortata a incontrare il tuo secondo. Ricorda che sei
psi principale, puoi continuare a usare il tuo nome terrestre con gli altri
protettori, capiamo che può confondere chiamarsi principale e secondo, siete
tutti dei principali e secondi dopo tutto, ma quando vi trovate di fronte agli
addestratori, responsabili, tecnici, chiunque non sia un protettore in
addestramento dovete usare il termine principale o secondo preceduto dal vostro
simbolo non farlo è considerato una violazione del regolamento. Ora puoi
andare.
Esco e l’uomo che mi ha accompagnata
prima mi dice di seguirlo e vengo portata in un'altra stanza. C’è solo un
divano, un tavolino e un tappeto. Entro e mi siedo, dopo alcuni secondi un
ragazzo entra. Mi guarda e dopo avermi studiata si avvicina e mi tende una
mano. – sono psi secondo – dice, gli stringo la mano e mi presento come
principale. Si siede, resta alcuni minuti in silenzio e poi si volta verso di
me e inizia a parlare. - ti ho aspettato per due mesi, credevo che mi avrebbero
eliminato, non si è mai sentito di un secondo senza un principale, ma per
fortuna sei qua. Come mai hai tardato? –
mi guarda e lo osservo bene, capelli neri corti, occhi neri, corporatura
massiccia, senza dubbio il suo custode l’ha fatto allenare molto nella sua vita
precedente, io invece… sono bassa e la mia massa muscolare non è un gran che,
dalle informazioni che mi hanno dato, i protettori sono soldati pronti a tutto
per proteggere la scatola, devono resistere in qualunque situazione, dovrò
recuperare il tempo perso. – la mia custode ha cercato di rubarmi, mi hanno aggiornata
dieci minuti fa. - gli dico, e vedo la sua espressione stupita.
- ti voleva vendere o si era solo affezionata? – chiede incuriosito
- non lo so a dire il vero. – infatti, non lo so, cosa vuol dire che voleva
vendermi? Chi mi comprerebbe?
- beh adesso sei qua e finalmente possiamo iniziare l’addestramento.- sorride,
ha un bel sorriso, e gli occhi… mi accorgo che sono attratta da lui,
probabilmente quando siamo stati creati ci hanno inserito qualcosa che ci
facesse provare attrazione tra noi, in modo che non finissimo per rifiutare
l’accoppiamento o peggio finissimo per accoppiarci con qualcun altro. Il
pensiero di accoppiarmi con qualcuno che non sia il mio secondo mi disgusta
come se fosse immorale e innaturale. Mi accorgo d’esser fissata, probabilmente
il mio soliloquio mentale è durato troppo. – così tu sei secondo, posso sapere
il tuo nome terrestre? Così sarà più semplice comunicare in presenza degli altri.
– spiego, cercando di allontanare il disgusto causato dal pensiero di prima e
dal mare d’informazioni che invadono la mia mente. – Adam, il mio custode mi
chiamava così, tu come venivi chiamata? -
– Talia – gli dico, sorride ed io
rispondo al sorriso. Non so perché siamo qui, restiamo a parlare delle nostre
vite precedenti. Scopro che lui viveva in Europa, nella parte ovest dell’Europa
dall’altra parte del muro, dice che se si va vicino alla barriera si riesce a
sentire ancora l’odore di bruciato. Ha vissuto la sua vita in Gran Bretagna a
Londra. Mentre lui è quello con la storia interessante io sono quella vissuta
nell’ignoranza in un paesino del Texas dei Nuovi Nuovi
Stati Uniti d’America. Ma la mia storia lo appassiona comunque. Credo che ci
lascino parlare per qualche ora poi una guardia ci ordina di raggiungere le
nostre stanze e noi obbediamo. Entro nella mia stanza e mi stendo sul letto
distrutta, oggi in pratica sono nata una seconda volta. Il mio bracciale mi
ricorda che sono le ventuno e che alle ventuno e quindici saranno spente le luci,
per cui mi tolgo i vestiti e m’infilo sotto le coperte, pronta a iniziare il
mio addestramento.