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Autore: Eliessa    28/06/2012    2 recensioni
Questa storia l’ho pensando riguardando per l’ennesima volta “Distretto di polizia 9”. La storia si basa su una coppia che non c’è mai stata, ma che alla fine poteva anche nascere (almeno per me!). La storia contiene gli stessi personaggi al tempo della nona stagione, con un’eccezione per il fratello di Elena, Marco (che non è mai morto, né stato in carcere!), ed è ambientata qualche anno dopo, ovvero ai giorni nostri, 2012.
[Personaggi: X Tuscolano]
Dal testo: 
-Stai giocando con il fuoco, devi stare attenta.-
-Papà, io con il fuoco non voglio giocarci, ma voglio bruciarmi. Voglio vivere intensamente questa storia.-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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AMORE PER TE.



Sono le 7 di una fresca giornata di Aprile. Fuori c’è il sole. È primavera ed il freddo sembra stia lasciando spazio al caldo e quindi all’estate…
 
Gabriele si trovava in camera sua quando a svegliarlo fu il suono della sua sveglia. Due ore dopo avrebbe iniziato il turno al commissariato, così aveva tutto il tempo che voleva per fare colazione e prepararsi con calma.
In casa con lui vivono Lorenzo Monti, un collega, l’ispettore capo del commissario, quarant’enne, divorziato, con una figlia di 18 ed ottimo amico di Gabriele; e la figlia Chiara, studentessa presso il liceo scientifico.
Padre e figla iniziarono la convivenza con Gabriele quando il giudice, durante la causa di divorzio aveva affidato a Greta Sabatini, l’ex moglie di Lorenzo, la casa coniugale. I due non andando d’accordo con la donna cercarono un'altra sistemazione e Mancini si offrì subito per aiutare l’amico […]
Quella mattina, Gabriele scese a fare colazione, ma in cucina non trovò nessuno, così si affacciò dalla finestra della cucina che affacciava sull’immenso giardino e vide padre e figlia fare colazione all’aperto.
Uscito fuori per raggiungerli, si fermò su una ringhiera per guardare Chiara.
 
FLASHBACK
Sono le 23.00 del 17/09/2012, è venerdì. Tra poco meno di un’ora sarebbe scoccata la mezzanotte e quindi un nuovo week-end da passare con Lorenzo e Chiara.
Gabriele che era nel letto non riusciva a prendere sonno. Provò a fare zapping in tv, a leggere un po’ un libro, ma niente da fare, non riusciva a dormire. Aveva un pensiero fisso e questo pensiero si chiamava Chiara Monti, la figlia del suo più caro amico.
Era da tempo che teneva chiuso dentro di sé questo segreto, questo sentimento verso Chiara, e non sapeva ancora quanto poteva resistere.
Non voleva e non poteva dirlo a nessuno, così decise di confidarsi con un foglio.
Si alzò dal letto e scrisse una lettera indirizzata alla ragazza che ovviamente non avrebbe mai ricevuto. Arrivò alla scrivania vicino il letto e prese carta e penna.
Prima di riuscire a scrivere una lettera decente, ne cestinò una decina, l’undicesima riuscì a scriverla.

 

Roma, 17/02/2012

Chiara,
non voglio iniziare questa lettera con cara o parole simili, ma voglio essere il più diretto possibile ed essere leale almeno con me stesso, se c riuscirò…
Chiara,
sono ormai anni che ti conosco, che ti guardo, che ti ammiro. Ho imparato a conoscerti meglio io in 3 anni, che tuo padre in 18 con cuoi non hai segreti, neanche il più imbarazzante.
Ricordo all’inizio quando eri timida e ti eri appena trasferita da me, non volevi starci, lo sapevo bene. Tu volevi stare solo ed esclusivamente con tuo padre nella vecchia casa, voi due da soli escludendo il resto del mondo, ma le cose sono andate in maniera diversa e ti trovi a vivere da me. Alla fine avete capito che casa mia non era poi un luogo così inospitale.
Ti ho già scritto che con il tempo ho imparato a conoscerti, ed è vero.
Ho iniziato a capirti, a diventarti amico e confidente, ho capito i tuoi interessi e le tue aspirazioni.
Sono riuscito a conoscere te più di quanto conosca me, e se scrivo questa lettera è per capire cosa mi sta accadendo.
Devo capire perché ogni volta che ti guardo non riesco più a parlare con te, balbetto, ed ho paura. Quando ti guardo e vedo che sei vicino ad un ragazzo vorrei prenderlo a pugni perché non lo sopporto vicino a te.
Forse sono malato, e la mia cura sei tu.
La mia cura sono le tue labbra sulle mie, il mio abbraccio che diventa il tuo e l’amore che provo per te diventa solo tuo.

