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Autore: Lupo_kun    28/06/2012    0 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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La sconfitta sull'altare.



Non sono mai stato normale.
Anche oggi osservo un corpo inerme, una pozza di sangue in cui specchiarmi nella mia freddezza. 
Ancora oggi ho ucciso in maniera diversa. È curioso, le grida di ogni persona diminuiscono ogni volta che aumento l’intensità dei miei colpi. 
Oggi però qualcosa andò storto. Qualcosa che non avrei mai potuto prevedere. 
La vittima che giaceva in quel pavimento, stava sorridendo. Com’era possibile? 
L’avevo uccisa con le mie mani, con le mie parole. No, non aveva alcun senso, pensai. Eppure cos’era quel ghigno nella sua faccia? Cos’erano quegli occhi più vivi che mai? Toccai le sue ferite, per verificarne le condizioni, incrociai i suoi occhi e sobbalzai. Diamine che terrore. Il suo sguardo umano perforava ogni limite mai varcato nel mio corpo. Mi sentii totalmente vulnerabile, cominciai a tremare. Ecco cos’era la paura... avrei desiderato sparire da questo posto, da questo mondo, da questa vita. Avrei dato tutto per smettere di pensare. Il cuore pulsava più forte che mai, ansimai senza controllo. Era una tensione che batteva sulla schiena, sulla pancia. Che cosa stava accadendo? Era l’ennesima vittima di un confronto, l’ennesima anima mutilata dal mio successo. Cos’era questa paura? Fu’ come se la mia arma mi stesse disarmando, come se la mia gloria si stesse ribellando. “Io sono Dio. Io sono anche il male. Nessun può mai sfidarmi, che sia chiaro” Tentai di gridare con voce strozzata. Nulla mi rispose. Cos’era questo silenzio? Qualcuno risponda, per favore. I secondi scorrevano con un insopportabile eco del vuoto. L’aria che respiravo era densa, come il sangue della vittima. Deglutii. Silenzio dannato. Successe a un tratto, la mia vista fu illuminata di scene inedite della mia vita, percorsi rubati da quest’orgoglio di ghiaccio. Rigirai lo sguardo sugli occhi della vittima, e mi bloccai. Ero paralizzato dalla profondità di quegli occhi. 

Se Dio mi stesse vomitando l’anima? Se il potere fosse la mia debolezza?

Adesso era tutto chiaro. 
Non sono mai stato un predatore... ma una preda che scappa. 
Avevo vissuto una vita credendo l’opposto della verità. Avevo sempre pensato che la morte fosse morte e la vita fosse vita. Come avevo creduto a una bugia così avida? 
Non era l’attuale solitudine a farmi paura, ma il tempo trascorso fino a essa.
 
 
 
 
  
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