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Autore: veronica85    29/06/2012    7 recensioni
Una riflessione di un personaggio le cui scelte ed azioni hanno influito pesantemente sulle vite delle guerriere sailor, di una in particolare. Il racconto di come una persona inizialmente anonima (o quasi) è diventata quella che ci è stata fatta conoscere nell'anime e nel manga
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Prof. Soichi Tomoe/Germatoide
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Death Busters vs Sailor Senshi: the beginning and the end'
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Buonasera a tutti! Nonostante, ultimamente la mia voglia di scrivere sia decisamente sotto lo zero, sostituita dalla volontà di leggere, leggere, leggere fino a non poterne più, ho ancora delle storie (o parti di esse) che non ho condiviso con voi. Quasi sicuramente non vi interesseranno, ma pace, almeno se dovesse esplodermi il pc le ho salvate da qualche altra parte visto che delle pennette non mi fido :P . Per questo vi presento una shot scritta diverso tempo fa per un contest, in cui arrivò terza, a parimerito con un'altra. Aspettai a pubblicarla, perché dovevo avere i risultati di un altro contest, ma visto che non arrivano, ci ho rinunciato e ho deciso di pubblicarla ugualmente. Non vi dico a chi è dedicata, non credo vi sarà difficile capirlo. La shot è in seconda persona perché l'accusa che gli viene rivolta risulta così, più incisiva...e potete immaginare che gliela rivolga chiunque.
Mi limito ad augurarvi buona lettura!



Sei un bastardo. Un bastardo e uno schifoso idiota con manie di potere. O almeno, questo è ciò che vedi quando ti guardi allo specchio ogni mattina, non è vero professore? Oh, potrai negarlo fino allo stremo delle forze ma lo sai benissimo… sai bene che è la verità. E se guardi oltre quello specchio sei costretto a trattenere un groppo alla gola, non è vero? Lei è così piccola, era così fragile ed ora lo è ancora di più. E di chi è la colpa? Tua, ovviamente, tua che non hai saputo proteggerla, non l’hai tenuta lontana dal laboratorio, hai permesso che rimanesse coinvolta nell’esplosione…
Te lo ricordi ancora quel giorno, vero? Sì che te lo ricordi, non potrai MAI dimenticarlo… il giorno in cui Keiko morì, in cui rischiasti di perdere anche Hotaru… incredibile che siano già passati quattro anni, non è vero?Eppure, ogni volta che ci ripensi stenti a crederci: quegli avvenimenti si sono marchiati dentro di te quasi a fuoco e fanno male quanto il primo giorno. E dire che era solo un esperimento… davvero, solo un esperimento come ne avevi fatti tanti… Keiko era al lavoro, come al solito, mentre tu ti trovavi con Hotaru, facevi attenzione che non si facesse male, che non toccasse ciò che non doveva… perché tu sei sempre stato un padre premuroso, vero?
Già, premuroso e attento… e quando l’esplosione ha tagliato la gola a Keiko e ferito Hotaru ti sei sentito come se per te fosse impossibile respirare. Non potevi fare nulla per tua moglie, ma non avresti permesso che tua figlia morisse. E quando quell’essere si è presentato proponendo di prendere possesso del tuo corpo e di quello di tua figlia in cambio delle vostre vite ti è parso un sogno, vero? Avresti potuto salvare tua figlia e il prezzo, all’epoca non ti era parso poi così alto: lui le avrebbe ridato la vita… e tu avresti curato il suo corpo, era uno scambio perfetto! Per questo non ci hai pensato due volte, per questo hai consegnato la tua e la sua vita nelle mani di quell’essenza anche se in fondo al cuore lo sapevi, sì, lo sapevi che vi avrebbe causato soltanto guai. Ma in quel momento, niente… niente era più importante della vita di Hotaru. E da quel giorno hai ricominciato i tuoi esperimenti con rinnovato vigore: sapevi che esisteva una qualche forma di vita aliena perfetta, ne avevi avuto la prova, risiedeva IN TE… e il sogno tornò prepotente, il sogno di costruire degli esseri perfetti, indistruttibili, che conquistassero l’universo con la loro nuova razza. E nacquero le uova e poi l’idea di impiantarle nei corpi di esseri umani. La tua stessa figlia poteva essere una cavia perfetta, perché no? Era ancora così piccola d’altronde, non è vero? L’uovo avrebbe potuto crescere in lei, con lei, avrebbe potuto donarle quella forza che dopo l’incidente sembrava averla abbandonata. Ma poco tempo dopo te ne sei reso conto… hai capito che l’uovo non bastava più, che tua figlia non avrebbe potuto sopravvivere in quel modo. E sei dovuto intervenire nuovamente, ti sei arrogato, di nuovo, il diritto di decidere chi doveva vivere perché NESSUNO poteva portartela via, non anche lei, non era giusto che una bambina così piccola pagasse le conseguenze della tua disattenzione. E di nuovo, hai voluto sostituirti a qualsiasi potenza superiore decida della nostra esistenza ed hai iniziato a lavorare sul corpo di tua figlia come l’avresti fatto su qualsiasi dei tuoi esperimenti.
