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Autore: Rania    29/06/2012    1 recensioni
Un passato oscuro, un futuro radioso. Alla conquista di un sogno e alla ricerca della felicità cinque vite si incroceranno. Riusciranno a tirare fuori LEI dalle oscure, oscure tenebre e a donarle ancora una volta la vita?
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rock Show

 

Il “Blue Moon”, il locale più in voga del momento, in cui solo le migliori band hanno l'onore di suonare e loro finalmente erano tra quelle. Dopo mesi di provini e casting, ora erano la band emergente più famosa del momento, quindi erano stati invitati a suonare al locale più famoso della città. Il nome della band suscitava sempre interessa in chi lo sentiva, quindi spesso gli veniva chiesto a cosa fosse dovuto un nome così insolito e particolare, “Forgotten Lightning”, ma la loro risposta era sempre la stessa, ovvero che non c'era una spiegazione. Era stato tutto un caso, una notte di tempesta il leader del gruppo non era riuscito a prendere sonno, così si era messo a guardare fuori dalla finestra, mentre ascoltava la sua band preferita. All'improvviso un fulmine aveva squarciato il cielo, in quel momento lui stava ascoltando “Forgotten” e da quello gli venne l'ispirazione del nome, che era subito piaciuto al resto della band.

Chiudendo la parentesi possiamo tornare ai nostri protagonisti, seduti in un piccolo camerino con il cuore in gola. Dustin, il leader e voce del gruppo stava seduto guardando fuori dalla finestra, Dawson, il chitarrista messaggiava tranquillamente con una della sue tante ammiratrici, Ed, il bassista, invece camminava su e giù per la stanza in preda all'ansia, infine Erick, il batterista, stava in piedi di fronte al muro e batteva su di esso le bacchette ripassando le note delle canzoni.

Distrattamente Dustin girò la testa per osservare ciò che succedeva in quella stanza e quando posò lo sguardo su Dawson scoppiò a ridere.

-Assurdo- Una semplice parola, 7 lettere, che fermarono il tempo e tutto si concentrò su di lui.

-Cos'hai da ridere? L'ansia ti ha dato alla testa?- Chiese Dawson all'amico, abbandonando il cellulare e avvicinandosi incuriosito.

-No, stavo solo pensando che pochi mesi fa non eravamo nessuno e ora siamo pieni di fan, tanto che tu passi le tue giornate sommerso da ragazze- Spiegò con fare divertito.

-Non sarai mica geloso spero? Anche perché non posso farci nulla se sono bello- Rispose pavoneggiandosi Dawson.

-Modesto come sempre- Canzonò Erick lasciando il muro e avvicinandosi agli altri.

-Senti da che pulpito viene la predica- Ribattè Ed.

-Come se tu fossi da meno- Rispose a sua volta Erick e da lì partì uno dei soliti litigi dei due a cui ormai gli altri erano abituati, per cui continuarono la loro discussione senza preoccuparsene molto.

-Non mi sembra noi abbiamo mai fatto così- Disse Dustin evitando una bottiglia, senza nemmeno alzarsi dalla sedia.

-A quanto pare sono di quei migliori amici che litigano tutto il tempo per nascondere un amore proibito- A questa affermazione partirono altre due bottiglie, che casualmente quasi colpirono Dawson, che le schivò con facilità -Invece noi siamo semplicemente amici, legati dal tempo e dalle circostanze- Concluse.

-Si ma non lo dire in quel modo, sembra ci sia successo chissà cosa-  L'armonia fu spezzata dall'arrivo di una ragazza, che annunciò al gruppo, che era arrivato il loro momento. L'adrenalina era a mille come la paura, ma facendosi coraggio l'un l'altro salirono sul palco e fecero scintille, come tutti si era aspettati da loro.

Nel frattempo in una lussuosa villa invidiata da tutti e dove tutti pensano si conduca la vita perfetta si sta invece svolgendo l'ennesimo dramma famigliare. Un padre che picchia e violenta la figlia, una madre che finge di non vedere e una povera ragazza costretta a subire ogni giorno della sua vita, a causa di un unico semplice fatto, ovvero la sua nascita.

Due mondi così vicini eppure così lontani si stavano per incontrare, tutti i torti subiti da Ali presto sarebbero stati ripagati e saranno le persone più improbabili ad aiutarla a trovare la pace e la serenità di cui ha bisogno, ma che sopratutto merita da sempre.

All'inizio la vita di Ali era andata come tutte, anzi forse meglio grazie all'immenso patrimonio dei genitori, poi un giorno tutto venne rovesciato per un motivo futile anche se ricorrente: i soldi. I genitori adottivi l'avevano presa quando lei aveva un anno, non per amore, ma semplicemente perché lo stato e l'orfanotrofio gli davano i soldi per crescerla, nonostante non ne avessero bisogno, inoltre i veri genitori di Ali erano molto ricchi e quando lei sarebbe diventata maggiorenne sarebbero stati suoi, nel frattempo sarebbero stati gestiti da loro. Così la trattarono bene e la crebbero con amore, anche se falso, fino a quando ebbe otto anni e l'orfanotrofio fallì e l'avvocato gli spiegò che nonostante loro potevano gestire i soldi della ragazza non ne potevano usare nemmeno un centesimo e mai avrebbero potuto, a meno che la figlia non avesse firmato a loro favore cedendoglieli, ma questo solo dopo che avesse raggiunto la maggiore età.

