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Autore: yeahbuddy_    27/06/2012    15 recensioni
“Sai, ti ho vista, l’altro giorno” disse, mentre si alzava per prendere una sigaretta che strinse tra le labbra e accese, aspirando abbondantemente. “Ti dispiace se fumo?” chiese educatamente, lasciandosi inebriare dal sapore della nicotina.
La ragazza si riscosse e prontamente rispose, scuotendo il capo con vigore: “No, fai pure.. Continua ti prego”
Cercò di sembrare meno disperata possibile, ma era terribilmente curiosa di sapere dove quegli occhi color cioccolato si erano già infranti sulla sua immagine malamente vestita.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza che fino a pochi secondi prima stava singhiozzando nervosamente, ora tirava su col naso e si asciugava le lacrime che le rigavano il viso con il dorso della mano, sporcandosela del pesante trucco che le macchiava gli occhi lividi dalle occhiaie.
Si sistemò alla bell’e meglio la minigonna di pelle che stava indossando e mise ben in mostra il reggiseno, in modo che se ne intravedesse il bordo di pizzo da sopra l’attillata canottiera fucsia.
Era in mezzo ad un’autostrada di Londra e, a fianco a lei, altre due puttane se ne stavano sedute su un muretto a fumare allegramente, tranquille come se stessero aspettando che i genitori venissero a prenderle da una festa.
In quel momento, avrebbe voluto volentieri tornare alle superiori, non avrebbe mai voluto lasciarle.
Aveva pregato affinché non arrivasse il giorno del diploma, perché sapeva da lì tutta la sua vita sarebbe cambiata.
Alle superiori era tutto così semplice.
Ma ora aveva vent’anni ed era finito il tempo delle cazzate.
Ora vendeva il suo corpo per guadagnarsi un tetto sotto cui stare, pur di non dormire sotto i ponti.
Ora aveva abbandonato la casa che era stata l’incubo della sua infanzia, dove suo padre la violentava da quando aveva solo tredici anni.
E, quindi, ora viveva da sola, in un appartamento che aveva trovato per caso su un volantino, mentre vagava solitaria per l’aeroporto di Heathrow.
Sarebbe voluta partire, sì.
Magari per i Caraibi.
O per la Germania.
Per l’India o per il Giappone.
Ma i soldi chi glieli dava?
Chi?
Nessuno.
Perché quella ragazza – il cui viso era illuminato da fari di anonime auto da più di un’ora – non aveva nessuno, eccetto il padre che aveva abbandonato due anni prima, gettando al vento anche la possibilità di frequentare il college, che aveva pagato con i soldi del genitore.
E poi, d’altronde, i soldi che guadagnava le bastavano a mala pena ad arrivare a fine mese.
Ora, non andava al college, però, almeno, era una commerciante.
Mettendola così suonava meno osceno come mestiere.
Vendeva il suo corpo agli uomini. La cosa più raccapricciante che una donna potesse fare.
Eppure quella era, probabilmente, l’unica cosa che si addiceva alla perfezione a una come lei.
Cercava di consolarsi, ma ciò non le impediva di piangere.
Piangeva perché era stanca di quella vita.
Perché avrebbe voluto trovare il ‘vero amore’ di cui parlavano i libri che le leggeva sua madre da piccola.
Odiava ciò che era e odiava ogni singola volta che un uomo le porgeva i soldi che si era guadagnata.
Perché aveva solo vent’anni e meritava di essere felice.
Una delle prostitute sedute sul muretto si portò un’ultima volta la sigaretta alla bocca, poi volse lo sguardo alla strada e l’altra ragazza si girò in simultanea, notando che una macchina aveva rallentato e accostato davanti alle tre.
Prese un ennesimo respiro profondo e si avvicinò all’abitacolo, camminando pericolosamente sui tacchi che indossava e scuotendo all’indietro i capelli corvini.
L’aveva fatto tante volte, dopotutto.
Il ragazzo nella vettura abbassò il finestrino e, con un cenno della testa, la esortò ad entrare, borbottando un ‘sali’ scocciato. Aprì la portiera e si accomodò sul sedile di pelle di una macchina che doveva essere una BMW.
