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Autore: Cee4    27/06/2012    6 recensioni
Matt alle prese con l'insonnia, Dom alle prese con Matt. Una conversazione su un divano le cui molle cigolano.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Insonnia and what it gives E' lunedì  e come sua abitudine la signora Collins sposta i mobili.


Vecchietta adorabile la signora Winnifred Colllins, con tutti quelli strani capelli gialli e gli occhi verde cipresso.

Abita sopra la mia testa ed è dolce come la torta di mele che ogni tanto prepara e porta qui 'perché, Matthew, caro ragazzo, nessuna donna vuole un uomo più ossuto di lei e, continuando di questo passo, ti rimarranno solo le ossa e i tuoi delicati occhi blu'.

L'unica anomala nota storta in lei  è il vizio di trascinare da una parte all'altra della casa poltrone, credenza, tavolo, sedie e quant'altro in modo che 'la casa possa respirare'.
Come faccia è un mistero inspiegabile.


Tutto questo precisamente ogni settimana, spiccicatamente durante la notte tre il lunedì e il martedì.

Sì, perché è notte e io non riesco a prendere sonno.
E non è colpa della gentile Mrs. Winnie, ma di quello stramaledetto spiffero proveniente da uno di quei buchi quadrati dieci per dodici che il proprietario dell'appartamento si ostina a chiamare 'finestre moderno-concettualistiche'.

Questa casa è uno scantinato, le stanze, tre in realtà compreso il bagno,  sono cubicoli senza luce.
I tubi perdono continuamente e la stufa è una tragedia a perdere, senza speranza.

 
Appartamento vittoriano a prezzo di costo, un affare!
Promemoria: Kirk e Dom non sono affidabili neanche per investimenti immobiliari.

Ci siamo accampati qui alla meno peggio ed è un porcile peggio di prima.
E' tutto lasciato al caso.
Fine.


Cazzo, non riesco a dormire.
Non va bene e domani abbiamo la registrazione del demo.
Non mi è rimasto del fumo, una sigaretta o...
C'è del tabacco ma non sono bravo a rollare.
Rollare mi scoccia.
Passo il tempo a graffiare la carta da parati che tappezza l'intera stanza.
La sento sotto le dita, ruvida,e questo fetore di muffa e piscio di cane aumenta.
Dio.


No, non va bene per niente.


Tom è dai suoi fino a giovedì.
Dom è con l'amica di Janie , forse.

Janie e le sue braccia burrose non le ho volute fra le lenzuola stasera.

Adesso mi servirebbe il calore del corpo di Janie la rossa e, ecco, sono un idiota.

L'insonnia ti frega sempre alla grande.
L'ho imparato fin da piccolo e l'unico metodo infallibile per aggirarla erano le dita di mia madre o, in sua assenza, di mia nonna strette intorno al mio polso.

Il respiro  di qualsiasi altro  porta via tutto e mi aiuta a dormire.
Si, sono fatto male ma è sorprendente come la cadenza  dei polmoni, diversa per ciascuno, ad un certo punto rientri in un'unica equilibrata armonia.
Soffermarmi su questo fatto è meglio che contare le pecore.
Oltretutto io odio la matematica e le pecore.
No, le pecore no e forse neanche poi così tanto la matematica escludendo il signor Simmons, ex docente di aritmetica applicata.
Odio questa pratica e il detto che ne deriva, che poi che c'entrano gli ovini e a chi è venuto in mente qualcosa di così assurdo.
Mah!

Mi alzo.
Prendere quella chitarra superstite che mi accompagna da sette mesi ...no, sarei uno straccio domani in studio.
Quindi meglio evitare di buttare nel cesso tutto in una botta e via.

Ho sete.

Svogliato, rintronato, seccato, indeciso apro la porta nel buio.
Il cigolio mi distrae.
'Forse è meglio che mi stendo e prendo a dormire' penso, ma vado avanti.

Mi faccio male da solo.
Una  gomitata allo stipite e una ginocchiata al tavolino vicino al divano.
Ciao, ciao reflex di Tom.
E' caduta, l'ho fatta cadere e lui mi ucciderà o rivorrà i danni più gli interessi.
Carogna.

Arrivato.
Il lavello è pieno di roba che giace lì dimenticata.
Nessuno intende sottrarla a questo malinconico destino.
Uno spettacolo davvero triste.

In mancanza di un bicchiere, tazza o ciotola decente, apro il rubinetto e ci avvicino la bocca.




" Ohi, sei ancora in piedi? ".




" Cristo, Dom, per poco non morivo soffocato ", gli dico mentre si stropiccia gli occhi con il suo solito fare ingenuo, fregandosene altamente in realtà.
Appunto.




" Domani dobbiamo recuperare Chris a Victoria. Non ho nessuna intenzione di sorbirmi la sua espressione da bufalo impazzito solo per il tuo ronfare catalettico. Per cui vai a dormire ".




" Vacci tu a letto ". E non solo a letto.




" Lo stavo per fare poi ho sentito dei rumori. Ti manca proprio la delicatezza, Bells ".




" Vuoi una birra? ", gli chiedo stoppandolo e aprendo il frigo.




" Si ".




" Ne è rimasta una, mi dispiace ", la apro e faccio per sedermi.




" La dividiamo, non rompere ".




Dominic si siede accanto a me e le  molle del divano cigolano. "Ok, tieni stronzo".




