Era il primo giorno d’estate. Mi svegliai alle sette e mezza, come tutte le mattine. Mi feci una doccia veloce, mi vestii, poi scesi in cucina a fare colazione. O meglio, per addentare una mela e scappare al lavoro. Ogni estate da due anni lavoravo tutte le mattine in un gelateria in centro città. Dovevo guadagnare i soldi per pagarmi gli studi all’università, che mia mamma mi obbligava a frequentare l’anno dopo. Presi la mia vespa e mi avviai verso la gelateria. La proprietaria, Louise, mi salutò con un “Buona estate Jenna! Pronta per servire un marea di gelati?”. Per tutta risposta le sorrisi e mi infilai il grembiule. Mi misi dietro il bancone ad aspettare che qualcuno arrivasse. Per un paio d’ore, niente. Verso le dieci cominciarono ad arrivare bambini e vecchietti. Un noia, sempre la stessa roba. Dopo due anni, cominciavo a rompermi di stare dietro ad un bancone a dare gelati alla gente. Però dovevo rimanere lì se volevo continuare gli studi e far felice mia madre. Quindi dovevo tirare avanti e sopportare il mio lavoro. Mi appoggiai sul bancone e sbuffai. Rimasi ferma per un po’ a pensare. Le immagini di un’estate da trascorrere in piscina con Sophie mi avevano praticamente rapita quando la porta si aprì. Mi tirai su quasi mezza addormentata, rischiando di cadere. Ma non fu solo quello non farmi reggere in piedi. Entrò un ragazzo, che si chiamava Harry Styles. Lo conoscevo, un tempo abitava anche lui a Holmes Chapel. Avevo avuto una cotta per lui da quando era andato ad Xfactor ed era entrato a far parte dei One Direction, il mio gruppo preferito. Harry: “Ehm, ciao. Vorrei un cono al cioccolato.” Io: “C-Certo.” Glielo preparai e glielo diedi. H: “Grazie.” Pagò, mi sorrise e se ne andò. Lo fissai per un’eternità, mentre saliva sulla sua macchina e se ne andava. Non riuscivo a crederci, Harry Styles era finalmente tornato a Holmes Chapel, e mi aveva parlato! Mi stavo sciogliendo come un cubetto di ghiaccio al sole. Però dovevo assolutamente trovare il modo di rivederlo. A mezzogiorno uscii dalla gelateria e andai a casa di Sophie. La trovai in camera sua ad ascoltare la musica, ovviamente dei One Direction. Sophie: “Ciao Jeeeeeeeen!” Io: “Soph! Non indovinerai mai chi è tornato a Holmes Chapel!” S: “Harry Styles!” Io: “Wow, mi fai quasi paura… Comunque, stamattina è entrato in gelateria e mi ha parlato! Almeno, mi ha detto due parole.” S: “Sai se ci sono anche gli altri ragazzi?” Io: “Ah, capisco… Vuoi incontrare Zayn! Ti conosco troppo bene” S: “Esatto, quel ragazzo deve essere mio!” Io: “E Harry deve essere mio!” S: “Che ne dici se oggi pomeriggio andiamo in giro per la città a cerca di One Direction?” Io: “Ma ovvio! Li devo assolutamente trovare!” Pranzammo, ci preparammo e uscimmo. Vagammo per delle ore, camminando nelle stesse vie. Ma niente. Dei One Direction neanche una traccia. Io: “Lo sapevo che non li avremmo incontrati, sfigata come sono è già tanto che lo abbia visto una volta!” S: “Dai Jen, non buttarti giù, magari ce la possiamo fare a incontrarli. Anzi, ce la dobbiamo fare!” Io: “Intanto cominciamo con l’andare a casa, mi sto deprimendo e ho pure fame.”