Ma a tutto questo c’è la paura. Paura perché io, un uomo di 33 anni sono innamorato di una ragazza di 18.
Sai Chiara, a 33 anni non so cosa voglia dire avere una relazione seria, sono il classico tipo da “una botta e via”.
Però con te è diverso. Con te voglio andare incontro a qualcosa di diverso, di serio e duraturo. Quello che mi preoccupa è solo la differenza d’età.
Quindici anni non sono né molti, né pochi, ma potrebbero causarci molti problemi, a partire da tuo padre.
Se solo tu mi considerassi almeno la metà di quanto ti considero io, sono sicuro che riusciremmo a vincere tutte le battaglie, tutte.
Chiara io ti amo. Ecco, finalmente l’ho scritto, ma rimarrà sempre e solo scritto su questo pezzo di carta che mai leggerai. Sarà impresso nel mio cuore per sempre, ma tu non lo saprai mai,
Perdonami Chiara. Tu sei il mio primo grande amore impossibile.
Ti amo.

Gabriele.

 
Dopo aver scritto la lettera, Gabriele la ripiegò in una busta, sopra scrisse “Chiara M.”, e prima di riporla nel primo cassetto della scrivania, gli spruzzò un po’ del profumo preferito di Chiara (gesto del tutto femminile, ma aveva voglia di farlo ora. Ora che era riuscito a confessare il suo amore per Chiara, ora che era il Gabriele innamorato come non mai, perché appena sveglio sarebbe stato l’ispettore Gabriele Mancini con la solita vita incasinata di sempre.)
Ora Gabriele si sentiva con un peso in meno, come se avesse confessato a qualcuno il suo più grande segreto, ma in fondo il problema rimaneva. Era innamorato e non sapeva cosa fare.
Dopo qualche minuto decise di rimettersi a letto e questa volta tra mille pensieri, colpe, dolore ed indecisione riuscì ad addormentarsi.
 
 
PRESENTE
Gabriele continuava a fissare Chiara, fino a quando lei non si accorse della sua presenza e gli fece cenno con la mano di scendere.
Arrivato dagli amici, iniziò a fare colazione con loro.
 
