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Autore: _Fru    28/06/2012    1 recensioni
Quante e quali sono le cose che cambiano una persona?
Cosa le ha costrette in passato ad essere ciò che sono ora?
Quando sei troppo dentro a qualcosa puoi fare il salto senza uscirne più sporco?
I ricordi sono la risposta a tutto.
I ricordi cambiano una persona, poiché sono capaci di offuscare la sua mente in qualunque momento della giornata.
I ricordi di violenze, delusioni, periodi bui portano la gente ad essere diffidente, schiva, meschina.
Qualsiasi salto farai, te lo ricorderai.
I ricordi sono ciò che segnano per sempre mente e cuore di qualcuno. E questi sono i miei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ottobre è il mese della malinconia. 
C’è ancora quasi sempre il sole, ma spesso coperto dalle nuvole che preannunciano l’autunno. Sta per arrivare il solstizio e tutti sembrano doversi rassegnare all’idea che stanno per tornare i geloni.
In questo mese così triste, io trovai la felicità più assoluta. Posso giurare di non essere mai stata così felice come in quel periodo. 
Sinceramente, mai creduto nell’amore. 
Fino al 7 ottobre 2011.
Ci eravamo conosciuti tempo prima, perché era l’ex di una mia amica, e poi risentiti per errore su Facebook. Nessuno dei due pensava che saremmo potuti arrivare a darci tanta felicità reciproca.
Matteo, occhi castani, capelli dello stesso colore, corporatura discretamente muscolosa con un po’ di pancia, alto, dentatura perfetta, un anno più grande di me, battute teneramente stupide e braccia possenti, piene di cicatrici dovute a dei tagli, una R moscia che mi avrebbe fatta sciogliere anche dentro un igloo.
Lo vidi per la prima volta il 19 ottobre. Iniziammo subito a parlare del più e del meno. Mi sorprese come riuscivamo a trovarci in sintonia su tutto e di come fosse facile mandare avanti la conversazione con lui. Era tutto scorrevole e divertente. Parlavamo del tempo, degli amici in comune, della sua ex, di come sia stata strana la nostra conoscenza, ma di qualunque cosa parlassimo ne parlavamo sempre sorridendo. Più parlavamo e sorridevamo più ci innamoravamo.
Era la dolcezza fatta persona. Ogni suo tocco sembrava sprigionare amore ed aveva un modo straordinariamente delicato di toccarmi i fianchi. Sembrava che volesse tenermi sua ma senza costringermi a rimanere lì. 
Mi prese le mani e mi avvicinò a sé, poi mi respinse via e mi riprese. Continuammo questa dolce altalena in silenzio, incantati l’uno dagli occhi dell’altra, persi in quello che forse era l’amore. Poi mi tirò a sé più forte e tenendomi leggermente più stretta ai fianchi mi stampò un bacio sulle labbra. Fu veloce, ma sicuro. Certamente leggeva le emozioni nei miei occhi. A quel bacio ne seguirono altri più lunghi e dolci. Pensavo sempre a quanto Matteo mi piacesse e a quanto le sue mani sembravano fatte per le mie.
“E adesso che si fa?” gli avevo chiesto, anche se avevo un po’ paura. Lui rispose, prendendomi la mano e baciandola delicatamente, “Adesso.. Adesso siamo io e te”.
E in quelle parole c’era la definizione del mio posto nel mondo. Avevo capito, in 3 secondi, dove volevo e dovevo stare per il resto della vita: accanto a lui.
Non ho mai trovato nulla da poter definire “casa” e “sicurezza”, ma le sue braccia… Tra le sue braccia mi sarebbe potuta esplodere una bomba a due centimetri e avrei creduto di poterne uscire perfettamente illesa. 
Camminavamo per una delle vie più affollate di Roma: Viale delle Milizie. Probabilmente ci stavano passando mille persone accanto, ma io non ne vedevo nemmeno una. Vedevo solo me e lui, e mi sentivo perfetta. Con la mia mano nella sua, io mi sentivo più bella di Miss Universo. Sarei potuta essere Miss Galassia con lui, Miss Sistema Solare!
Ora sapevo che c’erano tre cose di cui avevo fondamentalmente bisogno per essere felice: 
il sole, di giorno;
la luna, di notte;
Matteo, per sempre.





Mmh beh, che dire?
Grazie, grazie!
*Versi di grilli/cicale/quelli che fanno quando non ti si caga nessuno*.
Abbè.. Avete letto il primo di una lunga serie di felici e tristi ricordi. 

Il titolo è un pezzo della canzone di Marracash ed Emis Killa, "Il mondo dei grandi" (Yes yes yo, amo il rap).
Non mi aspetto che stiate a dirmi "Ottiooo tio tio tio tio che coppietta dolse dolse ìhìhìhìhìhìhìhì (?)", magari vi facciamo anche passare la stitichezza.

Fatemi sapere se questa storia o questo capitolo vi è servito, appunto, come cura contro la stitichezza, come passatempo perchè avete la febbre, come scusa per non portare a spasso il cane o cose simili, se vi è piaciuta o vi ha fatto vomitare l'anima.
Grazie e buona giornata a tutti voi, tranne a quei bastardi dei miei vicini di casa, che mi hanno svegliata alle 7 coi loro lavori del cazzo!
-Quella simpaticona che già si sta stabilendo con tanto di divano sui vostri maroni,
_Fru :3
  
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