Sbatté velocemente le palpebre e le lunghe ciglia scure e si voltò a studiare il viso del suo cliente, che guardava fisso la strada come se fosse da solo nell’auto.
La luce fioca illuminava delicatamente il ragazzo – sui 19 anni, probabilmente – molto diverso dai suoi clienti abituali. Occhi grandi e profondi, labbra scure e carnose e carnagione tendente all’olivastro.
Beh, era un ragazzo molto bello. Bellissimo.
Sorrise tra sé pensando che, magari, era proprio lui il principe azzurro delle favole, ma con un ciuffo nero a sostituire la chioma bionda da cui era generalmente caratterizzato un principe.
Mah, stava solo farneticando.
Quel tipo non era che un anonimo cliente, come può esserne uno al supermercato, dal fruttivendolo, dal ferramenta.
Niente rapporti affettivi, solo sesso.
Non amore.
È ben diverso.  
Il ragazzo passò quasi l’intero viaggio guardando davanti a sé con la mascella serrata, senza rivolgere neanche una volta lo sguardo alla ragazza che osservava annoiata fuori dal finestrino.
Dopo pochi minuti, accostarono vicino a una casa di mattoni, una delle villette a schiera di una viuzza stretta e poco illuminata.
Uscirono dall’auto e la ragazza lo seguì lungo un vialetto, concentrandosi solo sui ciottoli bianchi e tondeggianti sotto i suoi piedi in cui rischiava di incappare con i tacchi. Si fermarono davanti a una porta bianca, con l’insegna ‘Welcome’, che il ragazzo aprì con un piccolo mazzo di chiavi.
Entrata in casa fu accolta dal calore familiare che mancava ai motel dove la portavano i suoi clienti abituali.
Percorse uno stretto corridoio, privo di quadri o di qualsiasi altro tipo di arredamento. La casa non era grande come sembrava da fuori. C’era un cucinotto di modeste dimensioni, che affacciava sul soggiorno, occupato da un divano di pelle – che spiccava all’angolo della stanza – e da un tavolino di legno scuro con sopra alcune tazze colorate e alcuni telecomandi.
La ragazza si avvicinò al cliente, che era girato di spalle, e lo fece voltare, poggiandogli docilmente le mani sulla schiena. Il moro la guardò negli occhi e si lasciò andare in un sorriso per la prima volta in tutta sera.
Spogliati” gli disse fredda, facendo per sfilarsi cauta la canottiera rosa. Il ragazzo, però, la bloccò, stringendo le grandi mani sui suoi polsi.
“Beh? Come vuoi scopare, vestito?”
Il ragazzo rise e si gettò pesantemente sul divano, afferrando un telecomando e accendendo la televisione.
Cosa si rideva?
“E chi ha detto che dobbiamo scopare?” domandò, scuotendo la testa divertito.
La ragazza alzò un sopracciglio e si portò le mani ai fianchi. “Io sono una prostituta, nel caso non te ne fossi accorto. Mi stai facendo perdere tempo” sputò con disprezzo.
Odiava affibbiarsi quella parola.
Prostituta.
Ma, in fondo, lo era perciò.. “Io ti pago, giusto?” chiese il ragazzo retoricamente, voltandosi finalmente verso di lei.
Giusto
Era un quiz a premi?
“Io ti pago per una notte insieme” ribadì annuendo.
“Ma dai?” La ragazza aggrottò le sopracciglia. Continuava a non capire cosa stesse insinuando. “E allora?”
Il moro alzò gli occhi al cielo spazientito, come se lei non riuscisse a comprendere qualcosa di tremendamente ovvio.  “E allora io, stavolta, pago per la tua compagnia” disse semplicemente, scrollando le spalle.
Cosa?
Che vuol dire ‘per la tua compagnia’?
Era una strana richiesta sessuale, per caso?

Ora era davvero spazientita. “Senti, mi stai facendo perdere tempo, quindi se è uno scherzo io n..”