Ed è stato forse allora che hai completamente perso il senso della realtà: l’unico tuo imperativo era che tua figlia vivesse, non importava come, doveva vivere e basta. E quello che all’inizio poteva sembrare un enorme atto d’amore paterno si è infine trasformato  in una scelta egoistica: hai deciso che quel corpo non era più abbastanza per lei, che andava cambiato, che dovevi renderla invulnerabile perché non si ripetesse una seconda volta ciò che era accaduto, perché Hotaru non raggiungesse Keiko troppo presto. E tutte quelle cicatrici, erano un segno troppo evidente di quanto fosse fragile. Hai iniziato a farle iniezioni di vitamine conosciute o meno, solo nella speranza che diventasse, appena un po’ più forte, non le permettevi più neanche di uscire perché non si poteva mai sapere: avrebbe potuto investirla qualcuno, o un bambino poteva spintonarla o avrebbe potuto succederle qualcosa se solo l’avessi persa d’occhio per un istante e sarebbe stato troppo, non avresti potuto certo raggiungerla in tempo… e ti sei lambiccato il cervello con questi pensieri per quanto? Giorni? Settimane? Mesi? E tuttavia non sei mai riuscito a trovare una soluzione soddisfacente, nessuno dei tuoi libri ha potuto aiutarti in questo. Finché un giorno, riordinando la cucina, Kaori non ha accidentalmente lasciato cadere a terra una padella. Il rumore metallico si è espanso per tutta la casa e ti ha immediatamente fatto scattare sull’attenti, timoroso che Hotaru stesse giocando nei paraggi. Per fortuna non era così, vero? O saresti impazzito. Ma alla fine quel giorno sei impazzito davvero, se ben ricordi. Non per il dolore, stavolta, ma per la gioia: eccola…. Eccola finalmente, l’avevi trovata, la soluzione ai problemi di tua figlia era finalmente ben chiara nella tua mente: un corpo diverso, meno fragile, in un materiale simile al ferro o all’acciaio… ma doveva essere più leggero perché potesse muoversi agevolmente, perché desse l’impressione di essere una normale ragazzina della sua età. Pazzo di gioia sei corso nel tuo laboratorio ed hai iniziato a fare prove, calcoli ed esperimenti. Ci hai passato giorni, settimane provando dieci leghe diverse e scartandone altrettante, tutte troppo leggere o troppo pesanti o troppo diverse e incompatibili con la struttura fisica di un essere umano. Ma alla fine hai trovato la lega perfetta, o almeno così credevi: non avevi tempo per altre prove tua figlia aveva bisogno di te. E sordo a qualsiasi consiglio, ti sei dedicato a ricostruirla: prima un braccio, poi l’altro, poi… poi qualcosa andò storto. Non sei mai riuscito a comprendere pienamente cosa fosse, forse è stato quel fulmine maledetto o forse il fatto che tu sei un bastardo, e un completo incapace con manie di grandezza: in ogni caso il tuo esperimento fallì ed Hotaru peggiorò notevolmente. Il suo cuore prese a battere sempre più lento e per terribili istanti temesti di perderla.  Per fortuna, improvvisamente, comparve quell’essere… e ti fece una proposta irrifiutabile: salvare tua figlia, inserendo nel suo corpo un piccolo uovo, che sarebbe cresciuto con lei e l’avrebbe mantenuta in vita, prendendosi però in cambio parte di lei e di te. E quando hai accettato, seguendo l’impulso del momento e il desiderio che ti chiedeva di salvare tua figlia, non avresti mai potuto immaginare quello che sarebbe successo: il Germatoid ha preso possesso di te, l’uovo è stato  impiantato in Hotaru e tu ti sei trovato a doverti occupare di qualcosa che non avevi previsto, un compito che non avevi programmato e che avrebbe impedito la realizzazione del tuo sogno. Ma per tua figlia avresti fatto qualunque cosa e se per dimostrarlo avessi dovuto far giungere un alieno sulla Terra beh, non era certo un problema.
