Il suono di un pianoforte.


Mani aggrappate ad un lenzuolo che non è affatto pulito.
Dita che stringono tela sporca.
Sporca di loro, del loro amore.
Lurida di un qualcosa di sbagliato e perfetto allo stesso tempo.
Una finestra aperta, una luna che illumina in un modo sinistro i loro volti.
Uno stereo accesso all’angolo di una stanza che non è loro, di una stanza come le altre.
Una melodia che va a ripetizioni, in sottofondo, da ore.
Note che si perdono nell’aria pesante di quell’estate afosa.
Note che, però, non sovrastano i loro ansimi di piacere.
Note che li accompagnano una notte intera, sbagliando, insieme a loro.
Note che, la mattina dopo, quando si alzano, prima degli altri, per nascondersi, rimbombano nella loro mente.
Note che, la notte scorsa, li hanno aiutati a pensare, a stare meglio, ad amarsi, come non mai.
 
You can take everything I have.
 
Ma non l’altro.
Non la passione.
Non i loro sguardi, le toccate veloci.
Non i loro cuori, che battono all’unisono, tenendo ritmo al pianoforte.
 
You can break everything I am.
 
Ma non l’amore.
Non i sentimenti.
Non ciò che ormai loro hanno.
Non ciò che li accomuna.
Non ciò che li rende diversi.
 
Like I’m made of glass.
Like I’m made of paper.

Come quel bicchiere da cui cade una goccia d’acqua, a causa del caldo.
Una goccia che somiglia a quelle che hanno sui loro corpi, sudati, fradici.
Bagnati dello sperma dell’altro e del caldo attaccato alle loro pelli.
 
Go on and try to tear me down.
I will be rising from the ground.
Like a skyscraper, like a skyscraper.
 
Si rialzeranno.
Ogni volta.
Si daranno la mano, nascosti nei sedili di un’auto nera.
Si guarderanno negli occhi.
Capiranno che non possono scappare da tutto questo.
Ci sono troppo dentro.
Come può essere diversamente quando si trova l’amore della propria vita in una situazione del genere?
Giovani, popolari, innamorati.
E se non hanno nessuno, hanno l’altro.
E questo basta.
Basta ogni giorno.
Basta ogni sera.
È bastato anche quella sera, con la luna a riflettere il loro amore, e le note melodiche di un pianoforte a baciarlo, quell’amore desiderato, a cullarlo.
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Senza Edoardo ed il suo pianoforte tutto questo non esisterebbe.
Se vi è piaciuto, ringraziatelo, altrimenti, prendetelo a botte.
 
Amo questi due, non smetterò di scrivere di loro, del loro amore, di ciò che provano.
LARRY STYLINSON, BABIES.
 
Con affetto,
Breen.