Non è un scherzo” ripeté il ragazzo, materializzandosi di fronte a lei.
Tentennò alla vista di due occhioni marroni.
“Senti..”
“Zayn”
“Zayn, sì.. Se tu mi stai prendendo in giro..”
“Ma perché dovrei prenderti in giro?” la interruppe nuovamente, alzando gli occhi al cielo, esasperato.
La ragazza gli si avvicinò, curvando un angolo della bocca in un sorriso. “Fai sul serio, bello?”
Il moro le scoccò un fugace bacio sulle labbra, che la fece sussultare.
Assolutamente sì” le sussurrò per poi esaminarle il corpo. “Non vorresti indossare qualcosa che non faccia intravedere le tue mutande?”
Rise, prendendola delicatamente per mano e la portò al piano di sopra.
Si sfiorò le labbra nel punto in cui Zayn aveva posato le sue, ancora scossa da quel bacio.
Non era abituata a una situazione del genere.
Non aveva un ragazzo vero dal liceo.
E quel tipo era la cosa che gli si avvicinava di più.
Non sapeva come, né secondo quale logica, ma le faceva girare la testa solo con uno sguardo.
Ormai il suo corpo era prosciugato di qualsiasi emozione del passato, era difficile provare certe sensazioni.
In genere, non pensava ad altro che a mettere da parte i soldi per sopravvivere.
Il ragazzo la condusse in una stanza dal profumo muschiato e, aprendo un armadio di legno scuro, le porse incerto una felpa blu e un paio di boxer.
“Scusami, ho.. solo questi”
Quella stanza aveva impregnato le sue narici di un odore intenso, mischiato a quello del fumo di una sigaretta.
Accettò i vestiti titubante e sfilò la maglietta dalla testa, notando, però, che il ragazzo si era voltato dall’altra parte e si grattava la nuca con un certo imbarazzo.
“Non preoccuparti” esordì, sfilandosi a fatica la minigonna che rimaneva incastrata all’altezza delle ginocchia. “Ci.. sono abituata”
Vide il moro sorridere nella penombra ma rimanere, comunque, voltato verso il letto che – visto l’arredamento della stanza – doveva essere il suo.


Zayn spostò lo sguardo da una custodia all’altra.
“Allora? Film horror o commedia?” domandò, inclinando la testa su un lato e accennando un sorrisetto.
La ragazza sospirò e scosse la testa con lo sguardo basso.
Era imbarazzata da quella situazione così paradossale. “Zayn, ma perché fai questo?”
Il moro sembrò non capire. “Se non vuoi vedere un film, possiamo f..”
“No, dai. Non è per il film”
Sorrise e si accomodò al fianco della ragazza. “Allora per cosa?” si informò, incrociando le gambe.
Gesticolò con le mani come a voler indicare quella situazione.“Perché sprechi il tuo venerdì sera con una.. puttana?”
Vide Zayn tornare immediatamente serio e inchiodarla con gli occhi. “Tu non sei una puttana. E io non spreco il mio tempo”
La ragazza si sentì le mani sudare.
“Sai, ti ho vista, l’altro giorno” disse, mentre si alzava per prendere una sigaretta che strinse tra le labbra e accese, aspirando abbondantemente. “Ti dispiace se fumo?” chiese educatamente, lasciandosi inebriare dal sapore della nicotina.
La ragazza si riscosse e prontamente rispose, scuotendo il capo con vigore: “No, fai pure.. Continua ti prego”
Cercò di sembrare meno disperata possibile, ma era terribilmente curiosa di sapere dove quegli occhi color cioccolato si erano già infranti sulla sua immagine malamente vestita.
Lentamente Zayn si appoggiò sul muro opposto alla postazione del divano e lasciò fuori dalle labbra appena schiuse una nuvola di fumo, che subito scomparve dietro di lui, nell’aria calda di quella casa.
La ragazza percorse con gli occhi la figura maestosa e perfetta che gli si presentava davanti e si accorse che.. quel ragazzo la intrigava.