-Pensavo che oggi la tua sveglia fosse in ferie. Non arrivavi più.- disse Chiara, mentre gli versava un po’ di caffè.
-Non riuscivo ad alzami. Invece ditemi un po’, come mai colazione all’aperto?- chiese Gabriele.
-Ma guarda che bella giornata che c’è! Si sta bene al sole, e poi possiamo anche cambiare qualche volta- esclamò Chiara.
-Eh, senti Lorenzo, posso chiedere la mano di tua figlia?- disse Gabriele scherzando, ma mettendoci della verità in quelle parole.
-Spero che la tua sia stata solo una battuta!- esclamò Lorenzo.
-Papà, per favore!-
-Ma certo che era una battuta!- disse facendo finta di niente Gabriele, continuando a bere il suo caffè. Intanto squillò il telefonino di Monti e subito prese la chiamata.
-Monti.Va bene, arrivo subito.-
-Che succede?- chiese Chiara.
-Devo correre al Decimo.- disse prendendo un biscotto al volo e dando un bacio alla figlia. –Ci sentiamo dopo.-
-Ci vediamo dopo in commissariato.-
-D’accordo, a dopo Gabriele.-
-Però che vita!- esclamò Chiara. –Sempre a correre di qua e di là e mai un momento in pace; a momenti non riesco neanche più a parlare con papà, fortuna che riesco almeno a dargli il buongiorno.-
-Sai che è il suo lavoro, ma non per questo non ti vuole bene.-
-Lo so questo, però molte volte vorrei avere una vita diversa. A volte immagino di fare colazione insieme, immagino che mi porta a scuola o mi viene a prendere, la sera invece ceniamo insieme e magari parliamo, io gli racconto la mia giornata, lui la sua e invece ultimamente non riesco neanche a parlarci.-
-Perché, ti è successo qualcosa?-
-No, dicevo in generale.-
-Se vuoi, però posso accompagnarti io a scuola oggi.-
-Davvero lo faresti?-
-Si.- rispose Gabriele con uno dei suoi sorrisi migliori.
-Va bene, allora mi cambio e sono pronta.-
-D’accordo, ti aspetto qui.-
-Grazie Gab.- disse Chiara abbracciandolo da dietro le spalle per poi andare in camera sua a prepararsi. Dopo mezz’ora si ritrovarono entrambi all’entrata della villa.
-Pronta?- chiese Gabriele.
-Si, andiamo.- ripose Chiara dandogli un bacio sulla guancia. Dopo dieci minuti arrivarono al liceo che frequentava la ragazza.
-Senti, non ti prometto nulla, però se riesco vengo a prenderti a scuola. Sempre se vuoi.- aggiunge dopo un breve attimo di silenzio.
-No, non ti preoccupare.-
-Guarda che a me fa piacere.- rispose l’uomo.
-Come vuoi, non vorrei causarti problemi al lavoro.-
-Ti mando un messaggio dopo.-
-Va bene.- rispose ridendo lei. –A dopo.-
-A dopo.- disse Gabriele, aspettando che la ragazza entrasse dentro scuola, per poi dirigersi verso il decimo. Lì, la prima persona che vide fu Elena, in compagnia di Castelli, mentre prendevano un caffè alla macchinetta. –Elena! Elena!- disse quasi gridando l’uomo.
-Gabriele che succede?- rispose la donna quasi strozzandosi con quel poco di caffè che aveva mandato giù.
-Scusatemi se v’interrompo, ma dovrei parlarti.-
-Vuoi che usciamo?-
-È piuttosto lungo e complicato quello che devo dirti.-
-Alle nove a casa mia?- chiese la donna comprendendo l’agitazione dell’amico.
-Non è che disturbo?-
-No.- rispose Davide. –Così per una volta ne approfitto e vado a cena fuori con Marco così potrà raccontarmi tutto quello che ancora non so di Elena.-
-Ma guarda te! Stiamo insieme da tre anni, sposati da due e pensi ancora che abbia dei segreti.- disse facendo finta di essere offesa.-
-Comunque Gabriele, stasera è tutta tua. Ora vado in Procura. A dopo.-
-Grazie Davide. Sei un santo. A dopo.-
-Ciao Dà.- rispose Elena. –Allora, non si può proprio sapere quello che devi dirmi.-
-Elena cara, sai meglio mi me che in questo posto anche i muri hanno le orecchie ed io non voglio e non posso rischiare.-
-Ok, ne parliamo stasera.- disse Elena sedendosi dietro la sua scrivania. Neanche due minuti ed entrò Luca in ufficio.
-Anna ed Elena, andate in via Appia Nuova 20, c’è stato un omicidio.-
-D’accordo.- disse Anna, andando via con Elena.
-Senti, tra te e Luca?- disse Elena mentre guidava.-
-Io e Luca cosa?-
-Dai, lo sai cosa intendo. Non gli hai ancora detto niente?-
-No gli ho parlato ieri sera. Mi ha chiesto tempo, ma…-
-Ma cosa? Non lo ami più?-
-No, è proprio perché lo amo che ho paura. Se lui non volesse avere una storia con me, io non so cosa farei, per me Luca è tutto. Tutto capisci? Non so se riuscirei a vivere senza di lui.-
-Sai che in questa relazione ci sono dei rischi, Luca non è un uomo qualsiasi.-
-Luca è solo il mio migliore amico.-
-Gay Anna, non dimenticartelo.-
-Lo so Elena, lo so. Non hai idea di come mi senta, ho i nervi a fior di pelle, e…-
-Anna, l’unica cosa che puoi fare è aspettare.-
-Ma quanto? Un settimana, due, tre, un mese, un anno? Almeno a saperlo così mi metto l’anima in pace per il tempo che gli serve per riflettere.-
-Ti darei la mia felicità pur di vederti sorridere.-
-No, non devi, dopo tanta, diciamo sofferenza di meriti di essere felice e comunque prima o poi spero, di essere felice anche io come te.- disse per concludere Anna.
-Siamo arrivati, andiamo.- Anna annuì.
 
Le due amiche iniziarono a fare il loro lavoro, parlarono con Boni della scientifica, fecero domande in giro sul morto, su che persona era e la vita che conduceva e poi tornarono in commissariato.
Verso l’ora di pranzo Gabriele come promesso andò a prendere Chiara al liceo e la riportò a casa.
I dieci minuti di viaggio passati con quella ragazza, resero Gabriele più felice, allegro, diverso.
Stare con Chiara per lui significava essere il vero Gabriele, o meglio con lei riusciva a riscoprire quel sentimento chiamato amore. In 30 anni era andato in cerca solo di avventure, ma da quando aveva conosciuto la figlia del suo più caro amico le cose erano cambiare.
E questo gli faceva paura. Paura di conoscere l’amore vero e di perdere per sempre.
Tornato al commissariato dopo la pausa pranzo, finì di sistemare alcune pratiche e affiancò le due colleghe nel caso che gli aveva affidato il commissario.
Ma un caso di omicidio, come tutti gli altri non può essere risolto in una sola giornata, così alle 20, staccarono dal turno per tornare a casa ed il girono dopo riprendere a lavorare a mente fresca.
Alle 20.30, Gabriele riuscì ad arrivare a casa dell’amica, a casa di Elena. Bussò alla porta, e ad accoglierlo fu proprio lei.
 
