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Autore: WeasleyGinger    30/06/2012    5 recensioni
In un momento di noia, il giovane Al coinvolge la famiglia nella sua idea di andare a trovare gli Scamander.
Una volta arrivati, il Potter dagli occhi verdi scopre che Lorcan è a pesca di Plimpi d'Acqua Dolce al fiume lì vicino.
Ma Al non sa se credere o no alle stravaganze del biondo amico.
Cosa succederà?
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lorcan Scamandro, Lysander Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Papà?”
“Mmmh.” mugugnò Harry, decisamente ancora mezzo addormentato.
“Papà!” esclamò Albus, più deciso.
Gli occhi verdi del padre si aprirono e frugarono il viso del figlio, per riconoscerlo. Erano così tremendamente simili: gli stessi capelli, lo stesso colore dell'iride, la stessa bocca che si curvava ancora nelle risate infantili, da ragazzini, che Albus faceva risuonare in casa regolarmente.
“Mmh, Al...che c'è?” borbottò Harry, deciso a riprendere l'aura di sonno profondo che l'aveva attorniato dopo la partita di Quidditch che si teneva quella domenica pomeriggio.
“Mi porti da Lo...rcan e Lysander? Sai, James s'è chiuso in camera, Lily anche e mamma dorme. Mi scoccio di stare da solo!” si lagnò Albus, svelto, mentre il padre apriva la bocca per ribattere.
Stava per dire 'Mi porti da Lorcan' e questo non sarebbe certamente piaciuto al padre, che credeva fosse amico di entrambi.
Il fatto è che Lys preferiva avventurarsi nei boschi lì vicino, oppure inforcare la sua Tornado Cinquemila ('Vuoi potenza, precisione e velocità? Prova la Tornado Cinquemila!') e volare via per i prati erbosi, ghermiti di margherite alte e folte e di erbacce.
Lorcan, invece, era il suo migliore amico. Era stravagante, con qualche rotella fuori posto, simpatico, dolce, affettuoso, tanto -troppo- carino, testardo e determinato.
Dopo aver svegliato Ginny e chiamato James e Lily – non aveva mica intenzione di andarci così, da solo – Harry aspettò che la famiglia fosse pronta.
“Al, ma hai detto ai gemelli dove sono e cosa stanno facendo?”
“Sì, ho mandato un gufo un'ora fa, mi hanno detto che Luna e Rolf stavano discutendo qualche argomento del Cavillo, mentre loro... giocavano a Quidditch.” s'inventò Al rapido. Lorcan gli aveva detto che lui stava ascoltando musica, e il gemello chissà dov'era.
“Hanno detto che possiamo andare da loro tramite Polvere Volante.” concluse il ragazzino dagli occhi color bottiglia.
James era in preda all'euforia: lui adorava andare a scoprire i boschi con Lysander, volare con lui, essere suo amico, proprio come Albus aveva a cuore Lorcan.
Lily era un po' infastidita; l'unica femmina tra un mare di maschi. Ogni volta che andavano a casa Scamander, tra le brughiere fuori Londra, si sentiva un po' sperduta e adorava sedersi accanto al fiume che passava di lì, osservando i pesci d'acqua dolce nuotare, quasi accavallati, tutti insieme.
Albus, però, non stava più nella pelle, e dopo un po' le fiamme verdi che sprizzavano scintille nel camino di marmo li inghiottirono tutti e cinque.
Il ragazzino si ritrovò così nel salotto della casa dei gemelli, che aveva due piani. Al piano di sopra c'erano un bagno e le camere, al piano di sotto la cucina, la sala da pranzo e l'enorme salone in cui erano atterrati.
C'era un divano qualche metro oltre il camino, uno di pelle, bianco. Un tappeto marrone, che sembrava di pelliccia, copriva la distanza tra divano e camino. Era un salotto abbastanza semplice, completato un paio di mobiletti e una credenza.
Luna li accolse con un vago sorriso, e Rolf, il marito di Luna, uomo magro e dai capelli color oro, li salutò con enfasi prima di farli accomodare e proporre un aperitivo. Lily sedette sul divano, un po' scocciata, mentre Albus e James filavano, su invito di Luna, ai piani superiori.
I fratelli Potter, una volta arrivati, bussarono con decisione alla camera dei gemelli.
Qualche attimo dopo, e la porta si aprì, rivelando un Lysander quanto mai scocciato, che abbozzò un sorriso e li fece entrare. Era da solo, evidentemente. Nessuna traccia di Lorcan, chissà dove.
Il mezzano dei tre Potter si congedò dieci minuti dopo, quando trovò il coraggio per chiedere dove fosse Lorcan.
Evitò lo sguardo curioso di Lys e James e poco dopo si fiondava giù per le scale e raggiungeva il giardino con Lily, che colse la palla al balzo dicendo di voler fare un giro.
Una volta fuori, si separarono: Lily verso il laghetto delle rane, Albus di corsa verso il pontile sul fiume, dove gli avevano detto ci fosse Lorcan.
Raggiunse Riccioli D'Oro e sedette vicino a lui, dandogli una pacca fraterna sulla schiena.