Parecchio, anche.
E il fatto che non fosse interessato a lei per una notte di sesso era ancora più interessante.
O strano.
Il moro inspirò abbondantemente dalla sigaretta, ormai ridotta a metà, e la schiacciò sul davanzale di una finestra, senza neanche finirla, lasciando che bruciasse lentamente tra le sue ceneri.
La curiosità la stava consumando a poco a poco, come stava facendo contemporaneamente il filtro di quello stupido rotolino di tabacco.
“Eri.. sola” tornò a parlare Zayn, sfregandosi il braccio da sopra la maglietta nera. “Stavi seduta, vicino all’Angel Station, mi pare. E chiedevi l’elemosina con un bicchiere di carta di Burger King.
Io passeggiavo con un mio amico – Liam – e lui ha comprato una copia del ‘Big Issue’, il giornale per i senzatetto.”
Prese un respiro profondo, per poi tornare a parlare, mentre la ragazza sentiva le guance e gli occhi andarle a fuoco.
“Ne tenevi in mano alcune copie” sussurrò silenzioso.
“Beh, durante il giorno faccio questo per guadagnare qualcosa” mormorò immersa nei suoi pensieri, con la voce rotta dal pianto.
Deglutì rumorosamente per cercare di mantenere un certo contegno.
Con un tacito assenso, incitò il moro a continuare e sollevò, impercettibilmente, gli occhi neri su di lui come a chiedergli mentalmente di spezzare quel silenzio – che iniziava a diventare imbarazzante – e raggiungere il nocciolo di quel discorso.
“Faceva freddo. E tu te ne stavi . Infreddolita, avvolta solo in una coperta vecchia e sporca, da cui si intravedevano le calze a rete e una gonna nera, quella che indossavi prima, probabilmente. Liam poi mi ha detto che tu facevi anche la.. prostituta, sulla M11” sussurrò cauto.
La ragazza sentì le ciglia bagnarsi e fece per alzarsi dal divano e uscire una volta per tutte da quella casa. “La conosco la mia vita, non c’è bisogno che tu me la ricordi” sibilò fredda, vedendo Zayn incupirsi.
“Smettila, questa non è la tua vita”
“Non per i comuni mortali, forse! Ma io ci convivo da più di due anni, caro mio”
Ormai non le interessava che quello sconosciuto la vedesse in quello stato.
Le labbra erano contratte e gli occhi – irrimediabilmente privati della purezza che avevano un tempo – erano velati da abbondanti lacrime, che sgorgavano sulle sue guance.
Zayn si avvicinò pericolosamente a lei e la accarezzò, sorridendole dolcemente.
Protratto verso il suo orecchio, la ragazza rabbrividì nel sentirlo sussurrare: “Io posso proteggerti, Yv”
Non sapeva come Zayn conoscesse il suo nome.
Né sapeva se credere alle sue parole.
Sapeva solo che quegli occhioni color cioccolato erano la fine del mondo.
Ma niente in confronto al momento il cui le loro labbra si incontrarono. 



asdfghjkl
 Allora.
cof cof
A me gli occhi.
*si nasconde*
çç
Beh, che dire..
Questa è la mia prima OS, capisco che la possiate trovare una vera cagata ma.. boh.
Il titolo è il primo pezzo di 'We are broken' dei Paramore.
La 'sceneggiatura' - chiamiamola così - viene dal video di Ed Sheeran, A-Team ( 
http://www.youtube.com/watch?v=UAWcs5H-qgQ )
La modella del banner, infatti, è la stessa.
E, se vedete il video, notate che tutti i particolari vengono da lì (Il giornale per i senzatetto 'Big Issue', l'Angel Station, ecc.)
Non so realmente come mi sia venuta l'idea, però vi prego di recensirla.
Almeno saprò se vi è piaciuta, se vi ha emozionato, se vi ha lasciato indifferenti o se vi ha fatto da purga (?)
Mh, già.
Anyway, vi lascio questa one-shot e...
vi mando un abbraccio spappoloso (?) :3
giorgia :)

  
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