-Ehi, sono in anticipo.-
-Dai, tranquillo, entra.-
-Questo è per te, un toscano.- disse Gabriele dando ad Elena la bottiglia di vino.
-Non dovevi. Dai, entra e mettiti comodo.-
-Chi era alla porta?- chiese Marco.
-Gabriele.- rispose la sorella.
-Ohi ciao.- disse Marco stringendo la mano all’uomo appena arrivato.
-Bene, visto che lui è arrivato, Davide ed io possiamo uscire.- disse rivolto alla sorella.
-E dove andate?-
-A femmine!- rispose secco il fratello, sotto lo sguardo perplesso della sorella.
-Sei sempre il solito, non cambi mai.- disse Elena scompigliandogli i capelli.
-Davide, sei pronto?- disse gridando Marco.
-Si, sto arrivando.-
-Non ti scandalizzare Gabriè, qui a casa mia è sempre così.-
-Non preoccuparti, da quando Gabriele e Chiara vivono con me, anche a casa mia è così.-
-Vabbeh, allora noi andiamo. Ciao amore.- disse Davide.
-E non divertitevi molto voi.- disse Elena.
-Ciao sorellina. Gabriele.- disse Marco uscendo con il cognato.
-Dai, vieni in cucina con me, ho le patate nel forno. Allora che dovevi dirmi? Ho capito che hai qualcosa.-
-Si vede tanto?-
-Beh, per chi ti conosce bene si. Allora cos’è che ti fa stare così male?-
-Tu non hai avuto paura di innamorarti di Davide?-
-Perché non formuli meglio la domanda: Elena, non ti ha fatto paura innamorarti di una persona che ha 31 anni in più di te? Non è questo che intendevi?-
-Si, scusami, intendevo questo. Se vuoi non rispondere.-
-Sai.- disse Elena, sedendosi accanto a Gabriele. –Non ho pensato all’età, in Davide ho sempre visto solo l’uomo che volevo avere accanto per tutta la vita. So che la sua età potrebbe essere un gran problema, un giorno presto o tardi che sia mi troverò a rimanere da sola, con un figlio, ma sempre sola. L’unica paura che ho adesso, è di perdere Davide, ci siamo ritrovati da così poco, che se dovesse andarsene ora sicuramente la mia vita finirebbe con la sua. Per il resto non ho paura.-
-Elena… da quanto sai di aspettare un bambino?- disse con faccia perplessa Gabriele.
-Ma io non ho detto...- Gabriele le fece cenno con la testa, un modo per dirle che non poteva mentire.
-Da due settimane, ma ancora non lo sa nessuno. Con nessuno intendo prima di tutto Davide e Marco.-
-E perché non glielo dici?-
-Tra una cosa ed un’altra, in due settimane non siamo riusciti neanche a vederci. Tra il suo viaggio a Genova e i miei turni di notte queste ultime settimane sono state un casino.-
-Non è che dovevi dirglielo proprio questa sera?-
-Dovevo, ma non importa, quando questa mattina ho visto la tua faccia ho capito che potevo rimandare.-
-Sono un coglione!- esclamò.
-Oh, ma sei venuto qui per criticare il fatto che non ho ancora detto a mio marito che aspetto nostro figlio, o sei venuto per parlare di te e del tuo amore impossibile?-
-Come vorrei essere sicuro come te in amore.-
-Mi dici di chi ti sei innamorato?- disse Elena gurdandolo negli occhi. –A me puoi dirlo.-
-Di Chiara. E se stai pensando a Chiara la figlia di Lorenzo, hai pensato giusto. Elena, tu non sai che periodo. Un periodo che dura da troppo tempo, non c’è la faccio più, sto vivendo con questa paura che mi opprime, la amo, voglio stare con lei, ma ci sono due problemi, il primo se mi considera, il secondo suo padre.-
-Tu la ami veramente?-
-Starei qui a parlartene se non fosse così? Mi conosci sai che…-
-Allora una sola cosa puoi fare, metterti in gioco per lei, come ha fatto Davide per me, lasciando la moglie e subendosi le conseguenze che ci sono state.-
-E se non mi considera?-
-Se te ne sei innamorato vuol dire che lei qualcosa ti ha fatto. Che un minimo di sentimento lo prova anche lei.-
-Beh, si, un po’ forse, non lo so. Fatto sta che quando sto con lei mi sento diverso, ed anche lei la sento strana. Pensa che qualche mese fa, le ho scritto anche una lettera, dicendole cosa provo per lei e le paure che ho, ma è chiusa nel mio cassetto. Senti, non è che tu puoi…-
-Io cosa?-
-Capire cosa prova e se prova qualcosa per me.-
-Facciamo così, domani dille di venire al commissariato con una scusa, e vediamo se riesco a tirarle qualcosa fuori insieme ad Anna, anche se non sta passando un bel periodo, ma vabbeh.-
-Casini con Luca?- chiese Gabriele.
-Casini. Diciamo che Luca fa l’eterno indeciso ed Anna ci sta male, è a pezzi.-
-Certo che stiamo proprio in una bella situazione.-
-Ora basta parlare di tristezza, aiutami ad apparecchiare e soprattutto a finire la cena.-
-Su questo sai che sono bravo, e se sapevo invece del vino ti portavo una torta, magari una Sacher.-
-Puoi sempre finirtela da solo.-
-Meglio di no, potrei tornare a casa brillo e non voglio commettere atti di cui potrei pentirmene presto.-
 
