MEMORIES
 
 
Leon...
 
- Fermo! – ordino al pilota.
Il rumore del vorticare delle pale dell’elicottero sembra penetrarmi dritto nel cervello. L’uomo, senza fiatare, mi obbedisce e ferma il mezzo, alto, sopra il mare.
 
Devo vederlo, devo sapere se ce l’ha fatta.
 
Lo sportello è aperto e mi è facile sporgermi leggermente per guardare cosa c’è sotto di noi.
Mare. Acqua.
 
Una esplosione, in lontananza. Il cronometro si è arrestato. L’isola è esplosa.
 
Deve avercela fatta.
 
Ed eccolo.
Dovevo aspettarmelo.
Aveva preso il mio scooter d’acqua e dietro di lui c’era quella strana ragazza. Ah, la figlia del Presidente. Si teneva stretta a lui. Sapeva che era la sua ancora di salvezza. Per un attimo la ragazzina è caduta in acqua. Leon la chiama. Riesco a sentire la sua voce da qui. Sembra preoccupato, dopotutto non vuole aver passato tutto quello solo per vedersela affogare.
La ragazza viene ripescata e rimessa sul sedile.
 
- Partiamo? – chiede incerto il pilota.
- No – sussurro – Non ancora.
 
E’ spuntato il sole.
 
Leon è fermo.
 
Perché avevo dubitato di lui? Stavo parlando di Leon S. Kennedy! Il sopravvissuto di Raccoon City!
Perché?
Sapevo benissimo che era capace di badare a sé stesso... la maggior parte delle volte.
Se non fosse per me, lui sarebbe già morto.
 
Stanno parlando.
 
Mi ricordano i giorni con lui nella città in cui ci incontrammo; mi ricordano il momento in cui mi presi cura della sua ferita nelle inospitali fogne. Mi salvò la vita. Quella pallottola era per me.
 
E io lo salvai da quel Tyrant.
Lui mi avrebbe salvato, mi avrebbe portata via da quel posto.

Ricordo la mia diffidenza nel nostro primo incontro.
Eravamo e siamo ancora gli opposti per eccellenza, eppure mi hai portato in salvo più e più volte.
Mi disse “Resisti, non morire” come nessuno mai me lo dirà.
 
E quel bacio.
 
Mi hai creduta spacciata... ma non importa più.
Io non dimentico, agente.
E sono sicura che nemmeno lui se ne è dimenticato.
 
Continuiamo a salvarci a vicenda, a prolungare la nostra vita... come se il futuro possa riservarci sorprese e, chissà, magari qualche incontro.
Te l’ho detto, no?
“Ci rivedremo” sono state le mie ultime parole prima di allontanarmi dall’isolotto.
 
E tu non mi ha affatto delusa.
Come tanti anni fa, hai dimostrato di possedere coraggio e generosità fuori dal comune.
Ero tua nemica, ma mi hai ridato luce e speranza... cosa che io non faccio con i miei avversari. Preferivo sparargli un colpo alla nuca e finiva lì.
Tu... tu sei diverso.
 
Leon guarda in su, attirato dall’elicottero.
Anche ad altezza elevata riesco a scorgere i suoi occhi chiari. L’ultima cosa che vidi prima di “morire” a Raccoon City.
Gli sorrido e lui alza leggermente la mano.
 
- Vai – dico al pilota.
 
 
Ci rincontreremo, Leon.
 
Una promessa è una promessa.
 
 

 
NdA:
Quasi 460 parole. La mia prima Falshfic non poteva che essere su Resident Evil e, soprattutto, sulla mia coppia preferita AdaxLeon.
Che dire me ne sono innamorata sin da subito e continua tutt’ora a tifare per loro due. Poi con il trailer del nuove RE6  *__*
Spero abbiano l’opportunità di chiarirsi, santi ragazzi!
Poi questa fic è nata così, puf! Ce l’avevo in mente da tempo ma non trovavo mai occasione per scriverla con le altre storie che sto portando avanti.
Spero di essere più attiva nella sezione di RE ora :D
Anyway... che ne dite? Fatemelo sapere ;) qualche opinione fa sempre piacere!
A presto!
:)