"Matt".




"Uhm".




"Marnie ti saluta".




"Uhm?".




"L'amica di Janie".




"Ah, già non dovevi stare con lei."




"Ero troppo nervoso.C'ho fatto una mezza cosa e  volevo tornare a casa".




"Non sprecarti in dettagli".




"Sei proprio un'anima gentile Bellamy".




"Grazie Howard".




" Vado in bagno e tu torna nella tua stanza", mi dice dandomi  due pacche sulla gamba destra.




Aspetto che le molli cigolino di nuovo. " Fanculo".





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Perfetto.
Lo scarico del bagno si è inceppato.
Un'altra volta.

Ritorno da lui.

Cristo.

Matt si trova steso a pancia in giù sul tappeto.
La testa è perfettamente incastrata tra il divano e il tavolino.


Mi avvicino.
Lo stuzzico con il piede una, due, tre volte.
Sto lì a fissarlo.


L'una e diciassette, diciotto minuti.


Si rivolta e  incrocia le braccia sul petto.
Bè, almeno non è svenuto o morto.

Lo scavalco e mi siedo sul divano.
Matt è tardi per giocare.




"Dom".




"Si".




"Niente".




"Alzati di lì".




"E' comodo qui".




"Alzati Bells".




Mi afferra il pantalone tra le dita.
Mi scuote forte.




"Domani per piacere  non sclerare, uh?".




"Io?".




"Lo sai. Non impuntarti".



"Fottiti".




Si alza.
E' ritto in piedi e mi fissa.

"Matt".




"Fottiti Howard, tu e le tue moine infiocchettate".




"Matt, non dico di accettare tutto quello che ti diranno. Vai dritto al punto ma ascolta anche gli altri, almeno un po'. Abbiamo una grande opportunità".




"Ok, ok, ma l'altra volta l'avrei voluto infilzare allo spiedo quel tizio che ha criticato il tuo giro di batteria.Va bene dirmi che  la chitarra che ho in mano pesa almeno due volte più di me e che farei meglio a pulire il culo a Yorke che suonarla, ma  una cosa che non si può mettere in discussione sono le tue abilità. Non accetto scherzi sulla musica".




"Così mi commuovi", lo tiro verso di me, "Non creiamo casini e facciamo uscire il nostro album, uh? Ci pensi?".




"Finalmente potrò abbonarmi a quella rivista scientifica".




"E io sperare di trovarmi un posto tutto mio".




"Cosa?".




" Tu e Tom starete bene senza di me".




"Ok per Tom, laciamolo solo quello, ma perchè vuoi abbandonare me?".




"Matt come coinquilino non ti reggo, ecco".




"Che vorresti dire?".




"Ci sono delle regole della convivenza civile che ignori e io non posso farti da  tata".




"Che?".




"Fatti una doccia, spazzolati i denti, sgrassa quei piatti! Per non parlare delle volte in cui sono quasi sul punto di imboccarti per farti mangiare.Ti verso pure i cereali la mattina".




"Ah sì, me lo ripeti ogni giorno. Effettivamente sei una nanny pallosa. Anche poco cortese: mi ricordi sempre quanto poco igienico sia il mio stile di vita".




"Appunto".




"Dom".



"Uhm?".



"Mi abbandoneresti veramente?".




"Certo. Secondo te?".




"Va bene. Cercherò di puzzare di meno e di farti meno scherzi, ok?".




"Ah già! I tuoi invitanti scherzi che preludono alla mia morte fisica e mentale circostanze permettendo".




"Dom ... forse mi sto cagando sotto per domani".




"Immaginavo".




"Voglio continuare a fare musica. Con te, Christopher ... Chris e Kelly chissà se dureranno".




"Probabilmente si".




Matt appoggia il suo viso pieno di spigoli sulla mia spalla e sospira per ben due volte.
Al secondo sospiro, più carico e stanco del precedente, chiude per un istante gli occhi.
Poi si volta verso di me.
Alza piano piano le palpebre e  infila un braccio sotto al mio.




"Dom rimarresti così fino a che non mi addormento per piacere?".




Gli rispondo sfilandomi le scarpe, distendendo le gambe e appoggiando i piedi sul tavolino.




"Grazie".




"Sempre a sfruttarmi".




"Hai ragione ma ancora non ho trovato un rimpiazzo così valido", mi dice voltandosi dall'altro lato, cercando di nascondermi le sue guance leggermente più colorate.




"Oh, non imbarazzarti adesso. Dici cose strane Bells".




"Uhm...Dom?".




"Si?".




"Lo sai che sei meglio di un letto appena rifatto con le lenzuola che profumano di pulito?".




"Credo di non aver ben capito e ...".




"Ti prometto di non lasciare i miei calzini dappertutto e di non consumare tutto il latte, ma rimaniamo sempre così".




Lo stringo in un abbraccio silenzioso.
La signora Collins sembra aver terminato il trasloco settimanale.
Dai buchi della tapparella mezza rotta entra poco a poco la luce.
Lo guardo e lo imito. Chiudo gli occhi cercando di dormire qualche ora.
Si Matt, rimaniamo così, sempre, seduti su un divano a parlare di stupidità, di cose, di qualsiasi cosa.





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I Muse e il loro 'entourage' non hanno nulla a che fare con i fatti esposti in questa storia, etc. etc.
Fatemi sapere che ne pensate se volete.
Ciao.


   
 
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