I due amici cenarono, parlando sempre dell’amore di Gabriele, in fondo era andata da Elena per questo, per chiederle consigli su come affondare questa situazione.
Ma quella stessa sera, anche qualcun altro soffriva per amore: Anna.
Soffriva perché Luca non riusciva a considerarla un’amica, forse faceva bene, forse no.
Quel che era certo è che Anna soffriva. Ma quella sofferenza forse stava per finire poiché Luca aveva deciso di parlarle.
 
-Anna?!- disse Luca vedendo Anna dirigersi in camera sua.
-Che c’è?- rispose la donna un po’ seccata, un po’ spaventata.
-Io avrei preso la mia decisione.-
-Non c’è niente da spiegare, se tu vuoi continuare la tua vita di sempre, io ti capirò ed accetterò la tua decisione.-
-Anna, io non so più chi sono da quando ti ho conosciuto. Secondo te, perché non ho una storia da 7 anni? Sai, sette sono gli anni che ci conosciamo se forse te ne fossi dimenticata, ed io dal giorno che sei entrata in commissariato ho sentito qualcosa che mi legava a te, e solo ora ho capito che questo è l’amore che provo per te.-
-Luca, per favore, te lo richiedo per la seconda volta, e questa volta voglio una risposta: Luca Benvenuto, vuoi iniziare una vita con me?-
-Si, ora si, sono pronto a stare con te!- disse Luca baciandola.
In quel momento era iniziata la loro avventura, la loro storia d’amore. Finalmente potevano amarsi e non rinnegare più quel sentimento che da troppi anni tenevano dentro di loro […]
 
Intanto si era fatta l’una di notte quando Gabriele andò a via da casa dell’amica.
-Elena, non sai quanto mi ha fatto bene parlare con te, ora so quello che devo fare con Chiara: devo parlarci assolutamente appena trovo un momento in cui siamo soli.-
-Ed io? Non devo più capire con Anna se Chiara è innamorata di te?- disse Elena facendo finta di darsi delle arie.
-No, perdonami. Ho capito che devo essere io a mettermi in gioco. Ho 33 anni, devo saper lottare per ciò che voglio.-
-Speravo mi dicessi una cosa del genere. Ricorda che per qualsiasi cosa ci sono.-
-Lo so.- disse mentre Davide rientrava con Marco. –E tu mi raccomando parla con tuo fratello e tuo marito, devono saperlo, in fondo sei solo incinta, non ti devi trasferire in Afghanistan a vita.-
-Cosa?!- disse Davide.
-Che?- rispose Marco.
-Mi sa che ho combinato un guaio. Perdonami Elena.-
-No, che guaio, anzi. Visto che come dici tu non sto andando in Afghanistan, lo dico ora: sono incinta.-
-Ma veramente?- disse Davide stringendo la moglie e cercando di alzarla di alzarla con quelle poche forze che aveva, visto la sua età avanzata.
-Si, certo. Non ti potei mai mentire su una cosa del genere.-
-Bene, penso che questo è un momento vostro, io mi faccio da parte.-
-Ma rimani, tranquillo.- rispose Elena. –Così stappiamo la tua bottiglia.-
-No, preferisco di no, è l’una di notte, ed io ho una lettera nel cassetto che aspetta di essere consegnata.-
-Lo fai ora?-
-Può essere.-
-In bocca al lupo allora.-
-Crepi il lupo. A domani. Notte a tutti.- disse Gabriele per poi uscire da quella casa.
-Da quanto tempo lo sai?-
-Lo so da un po’ Davide…-
-Un po’ quanto?- chiese il fratello?-
-Due settimane. Volevo dirvelo questa sera, ma non potevo dire no all’SOS di Gabriele. E poi non è colpa mia se tu sei andato a Genova una settimana ed io ho lavorato anche di notte.- cercò di giustificarsi Elena.
-Non stiamo dicendo niente, però da ora devi lavorare di meno.- iniziò a dire Davide.
-No, non iniziamo con le solite raccomandazioni perché lo dico una sola volta, non sono malata sono solo incinta. Essere incinta non vuol dire vivere in una campana di vetro.-
-Ma…-
-Ma niente Davide. Certo, non mi strapazzerò non lavorerò 20 ore di fila, ma sta sicuro che in commissariato ci andrò fino alla fine. Non posso vivere senza il decimo.-
-D’accordo, come vuoi! Ma ricorda che io non posso vivere senza di te!- rispose Davide dandole un piccolo bacio sulle labbra ed abbracciandola.
-Che momento sdolcinato.- disse Marco.
-Non ti sei ancora abituato o sei geloso?-
-Che?! Io geloso? Non mi conosci affatto allora.-
-Certo che ti conosco, altrimenti non ti chiederei ora chi è Claudia?-
-Eh?- rispose meravigliato il fratello.
-Non volendo ho visto un post-it in camera tua. Quindi ora puoi anche confessare.-
-Va bene, ok. Stiamo insieme.-
-Bravo fratellone!- disse Elena andandogli addosso.-
-Ehi, fai piano Qui. –disse Marco accarezzandole il ventre. –c’è mio nipote.-
-Lo so Marco, lo so.- finì di dire dandogli un bacio sulla guancia.
 