Sfortunatamente per lei i suoi genitori adottivi non presero bene la notizia e da li iniziarono tutti i suoi guai, infatti quando tornarono dal colloquio con l'avvocato venne trascinata fuori dalla sua stanza fino alla cantina, dove fu prima picchiata dalla madre e poi lasciata “alle cure” del padre. La lasciarono in quella cantina per una settimana, alla scuola raccontarono, che aveva la febbre e non avendo amici nessuno si preoccupò per lei e per evitare che qualcuno andasse a cercarla per portarle i compiti mandarono uno dei tanti servi alla scuola per prenderli.

Le ci volle un'altra settimana per riprendersi dallo shock e dai successivi maltrattamenti che subì, ma col passare del tempo divenne tutto così normale, che quasi non se ne accorse più, divenne incurante, ma estremamente sofferente.

A scuola non parlava con nessuno, stava sempre per i fatti suoi, anche quelle poche persone, che avevano tentato di avvicinarla avevano presto rinunciato all'impresa, questo solo perché non erano le persone giuste per quel tipo di impresa e perché gli eroi della situazione sarebbero presto comparsi.

La band aveva appena finito le due settimane di tour, che l'agenzia gli aveva organizzato, ma ora era tempo di tornare alla vita normale, erano pur sempre minorenni, quindi come gli aveva spiegato il loro manager avrebbero continuato a fare serate, restando nella zona, in modo che potessero finire le scuole, ovviamente se avessero avuto problemi a scuola, anche solo uno di loro, tutti i concerti sarebbero stati annullati, quindi malgrado il loro disappunto avevano deciso di fare del loro meglio. Avevano affittato un appartamento abbastanza lussuoso vicino alla scuola, rifiutando qualunque aiuto, se la sarebbero cavata anche da soli, non avevano bisogno di balie e poi il playboy della band voleva la libertà di poter portare ragazze a casa, senza doversi trovare tra i piedi badanti. Ebbero tre giorni per adattarsi alla zona e alla casa e tutto scorreva liscio, erano abituati a vivere insieme, ormai si conoscevano bene, si goderono quei momenti di pace pensando che sarebbero stati eterni, ma il lunedì giunse presto e furono riportati alla realtà, così si vestirono e con il morale sotto le scarpe si avviarono verso scuola, quando arrivarono furono accolti da una folla urlante, come si erano aspettati, ma erano abituati anche a quello, faceva parte della routine.

La mattinata si svolse noiosa come avevano previsto, Dustin e Dawson nella sezione A, mentre Ed ed Erick erano nella sezione E, sullo stesso corridoio, ma ai due lati di esso, ma si seppero accontentare, sopratutto visto che l'attenzione di Dustin era stata catturata da una particolare ragazza presente nella sua classe, provò a spesso a parlarle, ma non ci riuscì mai e quando chiese spiegazioni, queste non furono molto d'aiuto: “Stai parlando di Ali? Bé lei è strana, non parla con nessuno, anzi non parla proprio, ti conviene lasciarla stare”. Questo però aveva solo contribuito ad aumentare il suo interesse, così dopo aver parlato con gli altri nella pausa pranzo si misero a cercarla per invitarla a mangiare con loro, ma sembrava sparita nel nulla, proprio quando stavano rinunciando la videro che camminava a pochi passi da loro, la stavano per chiamare, ma quello che successe gli tolse la voce.

Aveva passato la giornata a scappare da quel ragazzo nuovo, che non voleva lasciarla in pace, ma era abituata a scappare dalla gente e anche questa volta lo aveva evitato magistralmente, quando sentì che parlava di lei con le altre ragazze si tranquillizzò, pensando che ora l'avrebbe lasciata in pace, invece intensificò i suoi sforzi, tanto che per tutta la pausa pranzo dové correre da un parte all'altra della scuola per evitare non solo lui, ma anche i suoi amici, finché riuscì a seminarli, non l'avrebbero cercata all'ingresso, così decise di stare lì fino alla fine del break. Stava camminando per trovare un posto un po' coperto per stare tranquilla, quando li sentì parlare alle sue spalle, ma capendo che non l'avevano vista, affrettò il passo per togliersi di li ed evitare di dover ricominciare, d'altra parte era quasi ora di tornare in classe. All'improvviso si sentì mancare, la testa iniziò a girarle, non capì nulla, tutto intorno a lei divenne scuro, ma sapeva di star cadendo, nonostante ciò non riusciva a muoversi, finché non sentì due braccia fermare la sua caduta e delle voci, che la chiamavano o comunque le parlavano, ma lei era troppo stanca, non sentiva, voleva solo chiudere gli occhi.

  
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