Remus si svegliò di soprassalto e si aggrappò al lenzuolo con le mani, frugando nell'oscurità alla ricerca di un punto di riferimento che gli suggerisse dove si trovava.
L'odore di muffa e i raffinati ricami della biancheria del letto che gli sfregavano contro la pelle l'aiutarono a orientarsi: erano settimane che non dormiva più a Grimmauld Place.
“Ehi, tranquillo! Sono solo io,” esclamò qualcuno all'improvviso, inspiegabilmente sicuro che con quell'uscita l'avrebbe tranquillizzato.
Gli spiaceva deluderlo, ma la voce di uno sconosciuto che si stava infilando con prepotenza nel suo letto lo stava tutto fuorché tranquillizzando.
“Andiamo, fatti più in la'!” gli ordinò scocciato. “Ma che hai?”
Con orrore crescente, sentì una mano accarezzargli la coscia. Fece un balzo, arretrando contro la parete.
“Lumos!” esclamò lo sconosciuto, illuminando con la bacchetta la loro porzione di stanza.
“Remus, ma che ti prende? Hai fatto un brutto sogno?”
Pensò di essere impazzito: il giovane sembrava non solo convinto di conoscerlo, ma considerare come una cosa normale l'intimità che gli stava imponendo.
Studiò attentamente il suo volto: in effetti i suoi lineamenti, seppur distorti, gli erano famigliari. Molto famigliari.
“Tonks!” la riprese brusco. “Merlino, ti sei dimenticata di riacquistare il tuo aspetto!”
Lei si imbronciò, guardandolo storto.
“Non mi sono dimenticata! Mi credi sul serio così persa via?” era arrossita sugli zigomi, segno di quanto fosse sul serio offesa. “Ma come hai fatto ad accorgerti... insomma, è buio e non sono poi tanto diversa,” minimizzò, pizzicandosi la maglietta all'altezza dei seni. “Mi sono appiattita qui, ma anche prima non è che avessi tutto questo gonfiore...”
Remus non riuscì a trattenersi.
“Tonks, sei un uomo!” esplose. “E il tuo petto, credimi, non è la cosa che mi preoccupa di più!”
“A no?”
“No!”
“Beh, in effetti ci sarebbe quest'altro piccolo particolare...” armeggiò con i pantaloni. “Credo che tu debba vederlo, insomma, è così strano!”
Le prese svelto le mani, immobilizzandola.
“Credo di sapere già come è fatto,” le assicurò, sforzandosi di mostrarsi calmo.
“Già, ne hai uno anche tu, però non sono uguali... e poi non sono neanche tanto sicura di come si usa, inoltre...”
“Tonks, ti prego,” la supplicò senza vergogna. Non voleva sentire più nulla, una sola parola in più gli sarebbe costata visioni terribili che l'avrebbero tormentato per sempre. “Non puoi semplicemente tornare come eri prima?”
“Se fosse una cosa semplice, non credi che l'avrei già fatto?” s'indispettì, liberandosi dalla sua stretta. “Sono rimasta come... incastrata. Tutta colpa di Malocchio, diceva che un maschio sarebbe stato più adatto per attaccare bottone con quella testa di Troll di Goyle, io non avevo mai provato a cambiare così tanto il mio aspetto e adesso guarda che casino!”
Remus annuì dispiaciuto.
“Vedrai, troveremo una soluzione,” cercò di consolarla.
“Ma io ho bisogno di coccole adesso!” protestò, gettandosi tra le sue braccia.
Lui la strinse brevemente e non senza un certo imbarazzo: non c'era niente di fraterno nel trasporto della ragazza.
Lei purtroppo percepì immediatamente la sua freddezza.
“Tonks, non mi fraintendere, ma... capisci...ora hai quel... ehm... coso...” cercò di spiegarle, sperando di non ferirla.
“E allora? Ce l'hai anche tu, ma non mi hai mai sentita lamentarmi, o sbaglio?”
“Beh, concorderai sul fatto che non è la stessa cosa...”
“Non fare il maschilista! Il tuo non ti crea nessun problema!”
“Certo che no, e ci sono anche piuttosto affezionato...” ammise, chiedendosi come lei potesse non capire.
“Quindi è così, non ami me ma il mio corpo!” si sbracciò, cavandogli quasi un occhio.
“Se fossi rimasta incastrata con un naso da maiale,” le spiegò parandosi il viso.  “O raddoppiata di peso, o cose così, credimi, per me non sarebbe cambiato nulla, ma non posso passare sopra a... quello! Per ora potremmo...”
“Frena! la prossima cosa che dirai sarà: restiamo solo amici, lo so!” rotolò goffamente fuori dal letto, cacciandosi la bacchetta nella cintura. “Bene, allora restiamo solo amici!” lo fissò intensamente con aria di sfida.
Remus sospirò, in fondo se lo aspettava: sapeva che non poteva durare tra di loro, era troppo bello. Certo, neanche nelle sue più fervide fantasie avrebbe mai potuto supporre un epilogo simile. Per la prima volta in vita sua era tanto preso da una donna da arrivare ad ammettere a se stesso di esserne innamorato, e lei diventava un uomo!
“Sei triste?”
Remus non rispose, attendeva in silenzio di sentirla andare via. Se lo meritava, si stava comportando da grande egoista ma non poteva farci niente, aveva tante probabilità di dimenticare il proprio orientamento sessuale quante ne aveva di bloccare la sua trasformazione alla luce della luna piena.
Inaspettatamente il letto cigolò e un braccio gli circondò le spalle.
“Oh, dai, guarda che musetto!” pigolò teneramente Tonks. “Tempo poche ore e avrò  risolto, non è la prima volta che mi incastro, e poi devo ammettere che sono stata un filo ingiusta: confesso che anche tu mi avresti fatto impressione in versione femminile,” ridacchiò scherzosamente. “Gambe troppo secche e pelose!”




Si sa, il caldo ha un brutto effetto su di me, non vedo perché quest'anno sarebbe dovuto essere diverso... sarà almeno un mese che questa serie di battute mi tormenta e, per quanto idiote, ho dovuto metterle per iscritto :-P