Intanto a casa Argenti, dopo una breve chiacchierata, tutti e tre andarono a dormire.
A casa di Gabriele invece, Lorenzo e Chiara dormivano già da un pezzo.
“Forse è meglio lasciare le cose come stanno! Potrei passare per pazzo o maniaco!” Penso tra sé e sé Gabriele quando era già accanto al letto della ragazza per svegliarla.
Mentre stava per andare via però, urtò contro un libro dal titolo “Bianca come il latte rossa come il sangue” che si trovava sul comodino accanto al letto. Cadendo dal libro uscì una foto di Gabriele fatta proprio dalla ragazza un anno prima, nel periodo di Natale.
Ora Gabriele non aveva più dubbi nella testa, ma solo domande.
Domande del tipo “Che ci fa con la mia foto? Allora mi considera?”
Gabriele prese la foto da terra, insieme al libro e rimase a guardare la ragazza, ma si svegliò.
-Che ci fai qui?- chiese la ragazza assonnata.
-È che ho sentito dei lamenti e sono venuto a controllare. –Gabriele mentì.-
-Che ci fai con quella in mano?- chiesa Chiara alzandosi dal letto e prendendo la foto dalle all’uomo.
-Tu piuttosto che ci fai con una mia foto!-
-Io… io veramente… Non devo darti alcuna spiegazione!- rispose seriamente Chiara!
-Chiara, c’è qualcosa che devi dirmi?-
-No. E se anche vorrei non posso.-
-Bene, allora vieni con me.-
-Ora? Dove?- chiese Chiara senza ricevere alcuna risposta. Gabriele la prese da un braccio e la trascinò con se fino alla sua stanza. Una volta entrati, chiuse la porta a chiave. –Che ci facciamo in camera tua?-
-Beh, se tu non parli, allora lo farò io, a costo di sembrare uno stronzo che s’innamora di una ragazzina!- replicò Gabriele estraendo dal cassetto della sua scrivania la lettera indirizzata a Chiara.
-Cos’è?-
-Tutto quello che in questo momento non riesco a dirti.- rispose l’uomo sedendosi sul letto. La ragazza invece iniziò a leggere il contenuto. Gabriele era innamorata di lei. Allora pensò di non essere così pazza da essersi innamorata di un uomo. Forse la loro colpa era stata solo quella di non aver parlato e di non aver fatto nulla, nessun gesto che li portasse a pensare di avere certezze sul loro amore. Chiara, finita di leggere la lettera la gettò per terra, si avvicinò a Gabriele sedendosi in braccio ed iniziò a baciarlo.
-Ti amo.- disse Chiara, stendendosi sul letto accanto a Gabriele, iniziando a scambiarsi più di un semplice bacio e di una semplice carezza.
-Chiara… ti prego, non ora e soprattutto non qui.-
-Scc… E non venirmi a tirare fuori la scusa che di là c’è mio padre perché ti facevo più originale!- Gabriele a quel punto non pensò più a niente se non alla ragazza che finalmente aveva tra le sue braccia. La loro storia d’amore sarebbe iniziata quella notte, in quella stanza. Tutto il resto non esisteva. Ora c’erano solo lui, lei, il loro amore, e la loro prima unione […]
Il mattino seguente Chiara si svegliò abbracciata al suo uomo; e cercando di non svegliarlo, si alzò.
Si rivestì velocemente, lasciò un bigliettino sul letto “Grazie per questa notte. Ti amo!”, e poi andò in camera sua.
Lì decise di farsi una doccia calda ed appena finita Gabriele entrò in camera sua.
-Beh, potevi anche svegliarmi.- disse Gabriele.
-Eri così bello, mi dispiaceva svegliarti.- disse Chiara dandogli un bacio. –Senti, prima stavo pensando che se abbiamo intenzione di fare sul serio, dovremo dirlo a mio padre.-
-Sei pazza! Non puoi dirglielo!-
-Ma non possiamo neanche fare finta di niente, viviamo tutti insieme potrebbe scoprirci, non siamo invisibili. Basta uno sguardo, una carezza, un bacio dato nel momento sbagliato per essere scoperti, quindi è meglio se gli parlo.-
-No Chiara, non è una buona idea.-
-Io penso di si. Ma sta tranquillo che non ho intenzione di lasciarti. Non sarà la sua disapprovazione a mettere fine a quello che provo per te. Voglio bene a papà, è l’uomo della mia vita, ma so anche andargli contro. Facciamo così.- aggiunse Chiara dopo attimi di silenzio che sembrarono un’eternità. –Fammi rimanere in casa da sola con lui, io so come prenderlo e come parlarci.-