Eppure… eppure sentivi che non era ancora il momento, che non volevi del tutto rinunciare al tuo obiettivo, che forse ciò che tu desideravi poteva coesistere con la volontà di quell’essere. E perciò riprendesti i tuoi esperimenti: gli esseri mutanti dovevano esistere, sarebbero esistiti e perché no? Avrebbero potuto aiutarti nel raggiungere il tuo obiettivo. E ora avevi un nuovo aiuto: il Tyolon Crystal, la fonte di energia di Germatoid e Mistress 9. Forse per questo, forse perché la fortuna aveva deciso di assisterti, sei riuscito a creare altri cinque androidi perfetti ai quali hai dato la vita, sfruttando il potere del Tyolon Crystal. Ce l’avevi fatta! Il tuo obiettivo era raggiunto! A quel punto eri certo che tutto sarebbe stato in discesa, vero? E invece, qualcosa andò storto: Hotaru iniziò ad accusare i primi dolori a lamentarsi sempre più spesso delle parti installate, a dire che le prudevano, che le facevano male… più volte hai dovuto asciugare grossi lacrimoni con le mani nei capelli, più volte ti sei chiesto se quella scelta fosse stata davvero quella giusta, ma ormai tornare indietro non era più possibile e l’unica cosa da fare era tentare di alleviare le sofferenze di tua figlia… ma come? Le medicine non bastavano e neanche monitorarla costantemente serviva… finché un giorno, Hotaru è entrata di nascosto nel tuo laboratorio ed ha trovato il cristallo. All’inizio ti sei spaventato, ma poi ti sei reso conto che grazie a quello, finalmente, tua figlia non barcollava più e sembrava addirittura aver riacquistato un po’ di colore. E di nuovo non hai avuto esitazioni: se quel cristallo la faceva stare meglio… allora era GIUSTO che lo usasse lei, a discapito dei tuoi esperimenti. E, infatti, dopo averglielo dato, nessuno dei tuoi esperimenti ha più avuto il risultato che desideravi, non sei riuscito a creare altri Utsuwaka, soltanto degli insignificanti daimon di una strana sostanza vischiosa, più simili a parassiti che a veri e propri mutanti. E così sono passati quattro anni tranquilli, durante i quali Hotaru non ha più avuto quei terribili attacchi ma tu non hai mai osato utilizzare quel cristallo nuovamente, non per gli esperimenti, nel timore che non fosse pronto in ogni istante in cui tua figlia potesse averne bisogno e alla fine i tuoi timori si sono avverati, hai dovuto prestare nuovamente il Tyolon Crystal ad Hotaru: le crisi sono ricominciate ed ora, lei ne ha bisogno più che mai. Ma finalmente i tempi sono maturi, finalmente tutto è pronto perché il tuo signore possa scendere sulla Terra e farne la sua casa, finalmente il tuo sogno di una nuova umanità sta per avverarsi. E allora non aspettare oltre, bastardo: convoca Kaolinite e le altre e date inizio alle operazioni. E cerca di essere più accorto, stavolta, perché non si ripeta ciò che avvenne anni fa. Ed ora, vai, Kaolinite e le altre attendono i tuoi ordini, non esitare, fai il tuo dovere.
 Per il bene di Hotaru.
   
 
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