“Oh, ciao Al.” fece Lorcan, tranquillo, con la lenza in acqua.
“Cosa fai?” domandò Al, incuriosito. Non c'era esca sull'estremità della canna da pesca, ma Lorcan sembrava sicuro di ciò che faceva. Le sue iridi azzurre vagavano verso l'orizzonte, come ricordando un sogno dolce e lontano. O forse, un ricordo.
“Pesco Plimpi d'Acqua Dolce. Sai, sono ottimi nella zuppa, me l'ha insegnato il nonno Xeno.”
Albus rise, convinto com'era che fosse solo uno scherzo.
Le gote di Lorcan s'infiammarono e ribatté, senza più quell'aria sognante:
“Guarda che è vero!”
Il ragazzino moro smise di ridere, ma sorrise beffardo, convinto che il biondo stesse mentendo.
“Oh, andiamo Lorc, è impossibile! Plimpi d'Acqua Dolce...ma se nemmeno si vedono!”
“Hai delle prove che non esistano?” lo freddò Scamander, con le lacrime agli occhi.
“Smettila, non esistono e basta. Perché ci credi, poi? Chi te lo dice?”
“...Il Cavillo di mio nonno lo dice! Ci lavorano anche mia madre e mio padre, e anche loro ci credono! E poi...e poi ci sono i Ricciocorni Schiattosi, e i Pussfeskey, creature verdi che mangiano le fate di stagno di notte, ma sono invisibili! E poi abbiamo un'intera infestazione di gnomi dall'altro lato del giardino, speriamo di farci mordere, così incrementiamo i nostri poteri!” esclamò Lorcan, che ora appariva come un ragazzino normale, arruffato e sporco, l'aura di sogno scomparsa improvvisamente.
Albus rise, pensando che l'amico avrebbe avuto una carriera da attore in futuro.
Allora il biondo si voltò, arrabbiato, e scappò via.
Il bambino più piccolo lo inseguì, sorpreso. Credeva davvero fosse uno scherzo!
Era troppo veloce per lui, non l'avrebbe mai raggiunto, lo sapeva.
Allora si fermò, bisognoso d'ossigeno, e ritornò mogio mogio al fiume, sedendosi sul bordo del pontile, dov'era posizionato Lorcan prima. Lacrime calde gli rigarono il volto pallido, mentre soffiava un venticello leggero che gli spettinava i capelli più che mai.
Non seppe per quanto tempo rimase lì, a guardare il fiume e la lenza abbandonata dall'amico.
Sbuffando, incredulo di ciò che stava per fare, prese la canna da pesca e si mise all'opera, per provare a pescare qualche Plimpo, sperando di farsi perdonare e magari di crederci.
Ma, mezz'ora dopo, non aveva pescato la benché minima cosa, anche se c'era un fenomeno che lo sconvolgeva. Ogni tre minuti una forma d'un viola piuttosto intenso passava a tutta velocità verso la corrente del fiume. Non aveva mai visto un pesciolino viola, ed era piuttosto sorpreso.
Mentre cercava di convincersi che doveva essere tutto un qualcosa di magico, o che comunque coinvolgeva la magia, non si era accorto che Lorcan lo stava spiando dall'altra parte del fiume, ben nascosto dietro un folto cespuglio verdognolo.
Il moro, piuttosto sudato nello sforzo di mantenersi concentrato, decise di lasciar perdere la lenza e provare a pescare il pesciolino viola con le mani. Ci riuscì soltanto al quarto tentativo, quando il biondo ormai era dietro di lui, celato alla vista dalle erbe alte. Appena lo prese, Lorcan uscì dal nascondiglio e lo raggiunse, abbracciandolo da dietro.
Albus impazzì letteralmente al contatto con quelle braccia abbronzate, fittamente punteggiate da piccole cicatrici e tagli arrossati. Sentiva il suo profumo incantevole, mischiato a rosa e sapone, che fece diventare il suo respiro lento e profondo, disegnando sul suo viso i contorni di un'espressione beata.
Il biondo mormorò, senza lasciarlo:
“Grazie per aver preso un Plimpo, Al...voglio provare la zuppa del nonno stasera.”
Oh, era così sensuale...aspetta, cosa? Sensuale? Terra chiama Al, Terra chiama Al, stiamo precipitando! Mayday, mayday!
E poi, improvvisamente, Lorcan si spostò davanti a lui e gli regalò un bacio a stampo sulle labbra rosee.
Rosso come un pomodoro, Al si staccò, spaventato.
Scamander, per tutta risposta, quasi come se lo facesse tutti i giorni, prese il Plimpo dalle mani sudate dell'amico, sostituendolo con la sua mano, e disse, allegro: “Credo che mamma sarà contenta. Un bell'articolo sulla preparazione della Zuppa dei Plimpi di Fiume sarà molto utile al Cavillo!”. Al, balbettando, trovò solo il coraggio di intrecciare le dita con le sue.
Come faceva ad essere così tranquillo?
Ah bhè, pensò Albus, dopotutto, lui è Lorcan Scamander. E' nato speciale.




 
 

  
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