-E se invece si arrabbia come una bestia e ti manda a vivere in Antartide?-
-Tu non verresti con me?- Gabriele rise.
-Vabbeh, allora mi cambio e vado in commissariato. Ci vediamo all’uscita di scuola?-
-Ok.- disse Chiara avvicinandosi all’uomo e baciandolo.
Appena finì di vestirsi scese a fare colazione e come promesso Gabriele era andato via. In cucina c’era solo Lorenzo.
-Papà buongiorno! Fatto il caffè?-
-Si, prenditi la tazza. Ah, che per caso hai visto Gabriele?-
-Si, è uscito presto.-
-Strano, prende servizio tra un paio d’ore.-
-Sarà andato a farsi un giro.- disse Chiara rimanendo sul vago. –Senti papà, se io avessi un fidanzato, a te darebbe fastidio?-
-Certo che no. Mi basta solo sapere, come si chiama, quanti anni ha, dove abita e che lavoro fanno i genitori.-
-Ora chiedi troppo!-
-C’è qualcuno che ti piace?- la figlia annuì sorridendo.
-Chi è? Lo conosco?-
-Papà, io ti ho sempre detto tutto vero?- disse la ragazza stringendo la mano del padre.
-Si, ed è questo che mi piace, non ci sono mai stati segreti tra noi, di nessun genere. Abbiamo sempre avuto il coraggio di parlare di tutto senza mai vergognarcene.-
-Appunto, come dici tu non abbiamo segreti e non voglio iniziare ad averne ora, ma…-
-Ma?-
-Ti dico subito che non cambio idea. Sto già con una persona, e per quanto possa darti fastidio io non la lascerò.-
-Mi vuoi dire chi è?-
-Beh, non è un adolescente, ma neanche un uomo sui 40, lavora, diciamo che difende la legge, i genitori, mi spiace per te, ma non abitano in questa città, o meglio in questo Paese, ed io ne sono follemente innamorata.-
-Sembra un po’ la descrizione di Gabriele solo che lui è un po’… diverso.-
-E se fosse proprio lui la persona di cui sto parlando?-
-No, non può essere.-
-Perché no? Papà non facciamo nulla di male, ci amiamo.-
-Io esco a trovarlo e quando lo trovo ti giuro che…- disse Lorenzo alzandosi, ma tornando a sedersi quando la figlia gli bloccò un braccio.-
-Papà, mi spieghi dov’è il problema? Con la mamma non ti passavi anche tu molti anni?-
-Io non voglio che tu faccia il mio stesso errore. Non lo sopporterei.-
-Il tuo matrimonio sarà anche andato male, ma non è detto che la mia storia con lui sarà lo stesso. Pensa ad Elena, quanti anni si passa con Davide?-
-Beh, parecchi… Circa…-
-Trenutuno. Si passano 31 anni eppure si amano e sono felicemente sposati.-
-Facciamo così, io accetto la vostra storia, d’altronde sei stata sincera come me, me ne hai parlato senza aspettare di essere scoperta e poi non vorrei che ti mettessi contro di me, però ti voglio dire solo una cosa, posso?- Chiara annuì. –Stai giocando con il fuoco, devi stare attenta.-
-Papà, io con il fuoco non voglio giocarci, ma voglio bruciarmi. Voglio vivere intensamente questa storia. La mia prima storia importante e sperò anche l’unica.-
-Ti farai male.-
-Forse si, forse no, non lo so. Ma anche se mi brucerò, avrò sempre un bel ricordo. Sarà il dolore più bello che si possa provare. Insomma, forse non riuscirai mai a capirmi, ma in questo momento niente mi fa paura.-
-Però Chiara, che intendi con la tua prima storia importante? Quella con Jacopo non è stata importante?-
-Con Gabriele è diverso. Con Jacopo ero una ragazzina, ma le ragazzine crescono e provano nuove emozioni.-
-Dimmi che non è come penso io.-
-No, invece è come pensi tu. Ieri notte abbiamo fatto l’amore papà. Vedi tra noi non ci sono segreti e questo dovevo tenermelo per me.-
-E allora perché me lo hai detto?-
-Per farti capire che voglio essere sincera con te, e soprattutto voglio farti capire quanto siamo uniti.-
-Come vuoi. Ora che faccio, ti porto a scuola, o ci pensa Gabriele?-
-No, portami tu! Oggi abbiamo fatto tardi, sono quasi le otto. E poi Gabriele è andato via proprio per lasciarci da soli.-
-Ah per, non lo facevo così intelligente. Pensavo volesse fare tutto di nascosto.-
