Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: _aphrodite    28/06/2012    2 recensioni
«Cassie?» lo guardai mentre si stava avvicinando a me, i due mesi erano passati, la nostra storia era stata solo un avventura, eppure dentro di me avevo una sensazione di vuoto, il sapere che non sarebbe più stato mio, mi lasciava l'amaro in bocca «Si?» portò le sue mani sul mio viso e mi lasciò un leggero bacio a stampo sulle labbra «Buon Viaggio piccola» sorrisi, nascondendo lo sguardo dai suoi occhi, se fossi rimasta ancora a lungo a contatto con lui, sarei scoppiata a piangere.
Quando prendevo un accordo lo mantenevo, come le promesse.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“….Mi raccomando, stai attenta ok? Mi sento insicuro a farti venire fin qua, non fraintendere mi fa piacere che vieni pulce, lo sai che non vedo l’ora di passare del tempo con te, però mi preoccupa che vieni in aereo da sola e poi sei così piccola, non voglio che ti accada qualcosa, mi sentirei troppo in colpa. Comunque ho avvertito Dani, ha esultato come una scimmia(?), le scimmie esultano? Beh comunque ha detto che ti viene a prendere lei in aeroporto, ha detto che ti ospita a casa sua, per cui sei vicino a un Jonas, eeeeh, esulta su, forza saltella!

Scherzi a parte, noi ci vedremo alla sera pulce, perché prima non posso e non sono riuscito a liberarmi, sisi lo so, mi sgriderai, ma tu ami ciò che faccio per cui sono perdonato vero?!

Dai che quando sei qui mi faccio perdonare e chissà, probabile è anche eccessivo per farmi perdonare! Mi manchi tanto e sapere che sarai qui, mi riempie di gioia, almeno posso sentirti meglio e vederti soprattutto. Ti voglio bene, tuo Bear”

 

Sorrisi nel leggere quell’ultima parte dell’email, ero seduta alla scrivania, stavo ultimando di preparare il necessario, sapere che sarei stata da Dani, mi rassicurava, potevo portarmi il necessario per la mia vita virtuale, anche se stando là, poi non ne avrei realmente avuto bisogno.

«Tesoro sei pronta?» avrei preso l’aereo nelle 10 di mattina, erano le sette e tra un ora sarei dovuta uscire di casa, non distanziavo molto dall’aeroporto, per cui non ci voleva realmente tanto per raggiungerlo «Si, mamma. Devo solo chiudere lo zaino che mi porto a bordo» le sorrisi, lei entrò e prese la valigia che c’era vicino al letto, eravamo solo io e mia madre e sapevo che per quei due mesi che non ci sarei stata, avrebbe sentito la mancanza, come io avrei sentito la sua, ma avevamo già organizzato come sentirci «Allora ti aspetto di sotto in macchina» detto questo uscì, lasciandomi ancora per qualche minuto da sola.

Mi alzai dalla sedia, presi lo zaino che c’era sul letto e vi infilai dentro il portatile, la macchina fotografica, il blackberry, l’ipod, i Ray Ban, i fazzoletti, un libro da leggere e infine chiusi tutto. Me lo misi in spalla, presi dalla sedia il giacchetto di jeans, per poi avviarmi alla porta, arrivata sull’uscio, guardai la mia camera, mi sarebbe mancata davvero tanto in quei due mesi, mi sarebbe mancata tutta la casa, per non parlare dei miei migliori amici, ma lui aveva un importanza ormai nella mia vita e avevo bisogno di vederlo, il mio Bear.

Mi avviai all’ingresso, presi le chiavi, chiusi la porta e poi scesi le scale del condominio, arrivata in strada, trovai mia madre al volante e nei sedili posteriori i miei due migliori amici, sorrisi, salendo davanti di fianco a mia madre «E voi?» rivolgendomi alla mia migliore amica «Siamo venuti a salutarti ed accompagnarti» sorrisi riconoscente, sarebbero stati davvero lunghi per noi quei due mesi.

Il tragitto da casa fino all’aeroporto non durò più di mezz’ora, arrivati la prima cosa che feci fu il check – in, era importante arrivare prima per poterlo fare, così mi ero svegliata veramente presto, in realtà non avevo dormito poi così tanto, la tensione, l’eccitazione, la gioia, tutte insieme mi mandavano in fibrillazione e non avevo chiuso molto occhio.

Finite le dovute procedure, mi diressi verso il gate da dove sarebbe partito il mio aereo, abbracciai forte mia madre «Comportati bene, divertiti e fatti sentire ogni tanto ok?» annuii, scoccandole un bacio sulla guancia, mi lasciai abbracciare ancora per un po’, poi mi staccai con dolcezza e mi diressi verso i miei migliori amici «Prendetevi cura di mia madre, perfavore» loro mi abbracciarono forte forte «Mi mancherai scema!» il mio migliore amico è sempre così, un po’ dolce e un po’ no «Promettimi che mi chiami!» «Vi voglio bene anch’io haha» mi tirarono a testa una pacca, chi sulla testa, chi sulla spalla, sorrisi, poi sentii che chiamavano il mio volo, abbracciai un ultima volta mia mamma «Ti voglio bene, ti chiamo appena sono a casa di Dani» lei mi lasciò andare sorridendomi incoraggiante e io mi avviai al gate.

Una nuova avventura stava per iniziare, ero pronta per i miei prossimi due mesi, paese straniero, lingua straniera, ma io Cassidy Evans sarei sopravvissuta, forse stavo leggermente esagerando.




******


Allora in primo luogo non voglio assolutamente
offendere nessuno, ogni parte di questo racconto è
inventato niente ha di reale.
E' il primo e accetto volentieri le critiche e le osservazioni di qualunque genere (:

Aphrodite.

  
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