“….Mi raccomando, stai attenta ok? Mi sento
insicuro a farti venire fin qua, non fraintendere mi fa piacere che
vieni pulce,
lo sai che non vedo l’ora di passare del tempo con te,
però mi preoccupa che
vieni in aereo da sola e poi sei così piccola, non voglio
che ti accada
qualcosa, mi sentirei troppo in colpa. Comunque ho avvertito Dani, ha
esultato
come una scimmia(?), le scimmie esultano? Beh comunque ha detto che ti
viene a
prendere lei in aeroporto, ha detto che ti ospita a casa sua, per cui
sei
vicino a un Jonas, eeeeh, esulta su, forza saltella!
Scherzi a
parte,
noi ci vedremo alla sera pulce, perché prima non posso e non
sono riuscito a
liberarmi, sisi lo so, mi sgriderai, ma tu ami ciò che
faccio per cui sono
perdonato vero?!
Dai che
quando sei
qui mi faccio perdonare e chissà, probabile è
anche eccessivo per farmi
perdonare! Mi manchi tanto e sapere che sarai qui, mi riempie di gioia,
almeno
posso sentirti meglio e vederti soprattutto. Ti voglio bene, tuo
Bear”
Sorrisi
nel leggere quell’ultima parte dell’email, ero
seduta alla scrivania, stavo
ultimando di preparare il necessario, sapere che sarei stata da Dani,
mi rassicurava,
potevo portarmi il necessario per la mia vita virtuale, anche se stando
là, poi
non ne avrei realmente avuto bisogno.
«Tesoro sei pronta?» avrei preso
l’aereo
nelle 10 di mattina, erano le sette e tra un ora sarei dovuta uscire di
casa,
non distanziavo molto dall’aeroporto, per cui non ci voleva
realmente tanto per
raggiungerlo «Si, mamma. Devo solo
chiudere lo zaino che mi porto a bordo» le sorrisi,
lei entrò e prese la
valigia che c’era vicino al letto, eravamo solo io e mia
madre e sapevo che per
quei due mesi che non ci sarei stata, avrebbe sentito la mancanza, come
io
avrei sentito la sua, ma avevamo già organizzato come
sentirci «Allora ti aspetto di sotto
in macchina»
detto questo uscì, lasciandomi ancora per qualche minuto da
sola.
Mi
alzai dalla sedia, presi lo zaino che c’era sul letto e vi
infilai dentro il
portatile, la macchina fotografica, il blackberry, l’ipod, i
Ray Ban, i
fazzoletti, un libro da leggere e infine chiusi tutto. Me lo misi in
spalla,
presi dalla sedia il giacchetto di jeans, per poi avviarmi alla porta,
arrivata
sull’uscio, guardai la mia camera, mi sarebbe mancata davvero
tanto in quei due
mesi, mi sarebbe mancata tutta la casa, per non parlare dei miei
migliori
amici, ma lui aveva un importanza ormai nella mia vita e avevo bisogno
di
vederlo, il mio Bear.
Mi
avviai all’ingresso, presi le chiavi, chiusi la porta e poi
scesi le scale del
condominio, arrivata in strada, trovai mia madre al volante e nei
sedili
posteriori i miei due migliori amici, sorrisi, salendo davanti di
fianco a mia
madre «E voi?»
rivolgendomi alla mia
migliore amica «Siamo venuti a
salutarti
ed accompagnarti» sorrisi riconoscente, sarebbero
stati davvero lunghi per
noi quei due mesi.
Il
tragitto da casa fino all’aeroporto non durò
più di mezz’ora, arrivati la prima
cosa che feci fu il check – in, era importante arrivare prima
per poterlo fare,
così mi ero svegliata veramente presto, in realtà
non avevo dormito poi così
tanto, la tensione, l’eccitazione, la gioia, tutte insieme mi
mandavano in
fibrillazione e non avevo chiuso molto occhio.
Finite
le dovute procedure, mi diressi verso il gate da dove sarebbe partito
il mio
aereo, abbracciai forte mia madre «Comportati
bene, divertiti e fatti sentire ogni tanto ok?»
annuii, scoccandole un
bacio sulla guancia, mi lasciai abbracciare ancora per un
po’, poi mi staccai
con dolcezza e mi diressi verso i miei migliori amici «Prendetevi cura di mia madre, perfavore»
loro mi abbracciarono
forte forte «Mi mancherai scema!»
il
mio migliore amico è sempre così, un
po’ dolce e un po’ no «Promettimi
che mi chiami!» «Vi
voglio bene anch’io haha» mi tirarono
a testa una pacca, chi sulla testa, chi sulla spalla, sorrisi, poi
sentii che
chiamavano il mio volo, abbracciai un ultima volta mia mamma «Ti voglio bene, ti chiamo appena sono a casa
di Dani» lei mi lasciò andare
sorridendomi incoraggiante e io mi avviai al
gate.
Una
nuova avventura stava per iniziare, ero pronta per i miei prossimi due
mesi,
paese straniero, lingua straniera, ma io Cassidy Evans sarei
sopravvissuta,
forse stavo leggermente esagerando.
Allora in primo luogo non voglio assolutamente
offendere nessuno, ogni parte di questo racconto è
inventato niente ha di reale.
E' il primo e accetto volentieri le critiche e le osservazioni di qualunque genere (:
Aphrodite.