-Voleva, ma ha cambiato subito idea. In fondo sapeva che bastava solo parlare con te. Sapevo che avesti capito.-
-Si, ma ora andiamo a scuola.-
Lorenzo portò sua figlia a scuola e poi andò al commissariato, dove fuori la guardiola c’era Gabriele che parlava con Ugo.
-Devo cercarmi un avvocato, oppure mi seppellisci direttamente?- chiese Gabriele appena vide l’amico.
-No, puoi stare tranquillo. Ho parlato con Chiara, va tutto bene.- disse Lorenzo abbracciandolo. –Però se le fai qualcosa che non devi ti ammazzo davvero, la pistola non mi manca.-
-Va bene, va bene.- Intanto arriva Elena.-
-Allora? Tutto bene o c’è un omicidio in vista? Sai Lorè, non mi va di arrestarti- disse la donna ridendo.-
-No, va tutto bene. In fondo ha ragione Chiara, non fanno niente di male.-
-Invece tu Elena?- chiese Gabriele.
-Io? Bene, molto bene.
Un attimo dopo, al commissariato entrarono Anna e Luca, mano nella mano.
-Anna!- esclamò Elena.
-Visto? La pazienza paga.-
-Altro che pazienza hai avuto. Mi hai aspettato 7 anni.- disse Luca.
-No, non ci posso credere.- disse Vittoria arrivando dal suo ufficio. –State insieme!- Auguri.-
-Grazie Vittò.-
-Ma se facessi anche io un annuncio?-
-Hai deciso di tentare il concorso da commissario e ci lasci?- chiese Anna.
-Perché, vuoi andartene?- chiese Lorenzo. –Non puoi andartene.-
-Fatela parlare.- rispose Gabriele.
-Appunto. Se mi fate parlare, forse riesco a dire che sono incita.-
-Auguri.- disse Anna stringendo forte a sé l’amica.-
-Ehi piano, non respiro.-
-Si, scusa. Però mi raccomando, non deludermi. Spero che a breve anche tu…-
-Dillo a Luca.- rispose ridendo.-
-Sentite, visto che ci sono mole cose da festeggiare, che ne dire di una bella festa a casa mia questa sera? Il mio fidanzamento, quello di Anna e Luca, la gravidanza di Elena… tanto domani è anche domenica e non siamo di turno.-
-Per me va bene.- rispose Giuseppe.
-Allora, mi spiace commissario ma sono costretto a chiederle di uscire un’ora prima per poter organizzare il tutto.-
-Permesso accordato.- rispose ridendo Luca.
-Mi raccomando, siete tutti invitati, Vittoria, Giuseppe, portate Nina e Francesco, Ugo porta Adele, Elena, porta Marco e Davide…-
-E Claudia?- Gabriele fece una faccia meravigliata.
-Il post-it di ieri sera in camera di Marco. Ha confessato, è la ragazza.-
-Ok, portala, e se avete altri non fatevi problemi.-Intanto suonò il telefono e rispose Ugo.
-Luca, una rapina alla Banca.-
-Ecco, si torna alla solita vita. Anna, Lorenzo e Gabriele con me, tu Elena…-
-Voglio venire. Anche solo per darvi una mano, ma voglio esserci.-
-Va bene, va bene. Ugo tu comunica via radio l’indirizzo della banca.-
-Ok.-
Dopo una mattinata infernale, tutti si prepararono per la festa che ci sarebbe stata da lì a poche ore.
Una festa per festeggiare l’inizio di una vita e l’arrivo di una nuova, quella che Elena portava dentro di se. L’inizio di un futuro insieme agli amici più cari, gli amici del distretto, quelli che non dimenticherai mai. Gli amici che lasciano dentro te un ricordo indelebile.
Loro, le persone del Decimo Tuscolano.
Quella sera era l’inizio del futuro di molte persone, per Gabriele e Chiara, per Anna e Luca, per Elena e Davide, per Marco e Claudia.
Una sera di festeggiamenti per loro, ma anche una serata di dolore per la madre di Chiara, che fu investita da un pirata della strada.
Chiara aveva peso la donna che le aveva dato la vita, con cui un giorno aveva litigato furiosamente, ma che comunque aveva deciso di fare pace e di darle un’altra opportunità
Ma Chiara ancora non sapeva nulla, era ancora intenta a festeggiare.
La notizia le fu data solo il giorno dopo.
Chiara rimase con un vuoto dentro, nonostante l’odio e l’amore che provava per la donna, ma fu ricompensata in qualche modo con l’amore di Gabriele e del padre.
Loro, le due persone che l’amavano in modo diverso, ma in fondo allo stesso modo.
 

 Fine.
 

 

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